Capitolo 11
Un anno dopo…
Scarlett se ne stava sul suo letto, sdraiata a
guardare le
gocce di pioggia scendere sulla sua finestra. Era al Dipartimento
già da un
anno. Un anno!
Un anno trascorso a studiare, ad allenarsi, un
anno
trascorso al Dipartimento non come figlia di Sutcliff e Spears, ma
tirocinante.
Un anno davvero assurdo!
Lei ed Alan erano più uniti che mai, quasi
due fratelli
mentre con Eric… Beh era evidente che si piacevano, ma entrambi
per il bene
della loro amicizia/fratellanza, non volevano correre rischi.
La sua media era sempre e rigorosamente AA, per
grande gioia
di William e, soprattutto, di Grell. Con un sospiro di stanchezza si
alzò dal
letto, prendendo la tazza di the fumante dal comodino. Era passato un
lunghissimo anno, e gli esami di fine tirocinio erano alle porte.
L’indomani
sarebbe iniziato il temutissimo esame finale: giudicare un’anima
dall’inizio,
completamente da soli senza alcun aiuto. La tensione la stava
ammazzando,
portandola a camminare su e giù per la sua camera come
un’animale in gabbia,
tracannando litri the. Sperava almeno di finire in coppia con qualcuno
che
avesse una media alta: non avrebbe sopportato di capitare in coppia con
una
mezza calzetta che le avrebbe fatto fare tutto il lavoro difficile,
prendendosi
il merito dell’opera.
Stava per mettersi le cuffie e spararsi nelle
orecchie
qualche brano metal per distendere i nervi quando sentì bussare
alla porta.
Subito dopo, Grell fece capolino, sedendosi sul suo letto.
-Sei nervosa tesoro?- chiese cautamente.
-Con tutta probabilità- sospirò lei,
sedendosi accanto al
padre.
-Posso capire perfettamente come ti senti- fece
lui,
abbracciandola.
Era così nervosa che non ebbe neanche le
forze per
liberarsi.
-Speravo di avere un compagno degno di me, e poi
arrivò tuo
padre con una B. Appena l’ho visto l’avrei volentieri
ucciso ma poi…- sospirò
portandosi le mani giunte al petto –Mi sono innamorata! Ci son
voluti ben
centotre anni prima che cedesse-
Scarlett gli lanciò uno sguardo perplesso
prima di riposare
gli occhi sulla sua tazza di the.
-E se uccido la persona sbagliata? E se sbaglio e
vengo
bocciata? Io non posso fallire… Questo è il lavoro che
sogno da quando ero
bambina-
-Tu sei nata per fare questo. Mi ricordo quando
eri piccola
e venivi con noi al lavoro- le sorrise Grell, accarezzandole i capelli.
Un flashback attraversò la mente di
Scarlett…
-Scarlett, devo andare a consegnare queste
relazioni da
parte dello zio Ron. Resta qui e fai la brava- disse Grell, prima di
uscire
tutto ancheggiante dall’ufficio che divideva con Ronald,
momentaneamente
assente causa missione.
Così Scarlett rimase sola, nascosta sotto
la scrivania di
Grell dove si rintanava per poter spiare silenziosamente chi entrava ed
usciva
senza essere vista. Quel giorno si annoiava terribilmente, e poi, erano
tutti
troppo carichi di lavoro per dedicarle delle attenzioni. Come sempre
William
aveva tanto di quel lavoro da fargli venire il solito noioso mal di
testa
accompagnato dal mal di schiena, di cui si lamentava sempre una volta
tornato a
casa; Ronald invece era in missione da tre ore , il che era un vero
peccato,
dato che ogni volta che trovava un momento di buca scappava dalla
signorina
della sezione Affari Generali, che teneva sempre nel cassetto qualche
caramella
alla frutta per lei. Anche Grell era parecchio indaffarato quel giorno,
alle
prese con una traballante pila di documenti.
Con uno sbuffo scocciato, Scarlett aprì il
suo zainetto alla
ricerca di qualcosa con cui giocare quando la vide. Li, poggiata
accanto la
libreria vi era
Se la mise sulla spalla come faceva sempre suo
padre,
guardòandola propria immagine riflessa nello specchio che Grell
aveva appeso
nell’ufficio per assicurarsi di essere sempre presentabile.
-Arrr! Sono uno Shinigami forte- ringhiò
contro lo specchio,
mettendo su un’espressione arcigna.
