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Autore: louehar    30/11/2013    4 recensioni
Una scommessa, paura e confusione, segreti e amore verso l'unica persona che avrebbe potuto distruggerlo.
Dal testo:
E quando li riapre ride, notando l’espressione spaventata e gli occhi sbarrati del ragazzo, che tenta di balbettare qualcosa e sbianca quasi, così gli lascia un bacio su una guancia e gli sussurra –‘grazie per avermi fatto vincere 50 sterline curly, sei veramente adorabile’
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Harry non avrebbe mai accettato se solo ne avesse avuto il coraggio, o se almeno, avesse avuto un briciolo d’intelligenza per dire semplicemente ‘no’ ai suoi amici e per mandare tutto a quel paese.
Ma non è assolutamente questo tipo di persona, quindi non può fare altro che aprire le ante dell’armadio con un’espressione annoiata in viso e scegliere le prime cose che gli passano tra le mani, facendo comunque attenzione a prendere qualcosa che vada bene per la serata.
Tira il ciuffo di capelli all’indietro con una quantità sproporzionata di gel e poi sciacqua il viso, soffermando l’attenzione sulle occhiaie che, anche se poco marcate, sono presenti sul  viso.
Gli ci vorrebbe una bella dormita e forse la cosa più giusta da fare sarebbe quella di chiamare Liam e Niall e di dire loro che non ce la fa ad andare in discoteca a causa del turno in panetteria il giorno dopo, ma proprio non se la sente, così corre al piano inferiore ed avvisa il padre, che con uno sbuffo ed un espressione non troppo felice, impreca contro l’ennesimo goal perso dalla sua squadra del cuore, posa la birra sul tavolo in vetro e gli urla contro –‘fa quello che cazzo ti pare.’
E Harry non risponde neanche, perché ne è abituato, e perché, anche se non vuole ammetterlo, ogni volta che il padre mostra indifferenza verso i suoi confronti, si sente morire.
Chi adolescente non vorrebbe sentirsi dire, almeno una volta –‘ posa tutto e resta con me a guardare la partita’? Ma ormai deve farsene una ragione.
Non tutto va sempre per il verso giusto.
Indossa velocemente il cappotto quando sente un clacson suonare all’impazzata e si precipita fuori casa, entrando con un finto sorriso nella macchina di Niall.
‘Questa sera ci sarà da divertirsi amico.’
Ed è proprio quando Liam pronuncia queste parole che Harry capisce che quella sera, avrebbe fatto di tutto pur di distrarsi almeno un po’.
 
 
 
Sta sorseggiando un ennesimo cocktail fatto a base di vodka e chissà quale altro miscuglio, quando inizia a ridere all’impazzata.
I locali per Louis Tomlinson sono sempre stati un punto fisso, in cui sfoga i suoi malesseri o semplicemente in cui va a divertirsi con Zayn Malik, suo amico dalle medie.
Fa questo quasi tutte le notti, per poi ritornare nel suo appartamento e distendersi sul pavimento con nausea ed assurdi mal di testa.
Zayn scuote appena l’amico per fermare le sue frenetiche risate e gli indica un ragazzo: è un po’ più alto di Louis, capelli ricci tirati indietro con del gel, labbra rosse, occhi verdi, così verdi che si possono notare nonostante la luce scura, camicia bianca e jeans larghi.
Sembra impacciato nei movimenti, quasi annoiato.
Gli si mozza il fiato e gli si seccano le labbra, così lascia sul tavolo il bicchiere contenente i residui del liquido e fissa l’amico negli occhi, supplicandogli di continuare.
‘Se riuscirai a baciarlo ti do 50 sterline.’
Zayn aspira il fumo dalla canna preparata qualche minuto prima e fa un occhiolino ad una ragazza, sentendola ridacchiare con un’amica.
‘Accetto.’
Si stringono la mano come importanti uomini di affari e ridono all’unisono, prima che Louis inizi a farsi spazio tra la mandria di ragazzi per raggiungere il suo obiettivo.
Contempla la sua bellezza per qualche secondo e poi gli cinge i fianchi, osservando la sua espressione spaesata e abbastanza terrorizzata; non può far altro che lasciarsi scappare una risatatina.
‘Quanti anni hai?’
Ora la sua espressione è strana, quasi infastidita.
Sedici, tu quanti anni hai?’
‘Diciannove…uhm, fammi sentire, come ti chiami?’
Porta la sua mano sui capelli del ragazzo e glieli accarezza con dolcezza, muovendosi lentamente sul suo corpo.
‘H-Harry.’
‘Bene Harry, io sono Louis.’
Rallenta ancora i movimenti, spostando l’attenzione su un ragazzo biondo ed un ragazzo moro dai capelli abbastanza corti che hanno iniziato a ridere e a fissare Harry con una faccia divertita.
Ritorna a fissare gli occhi del ragazzo che ha di fronte notandone la bellezza, e poi, forse l’alcol, forse la voglia di chiudere in fretta la scommessa, poggia le sue labbra sottili su quelle rosse e piene di Harry, chiudendo gli occhi e godendosi a pieno quei pochi secondi.
E quando li riapre ride, notando l’espressione spaventata e gli occhi sbarrati del ragazzo, che tenta di balbettare qualcosa e sbianca quasi, così gli lascia un bacio su una guancia e gli sussurra –‘grazie per avermi fatto vincere 50 sterline curly, sei veramente adorabile’ e va dall’amico barcollando, battendogli il cinque e sedendosi sulla sedia per reggersi perché si, l’alcool sta facendo effetto.
 
