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Autore: Laylath    30/11/2013    2 recensioni
Una raccolta di ventuno voci, una per ogni lettera dell'alfabeto, relative al mondo militare di Amestris.
Grazie all'aiuto del nostro team preferito, e al "Manuale del perfetto soldato" faremo un percorso alla scoperta dell'esercito.
Le scene sono di diverso genere: drammatico, comico, serio etc etc.
Genere: Generale, Introspettivo, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Team Mustang
Note: Missing Moments, Raccolta | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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- Questa storia fa parte della serie 'Military memories'
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U come “Unità”

 
Un soldato è parte di un gruppo: l’unità della sua squadra è quella che determina le sue vittorie. Ogni squadra è forte quanto il suo anello più debole ad indicare che la cooperazione è fondamentale.
 



Fu il rumore del treno che procedeva spedito a svegliarlo.
Abituato com’era al calmo silenzio dell’ospedale, quel costante cigolio gli sembrava davvero forte e continuava a rimbombargli nella testa. Capendo che la sua mente aveva deciso di restare sveglia, Mustang rinunciò a qualsiasi idea di dormire, per quanto il buon senso gli dicesse che era meglio riposare finché poteva, in previsione di tutto il lavoro che lo attendeva già dal giorno dopo ad East City.
Rimase ad occhi chiusi per qualche secondo, ma poi si diede dello stupido: era già da una decina di giorni che aveva recuperato la vista grazie alla pietra filosofale del dottor Marcoh. Poteva aprire gli occhi come e quando voleva, senza più timore di restare profondamente deluso dal percepire solo tenebre intorno a lui.
Adesso le voci ed i suoni erano accompagnati dalla visione di coloro che li producevano.
Tuttavia aprì le palpebre con deliberata lentezza, portando lo sguardo verso il pavimento dello scompartimento del vagone: era una gesto che gli piaceva… includere nella sua visuale le persone piano piano, quasi assaporando il fatto di vederli di nuovo accanto a se.
Il primo che vide, proprio davanti a lui, fu Falman, occhi chiusi e braccia sul grembo: quasi automaticamente il suo cervello prese a ricordare la voce che durante i giorni della sua cecità continuava a ripetergli milioni di informazioni su Ishval e la sua economia. Una voce calma, metodica, ma capace di attirare l’attenzione: più di una volta si era ritrovato a pensare che Falman sarebbe stato un ottimo insegnante.
Ad interrogarlo invece era quello grasso e rosso che ora dormiva a braccia conserte, eppure pronto a svegliarsi al minimo lamento o movimento del biondo alto e atletico che gli stava accanto. Havoc e Breda: di nuovo insieme, di nuovo a spalleggiarsi… senza nessuna sedia a rotelle a dividerli: questa era una delle più grandi soddisfazioni e gioie che Roy aveva avuto nella sua vita. Aveva mantenuto fede alla sua parola e l’aveva aspettato in cima… non aveva distrutto la vita di quel pazzo scatenato che l’aveva seguito in quei folli sotterranei.
“Tenente… – bisbigliò una voce a sinistra e Mustang quasi d’istinto richiuse gli occhi – tenente, è sveglio?”
“Sì, Fury, – sussurrò la donna – non riesci a dormire?”
“Mh, è difficile in treno… e lei signora?”
“Oh, ho riposato così tanto in questi giorni in ospedale che ho sonno in eccesso e non in difetto.”
Roy sentì dei movimenti tra cui degli uggiolii e capì che uno dei due doveva aver preso in braccio il cane.
“Allacciati bene la divisa: non prendere freddo al collo.”
“Va bene: ma dovrebbe pensare al suo di collo, signora – ecco la nota di preoccupazione: finché Riza avrebbe portato quella lieve fasciatura, Fury sarebbe stato sempre all’erta – se vuole mi sposto così si può sdraiare.”
“Ma no, stai tranquillo… te l’ho già detto: è guarito. La fasciatura la devo portare ancora per una settimana, ma solo per precauzione.”
“Mh…”
“Ehi, sonno difficile, ragazzi?” chiese un’altra voce. Quella di Havoc: doveva essersi svegliato anche lui.
“Scusi, signore, abbiamo usato un tono troppo alto?”
“No, tappo, ma questo treno rende difficile dormire.”
“A chi lo dici” gli fece eco Breda con uno sbadiglio.
“Eppure dovremmo riposare – commentò Falman – da domani ci aspetta un lavoraccio. Il colonnello ha intenzione di partire subito con i lavori per Ishval.”
“Beh, almeno lui si sta riposando.”
E a queste parole Mustang dovette ricorrere a tutta la sua forza di volontà per non sorridere.
Avrebbe dovuto aprire gli occhi pure lui… eppure era estremamente curioso di sentirli parlare.
“Ehi, - mormorò la voce di Fury – è così bello essere di nuovo tutti insieme… vi giuro che è un miracolo a cui a volte avevo paura di credere. Specie quando ero in trincea.”
“Oh no! Il momento tenerezza evitalo, sergente! Non ho ripreso l’uso delle gambe per vederti con quel faccino commosso.”
“Per una volta tanto, anche se non condivido il suo faccino, sono d’accordo con lui – disse Breda, sicuramente con uno dei suoi soliti sorrisi… anche se privo di sarcasmo – Siamo su questo scomodissimo scompartimento tutti assieme e ci aspettano compiti difficilissimi… ma, diamine, non credo di essere stato così felice negli ultimi tempi. La verità è che mi siete mancati, tutti voi… e se qualcuno ritirerà fuori questa frase se la vedrà con me! Chiaro?”
“Mi siete mancati tutti voi… - mormorò Riza – e non me ne vergogno.”
“Mi siete mancati tutti voi” disse la voce pacata di Falman.
“E va bene, lo ammetto… mi siete mancati tutti voi.” borbottò Havoc.
“Mi è mancato essere così uniti, così vicini – dichiarò Fury con una dolcezza infinita – mi è mancato sentire la mia squadra accanto a me. Ho lottato in trincea per non morire… per poter tornare da voi.”
“Essere una squadra – commentò Breda – questo non ce lo potranno mai levare: né Briggs, né gli homunculus, l’alchimia… nessuno.”
“Chissà se il colonnello ammetterebbe che gli siamo mancati…” ridacchiò Havoc.
“Mh, no. Non si addice al futuro Generale dell’Est e prossimo Comandante Supremo… accontentiamoci di sapere che forse lo direbbe” commentò Breda.
Mi siete mancati tutti voi… - pensò Mustang, sentendosi bene come non gli accadeva da tempo – mi siete maledettamente mancati. Nessuno può separarmi dalla mia squadra, dalla mia famiglia. Nessuno potrà mai distruggere la nostra unità.  
  
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