Tutto programmato.
Bastava solo prendere i biglietti del treno, andata e ritorno per Verona.
Finita la scuola, dovevamo partire per la stazione centrale e prendere il treno, che ci avrebbe portato da loro.
Saremmo state noi ragazze con le nostre mamme, come ogni quattordicenne in giro per il mondo.

Avevamo già deciso cosa scrivere nelle magliette, le frasi, pensavamo sarebbe stato stupendo.
Ah dimenticavo, per il giorno che sarebbe stato il più bello della nostra vita, non avevamo i biglietti per entrare al concerto.

Era la cosa più straziante, ma noi continuavamo lo stesso con i nostri preparativi.

Una settimana prima controllai il meteo.
“Sabato 19, parzialmente nuvoloso, ma con un leggero miglioramento in serata”.
Perfetto pensai.
Ma pensai sbagliato.
Tre giorni prima, giovedì, riguardai il meteo per sicurezza.
“ALLARME PIOGGIA NEL NORD ITALIA, nelle zone del nord-est Italia, si prega di prestare attenzione, nel weekend possibile alluvione.”

Mi si strinse il cuore.
I genitori cancellarono tutto, non sapendo che questo ci avrebbe uccise dentro, soprattutto me.

Il viaggio con destinazione Verona con scalo “ai miei idoli” era annullato, cancellato, per sempre.

Cominciarono i primi tweet dei ragazzi in Italia, le prime foto a Milano con le fans, i vari avvistamenti dei componenti, e non era nemmeno il giorno del concerto.
Ma arrivò presto.

Sabato 19 Maggio 2013, lo ricorderò per sempre come il giorno più triste della mia adolescenza.

Era uno di quei giorni in cui né tutti i chili di gelato, né la tua migliore amica, ne i tuoi idoli avrebbero potuto tirarti su di morale.

Ma nessuno poteva farci niente.
Se non io, ma era impotente.
Passai le ore a scuole disegnando su un foglio ciò che mi sarei persa.
Tutte le mie emozioni, tutta la mia tristezza stanno li in quel foglio, che ancora tengo sulla scrivania.
In quel momento avevo solo una fonte da cui sapere cosa stava succedendo a 104km.

Una mia amica era andata lo stesso a Verona, ma anche lei senza biglietti, senza la certezza di vederli.
E mi promise che mi avrebbe aggiornato qualsiasi cosa avrebbe fatto di interessante.
Io intanto a casa cercavo di non ricordare che avevo i miei idoli, le ragioni della mia felicità, a 30 minuti da me.
Ma era più forte di me.
Cercai tutti i siti dove alcune ragazze avrebbero mostrato almeno 20 minuti di concerto.
Me li salvai tutti.
Dovrei ringraziare queste ragazze prima o poi, lo farò veramente.

Ad un certo punto era il tardo pomeriggio, mi arriva una chiamata era la mia amica.

C'erano cosi tante voci di sottofondo, tante urla, non capivo.

Mi disse, in lacrime, con la voce tremolante,e tutto d'un fiato:
“Gli ho visti, oddio, sono bellissimi, si sono affacciati dall'arena, sono degli angeli. Ti voglio bene. Sono bellissimi, sono perfetti. Ti voglio bene. Gli ho visti.”

Avevo i brividi, gli occhi lucidi, l'unica cosa che mi usci dalla bocca fu:
“Hey, calma. Lo so che sono degli angeli, respira ti prego. Grazie, ti voglio bene. Divertiti.”
Lei sapeva meglio di me cosa provavo, e mi disse che mi avrebbe richiamato.

Ma non la sentii più per tutta il pomeriggio, fino alla sera.
Cominciò il concerto, mi chiusi in camera, cuffie nelle orecchie e volume a mille.
Volevo almeno, far finta di essere li con loro, sentirli ancora più vicini, più di quanto già facessi.

Tutti i video andavano a scatti, alcune canzoni si sentivano altre no.

Ma infine erano registrate da un cellulare, cosa potevo chiedere di più, era la cosa migliore che quelle ragazze potessero fare, per chi come me era rimasto a casa.

Riuscii a sentire Harry urlare 'CIAO VERONA', Niall dire 'CRAZIE', riuscii a sentirli cantare durante 'Little Things', e in quel momento, le lacrime erano il mio ossigeno.
Ero sommersa da lacrime e fazzoletti.

Un'altra chiamata, sempre da lei.
Era riuscita ad entrare, era riuscita ad entrare al concerto senza biglietto, spingendo, facendosi male. E lei pensò a me.
Mi chiamò.

Stavano cantando 'Over Again' l'unica cosa che mi ha detto è stata:
“ASCOLTA!”

Chiusi gli occhi, non durò tanto, circa 30 secondi.
Le guardie erano arrivate a buttare fuori tutte le ragazze senza biglietto.
L'ultima cosa detta dai ragazzi è stata 'BUT WE LOVE YOU MORE' e la mia amica che mi buttò giù, perchè le guardie le avevano buttate fuori con la forza.

Il mio 'concerto' finì li, cosi.
Forse nella maniera migliore per una rimasta a casa, ma nella maniera peggiore, perchè io potevo essere li.

La mia serata si concluse con il mio cuore in lacrime.
Io in lacrime, mangiando biscotti.
Ascoltando 'Little Things' per l'ultima volta.

Andai a dormire con la consapevolezza, che facebook, twitter, tumblr, e tutti i social network possibili, avrebbero parlato del concerto, del grande successo che hanno avuto i miei ragazzi.
Andai a dormire con la consapevolezza che l'anno successivo ce l'avrei fatta, e così successe.

Ora sono qui che scrivo con quel biglietto giallo datato 29 Giugno 2014, con una scritta enorme:
“ONE DIRECTION”.
Ora so che finalmente, pioggia, neve, grandine, che sia io li vedrò.

Vedrò coloro che anche non sapendo della mia esistenza, mi amano.
Vedrò coloro che io amo più della mia vita.

Quella sera del 19 Maggio 2013, mi addormentai, con le lacrime agli occhi, promettendomi che non avrei pianto.
Ma quella notte, li sognai, e mi sveglia con gli occhi bagnati, con il cuscino con il segno nero del rimmel.
Mi svegliai e gli scrissi un grosso 'GRAZIE' a tutti e cinque.
Infondo, loro sono la mia ragione di vita, e li ringrazierò fino alla mia morte.