 
Harry ha iniziato il turno alle otto e dieci in punto, ma qualcosa in lui non va.
Non sa precisamente cosa sia, ma sa che oltre all’aspetto fisico e alle occhiaie più marcate rispetto al giorno precedente, qualcosa sta iniziando a tormentarlo.
Non ha fatto altro che pensare al bacio, alle sue parole, e non ha chiuso occhio.
Per non parlare delle battute fastidiose dei suoi amici, che non facevano altro che alterargli l’umore.
Non ha mai baciato un ragazzo, non gli è mai piaciuto un ragazzo e non ha mai preso in considerazione l’idea di essere gay, quindi il  cervello in questo momento è completamente andato a puttane.
Ha una strana sensazione allo stomaco, un senso di paura smisurata che gli blocca il respiro, un senso di schifo verso se stesso, di diversità.
Chiude per un attimo gli occhi e poggia le mani sul bancone, chinandosi appena per poter reprimere un conato di vomito, almeno finché il campanello che segna l’entrata di un nuovo cliente non inizia a suonare.
Allora finge un sorriso, si tira dritto e serve i clienti con aria cordiale, tentando di distrarsi.
Di solito alle dieci, nella panetteria in cui lavora, ci va una donna anziana, gentile, che chiacchiera con lui per qualche minuto e che gli fa tantissimi complimenti per il modo in cui lavora.
Ancora deve presentarsi, però il giorno prima ha prenotato cinque pagnotte.
Quindi probabilmente è solo una questione di ritardo.
Picchietta il piede sul pavimento a ritmo delle lancette dell’orologio e fissa il bancone, iniziando a canticchiare per lasciare i pensieri negativi fuori dalla sua mente.
Ma Dio sembra non essere dalla sua parte quando un ragazzo, fa entrata nella panetteria e si fissa attorno per dare uno sguardo.
Ed Harry li riconosce quegli occhi; le gambe iniziano a tremargli e deglutisce, mostrando un sorriso nervoso, fatto comunque di fossette.
Louis fissa il ragazzo senza spifferare una parola, sembra quasi…intimorito.
‘Mh… sono venuto a ritirare le pagnotte della signora Tomlinson.’
Il minore scuote la testa e si da dello stupido.
Come avrebbe potuto ricordarsi di lui?
‘C-Certo, subito.’
Porge la busta al ragazzo e gli sorride, dicendogli che l’acconto era già stato lasciato.
‘Ci vediamo presto, Harry.’
E il cuore rischia quasi di uscirgli dalla cassa toracica.
 
