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Autore: Eider    30/11/2013    1 recensioni
A cinque anni Allison si era trasferita e aveva incontrato Christopher, colui che sarebbe diventato il suo migliore amico.
A quindici anni Christopher l'aveva lasciata senza nessuna spiegazione, costringendola a dover sopportare Jeko.
Chris era l'unica cosa che li univa, fino a quando non era sparito nel nulla.
Ora Jeko e Allison erano inseparabili, forse troppo, e niente sembrava dover rovinare la loro amicizia, almeno fino a quando uno dei due non avrebbe aperto gli occhi.
E se lui fosse tornato?
Genere: Commedia, Generale, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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I hate you.
 
“Perché devo occuparmi io dei regali e tutto il resto?”
“Perché sei la sua ragazza.”
“E questo cosa c’entra?”
“Sei la sua ragazza e la sua migliore amica, ti basta?”
“Anche voi siete sue amiche.”
Bec incrociò le braccia e lanciò ad Alli, seduta sulle scale dell’uscita d’emergenza, uno sguardo di disapprovazione, sguardo che la ragazza evitò sbuffando e guardando altrove.
In quel momento alcune voci spezzarono il silenzio che si era creato tra le ragazze.
Bec e Noemi che in piedi continuavano ad aspettare che l’amica si decidesse a parlare, alzarono lo sguardo aspettando di vedere coloro che avevano interrotto la discussione e non appena i ragazzi, che fino a qualche secondo prima avevano riso e scherzato, incontrarono gli sguardi delle due ragazze smisero di colpo di parlare e in silenzio le sorpassarono.
“Se non vuoi farlo basta dirlo.”
Alli mosse velocemente la testa e con gli occhi sbarrati le osservò in procinto di ucciderle.
Are you fucking kidding me? E’ quello che sto cercando di dirvi da una settimana!” esclamò allargando le braccia.
“Possiamo sapere perché?”
“Non mi piace dover organizzare le cose, mi mette ansia e divento più isterica del solito. Fatelo fare ad Andrea, sono pappa e ciccia.”
“Certo ad Andrea. Con i soldi per il regalo ci comprerebbe l’erba da rivendere.”
“Fatelo voi allora.”
Bec e Noemi si scambiarono un’occhiata prima di alzare le spalle e lasciare Alli sola e seduta sullo scalino.
Tirò fuori l’iPhone dalla tasca e controllò l’ora, ancora una decina di minuti prima che finisse la ricreazione, sbadigliò e si stiracchiò appoggiandosi con la schiena al muro, distese le gambe lungo lo scalino e chiuse gli occhi sapendo che di rado qualcuno usava quelle scale.
“Sapevo di trovarti qui.”
La ragazza aprì gli occhi e trovò Jeko seduto sullo scalino prima del suo, aveva una sigaretta sistemata sopra l’orecchio e tra le mani teneva l’accendino che continuava a rigirare, le sorrise e allungò la mano per accarezzarle la testa.
“Tutto bene Alli Kelly?”
Alli sospirò e appoggiò la testa al muro, gli lanciò un’occhiata e non riuscì a fare a meno di sorridere.
“I’m fine, don’t worry.”
“I’m not.” Alli alzò un sopracciglio scettica.
“Va bene, hai vinto. Mi preoccupo okay?”
“Così va meglio.”
“Sei sempre la solita.” Jeko sorrise e si sporse per darle un bacio nello stesso momento in cui il bidello stava scendendo le scale. L’uomo tossì facendosi notare e interrompendo i due sul punto di baciarsi.
“Non dovreste stare qua e soprattutto niente effusioni in pubblico ragazzi.”
Jeko si allontanò ridendo, ma lasciando la mano libera dall’accendino in quella di Alli.
“Su Mauro lo sai che non stiamo facendo niente di male, siamo amici no?”
