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Autore: Dama DeLupottis    30/11/2013    6 recensioni
Seguito di "Un bisturi al posto del cuore", ma può essere benissimo letta separatamente, visto che le storie hanno in comune solo i protagonisti. In sintesi parla della difficile storia d'amore fra un chirurgo e una sua (ormai) ex-paziente di ben 28 anni più giovane. Gli ostacoli non sono pochi, e da come si può intuire dal titolo alcuni di essi possono essere piccoli, ma molto "ingombranti"! non voglio svelare parte integrale della trama quindi...buona lettura!
Genere: Fluff, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Contesto generale/vago
Capitoli:
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Pov. Anna

Che schifo le fibre! Eppure le sto mangiando! Sto dando ascolto al mio medico di base che, pensate un po’….mi ha pure consigliato di masticare piano per combattere la nausea! Cioè, ma si può? Certe volte la prenderei a schiaffi quella donna! Eppure non lo faccio e la ascolto, perché in fondo è pur sempre un medico, seppure sembri quasi provenire da un’altra epoca!

Il silenzio in questa casa mi assorda: mi ha chiamato Vayda ieri, e mi ha detto che fra poche settimane tornerà dalla Bulgaria, ma che poi ci dovrà ritornare. Non mi ha spiegato bene il motivo, visto che le chiamate dall’estero costano parecchio, però aveva un tono preoccupato e triste che non mi piaceva per niente. Mi sentivo talmente in colpa a commiserare me stessa, che quando mi ha chiesto come stavo ho semplicemente risposto:- Bene! Però sono incinta!- lei si è meravigliata e mi ha subito detto che il prima possibile sarebbe tornata a farmi compagnia, e che sarebbe andato tutto bene. A quel punto io ho risposto:- Sì, ne sono sicura!- fingendomi sollevata e tralasciando il fatto che io e Manuel non stessimo più insieme. Diventava troppo lunga come cosa da spiegare al telefono, e quindi ci siamo congedate dicendo che ci saremmo raccontate tutto pochi giorni più tardi.
Ah, tanto per la cronaca, dovrei essere alla quinta settimana, ma in realtà non ne sono esattamente sicura, visto che alcuni dicono che si parte a contare dopo la fine dell’ultimo ciclo, altri due settimane dopo….insomma non ne ho idea! L’importante è sapere all’incirca quando è avvenuto il concepimento e quello io lo so.

E se vi state chiedendo del padre…sì gliel’ho detto settimana scorsa. Non volevo farlo, ma poi ho pensato che se mi fossi trovata al suo posto l’avrei voluto sapere. Insomma, l’ho fatto per una sorta di lealtà nei suoi confronti, perché dopo tutto quello che avevamo vissuto insieme, seppur per un breve periodo, mi sembrava giusto farlo.

La sua reazione? Beh è stata all’incirca questa…

-flashback-la reazione del padre-

Per prima cosa, per dire a una persona che stava per diventare padre, mi sembrava giusto farlo a quattr’occhi: il problema era…come incontrarlo? O meglio…come parlarci? No, ma intendo nel vero senso della parola! Quando uno non ti risponde mai al telefono, facendoti chiaramente capire di non essere interessato a te, perdi la voglia di contattarlo! In ogni caso, seppure conoscessi i posti da lui frequentati, non mi andava di fare la ex-ragazza stalker con un mare di problemi, anche perché l’ultima cosa che cercavo era il suo sostegno.

Infine, decisi di provare con gli sms, magari non sentendo la mia voce, il suo fragile cuore si sarebbe sentito meno a disagio. In breve…ecco la nostra conversazione scritta:

- Ti devo parlare! Smettila di evitarmi!-

- Non ho più niente da dirti-

- E’ una cosa seria! Devi solo ascoltare!-

- Qualunque cosa sia non m’interessa!-

Esasperata dal suo comportamento mi arresi a sganciare la bomba via sms: - Sono incinta!-

A questo punto una si aspetta che il padre, volente o nolente accetti un incontro, per discutere della situazione, e invece no! La conversazione prosegue via sms:- Tanti auguri a te e al tuo amico!-

-Deficiente! Ero già incinta quando stavo con te! Se ricordi bene, stavo male già allora, ma a te importava solo dell’India!- scrissi cercando di trasmettere tutta la mia ira.