 
Torna a casa stordito, ma con un sorriso sulle labbra.
Con Liam e Niall non ha più parlato di quella cosa, ma è ancora viva, nella sua mente, nel suo stomaco e non può trattenersi.
Prende il diario dal cassetto del comodino, quello marrone quasi distrutto, in cui ha iniziato a scrivere le emozioni che ha provato alla morte della madre ed inizia a sfogliare le pagine per trovarne una pulita.
‘Non so cosa mi stia succedendo. Vorrei solo scomparire per un attimo e riordinare queste cazzo d’emozioni. Ho baciato un ragazzo, non l’ho mai fatto prima e sono spaventato. Non credo di essere gay ma i suoi occhi mi mandano nel pallone. E quando lo vedo tremo, e mi sento così piccolo che… non so che fare. Se papà lo scoprisse succederebbe un casino e non è divertente. Lui non vuole una checca come figlio, e io non lo sono… io, io non lo sono…
Chiude il diario con le lacrime agli occhi e lo nasconde, sotto la biancheria del comodino, per poi distendersi sul letto e chiudere gli occhi lasciando che qualche lacrima gli cada sul viso.
Se non fosse andato in discoteca tutto questo non sarebbe mai successo, ma c’è un qualcosa, qualcosa di positivo, di gratificante in Louis.
E non importa se gli abbia scombussolato la vita a causa di una fottuta scommessa.
Magari si sente pronto a rischiare.
 
 
 
 
Turno delle 18.00, panetteria vuota.
Ad Harry verrebbe d’imprecare contro tutte le cose belle che non avrebbe mai avuto, ma si contiene e lascia che un sorriso a trentadue denti compaia sul suo viso quando la porta si spalanca e compare Louis in tuta la sua dannata bellezza, stravolgendogli i pensieri.
È da tre mesi che entra per prendere le pagnotte alla nonna e che Harry non fa altro che fissarlo con la coda dell’occhio.
‘Ieri non hai prenotato le pagnotte.’
‘Chi ti dice che io sia qui per questo?’
Fissa il ragazzo di fronte a sé per qualche minuto prima di distogliere lo sguardo.
‘Uhm, è un’altra scommessa?’
La voce gli trema ed il cuore inizia a battere all’impazzata, perché, ne è certo, non sopporterebbe un’altra cosa simile.
Ed anche Louis sembra abbastanza deluso, ma poi sorride, e sul viso compare una specie di ghigno.
‘No, stasera ti porterò a prendere un gelato, quindi sono passato per avvisarti che ci vediamo alle 21.30 fuori dalla panetteria.’
Harry arrossisce visibilmente e sorride come un bambino.
‘Chi ti dice che io ne abbia voglia?’
‘Probabilmente il sorriso che tenti di nascondere da quando sono entrato. A stasera curly.’
Ed esce dal negozio lasciando Harry imbarazzato, ancora.
Si perde per un attimo in un mondo tutto suo, ma poi è costretto a ritornare con i piedi per terra quando due donne ed un bambino entrano per poter fare acquisti.
Spiccia diversi clienti fino alle 20.30 e leva la divisa, per poi salutare Marie, la donna che gli permette di essere indipendente da suo padre e andare via.
Resta seduto fino alle 21.30 su una panchina posta appena di fronte, stringendosi nel cappotto per il freddo pungente e respirando con le labbra per poter giocare con la nuvola di fumo bianco che fuoriesce da esse.
Il naso si colora appena di rosso e le labbra gli si screpolano, mentre le mani diventano quasi due pezzi di ghiaccio.