L’uomo roteò gli occhi e scosse la testa, erano ormai quattro anni che Jeko riusciva sempre a farla franca semplicemente sorridendo.
“Lupo sparisci e portati dietro l’americana.” con la mano gli fece cenno di sparire, cercando di nascondere il sorriso che stava piano piano crescendo.
“Mauro! Lo sai che ho un nome!” Alli ormai in piedi lo fronteggiò puntandogli l’indice contro, Jeko invece al suo fianco sorrideva guardandola animarsi, mentre giocava con la sua mano cercando di addolcirla.
“Certo che lo so, ma ogni volta che lo dico ti lamenti di come lo pronuncio.”
“Perché non sai farlo, non è difficile. Ripeti con me, A-L-L-I-S-O-N.”
“Non ci casco di nuovo, l’ultima volta ti sei arrabbiata e mi hai urlato in inglese qualcosa di brutto, perché lo so ragazzina, quindi voi due andate a fare le vostre cose da un’altra parte!”
“Ma…”
Alli come on.”
La trascinò nel corridoio colmo di studenti, mentre ancora borbottava contro il bidello, e portando il braccio intorno alle sua spalle camminarono verso la classe.
“Domani è il mio compleanno lo sai?”
“Certo che lo so, non fai che parlarne, anche se avessi voluto dimenticarlo non ci sarei riuscita.”
Jeko sorrise incrociando lo sguardo divertito di lei, la attirò a se e senza preavviso le stampò un bacio sulla guancia, Alli si limitò a sorridere e a dargli un pizzicotto sul fianco.
“Perché sei sempre così manesca?”
“Dimostro il mio affetto.”
Jeko si bloccò improvvisamente sentendosi insultare da coloro che alle sue spalle si erano dovuti fermare per non sbattergli contro, si girò a guardarla con ancora il braccio intorno alle sue spalle e una espressione pensierosa.
“Che ti prende?”
“Shh! Sto pensando.”
Alli alzò un sopracciglio sempre più confusa e leggermente preoccupata.
“Quindi più io ti piaccio più tu mi picchi… ma se ti dico di non picchiarmi non posso più capire a che livello sei arrivata, quindi dovrò preparami a soffrire.”
“Ho come la sensazione che tu stia parlando di uno dei tuoi videogiochi di guerra e non so se esserne lusingata o infastidita.”
“Prendilo come un complimento.” Jeko annuì e riprese a salire le scale per arrivare al loro piano con una Alli ancora indecisa.
 
Le ultime due ore di assemblea di classe furono per tutti un toccasana, ma in particolare per Jeko e il resto dei pochi ragazzi, che fregandosene altamente dei problemi occuparono l’ultima bancata.
Ovviamente quasi tutti se la presero con loro e li attaccarono, lasciando perdere solo quando si resero conto che nessuno le stava ascoltando.
Infine i rappresentanti si limitarono a parlare per una mezz’oretta dei problemi, per poi lasciare che ognuno facesse quello che voleva.
Marti le schioccò le dita davanti agli occhi prima di vederla reagire e alzare la testa dal banco.
“Cosa c’è?” borbottò sbadigliando e aspettando di focalizzare la figura dell’amica.
“Mi sto annoiano, facciamo qualcosa?”
Alli alzò gli occhi e sbuffò, dando poi completa attenzione all’amica e vedendo allo stesso tempo Jeko dare il cinque a Leo.
Marti si girò a guardare il punto che aveva catturato l’attenzione dell’amica, tornò a girarsi poi con uno strano sorriso.
“Ho trovato qualcosa da fare, vieni.” nel dire la frase si era alzata in piedi e aveva preso la mano dell’amica trascinandola nella zona uomini.
Senza preavviso Alli si trovò ad essere osservata da un paio di occhi maschili, mentre al suo fianco Marti continuava a sorridere aspettando di scoprire qualche gossip.