Dopo questo messaggio, nessuna risposta. Lo interpretai come una fase di meditazione, cui sarebbe seguita quella di accettazione. E infatti, dopo poche ore, arrivò bussando alla mia porta: non la fase di accettazione, bensì quella di rifiuto.

Andai ad aprire, e vidi Manuel entrare sparato nel mio salotto, e senza nemmeno salutarmi o chiedermi come stavo andò dritto al punto:- Allora? Che pensi di fare?-

- Ciao anche a te! Io, anzi noi, stiamo bene! Grazie per averlo chiesto!- risposi piccata

- Andiamo! Non ho molto tempo!-

- Perché? Cos’hai da fare alle nove di sera? A parte andare a bere qualcosa con gli amici?- dissi sicura del fatto che non avesse niente di importante da fare a quell’ora…

- La smetti? Non sono venuto qui per parlare con te!-

- A no? Beh Giuggiola è sul divano che dorme! Non penso sia incline ad ascoltarti!- dissi con una punta d’ironia, indicando il mio gatto.

Ok lo ammetto! Un po’ mi divertivo a farlo innervosire! Cioè…ero io la ragazza incinta! Dovevo essere io quella isterica, non lui! Va beh, lasciamo stare! A quanto pare, la parità dei sessi, in questa situazione è arrivata veramente!

- Sono venuto qui per risolvere questo problema! Quindi prendila per un attimo sul serio!-

- Io la sto prendendo sul serio Manuel!- esclamai con serietà.

- Allora? Cosa hai deciso?- disse come per mettermi fretta…

- Ancora niente!- confessai a malincuore

- Come niente? Devi sbrigarti! O non avrai più tempo!-

- Per cosa?- domandai confusa

- Per abortire!- esclamò come se fosse la cosa più logica e naturale di questo mondo.

- Co-cosa?- balbettai:-Su-sul serio vorresti che io abortissi?-

- Perché? Tu no?- domandò sconcertato della mia domanda

- No! Tutto, ma non questo! Non ce la faccio!- dissi con convinzione

- Ma risolveresti ogni cosa!-

- No, tu risolveresti ogni cosa! E forse tu potresti anche convivere con questo peso sulla coscienza, ma io non potrei mai farlo!-

- Ma insomma…ragiona! Frequenti ancora l’università, vivi in un appartamento condiviso, non hai un lavoro fisso, a parte quella piccola occupazione in biblioteca, non sei pronta a fare la mamma! E in più…ci hai pensato al tuo corpo? Prenderesti un sacco di chili, che non riusciresti più a perdere, la tua pelle si riempirebbe di smagliature, e ti si gonfierebbero le gambe….per non parlare del seno cadente che ti verrebbe una volta che avrai allattato! E il dolore del parto, il travaglio…. hai idea di che…-

- Basta!-esclamai inorridita:- Tu credi che io possa mettere il mio fisico davanti a tutto questo? Manuel, io non sono te! Non sacrificherei mai un’altra vita, solo per preservare un fisico, che comunque non è mai stato quello di una modella!- cercai di calmarmi un attimo, ma senza successo, mi trovai a confessare con disprezzo, ciò che pesavo in quell’esatto istante: - Sai….comincio davvero a domandarmi come abbia fatto a stare con uno come te!-

- Già! Domandati questo, anziché chiederti come farai a crescere un figlio da sola!- esclamò lui in preda alla rabbia

- Senti Manuel, non c’è bisogno che sottolinei ancora una volta la parola “da sola”! L’ho capito che non vuoi avere niente a che fare con tutto questo, ma non credere che io ti abbia chiamato per avere il tuo aiuto! Volevo solo che lo sapessi!-

- Ora lo so! E ti ho detto cosa ne penso! La decisione finale sta a te, come sempre!-

- Molto bene! Puoi andare!- conclusi freddandolo con lo sguardo

Lo cacciai di casa, giurando a me stessa di non chiamarlo mai più e maledicendo il giorno in cui l’ avevo incontrato. E comunque, detto fra noi….bella reazione! Molto matura direi!

-fine flashback-

Mi preparo ed esco per andare a ritirare l’esito dei miei esami del sangue. Dopo di che sono già d’accordo con Antonella di passare da lei a farglielo vedere. In questo periodo lei è il mio angelo custode: non mi lascia mai sola e si preoccupa sempre per me, con una dolcezza che non ho mai incontrato in nessun’altra persona.