Ricorda che la mamma gli ripeteva sempre d’indossare i guanti tutti i santi giorni nel periodo invernale, ma lui se ne dimenticava, così con uno sbuffo Anne si limitava a stringere le piccole mani che si ritrovava tra le sue e a sorridergli dolcemente, comprandogli una calda brioche al bar in centro.
Sorride involontariamente e fissa il cielo leggermente rosso, segno che si scatenerà un terribile temporale da lì a qualche ora.
Fa un cenno con la mano quando vede Louis arrivare e poi lo stringe in un veloce abbraccio, prima d’incamminarsi con lui accanto lungo tutta la strada.
‘Sei sicuro di voler prendere un gelato con questo freddo?’
Louis prende a fissare Harry e a far sfiorare le proprie mani, facendo girare il mondo attorno agli occhi del ragazzo.
‘Non lo so, Harry. Vogliamo prendere un tè?’
Il ragazzo annuisce e si porta le mani in tasca, annullando completamente quel contatto fisico.
Entrano nel bar e si siedono ad un tavolo vuoto, rimanendo in silenzio finché non arriva una cameriera e prende i loro ordini.
Louis fischietta per interrompere il fastidiosissimo silenzio e nota i comportamenti di Harry; il modo in cui si gioca ripetutamente con le sue mani o in cui si morde le labbra con fare nervoso lo lasciano un po’ spiazzato.
‘Uhm Harry, parlami un po’ di te… facciamo un gioco okay? Dimmi una cosa imbarazzante su di te.’
Il minore lo fissa per un attimo sconcertato e poi ride, divertito da quella situazione.
‘Okay, mh… ho paura dei temporali. Mi terrorizzano e sono la cosa più odiosa del mondo.’
Louis per un attimo immagina Harry rannicchiato nel letto mentre tenta di coprirsi le orecchie con le mani e pensa che non esista nulla di più dolce.
‘Io invece sono stato scoperto da mia madre ubriaco mentre dormivo sul pavimento con solo un paio di mutante mentre fuori si gelava.’
E Harry ride; il gioco di Louis ha funzionato.
Bevono il tè e parlano della propria vita, scambiandosi addirittura i numeri telefonici.
‘Se stanotte c’è un temporale, puoi... possiamo scriverci, ti va?’
Harry annuisce e ringrazia il ragazzo per la bella serata, gli lascia un veloce bacio sulla guancia e si precipita in casa stando attento a non svegliare il padre.
Questa volta l’ha scampata.
Indossa velocemente il pigiama e prende una seconda volta il diario dal comodino, a differenza della prima, ora sta sorridendo.
‘Louis è davvero una brava persona, mi fa sentire bene. Prima ho sentito Niall e Liam e mi hanno detto che sono felici per me, ma sono ancora turbato, parecchio. Non so cosa diamine stia succedendo ma sono… cambiato, diverso. E forse non sarebbe dovuto succedere, ma è successo e devo accertarlo. Potrebbe rendermi felice e temo mi piaccia… ma non avrei mai pensato di provare una cosa simile nei confronti di un ragazzo. Ho una malsana voglia di baciargli le labbra e di dormire affianco a lui.’
Chiude il diario e lo lascia sulla scrivania, entrando nel letto subito dopo aver visto il colore di un fulmine scagliarsi sul terreno.
Strizza gli occhi e si tappa le orecchie, ricordandosi subito dopo di Louis e di ciò che gli ha detto.
 
