Erano trascorse un paio
di ore dal ritorno di Caroline a New Orleans, in quel lasso di tempo la
bionda
si era nutrita con una sacca di sangue del suo gruppo sanguigno
preferito, B+,
lei e Klaus avevano convenuto di aspettare che la sorella
dell’originale
tornasse a casa prima di dare i souvenir e nel frattempo avevano deciso
di
parlare di tutto quello che era successo nelle loro vinte in quel
periodo di
lontananza, Eliija si premurò di raccontare quello che era
successo a New
Orleans, di come Henrick avesse cambiato completamente le loro vite e
di come
sicuramente anche Caroline lo avrebbe adorato; Klaus spiegò
loro di come aveva
fatto tornare in “vita” il fratello minore con
l’aiuto di una potente strega
ancestrale, una volta finito di raccontare del ritorno di Kol, il
diretto
interessato prese la parola con il suo solito tono divertito
“Peccato
che dopo appena
una decina di giorni voleva già piantarmi un pugnale nel
petto e mandarmi a dormire”
“Se
tu non fossi così
irritante non mi verrebbe lo stimolo a pugnalarti di continuo”
Eliija
scosse il capo,
Klaus e Kol lo facevano impazzire, era un continuo punzecchiarsi e
ovviamente
quello che iniziava le discussioni era sempre il minore che sembrava
divertirsi
davvero tanto a istigarlo, come al solito a lui toccava placare gli
animi o
come in quel caso cercare di cambiare discorso
“Kol
che mi racconti della
Oxford? In cosa hai deciso di laurearti questa volta?”
Il
minore degli
originali si voltò verso di lui, abbandonando
così lo sguardo di Klaus
“Oh
non è cambiato molto
dall’ultima volta, solo che adesso le divise delle ragazze
sono un po’ più
corte e i professori ancora più barbosi, sto facendo
archeologia è il corso con
le ragazze più carine”
Nel
sentire il discorso
Bonnie rimase sorpresa dalle parole di Eliija, voleva farle credere che
Kol,
quel Kol, era laureato alla Oxford? Impossibile
“Tu
saresti entrato in
una delle Università europee più prestigiose? Chi
hai compulso per riuscirci?”
Kol
si indispettì al
tono e alle parole usate dalla Bennet
“Ehi
streghetta, per tua
informazione non ho compulso nessuno, non ne ho bisogno e sempre
affinchè tu lo
sappia, nonostante ho passato parecchi anni dentro una bara ho diverse
lauree
tra cui anche medicina, giurisprudenza e filosofia, tutte ottenute con
il
massimo dei voti e senza imbrogli”
Visto
che l’espressione
stupita ed incredula sembrava non abbandonare il volto della ragazza
Eliija
sorrise divertito, effettivamente guardando Kol non si poteva dire che
fosse un
grande studioso
“Miss
Bennet deve sapere
che nella mia famiglia, a parte il defunto Finn, siamo tutti
plurilaureati, nel
corso degli anni nonostante le continue fughe siamo riusciti comunque a
vivere dei
periodi di tranquillità, io e Klaus siamo anche stati
professori in alcune delle
facoltà più prestigiose”
La
strega lo guardò
ancora leggermente incredula, non aveva dubbi sul fatto che Eliija e
Klaus
potessero essere molto colti, sapeva anche che l’ibrido
parlava una serie
infinita di lingue, alcune delle quali ormai morte da molto tempo;
venne distolta
dai suoi pensieri dalla voce di una Caroline demoralizzata
“E
pensare che io devo
ancora finire gli esami del primo anno, perché mi sono
iscritta a Letteratura
straniera?Che mi è passato per la testa!”
La
voce di Elena si unì
a quella dell’amica
“A
proposito di Collage,
gli esami di recupero inizieranno il mese prossimo e io non ho ancora
iniziato
a studiare”
“A
me il tempo non
mancherà mia madre mi ha già avvertita che sono
in punizione, forse riuscirò a
preparare l’esame di Letteratura Francese 2, o potrei provare
a rifare
Letteratura inglese 1. ”
Kol
notò che l’unica che
non sembrava preoccupata per l’inizio dei corsi era proprio
la Bennet
“E
tu streghetta non hai
nulla da studiare?”
“No,
io ho finito tutti
gli esami nei tempi stabiliti quindi sono ancora in vacanza”
Il
discorso proseguì per
qualche altro minuto fin quando la porta non si aprì
lasciando entrare Stefan
seguito da Rebekha e dal piccolo di casa Mikaelson, il quale non appena
vide il
padre andargli incontro iniziò a scalciare e a protendere le
braccia nella sua direzione
.