Quando arrivo davanti al suo ambulatorio, la vedo parlare con un giovane medico, che stando accanto a lei sembra proprio un gigante. Inoltre,  più mi avvicino, più mi rendo conto che il ragazzo non è affatto male!

Ad un certo punto saluta Antonella, si volta e comincia a percorrere il corridoio. Rimango incantata da ciò che vedo: sembra un modello di Dolce e Gabbana in camice bianco! Come ho già detto, è molto alto, dalla pelle ambrata, che viene messa ancora più in risalto dal colore del camice, al di sotto del quale indossa una camicia blu antico. Ha i capelli scuri, abbastanza corti e tirati su con il gel. Ad un certo punto il suo sguardo incontra il mio: i suoi occhi scuri, sono così profondi ed intensi…che mi ricordano tanto lo sguardo di Orlando Bloom in Pirati dei Caraibi…non so se riesco a rendere l’idea! Mi sorride, forse perché si è accorto del mio sguardo imbambolato, anche se di sicuro sarà abituato a camminare per i corridoi sentendosi sotto i riflettori di tutto il pubblico femminile, puntualmente scosso da una tempesta ormonale al suo passaggio! Io poi…che sono pure incinta…figuriamoci! Da lontano vedo Antonella che mi fa cenno di andare verso di lei, nel frattempo, lui mi passa accanto, scomparendo purtroppo dalla mia vista.

Raggiungo Antonella e prima di entrare nel suo ambulatorio, mi giro ancora una volta ad ammirarlo. Peccato che il camice metta in risalto le spalle, ma nasconda qualcosa di molto più importante! Spero mi abbiate capito!

Non appena Antonella chiude la porta le domando: - Chi è quell’angelo in camice bianco?-

Lei sorride soddisfatta della mia definizione:- Lui è Matteo! Immunologo…32 anni!-

- Perché non mi hai mai detto di avere un collega così figo?- dico fingendomi offesa

- In realtà non siamo proprio colleghi! Non lo vedo molto spesso! Effettivamente però…- continua in tono sognante:-… quando capita…mi si illumina la giornata!-

Mentre stiamo ancora sorridendo, qualcuno bussa alla porta e Antonella si precipita a dire:- Avanti!-

Un angelo dai capelli scuri si affaccia dalla porta dicendo:-Scusa Antonella! Ho dimenticato la cartella del paziente con la connettivite!-

- Prego entra pure!- lo invita cortesemente

Lui apre la porta e finalmente si decide ad entrare a prendere ciò che gli serve:-Ah grazie! Scusate non volevo interrompere la visita!-

- No tranquillo, lei è una mia amica, è passata solo per salutarmi!- dice Antonella indicandomi, poi si rivolge a me dicendo:- Comunque Anna, ti presento Matteo De Filippi, lavora nel reparto di Immunologia per adulti…-

-Piacere!- dice Matteo stringendomi la mano con una stretta…a dir poco moscia! Accidenti! Mi ha rovinato la sua immagine! Sembra una persona talmente forte…. e invece ha la stretta di un novantenne!

-Piacere!- rispondo, mentre il suo sguardo così carico e profondo mi ha già indotto a dimenticare quel piccolo disgustoso particolare.

-Quando i miei piccoli pazienti diventano troppo grandi per stare con me, passano sotto la sua supervisione.- spiega la mia amica:- Lui riesce a rendere il passaggio tra pediatria e mondo adulto il meno traumatico possibile. Tutti lo adorano a prima vista. E’ un angelo in camice bianco!- conclude rifacendosi alla mia definizione

- Non esagerare Antonella!-si giustifica Matteo, un po’ in imbarazzo:- Tu sei un angelo! La maggior parte dei pazienti che ci mandi gode ormai di ottima salute! Non dobbiamo far altro che visitarli ogni sei mesi e mantenere la tua terapia!-

- Beh almeno non si dimenticheranno completamente di me!-

- Non lo faranno mai! Sei tu che li hai curati quando stavano male!-

- Già! Sono io che ho passato mesi interi davanti al pc, o a telefonare a colleghi di mezzo mondo, per cercare di scoprire che razza di strana e rara malattia il loro sistema immunitario è stato in grado di sviluppare!- dice Antonella con una punta di ironia, sottolineando che il merito era comunque suo, come giustamente lui le attribuiva.