Harry (01.33):
probabilmente stai dormendo, scusa è che… sai no, i temporali e io non riesco a dormire…
 
Louis (01.35):
tranquillo, sono sveglio  (; dove sei?
 
Harry (01.36):
nel letto e, cazzo, sto morendo di paura.
 
Si sente anche un po’ ridicolo  a dirgli tutto questo, ma almeno ha trovato un modo efficace per potersi distrarre.
 
Louis (01.37):

Oh piccolo, immagina che io sia lì con te se può aiutarti. Chiedimi qualcosa se hai bisogno di distrarti.
 
Harry (01.40):
Uhm, perché hai accettato quella scommessa?
 
Digita quelle parole con il cuore in gola.
 
Louis (01.41):
Avevo bisogno di 50 sterline e, tesoro, i tuoi occhi mi chiamavano.
 
Harry arrossisce e per un attimo si dimentica anche del temporale.
 
 
 
Avrebbe dovuto nascondere il diario nel comodino e sotterrarlo sotto decine di paia di calzini e mutande, ma è così coglione da essersene dimenticato.
Tutto ciò che trova una volta tornato  a casa sono piatti di porcellana spaccati sul pavimento, bottiglie di birra sparse un po’ ovunque e sedie completamente distrutte.
Poi il padre, probabilmente ubriaco, esce dal bagno con il diario di Harry tra le mani e lo calpesta, sputandoci sopra.
‘Cosa cazzo è questo schifo?’
Fissa il figlio e si avvicina pericolosamente a lui, facendolo indietreggiare.
‘Cosa ho fatto di male per ritrovarmi un figlio frocio?’
Ed Harry scoppia, perché non ne può più.
Non è gay dannazione, lui non è gay.
Vuole solo Louis, ha solo bisogno di Louis, perché in quei tre mesi non ha fatto altro che desiderare le sue stupidissime labbra.
E non importa se si sono conosciuti in un modo bizzarro, perché è l’unico oltre Niall e Liam ad essergli rimasto vicino.
Strattona il padre prima che quest’ultimo possa fargli del male ed esce di casa, mentre la pioggia inizia a bagnargli i vestiti e ad afflosciargli i capelli.
Si precipita nel raduno –al chiuso- in cui Louis e dei ragazzi s’incontrano per poter fare skateboard, sperando di trovarlo lì.
Gli occhi sono gonfi dal pianto e le labbra gli tremano, facendogli assumere un’espressione da perfetto idiota.
Lo vede e si porta le mani al viso, mentre singhiozzi iniziano ad invadere la sala e ad attirare l’attenzione dei presenti.
E Louis gli si avvicina e gli cinge i fianchi, portandolo senza spiegazioni nel suo appartamento.
‘Mi dici cosa diamine ti è successo?’
‘Mio padre, Lou, mio padre ha scoperto che io… io sono…’ non riesce a formulare una frase concreta a causa dei pianti, così Louis gli accarezza il viso e gli asciuga le lacrime con il pollice destro tentando di tranquillizzarlo.
‘Io non sono gay però io… Cristo Louis, ha scoperto che mi sono innamorato di te’.
Louis si allontana ed inizia a guardare i suoi occhi inumiditi, totalmente spiazzato da quelle parole.
‘Il bacio, la scommessa. Hai mandato il mio cervello a puttane.’
‘I-Io… mi dispiace Harry…’
Gli porge dei vestiti aspettando che si cambi e fissa il suo corpo da sedicenne, immaginando come sarebbe stringerlo e baciargli ripetutamente le labbra.
‘Oh, non devi.’ Asciuga le lacrime con il maglione di Louis e poi lo fissa con una specie di sorriso sul viso.
‘È successo… capita a tutti d’innamorarsi e …’
Louis si precipita sulle sue labbra e gliele bacia con dolcezza, beandosi delle mani di Harry che vanno ad accarezzargli i capelli.
Lecca con lentezza il suo labbro inferiore per chiedervi accesso e poi è tutto un intreccio di lingue, di passione, di amore e di ‘ci sarò sempre per te.’
Si staccano ormai senza fiato per poi riprendersi a baciare ancora, ancora e ancora.
‘Ti amo, Louis, ti prego, non andare via.’
‘Mai, te lo giuro su ciò che ho di più caro. Ti amo Harry, ti amo, ti amo, ti amo.’
E forse non avrebbe dovuto andare in quella discoteca, forse non avrebbe dovuto assecondare Louis e la sua scommessa, forse non avrebbe dovuto lasciare il diario incustodito, ma che importa?
Harry ha tutto ciò di cui ha bisogno per il momento, anche se per il mondo, se per suo padre risulta sbagliato.
Non sa cosa succederà il giorno, mese o anno successivo, ma Louis è lì con lui, e ci sarà sempre.
Ha bisogno solo di lui per essere forte e per andare avanti.
Ha bisogno della persona che l’ha quasi distrutto, che potrebbe distruggerlo, della persona che può essere definita il perfetto esempio della frase ‘l’amore non ha sesso.’
 




NOTE AUTORE.
hello people, come state?
allora, non so come mi sia venuta in mente una cosa del genere ma l'idea di un Harry impacciato e di un Louis che gli stravolge i pensieri è dannatamente bella.
potete dirmi cosa ve ne pare? ci ho messo ore per scriverla e mi farebbe tanto piacere.
alla prosssima (:
ps. angela, grazie per avermi aiutata.
ti voglio bene, amore
 
 
 
  
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