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Autore: deryn    30/11/2013    0 recensioni
Ero una semplice ragazza del Sud. Capelli biondo scuro, occhi nerissimi, alta e neanche tanto magra. Ero una ragazza normale, niente di speciale. Eppure lui scelse me. Lui, fra tutte, scelse una ragazza anonima, senza niente che la distinguesse: forza, coraggio, bellezza. Eppure lui dice che quando mi vide il suo cuore di fermò. Che era come se fossimo fatti l'uno per l'altra. Mi disse che mi amava. E anche io lo amavo.
Genere: Fantasy | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Era lì. Sulla neve, a torso nudo, con indosso solo un paio di jeans neri, i suoi preferiti. Mi chiedevo se non avesse freddo. La lunga chioma castana ondeggiava, spinta dal vento, e copriva il suo viso angelico. Ma anche da quella distanza riuscivo a scorgere i suoi bellissimi occhi verdi, che mi avevano fatto quasi impazzire, la prima volta che li avevo visti. Aveva un fisico statuario. Sarei voluta correre da lui e abbracciarlo forte, ma non sapevo come avrebbe reagito lui. Era inverno, e una fitta nebbia ci separava. Non mi ricordavo dove fossi, nè il perchè. Ero lì e basta, non c'era un motivo. Poi notai un particolare: la nebbia sembrava più fitta intorno a lui. Come se la nebbia la stesse provocando lui. Si avvicinò a me, con un sorriso insicuro (semplicemente stupendo) e capii che non era la nebbia quella cosa bianca intorno a lui. Dalla schiena spuntavano due bellissime ali bianche come la neve. Quando fu abbastanza vicino da poter toccarmi, mi prese le mani tra le sue. Le sue erano così calde, e mi sentii subito al sicuro. La nebbia scomparve, e vidi un paesaggio imbiancato dalla neve. Eravamo su una collina, e non c'era nulla, se non una piccola casetta di legno in lontananza. Mi sorrise, e io non potei evitare di ricambiare. Probabilmente stavo diventando rossa, e speravo che lo scambiasse per il freddo. -Amanda-, mi disse con la sua voce profonda e seducente. -Cyle-, risposi con la voce tremante. Per il freddo, ovviamente. -Hai freddo?-, chiese, con un'improvvisa ombra nei suoi occhi splendidi. -Un po'.. ma tu ti preoccupi per me? Guarda come sei conciato!-, risposi, ma subito mi diedi dell'idiota. Lui non aveva neanche la pelle d'oca, e io ero sull'orlo di perdere il naso, o qualche dita dei piedi. La vita è ingiusta. Lui rise sommessamente, e quel sorriso bastò per farmi battere il cuore tanto forte da scaldarmi un po'. -Sei fantastica, lo sai?-, disse guardandomi negli occhi. Io arrossii ancora di più, e probabilmente lui capì che non si trattava più del freddo. Mi spostò una ciocca di capelli dal volto e mi sorrise. Quella situazione sarebbe parsa bizzarra a chiunque. Stare in collina, in pieno inverno, con un angelo bellissimo a torso nudo che ti chiede se hai freddo. Però a me sembrava tutto normale, come andare a vedere un film al cinema il sabato sera. Lui si avvicinò ancora di più a me e mi strinse nel suo abbraccio caldo. A quel punto ebbi l'impressione di esplodere. Perchè mi doveva sempre far reagire così? Di quel passo mi sarebbe venuto un infarto. Si allontanò da me e mi prese il viso tra le sue mani. Mi sentivo così piccola davanti a lui. -Se potessi vedere..-, mi disse, facendo una pausa. -Che cosa?-, chiesi io incuriosita. -Quello che vedo io-, disse, non smettendo di sorridere, come se fosse la cosa più naturale del mondo. Probabilmente avevo una faccia parecchio interrogativa, perchè lui mi prese tra le sue braccia e mi sussurrò ad un orecchio: -Pronta?-, ma io lo capii troppo tardi. Lui sbattè forte le ali, e si librò in volo. Quando atterrammo non avevo ancora finito di urlare. Mi poggiò delicatamente al suolo, e io lo maledissi con lo sguardo. Eppure lui sembrava divertirsi un mondo, con il suo sorriso strafottente. Era dannatamente bello. Mi prese per mano e mi portò dentro una caverna scura e piuttosto claustrofobica. -Cyle, ma dove cavolo stiamo andando?