- E noi te ne siamo più che grati di averci evitato questa tortura! Ora se volete scusarmi…non mi piace fare attendere i miei pazienti!- esclama avvicinandosi alla porta

- Al contrario di mio marito!- precisa lei sorridendo:- Buona giornata Matteo! E chiamami se hai dei problemi a decifrare la mia pessima scrittura!-

- Tranquilla! Ormai ci ho fatto l’occhio! Ci vediamo!- e così dicendo se ne va

- Wow!- esclamo con l’aria di chi ha appena incontrato un principe azzurro su un cavallo bianco

- Eh già!-

- Vorrei tanto ammalarmi anch’io!- e sono sincera! Tutto, pur di rivederlo!

- Ma dai! Cosa vai a pensare!?- mi rimprovera dandomi una leggera pacca sul braccio

- Peggio di quanto tu creda!-

- Ahahah e smettila! Comunque….i tuoi esami?-

- Son qua!- dico dandole in mano il foglio con la risposta

Lei inforca gli occhiali dalla montatura fine e dorata e comincia a leggere con attenzione:- Allora vediamo….beh…incinta sei incinta!-

- Ma dai?! Non mi dire!-

- Questi valori sono un po’ bassi…ma non mi preoccuperei…dovrebbero tornare nella norma nel giro di poche settimane…-

Devo dire che è molto comodo avere una persona che ti fa da mamma, da medico e da amica del cuore….è semplicemente perfetta! Non so che farei senza di lei!

Pov. Dario

Stiamo finendo di ricucire un paziente, e in sala c’è un silenzio assurdo. D’accordo che né io, né Massimo amiamo tanto parlare, però, quando non abbiamo più niente da spiegare agli studenti che ci assistono, qualche mini dialogo di poca importanza solitamente lo facciamo anche noi, un po’ per passare il tempo, un po’ per dimostrare agli altri mediante il nostro tono di voce tranquillo che abbiamo tutto sotto controllo.

Invece in queste ultime due settimane, Massimo è molto silenzioso, risponde alle mie battute con poche parole, e poi torna ad immergersi nei suoi pensieri. Mi domando cosa lo faccia stare così in pensiero, o meglio chi.

- Massimo va tutto bene?- domando ad un certo punto

Lui incrocia il mio sguardo, poi controlla meticolosamente il lavoro che sta facendo, che ovviamente è perfetto, per poi tornare a guardarmi con l’aria di chi si sta chiedendo cosa abbia fatto di male.

- No no! Non c’entra con l’operazione!- mi precipito a dire:- E’ solo che ti vedo molto pensieroso in queste settimane…-

Sorride leggermente:- Lo sai che io son sempre pensieroso!-

- E’ vero, ma lo sei più del solito! C’è qualcosa che non va? Cos’è che ti turba così tanto?- domando sperando che non faccia caso agli assistenti che sono presenti in sala

- Mah… niente di che! Andrea! Come sempre!-

Scuoto la testa sorridendo:- Eh i figli… nati per farci disperare! Per fortuna che il mio se ne sta tranquillo e beato in Spagna! Non so ancora che scuola abbia scelto di frequentare, ma… mi rifiuto di preoccuparmi per lui! Ormai è più che maggiorenne!-

- Eh già, ma purtroppo io non sono te!- conclude per poi rivolgersi ad una specializzanda:- Passami altro filo!-

- Dai dimmi! Che succede? Scuola? Brutte compagnie?- cerco di indovinare

- Ma sì…la scuola, la patente….non si impegna mai in niente! Non riesco a motivarlo….sono preoccupato per il suo futuro!-

- Prima o poi metterà la testa a posto! Ormai non sono più i vecchi tempi….i giovani maturano molto più tardi…a vent’anni sono ancora bambini!-

- Già! E’ questo il problema!- dice in tono preoccupato

Non so perché ma non gli credo! Suo figlio è sempre stato così, non vedo perché negli ultimi tempi si debba preoccupare più del solito… ci dev’essere dell’altro, ne sono certo! Forse…anziché il figlio…quello a farlo preoccupare è la sua “quasi figlia”.

- Ok ancora qualche punto qua, poi abbiamo finito! Aspira qua, che non vedo niente!- dico alla mia assistente, per poi tornare sul discorso:- E Anna? L’hai più sentita?- domando cercando di attenermi sul vago.

-Ultimamente no! Perché?- dice squadrandomi in un modo come per domandarsi il perché gli stessi facendo quella domanda, visto che noi ora, dovremmo essere amici.