“Pa-pà”
Tutti
si commossero nel vedere
quella scena ed udire quella voce pronunciare quelle che erano state le
sue
prime parole la settimana precedente, quando il bambino giunse nelle
braccia del
padre si accovacciò contro di lui stringendolo forte e
sorridendo
“Vieni
Henrick ti faccio
conoscere una persona che sono sicuro ti piacerà”
Caroline
nel sentire
quelle parole si agitò di colpo, lei aveva lavorato
saltuariamente come
baby-sitter quando era ancora umana ma non sapeva perché in
quel momento si sentiva
nervosa insomma lei aveva già visto il bambino ma
l’ultima volta non c’era
Klaus inoltre guardandolo avrebbe notato subito quegli occhi
così simili a
quelli di Hayley e non era sicura di riuscire a reggere, non si sentiva
pronta
ancora; nel mentre la sua mente era affollata da mille domande
sentì una mano
poggiarsi sulla sua spalla in segno di incoraggiamento e Caroline non
ebbe il
bisogno di voltarsi per vedere che si trattava di Stefan. Klaus si era
avvicinato lentamente notando il suo stato di agitazione aveva capito
che
quella sarebbe stata una dura prova per la vampira perché le
avrebbe messo
nuovamente di fronte la realtà, il bambino tra le sue
braccia intanto aveva
lasciato l’incavo del collo del padre e si era voltato nella
sua direzione
scrutandola così come aveva fatto la prima volta che si
erano visti
“Eccoci
qui, lei è
Caroline e che lei lo voglia o meno sarà la fidanzata di
papà”
Il
bambino la scrutò
ancora per qualche secondo per poi allungare le braccia nella sua
direzione;
Rebekha sorrise contenta
“Gli
piaci! Di solito
non permette a tutti di prenderlo in braccio è diffidente
come il padre, c’è
voluta una settimana prima che si
facesse avvicinare da Damon e ancora adesso lo guarda
scettico”
Caroline
si voltò verso
Stefan che le fece un cenno di incoraggiamento con il capo, si
avvicinò a Klaus
e prese il bambino dalle sue braccia, quest’ultimo si
avvicinò con il nasino al
suo collo come a volerne sentire l’odore per poi rialzare il
visino e sorriderle
felice, portò le mani in mezzo ai capelli biondi per poi
afferrarne una ciocca
e tirarla leggermente
“Ahi!”
Il
bambino in risposta
ricominciò a ridere giocoso come se avesse appena fatto un
gioco bellissimo,
Caroline lo guardò incantata da quel sorriso e dalle
fossette che comparivano
su quel visino dolcissimo, era la copia del padre, chissà
che anche Klaus da
piccolo aveva un sorriso così
bello? Il
suo sguardo poi si soffermò sugli occhi e a differenza di
come aveva pensato
non sentì alcun dolore attraversarla, la prima volta che li
aveva visti per lei
quelli erano gli occhi di una delle donne che forse più
aveva disprezzato il
tutto solo perché aveva l’innata
capacità di rubarle gli uomini importanti per
la sua vita, ma ora vedeva solo gli occhi di un bambino dispettoso che
si stava
preparando per tirarle nuovamente la ciocca di capelli che aveva nella
manina
paffuta
“Ahi,
Henrick non si
fa!”
Il
bambino a quelle
parole la guardò mettendo il broncio, così come
aveva fatto quel giorno in
macchina con Rebekha, era impossibile aveva meno di un anno e sapeva
già come
ottenere quello che voleva.
“È
inutile con me questi
trucchetti non funzionano, li conosco a memoria, quando dico no
è no”
Il
bambino allora la
guardò e ripetè le ultime sillabe che la bionda
aveva pronunciato, le sentiva
così spesso che erano state la seconda cosa che aveva detto,
un po’ come tutti
i bambini
“no”
Caroline
sorrise e ribadì
il concetto nel mentre vedeva il bambino lasciare dubbioso la sua
ciocca di
capelli solo per poggiare entrambe le manine sulla sua scollatura per
poi
muoverle a destra e sinistra
“Hey,
questo bambino è
un maniaco!”