-, chiesi. -Lo vedrai-, mi disse. Sbuffai. Eh che cavolo, avevo il diritto di sapere no? Attraversammo qualche corridoio buio, e io mi affidavo completamente a lui, visto che non vedevo a un palmo dal mio naso. -Eccoci-, disse. Svoltò a sinistra e una luce azzurrina mi investì. Dopo tutto quel buio non ero abituata e mi coprii gli occhi per un istante. Ma poi, quando mi fui abituata, riuscii a vedere di cosa si trattava. C'erano delle grosse (ma che dico, enormi) lastre di ghiaccio. Brillavano alla fioca luce del sole che entrava da un buco sul soffitto. -Bello, eh?-, disse. -Già-, risposi. -Vieni-, mi disse. Mi portò davanti alla lastra più grande, almeno così mi pareva, e mi disse di guardare. Vidi una ragazza davanti a me. Mi assomigliava, per certi versi, però era più bella. Aveva lunghi capelli biondi, più lucenti e morbidi dei miei, due occhi neri e profondi e labbra carnose e seducenti. Aveva un fisico alto e snello e indossava un vestito bianco panna, lungo e sbracciato. Sulla schiena aveva due ali bianche ed enormi, ma non come quelle di Cyle. -Così è come io ti vedo-, mi disse. -Cosa?-, chiesi. Davvero lui mi vedeva in quel modo? Lui sorrise, come se fossi un caso perso, e mi rispose: -Tu non sai neanche quanto sei bella, Amanda-. Io mi girai, a vedere quel riflesso di me che non mi apparteneva. Quella non ero io, era una versione top model di me. Io non ero decisamente così. Il mio riflesso si mosse senza che io facessi niente e scoppiò a ridere. Balzai all'indietro. -Non c'è niente da ridere, sai!-, dissi. Lei mi guardò colpevole e poi spostò lo sguardo verso Cyle, con aria maliziosa. -Lascialo stare, capito?-, dissi. Lui mi guardò ancora con quel sorriso strafottente sulle labbra. Feci finta di niente. -Tu invece cosa vedi?-, chiesi. Lui serrò le labbra e guardò la lastra di ghiaccio. Poi si girò e mi guardò profondamente. -Allora?-, chiesi. Lui mi prese tra le braccia e mi disse: -Pronta per uscire?-, -Che cosa? Cyle, non sei divertente. Qui non ci sono porte-, -Ma noi non usciremo dalla porta-, disse e scoppiò a ridere. La cosa non mi piaceva. Mi strinse più forte e aprii le ali. Urlai un no! Mentre lui andava a tutta velocità verso il soffitto e mi preparai allo schianto. Ma non sentii niente. Quando aprii gli occhi, eravamo sulla collina e davanti a me c'era Cyle che rideva come un pazzo. -Sei un idiota!-, gli dissi. -Questo lo sapevo già-, mi rispose. Sbuffai. Era veramente impossibile. E forse anche per questo, irresistibile. -Cos'era quel posto?-, chiesi. -La stanza degli specchi-, disse. -Dove vedi il tuo riflesso in diverse sfumature. Puoi vedere come avresti potuto essere, come vorresti essere e altre cosuccie carine. E poi ovviamente, c'è lo specchio del Cuore-, -Cioè?-, chiesi. -Nel tuo riflesso osservi come ti vede la tua anima gemella-. -Ah. E quindi tu saresti la mia anima gemella?-, chiesi. Ero emozionatissima, ma non volevo darglielo a vedere. Lui si avvicinò a me. Troppo. Rischiavo davvero un infarto. -La cosa non ti entusiasma?-, mi sussurrò. Le nostre labbra erano a un nulla, e fui tentata di baciarlo. -Io..-, cominciai a dire, ma lui mi interruppe. Posò le sue labbra sulle mie. Fu un lungo e intenso bacio e quando si staccò avevo i capogiri. Lui ora sembrava arrabbiato. -Devo andare-, disse duro. -Ma non puoi, io..-, dissi disperata. Mi guardò e i suoi occhi si addolcirono. Mi accarezzò la guancia e dispiegò le ali. -Ci rivedremo ancora, angelo mio-, mormorò. Mi stampai quella frase in testa, per ricordarmela bene. Allora sbattè le ali e si librò nell'aria, leggiadro come una farfalla e potente come un' aquila.

  
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