“Allora di cosa parlavate voi due.” si sedette sull'unica sedia libera e guardando Leo e Jeko aspettò con ansia una risposta, appoggiando in seguito la mano sotto il mento.
Alli invece rimase in piedi non sapendo bene cosa fare, solo quando incrociò lo sguardo di Jeko che le fece cenno si sedersi su di lui si tranquillizzò.
Una volta seduta sulle sue gambe, sentì lei sue mani stringersi intorno alla sua vita e la sua testa appoggiarsi sulla sua spalla.
“Quindi?” domandò ancora Marti.
“Quindi cosa?”
“Su Leo non mentirmi, vi ho visti così entusiasti, deve essere successo qualcosa.”
“Non necessariamente.” disse Jeko, nascondendosi subito dopo, dietro la schiena di Alli a causa dello sguardo assassino dell’amica.
“Leonardo…”
“Ti vergogni forse?”
“Io? Vergognarmi? Anzi dovrei vantarmene!” il ragazzo annuì non vedendo però Jeko che continuava con insistenza a scuotere la testa.
“Spara!” Marti sorrise osservandolo attentamente per non perdersi nessun dettaglio.
“Sai quella sera in discoteca?”
Marti lanciò un’occhiata a Jeko e Alli, vedendo lui darle un bacio sulla spalla e lei arrossire, riuscendo a non farsi vedere da nessuno.
Annuì poi, aspettando che Leo continuasse il discorso.
“Ecco beh quella di spagnolo mi ha baciato e per poco non concludevo la serata.” sorrise imbarazzato, grattandosi la testa con un’espressione tenera.
Marti rimase in silenzio, non riuscendo a fare uscire le parole dalla bocca, guardò Alli trovandola nella stessa situazione.
“Qu-qu-quella di spagnolo?” domandò scioccata.
“Sì.”
“Ma-ma-ma è sposata e ha figli e oddio Leo!!”
“Sei fuori?” aggiunse Alli riprendendosi da quello stato di shock.
Il ragazzo scosse la testa con forza, negando anche con le mani.
“No! No! E no! Non la nostra, siete pazze? Quella bella e giovane brutte idiote.”
Marti spalancò gli occhi non riuscendo a distaccare lo sguardo da quello del riccio.
“Oh-mio-dio-devo-dirlo-alle-altre!” lo disse tutto d’un fiato alzandosi e correndo verso le amiche, non avendo il tempo di sentire Leo implorare.
“Non a Noemi.” ripeté sottovoce, con espressione abbattuta.
Guardò verso il gruppo che si era creato intorno Martina e quando vide le ragazze assumere espressioni sconcertate, il suo sguardo cercò immediatamente Noemi, che lo cercò a sua volta, scosse la testa e uscì dalla classe.
“Non mi parlerà più.” sbuffò picchiando il banco e imprecando.
“Cosa mi sono persa?” chiese Alli girandosi verso Jeko.
“Non ne ho idea.”
 
Come ogni mattina la sveglia suonò per interrompere i suoi sogni, mugugnò qualcosa contro il mondo e rabbrividì a contatto con il pavimento. Si infilò le pantofole e stiracchiandosi schivò al buio le scarpe e quant'altro c’era a terra, per arrivare alla finestra che aprì socchiudendo gli occhi a causa della luce.
Quando uscì di casa, nella brezza mattutina d’aprile, rabbrividì nel suo cardigan leggero insultandosi mentalmente per non aver pensato di mettere il giubbotto di pelle.
Sul bus non c’era quasi nessuno, forse perché per una volta aveva preso quello prima; se poi non avesse trovato Jeko a scuola lo avrebbe ucciso.
Una volta davanti a scuola, il bus si fermò e scendendo Alli lanciò occhiate intorno rischiando quasi di inciampare se non fosse stato per la mano di qualcuno che l’afferrò in tempo, ringraziò e andò dritta al loro posto.
