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Autore: PandoraSutcliff    29/11/2013    1 recensioni
"La bambina cominciò ad urlare a pieni polmoni nel cuore della notte, per la millesima volta.
-Will, vai tu vero?- farfugliò Grell, girandosi dall'altra parte.
-Ma… Ci sono andato sempre io …-venne bruscamente interrotto.
-HO DETTO VAI TU!- strillò l’altro- L’ho partorita due giorni fa, ho dolori ovunque e i punti mi tirano da impazzire. E ora muovi il sedere e vai da lei!-"
Cosa accadrebbe se William e Grell mettessero al mondo una figlia?
E se quest'ultima decidesse di seguire le orme dei genitori? Questa è la storia di Scarlett Spears, figlia di due Shinigami non che giovane promessa del Dipartimento londinese.
Spero che la mia storia riesca a rapirvi e soprattutto, che vi conquisti.
Buona lettura ^^
Uno speciale ringraziamento va alle mie sorelle Neko e Mary. Grazie per il vostro supporto
Genere: Azione, Comico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shonen-ai | Personaggi: Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: Mpreg
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CAPITOLO 11

Capitolo 11

 

Un anno dopo…

 

Scarlett se ne stava sul suo letto, sdraiata a guardare le gocce di pioggia scendere sulla sua finestra. Era al Dipartimento già da un anno. Un anno!

Un anno trascorso a studiare, ad allenarsi, un anno trascorso al Dipartimento non come figlia di Sutcliff e Spears, ma tirocinante. Un anno davvero assurdo!

Lei ed Alan erano più uniti che mai, quasi due fratelli mentre con Eric… Beh era evidente che si piacevano, ma entrambi per il bene della loro amicizia/fratellanza, non volevano correre rischi.

La sua media era sempre e rigorosamente AA, per grande gioia di William e, soprattutto, di Grell. Con un sospiro di stanchezza si alzò dal letto, prendendo la tazza di the fumante dal comodino. Era passato un lunghissimo anno, e gli esami di fine tirocinio erano alle porte. L’indomani sarebbe iniziato il temutissimo esame finale: giudicare un’anima dall’inizio, completamente da soli senza alcun aiuto. La tensione la stava ammazzando, portandola a camminare su e giù per la sua camera come un’animale in gabbia, tracannando litri the. Sperava almeno di finire in coppia con qualcuno che avesse una media alta: non avrebbe sopportato di capitare in coppia con una mezza calzetta che le avrebbe fatto fare tutto il lavoro difficile, prendendosi il merito dell’opera.

Stava per mettersi le cuffie e spararsi nelle orecchie qualche brano metal per distendere i nervi quando sentì bussare alla porta. Subito dopo, Grell fece capolino, sedendosi sul suo letto.

-Sei nervosa tesoro?- chiese cautamente.

-Con tutta probabilità- sospirò lei, sedendosi accanto al padre.

-Posso capire perfettamente come ti senti- fece lui, abbracciandola.

Era così nervosa che non ebbe neanche le forze per liberarsi.

-Speravo di avere un compagno degno di me, e poi arrivò tuo padre con una B. Appena l’ho visto l’avrei volentieri ucciso ma poi…- sospirò portandosi le mani giunte al petto –Mi sono innamorata! Ci son voluti ben centotre anni prima che cedesse-

Scarlett gli lanciò uno sguardo perplesso prima di riposare gli occhi sulla sua tazza di the.

-E se uccido la persona sbagliata? E se sbaglio e vengo bocciata? Io non posso fallire… Questo è il lavoro che sogno da quando ero bambina-

-Tu sei nata per fare questo. Mi ricordo quando eri piccola e venivi con noi al lavoro- le sorrise Grell, accarezzandole i capelli.

Un flashback attraversò la mente di Scarlett…

 

-Scarlett, devo andare a consegnare queste relazioni da parte dello zio Ron. Resta qui e fai la brava- disse Grell, prima di uscire tutto ancheggiante dall’ufficio che divideva con Ronald, momentaneamente assente causa missione.

Così Scarlett rimase sola, nascosta sotto la scrivania di Grell dove si rintanava per poter spiare silenziosamente chi entrava ed usciva senza essere vista. Quel giorno si annoiava terribilmente, e poi, erano tutti troppo carichi di lavoro per dedicarle delle attenzioni. Come sempre William aveva tanto di quel lavoro da fargli venire il solito noioso mal di testa accompagnato dal mal di schiena, di cui si lamentava sempre una volta tornato a casa; Ronald invece era in missione da tre ore , il che era un vero peccato, dato che ogni volta che trovava un momento di buca scappava dalla signorina della sezione Affari Generali, che teneva sempre nel cassetto qualche caramella alla frutta per lei. Anche Grell era parecchio indaffarato quel giorno, alle prese con una traballante pila di documenti.

