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Autore: Shirokuro    30/11/2013    1 recensioni
{ azami centric/accenni tsukaza | flashfic di 500 parole | shinigami record | missing moment | malinconico }
Azami si sentiva sola. Troppo. In quel “mondo senza fine” troppo vasto per essere abitato esclusivamente da lei, nessuno entrava o usciva, c'erano solo la donna e qualche ricordo. Il suo desiderio era realizzato per metà, non si spiegava perché Tsukihiko aveva deciso di restare nel mondo reale con Shion piuttosto che raggiungere quel mostro solitario che aveva amato.
Genere: Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Azami, Tsukihiko
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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Bello è soffermarti su Shinigami Record cazzeggiando nella playlist del Kagerou Project. Bello è cominciare a scrivere guardando le paroline sullo schermo e compiacertene.
Sto scrivendo da giorni e sforno fan fiction ogni quattro giorni circa, scritte in due settimane o due ore che siano, non recensendo quello che dovrei (se stai leggendo Ely, prometto che lo farò il prima possibile). Questa volta torno con una flashfic su Azami e Tsukihiko ;___; ho scoperto di adorarli, loro e Shion e quindi torna Mary a traino ma nulla da ridire. A me ha sempre fatto pena Azami: per quanto alla fine finisca bene, a seconda dei punti di vista comunque lol, durante il suo periodo di "solitudine" non si è sentita bene. Ed è di questo che tratta la flash. Vi lascio a quella che vi auguro una buona lettura.

 
Attesa in un mondo senza fine
Azami si sentiva sola. Troppo. In quel “mondo senza fine” troppo vasto per essere abitato esclusivamente da lei, nessuno entrava o usciva, c'erano solo la donna e qualche ricordo. Il suo desiderio era realizzato per metà, non si spiegava perché Tsukihiko aveva deciso di restare nel mondo reale con Shion piuttosto che raggiungere quel mostro solitario che aveva amato.
Si mise a giocare nervosamente con la loro promessa d'amore - definirlo semplicemente nastro non le piaceva -, perdendosi nel suo denso color cremisi. Forse, dopottutto, suo marito non aveva ragione su quel pezzo di stoffa al quale lei teneva tanto e stringeva gelosamente tra le mani, intrecciandole in una preghiera per il loro arrivo.

«Ehi, Azami» chiamò il giovane, attirando l'attenzione della medusa. Le porse la propria mano sorridendo e felice: teneva tra le dita un nastro rosso e lunghissimo. Scosse un paio di volte l'arto come a dirle “Prendilo” e la richiesta venne accolta da Azami. «Cosa sarebbe?» chiese in dubbio.
«Il nostro filo rosso del destino. Rosso come i tuoi occhi» le disse mantenendo quell'insistente sorriso che rendeva il volto bianco ancora più bello. La mora ancora non capiva, comunque, e fisso l'altro arrendendosi al non capire cosa intendesse Tsukihiko. Lui ne sembrava così entusiasta, ma Azami non trovava nulla di interessante in una striscia di tessuto.
Capendo la difficoltà dell'altra, si riprese il nastro e si parò dietro a lei per legarle i capelli quietemente, in modo da avere il tempo di spiegarle la sua idea: «Sai, una leggenda molto antica racconta che ogni persona al mignolo sinistro abbia legata l'estremità di un lungo e sottilissimo filo rosso, tanto sottile che paglia impossibile alla vista dell'uomo, che a sua volta è legato ad un'altra persona. Queste due persone un giorno s'incontreranno, in qualsiasi circostanza accadrà, s'innamoreranno e niente li potrà mai separare. Immagina se questo nastro rosso come i tuoi bellissimi occhi, fosse proprio il filo che ci ha fatti incontrare!» aggiunse poggiando le mani sulle spalle dell'amata medusa. «Non separartene mai, facciamo in modo che ci leghi per sempre».


Voleva solamente che quei momenti felici non finissero mai, che come il loro amore continuasse, che lei, Tsukihiko e Shion potessero vivere assieme felici in eterno. Cosa c'era di sbagliato in questo? Perché doveva esserle proibito ciò che più amava? Sua figlia non le era stata vicina più di pochissimi anni, senza vederla crescere grande con capelli bianchi e sentire la sua bellissima voce chiamarla graziosamente, e l'albino si era rifiutato di raggiungerla in quel luogo forgiato con paura per lui. Dai serpenti.
Dopottutto nemmeno nelle fiabe, i mostri solitari trovano l'amore. Devono restare soli, assaggiare la felicità per perderla immediatamente. Si erano promessi di passare la vita insieme e invece lei era l'unica in quel mondo vasto e deserto. Portò le mani lentamente alla nuca, sfiorando la stoffa rosso passione, rosso sangue, rosso amarezza. Non riuscì a trattenere le lacrime strusciando con dolore le dita sulle ciocche innaturali.
«Io vi aspetto, ti amo ancora» ripeteva e forse un giorno si sarebbero rincrociati ancora.
   
 
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