Per sua fortuna Jeko si trovava già lì, stranamente senza cuffietta e senza sigaretta, continuava a spostare il suo peso da un piede all'altro guardando a terra, solo quando alzò lo sguardo e vide Alli camminargli incontro sorrise.
Jeko la raggiunse in pochi passi e la strinse tra le sue braccia, appoggiando la testa nell'incavo del suo collo, Alli lo strinse a sua volta, aggrappandosi con le mani alla sua schiena.
Happy birthday honey.”
Jeko sorrise allontanandosi leggermente, ma tenendola comunque stretta, la osservò in silenzio e le sistemò una ciocca di capelli dietro l’orecchio.
“Avrei voluto che fossi stata con me questa mattina.”
“Anch'io. Per questo ho preso il primo bus che passava.”
“Lo so.”
Senza pensarci Jeko si chinò su Alli e la baciò, le bastò un secondo per ricambiarlo e aggrapparsi a lui e i suoi capelli con più foga si quanto immaginasse, non era passato tanto dall'ultima volta che si erano baciati, ma chi li avrebbe visti avrebbe pensato che si fossero appena rincontrati.
Improvvisamente Alli si staccò respirando a fatica, alzò lo sguardo su Jeko che la osservava preoccupato e sorrise.
“What’s wrong with you?”
“Vuoi andare a scuola?”
Jeko corrucciò la fronte guardando sempre più confuso la sua ragazza, che invece sorrideva tranquillamente.
“Non particolarmente, perché?”
“Andiamo a farci un giro, tanto puoi giustificarti no?”
Jeko alzò le spalle e sorrise annuendo, la prese per mano e mostrando il dito medio all'edificio si allontanò.
 
“Ti sei accorta no che siamo finiti sotto casa tua?”
“Non sono stupida Jeko, è ovvio che lo so.”
“E quindi?”
“Saliamo no?”
“I tuoi?”
“Sono andati a fare una specie di gita in montagna, tornano domani pomeriggio.”
Alli girò la chiave nella porta di casa, sentendo il rumore della serratura che scattava, la spinse leggermente ed entrò in casa seguita da Jeko, che tranquillamente raggiunse la camera della ragazza e si buttò sul letto non prima di essersi tolto le scarpe ed essersi sbarazzato dello zaino vuoto.
La ragazza rimase sulla porta per qualche secondo, impegnata ad osservarlo scrivere qualcosa sul cellulare, probabilmente rispondendo agli auguri.
Jeko ripose il telefono accanto a se e girando il volto la vide in piedi ferma a fissarlo, le sorrise e tendendole la mano la invitò a sdraiarsi accanto a lui, invito che Alli accettò più che volentieri.
“Dio santo Alli Kelly, hai dei ghiaccioli al posto dei piedi!” cercò di scostarsi, ma Alli stringendolo con braccia e piedi glielo impedì.
“Dai che devo scaldarmi.”
“Sì, a mie spese.”
“Ti ho mai detto che sei bellissimo?” Alli sbatté le ciglia un paio di volte, ottenendo l’unico risultato di farlo scoppiare a ridere.
“Certo tesoro, sempre.”
Alli riprovò a scaldarsi i piedi infilandoli tra le gambe di Jeko, che contrariato sbuffò.
Qualche secondo dopo si ritrovò sopra la ragazza con gli avambracci appoggiati ai lati per non pesarle.
Per un po’ di tempo si perse nello sguardo della ragazza, per poi finire ad osservare e bramare le sue labbra, si morse il labbro e tornò a guardarla negli occhi, occhi che stavano invece osservando la sua bocca.
Alli rialzò lo sguardo e sorrise prendendogli il mento, facendo scontrare le loro labbra, lo sentì poi sorridere contro la sua bocca mentre lei gli infilava una mano sotto la felpa fino ad arrivare a toccare la pelle bollente della sua schiena.
Presa dal momento Alli gli morse il labbro, Jeko si staccò velocemente sporgendo il labbro “ferito”.