Poi afferrò con due mani il manico della
Death Scyte,
cominciando a sventolarla in aria con un’agilità
sconcertante, puntandola
contro l’attaccapanni come se fosse un nemico.
Nel frattempo, Grell era paralizzato sulla porta,
con le
carte in una mano e l’altra incollata al pomello della porta. Non
sapeva se
essere più sconvolto del fatto che la sua bambina maneggiasse un
affare del
genere con estrema facilità o del fatto che se le fosse
scivolato di mano si
sarebbe fatta molto male. In un lampo si precipitò sulla
bambina, afferrando
repentinamente
-Scarlett! Ti ho detto mille volte di non
toccarla!-
Scarlett lo fissò perplessa - È pericolosa-
sospirò infine, rimettendo la falce
dove Scarlett l’aveva presa.
-Ma io sono forte papà! Da grande voglio
diventare uno
Shinigami forte come te e papà William!- disse lei fiera,
poggiando le mani sui
fianchi e alzando il mento in tono di sfida verso lo specchio.
A quelle parole, Grell si sciolse in un sorriso di
tenerezza
e abbracciò la sua bambina, la quale gli si era letteralmente
catapultata
addosso.
-Lo diventerai piccola mia, ne ho la certezza-
Nel frattempo, William sedeva al tavolo della
cucina, con una
montagna di lavoro extra che aveva saggiamente deciso di sbrigare a
casa,
cercando di origliare cosa si stessero dicendo quei due da più
di mezz’ora.
Ripensò a quando anche lui era alle prese con l’esame di
fine tirocinio. Ah,
l’esame di fine tirocinio! Ebbe la fortuna/sfortuna di capitare
in coppia con
Grell. Sadico, irritante, appiccicoso e soprattutto incredibilmente,
assolutamente fastidioso. Lentamente, Grell riuscì ad invadere
prepotentemente
i pensieri di William e dopo quasi un secolo di
persecuzioni era riuscito ad ottenere ciò che voleva. Col
passare del
tempo William si accorgeva sempre più di come la presenza di
Grell fosse
essenziale per la sua sopravvivenza, di come ormai fosse diventato
dipendente
dalla sua esuberanza e dalla sua follia . Non c’era cosa
più bella di rincasare
dopo un’estenuante giornata di lavoro e rifugiarsi tra le braccia
del suo
amato, mandando all’inferno tutto lo stress accumulato durante la
giornata.
Lui era tutto e il solo pensiero di poterlo
perdere gli
accartocciava lo stomaco.
Improvvisamente Grell e Scarlett uscirono dalla
stanza,
interrompendo bruscamente i pensieri di William. Con molta nonchalance,
Grell
scansò repentinamente le carte dal tavolo, riponendole
nell’apposita cartella.
L’altro rimase ad osservarlo interrogativo, con la penna ancora a
mezz’aria.
-Voi due avete bisogno di distrarvi- fece Grell,
rimettendo
tutte quelle scartoffie nella ventiquattrore in pelle nera di William
–Così
guarderemo un bel film tutti assieme-
-A patto che possiamo sceglierlo io e Scarlett-
rispose
atono William, lanciando uno sguardo complice alla figlia.
-E va bene- sospirò lui, incrociando le
braccia al petto.
Così, passarono il resto del pomeriggio a
guardare un film
tutto sangue e violenza scelto da William e Scarlett, consapevoli del
fatto che
quel genere piacesse tanto a loro quanto a Grell, il quale si sarebbe
addormentato all’istante per non dargli soddisfazioni.
Quei momenti di serenità erano la miglior
cura per abbattere
lo stress. Decisamente.
ANGOLO DELL’AUTRICE
E come promesso, eccovi l’undicesimo capitolo *^*
Come precedentemente anticipato, tra Scarlett ed Eric non ci sono svolgimenti, ma comunque mi sembrava giusto aggiungere un “pezzo” dell’infanzia di Scarlett.
Se tutto va bene, ne metterò altri fino a lunedì, dopodiché si riprende con uno ogni tre giorni ^^
Anche se ormai non recensite più e la mia fan fiction sta scendendo di visualizzazioni, non fa niente. Amo scrivere e continuerò a condividere con voi la mia ff!
Baci baci <3
PandoraSutcliff
GRAZIE PER AVER LETTO!