Kol
si avvicinò ridendo divertito
per poi prendere il nipote tra le braccia e facendogli fare un piccolo
saltello
in aria per poi riprenderlo al volo
“Tutto
suo zio, bravo
ragazzo fallo ora fin quando puoi perché poi quando
crescerai non te lo
permetteranno più e inizieranno a parlare di fidanzamenti o
addirittura matrimoni”
Una
risata cristallina
riempì la stanza mentre il bambino giocava con lo zio sotto
lo sguardo di tutti
“Non
riesco a credere
che tu sia riuscita a farti lasciare i capelli, a me non da ascolto
quando lo
rimprovero”
Rebekha
nel pronunciare
quelle parole le aveva rivolto uno sguardo misto tra
l’ammirato e il geloso, la
voce di Damon risuonò sarcastica nella stanza
“A
quanto pare la nostra
Caroline ha un talento innato nel far fare i bravi ragazzi agli ibridi
di casa
Mikaelson”
Klaus
nel sentire quelle
parole si voltò verso di lui con un ghignò poco
raccomandabile sul volto
“Sai Salvatore per
oggi temo che tu abbia
esaurito il budget di idiozie, non mettere alla prova la mia
pazienza”
Nel
sentire quelle
parole Caroline si avvicinò all’ibrido capendo che
il motivo di tanto astio era
quello che gli aveva detto sull’aereo
“Mi
avevi promesso che
non ti saresti arrabbiato con lui per quella vecchia storia”
Klaus
le cinse la vita
con le braccia facendola imbarazzare, era strano essere così
vicini in pubblico
“E
infatti il suo cuore è
ancora nel suo petto,apprezza il sacrificio che sto facendo
love”
L’unico
a capire il
significato di quello scambio di battute fu proprio il diretto
interessato che
guardo sconcertato la bionda
“Non
posso crederci!Glielo
hai detto? Mi volevi morto per caso?”
“Non
l’ho fatto apposta
mi è sfuggito mentre eravamo in aereo”
Solo
dopo questo scambio
di battute Elena, Bonnie e Stefan compresero di cosa parlarono e
decisero che
era meglio far cadere l’argomento in maniera tale da non
divulgare troppi dettagli,
sicuramente Klaus non sapeva come erano andate le cose o non sarebbe
stato così
clemente; fu proprio Caroline a sviare l’argomento
ricordandosi improvvisamente
dei regali che avevano preso
“Quasi
dimenticavo,
mentre eravamo all’aeroporto abbiamo preso dei regalini,
aspettate vado a prenderli”
La
vampira sparì
velocemente per andare verso l’ingresso per poi tornare dopo
un secondo con la
valigia in mano, la posò sul tavolinetto tra i divani e la
aprì tirando fuori dei
pacchetti, il primo fu quello del bambino che ora stava giocando con lo
zio sul
tappeto, non appena vide il peluche a forma di leone che il padre gli
aveva
preso fece un sorriso felice e lo strinse tra le braccia per poi
iniziare a mordicchiargli
le orecchie. Il secondo pacchetto fu quello per Rebekha la quale non
appena vide
la busta di Cartier iniziò a gioire emozionata e curiosa,
poi fu la volta di
Katherine
“Per
il regalo ringrazia
lui, io non volevo prenderti niente visto che sei stata una
doppiogiochista traditrice
ma ora non sono più arrabbiata con te quindi posso anche
dartelo”
Detto
questo le passò il
pacchetto contenente le Louboutin
ad una
soddisfatta Katherine, prese poi il suo e tolse la valigia di mezzo.
Entrambe
le ragazze rimasero contente del regalo ricevuto, Rebekha
abbracciò il fratello
il quale non era ancora abituato a questi sbalzi d’umore e
slanci di affetto e
rimase dunque basito ma questa sembrò non farci caso;
Katherine rimase
incantata a guardare le scarpe che aveva ricevuto in dono e
ringraziò in
maniera molto più formale un Klaus che le fece in risposta
un cenno con il capo
“Hey
e a me non avete
pensato? Potrei ritenermi offeso sai”
Caroline
si voltò in direzione
di Kol che li guardava con aria da finto offeso
“Parla
con tuo fratello
io volevo prendere qualcosa anche a te e Eliija ma lui ha detto che per
quanto
riguardava Eliija sarebbe stato contento che non ero più
dispersa chissà dove,
mentre invece tu, bhe ha detto che devi ringraziare che non ti mandi a
dormire
in una bara e sopporti la tua idiozia”
Kol
sorrise a quelle
parole
“Il
mio adorato
fratellone è sempre così premuroso nei miei
confronti che ha paura che io non dorma
abbastanza”
Tutti risero divertiti dalla
battuta di Kol per poi riprendere a parlare come se quella fosse una
rimpatriata tra amici di vecchia data che non si vedevano da tanto
tempo.