Con uno sbuffo scocciato, Scarlett aprì il suo zainetto alla ricerca di qualcosa con cui giocare quando la vide. Li, poggiata accanto la libreria vi era la Death Scyte di Grell. Sgusciò silenziosamente fuori dal suo nascondiglio e si avvicinò cautamente alla falce, assicurandosi che non ci fosse nessuno nei paraggi. Con fare disinvolto l’afferrò per l’impugnatura. Era bella pesante, ma tuttavia si maneggiava agevolmente.

Se la mise sulla spalla come faceva sempre suo padre, guardòandola propria immagine riflessa nello specchio che Grell aveva appeso nell’ufficio per assicurarsi di essere sempre presentabile.

-Arrr! Sono uno Shinigami forte- ringhiò contro lo specchio, mettendo su un’espressione arcigna.

Poi afferrò con due mani il manico della Death Scyte, cominciando a sventolarla in aria con un’agilità sconcertante, puntandola contro l’attaccapanni come se fosse un nemico.

Nel frattempo, Grell era paralizzato sulla porta, con le carte in una mano e l’altra incollata al pomello della porta. Non sapeva se essere più sconvolto del fatto che la sua bambina maneggiasse un affare del genere con estrema facilità o del fatto che se le fosse scivolato di mano si sarebbe fatta molto male. In un lampo si precipitò sulla bambina, afferrando repentinamente la Death Scyte prima che si potesse fare male.

-Scarlett! Ti ho detto mille volte di non toccarla!- Scarlett lo fissò perplessa - È pericolosa- sospirò infine, rimettendo la falce dove Scarlett l’aveva presa.

-Ma io sono forte papà! Da grande voglio diventare uno Shinigami forte come te e papà William!- disse lei fiera, poggiando le mani sui fianchi e alzando il mento in tono di sfida verso lo specchio.

A quelle parole, Grell si sciolse in un sorriso di tenerezza e abbracciò la sua bambina, la quale gli si era letteralmente catapultata addosso.

-Lo diventerai piccola mia, ne ho la certezza-

 

Nel frattempo, William sedeva al tavolo della cucina, con una montagna di lavoro extra che aveva saggiamente deciso di sbrigare a casa, cercando di origliare cosa si stessero dicendo quei due da più di mezz’ora. Ripensò a quando anche lui era alle prese con l’esame di fine tirocinio. Ah, l’esame di fine tirocinio! Ebbe la fortuna/sfortuna di capitare in coppia con Grell. Sadico, irritante, appiccicoso e soprattutto incredibilmente, assolutamente fastidioso. Lentamente, Grell riuscì ad invadere prepotentemente i pensieri di William e dopo quasi un secolo di  persecuzioni era riuscito ad ottenere ciò che voleva. Col passare del tempo William si accorgeva sempre più di come la presenza di Grell fosse essenziale per la sua sopravvivenza, di come ormai fosse diventato dipendente dalla sua esuberanza e dalla sua follia . Non c’era cosa più bella di rincasare dopo un’estenuante giornata di lavoro e rifugiarsi tra le braccia del suo amato, mandando all’inferno tutto lo stress accumulato durante la giornata.

Lui era tutto e il solo pensiero di poterlo perdere gli accartocciava lo stomaco.

Improvvisamente Grell e Scarlett uscirono dalla stanza, interrompendo bruscamente i pensieri di William. Con molta nonchalance, Grell scansò repentinamente le carte dal tavolo, riponendole nell’apposita cartella. L’altro rimase ad osservarlo interrogativo, con la penna ancora a mezz’aria.

-Voi due avete bisogno di distrarvi- fece Grell, rimettendo tutte quelle scartoffie nella ventiquattrore in pelle nera di William –Così guarderemo un bel film tutti assieme-

-A patto che possiamo sceglierlo io e Scarlett- rispose atono William, lanciando uno sguardo complice alla figlia.

-E va bene- sospirò lui, incrociando le braccia al petto.

Così, passarono il resto del pomeriggio a guardare un film tutto sangue e violenza scelto da William e Scarlett, consapevoli del fatto che quel genere piacesse tanto a loro quanto a Grell, il quale si sarebbe addormentato all’istante per non dargli soddisfazioni.

Quei momenti di serenità erano la miglior cura per abbattere lo stress. Decisamente.

 

ANGOLO DELL’AUTRICE

 

E come promesso, eccovi l’undicesimo capitolo *^*

Come precedentemente anticipato, tra Scarlett ed Eric non ci sono svolgimenti, ma comunque mi sembrava giusto aggiungere un “pezzo” dell’infanzia di Scarlett.

Se tutto va bene, ne metterò altri fino a lunedì, dopodiché si riprende con uno ogni tre giorni ^^

Anche se ormai non recensite più e la mia fan fiction sta scendendo di visualizzazioni, non fa niente. Amo scrivere e continuerò a condividere con voi la mia ff!

Baci baci <3

 

PandoraSutcliff

 

                                                                                                                              GRAZIE PER AVER LETTO!

  
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