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Autore: AddyOswald    29/11/2013    1 recensioni
Dal testo: - Ora basta segreti, basta misteri. - Si bloccò di fronte a me, incrociando le braccia. - Mi dovrai raccontare tutto, ogni singola cosa.
Cos'è successo a Cora in questi 6 anni? Ecco la mia versione :)
Genere: Avventura, Sentimentale, Slice of life | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Altri, Cora Hale, Nuovo personaggio
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Le case hanno sempre un'odore particolare, ed è strano pensare a quanti odori possano esistere al mondo,perchè ogni casa ha il suo..

Ogni casa ha un odore che li cottradistingue. 

Si può provare nostalgia anche scorgendo un dolore simile a quello di casa, quando ti trovi in un luogo lontano..

E' scentificamente testato che persino i profumi che ci mettiamo addosso in un determinato periodo,

sentendoli di nuovo dopo molto tempo, ci facciano ricordare appunto di quel periodo.
Casa mia sapeva di vaniglia.

O forse no, ma il profumo che sentivo quando ci entravo, era molto simile.

Quell'odore mi provocava sempre un grande senso di sicurezza. Sapevo che ero in mura protette,

sapevo che ero vicina alla mia camera, dove potevo nascondermi e dimenticare tutto.
Derek e Laura andavano a scuola, io invece no.

I nostri genitori dicevano che ero ancora troppo piccola per riuscire a gestire la mia forza, davanti agli umani.
Ero così invidiosa di loro, quando la mattina li vedevo partire con il loro zaino in spalla, desideravo tanto essere al loro posto.
Poi tornavano a casa, e li sentivo parlare di compiti, compagni di classe, cose che accadevano nei corridoi..

Ed ero gelosa, perchè loro avevano qualcosa da condividere, qualcosa che li univa, di cui io non potevo fare parte.
Nostra madre mi insegnava in casa le cose basilari, alla giusta età avrei cominciato anche io il liceo.

Ma i miei fratelli avrebbero già finito, avrebbero trovato altro da condividere, e io sarei rimasta sempre quella indietro.
Papà era quello più simile a me, era lui ad allenarmi, e tre volte a settimana passavamo un intero pomeriggio insieme.

Adoravo i suoi metodi di insegnamento, sapeva essere duro, ma anche farti una battuta mentre stai facendo il trecentesimo addominale.

Era la persona con la quale avevo la maggiore chimica. Ero la sua ombra, facevo tutto quello che faceva lui, era il mio modello da seguire.
Aveva sempre avuto pazienza con me, persino da piccola, nel peggiore dei miei capricci,

lui era capace di farmi una carezza e riempirmi di storie, convincendomi a non piangere più.
Io e i miei fratelli eravamo legati, io ero la tipica sorella minore invidiosa perchè la sorella maggiore aveva più libertà,

ed ero anche la tipica sorella minore che il fratello maggiore doveva proteggere.
Nonostante tutto, mi piaceva come andavano le cose.

Eravamo una famiglia di lupi mannari che miravano alla normalità, che forse non la raggiungevano, ma la sfioravano.
Da fuori potevamo davvero sembrare una famiglia normale, ma c'era qualcuno che sapeva che non era così.

Qualcuno che odiava cosa eravamo, qualcuno che era disposto ad ucciderci. E quel qualcuno, fù ciò che rovinò tutto.

 




Derek e Laura erano a scuola, mamma stava cucinando, e papà era nel suo studio.

Una giornata normale per una famiglia quasi normale.
Io mi ero intrufolata nella camera di Laura, per l'ennesima volta, per fregarle qualche vestito.

Ero in quel periodo in cui si vuole essere più grandi di quello che si è,

quindi quando lei non c'era ne approfittavo per rubarle i reggiseni e le scarpe coi tacchi.
Sentivo strani rumori al piano di sotto, avrei dovuto accorgermi che qualcosa non andava, ma ero piccola,

non volevo nessuna preoccupazione. Ero assolutamente convinta che gli adulti avevano sempre la soluzione a tutto.
Fù poco dopo che sentii chiamare il mio nome. Era la voce di mio padre, con un tono abbastanza preoccupato, che mi cercava in tutte le stanze.
Avrei dovuto rispondere subito, ma sapevo che mi avrebbe sgridata perchè mi trovavo nella stanza di mia sorella.

All'ennesimo richiamo però, mi decisi ad uscire.
Lui mi prese tra le sue braccia, e in quel preciso istante capii che c'era qualcosa che non andava.
L'odore di vaniglia era sparito, e aveva fatto spazio ad un'altro odore.. Odore di fumo, di pericolo, di morte.
Lo guardai, allarmata, notando che aveva le lacrime agli occhi.
- Cosa sta succendo?
In tutta risposta, mi prese in braccio, guardandosi attorno.
Tutte le finestre erano state bloccate, tranne una, una piccola finestra che era sfuggita alla vista, e che mi avrebbe salvata.
- Ricordi gli esercizi di ieri? Mi hai detto che non potevi farli, perchè hai paura di saltare dai posti alti.. Ma ora lo devi fare.. Devi farlo ok? E' importante!
Non lo avevo mai visto in quello stato. Lui era sempre sorridente, non ero abituata a vederlo così.

Le lacrime iniziarono a rigarmi il volto.

- Che cosa sta succedendo? Perchè devo saltare?
- Devi farlo e basta! E quando l'avrai fatto dovrai correre.. Correre lontano da qui, e non tornare più! Cora, devi promettermelo, ti prego.
- Ma non posso andarmene da sola, tu.. tu devi venire con me!
- No, non c'è tempo!
Sapeva che, se fosse scappato con me, si sarebbero accorti che non ci avevano ucciso tutti..

Una bambina saltava meno all'occhio, e se per caso mi avessero trovata, forse avrebbero avuto pena per me.
- Papà, ti prego.. - ormai ero un fiume di lacrime.
- Ti voglio bene, e credo in te. So che ce la farai da sola, so che tutto andrà per il meglio..

Ma per farlo devi andartene lontana da questa città, mi hai capito? Devi andare più lontano che puoi.. -

Mi diede un bacio sulla guancia – Ti voglio bene, Cora.
Sapevo che era giunto il momento di saltare.

Dovevo fare quello che mio padre mi aveva detto, anche se dentro sentivo un peso che prima di allora non avevo mai sentito.
Solo nel affacciarmi alla finestra mi accorsi di quanto fossero immense le fiamme che ci avvolgevano,

e solo allora riuscii a scorgere le urla al piano di sotto, delle persone che venivano bruciate vive, della mia famiglia che veniva massacrata.
Chiusi gli occhi, e con tutta la forza che mi era stata concessa saltai da quella finestra, iniziando a correre per il bosco.
"Non devi guardare indietro!" mi diceva il mio cervello, ma il mio viso si voltò nuovamente in direzione della casa.

In quel momento vidi l'edificio crollare, completamente sommerso dalle fiamme, ed un urlo mi morì in gola.
Corsi più che potevo, come mio padre mi aveva chiesto, ma poco più in la caddi a terra, trasportata da una forza che nemmeno io potevo sovrastare.

 










ANGOLO AUTRICE:

Chi ha già seguito storie mie, saprà che tendo a fare capitoli corti.. So, ecco il primo :3

Recensite in tanti, I need your opinion :D 

 

 

  
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