“Ahi! Questa me la paghi.” nonostante avesse provato a farla suonare come una minaccia non ci riuscì, perché il tono di voce con cui lo disse sembrava quello di una persona eccitata, cosa che fece irrimediabilmente sorridere la ragazza, che di certo non si aspettava la sua vendetta a quel modo.
Jeko infatti si sistemò su un fianco e fece scivolare la sua mano sotto la maglia della ragazza strizzandole un seno. Inizialmente Alli ne fu sorpresa, ma guardando l’espressione idiota che aveva scoppiò a ridere, lui si limitò a farle l’occhiolino e interruppe la sua risata tornando a baciarla e spingendo il suo bacino contro quello di Alli, che sorpresa sussultò.
“C’è qualche problema Alli Kelly?” le sussurrò all'orecchio con tono roco e divertito.
Alli scosse la testa sorridendo e riportò le mani sulla sua schiena iniziando a graffiarlo, per tutta risposta Jeko si accasciò sul corpo della ragazza, la quale trattenne il respiro e approfittando dell’occasione ribaltò le posizioni, trovandosi quindi sopra un Jeko piuttosto soddisfatto.
La ragazza si alzò sedendosi sul bacino del ragazzo, iniziando a passargli lentamente le mani sotto la felpa, sentendo gli addominali appena accennati.
Anche Jeko si alzò a sedere, stringendole le gambe intorno i fianchi e accarezzandole dolcemente la guancia.
Alli alzò il sopracciglio, come a chiedere perché l’avesse fatto.
“Non riuscivo a starti lontano.” Jeko scrollò le spalle come se le parole che avesse appena detto non l’avessero fatta arrossire.
Alli lanciò uno sguardo alla sua felpa, decidendo poi che fosse di troppo, portò le mani ai lembi e la tirò verso l’alto con l’aiuto di Jeko, quando la felpa sparì lanciata a terra Alli si concesse qualche secondo o forse di più per osservare il corpo del ragazzo per metà nudo, si morse il labbro inferiore e con lentezza avvicinò la mano al suo petto, toccandolo solo leggermente.
Quel semplice tocco però bastò per risvegliare il ragazzo e quindi fiondarsi sulle labbra della sua ragazza, aspettò che le dischiudesse per lasciare che la sua lingua vi potesse accedere.
Nel frattempo iniziò a tastare con le mani la schiena di Alli, fino a trovare quello che cercava, le portò sotto la maglia e con maestria slacciò il reggiseno, prese poi la fine della maglia e la tirò via, staccandosi dalla sua bocca, assieme al reggiseno.
Si soffermò ad osservarla, trattenendo a stento un sorriso malizioso, Alli invece imbarazzata ridacchiò e si portò il braccio sul seno per coprilo.
Jeko le prese il braccio e l’allontanò avvicinandosi poi per lasciarle un casto bacio sulle labbra.
In quel momento però, qualcosa sembrò risvegliarsi e quando Alli abbassò lo sguardo non poté fare a meno si sorridere e sentirsi in imbarazzo, perché nonostante non fosse stata la sua prima volta, lo era invece con lui, il suo migliore amico.
Senza pensarci due volte si spogliarono a vicenda, rimanendo con solo i boxer e gli slip, si sdraiarono sul fianco, così da potersi guardare negli occhi.
Jeko le posò una mano sulla vita e l’altra sotto il collo, mentre aveva preso a lasciarle dei baci sul naso, facendola sorridere teneramente.
Improvvisamente Jeko si bloccò e si sdraiò a pancia all'aria, si schiaffeggiò la fronte e imprecò tra i denti, Alli preoccupata si avvicinò e gli accarezzò il braccio.
“Cosa c’è?”
“Ehm… l’ho dimenticato.” mormorò affranto, allargando le dita per consentirgli di vedere l’espressione divertita di Alli.
“Guarda che prendo ancora la pillola.”
“Awesome.”
Con il braccio sul suo fianco la trascinò sopra di lui riprendendo da dove si erano interrotti, quando nuovamente Jeko si staccò, facendola roteare gli occhi leggermente infastidita.
Jeko iniziò a scrutarla per vedere se fosse veramente certa di quello che stavano per fare.
“Stai aspettando l’illuminazione divina forse?” disse lei alzando un sopracciglio, distendendo le labbra.
“Ma no idiota. Volevo capire se eri sicura.”
“Non sono le ragazze di solito a farsi paranoie?”
Jeko sbuffò girando la testa, Alli però sorrise e prendendogli il mento lo riportò con il volto rivolto verso il suo.
“Non ti devi preoccupare, sono sicura, lo sai che ti voglio bene e che mi fido.”
Ora tranquillo Jeko ribaltò nuovamente le situazioni, liberandosi finalmente di quei pezzi di stoffa che impedivano ai loro corpi di essere completamente a contatto, quando successe entrambe sospirarono di piacere, ormai l’imbarazzo sembrava essere solo un ricordo passato e niente sembrava turbarli presi come erano dalla loro passione.
Senza darle il tempo di dire qualcosa affondò dentro di lei, sentendola sussultare e subito dopo aggrapparsi con le gambe introno i suoi fianchi e riprendere a graffiargli la schiena ancora più di prima.
Alli cercava con tutte le sue forze di non urlare il suo nome, finendo col mordersi a sangue il labbro, ma più le spinte aumentavano e meno lei riusciva a contenersi e fare a meno di sospirare in continuazione.
Anche Jeko però non era messo meglio, continuava a guardarla mordersi il labbro e a baciarle ogni parte del corpo possibile, ritrovandosi le mani della sua ragazza dapprima sulla schiena e poi sui capelli a tirarli e a scompigliarli.
Quando arrivò la spinta finale non riuscirono a trattenersi.
“Jesus, Jacopo!”
“Cazzo!”
Jeko si appoggiò stremato sul corpo di Alli, afferrandole la mano ed intrecciandola con la sua, lei gli passò una mano tra i capelli non smettendo un attimo di sorridere.
“Lo sai che quando parli in inglese mi ecciti?”
“For me it’s the same.”
Jeko alzò leggermente il capo trovando lo sguardo malizioso della ragazza.
“Tesoro ho capito che non ne hai abbastanza di questo ben di dio, ma lasciami un attimo riposare no?”
“Idiota.” la mano che fino a prima era tra i suoi capelli, ora andò a sbattere contro la sua schiena, facendolo scoppiare a ridere.
Rimasero in silenzio per un po’ di tempo, fino a quando Alli rabbrividì per il freddo e Jeko le disse di infilarsi sotto le coperte.
Con la testa appoggiata al suo petto, Alli disegnava qualcosa con punto delle dita sulla sua pelle, sentendolo rabbrividire ogni volta e non per il freddo.
“Ah sì, questo è il tuo regalo.”
Jeko abbassò lo sguardo incontrando quello serio della ragazza.
“Scherzi vero? Non vale come regalo dai, l’avremmo fatto comunque. Solo perché non aveva idea di cosa regalarmi ammettilo. Voglio il mio regalo Alli Kelly.”
La quasi ginocchiata nelle palle bastò a metterlo a tacere.
“Alli cazzo, vacci piano altrimenti qui non possiamo più fare niente e so che ti è piaciuto.”
“Non l’ho mai detto.” rispose altezzosa, Jeko scoppiò a ridere e le strinse una guancia facendole il verso.
“Sei così tenera quando fai l’offesa.”
“I hate you.”
“Same here.”
Si guardarono intensamente per poi scoppiare a ridere ricominciando a prendersi per il culo.
Non sarebbero mai riusciti a stare seri per troppo tempo, non erano quel tipo di coppia.
   
 
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