In ogni caso so per certo che sta mentendo! Vedete… quando si lavora con una persona per cinque giorni a settimana da ormai sei anni, si impara a conoscerlo.

Decido di imbastire il discorso, sperando che lui decida di aprirsi:- No perché…quando l’ho sentita l’ultima volta, mi ha detto che era in crisi col suo ragazzo, che stava pensando di lasciarlo…poi sai, non mi sono più interessato perché voglio comunque lasciarle i suoi spazi…- quanto son bugiardo, maledizione!

- Eh già! Fai bene!- risponde soltanto

Ok! Da queste poche parole ho capito che: primo, della crisi lo sapeva, o perlomeno l’aveva già intuito, visto che non pareva affatto sorpreso, e secondo, non sapeva del fatto che io e Anna non fossimo più amici a causa di quello che era successo, altrimenti di sicuro avrebbe inveito contro di me alla prima occasione, sia per istinto di protezione nei suoi confronti, sia per dirmi “te l’avevo detto!”

- Fatto!- esclamo dopo aver fissato l’ultimo punto:- Ottimo lavoro! Grazie a tutti!-

Saluto Massimo, dopo avergli fatto le solite domande di circostanza riguardo al proseguimento della sua giornata, tra pazienti da visitare, specializzandi da rincorrere, eccetera eccetera; poi mi decido a fare quattro passi, giusto per schiarirmi un po’ le idee.

Faccio in tempo a togliermi il camice verde di sala, e ad indossare l’altro, che non appena esco dagli spogliatoi incontro Marta che viene verso di me con un sorriso che al momento mi dà solo fastidio. Rispondo anch’io con un sorriso per pura cortesia.

- Allora? Impeccabile come sempre?- domanda avvicinandosi sempre di più

Io sorrido senza aggiungere niente, mentre comincio a domandarmi se davvero sia il caso per un uomo già troppo egocentrico di suo, di stare con una donna sua completa adulatrice.

- Vado a fare due passi…- dico cercando di togliermela di torno

- Vengo anch’io!- esclama entusiasta prendendomi per un braccio

Io la allontano gentilmente dicendo:- No grazie! Scusa, ma preferisco stare solo con me stesso! Ho bisogno del mio spazio!-

- Ah capisco!- dice lasciandomi andare:- Il lunatico professore solitario!-

- Che cosa?- dico incuriosito da questa sua stramba definizione

- E’ così che ti definiscono in ospedale!-

- Ah si?-

- Sì….ho fatto delle ricerche! E ho scoperto anche un’altra cosa molto interessante…- aspetta che io corrughi la fronte per poi continuare:- …circa una tua relazione passata… con una paziente, che a suo tempo ha fatto molto scalpore!- alzo gli occhi al cielo, chiedendomi come mai il mondo non abbia altri argomenti di cui spettegolare:- Allora? Voglio i dettagli!- conclude punzecchiandomi il braccio

- Non dirò proprio niente a riguardo! E poi sono convinto che i pettegoli la sappiano raccontare meglio di me!- concludo un po’ irritato

- Ma io voglio sapere cos’hai provato tu! Cosa ti ha spinto ad andare contro tutto e tutti?-

- Ero innamorato! Non c’è nulla di strano!- proseguo superando delle porte, con lei che mi segue come un cagnolino, stando alla mia destra

- Mi piace!- dice sorridendo

- Che cosa?- domando confuso

- Questo lato di te! Insomma….sei tanto freddo…ma infondo anche tu hai un cuore!-

- Sì me l’hanno già detto!- dico quasi annoiato

- D’accordo allora cercherò di stupirti!- esclama prima di venire davanti a me cingendomi il collo con le braccia e stampandomi un dolce bacio sulle labbra:- Buona passeggiata Dario!-

Io rimango bloccato a guardarla con aria confusa, biascicando un “grazie” mentre lei se ne va sorridendo, soddisfatta di aver raggiunto il suo obbiettivo.

Mi ha davvero sorpreso! Durante le nostre uscite è sempre stata una ragazza riservata, un po’ timida e a volte addirittura impacciata, non sono mai andato oltre la stretta di mano, o forse solo qualche volta le avrò sfiorato la spalla! Era chiaro come il sole che lei volesse di più, ma semplicemente io non ero disposto a darglielo, e a quanto pare adesso aveva deciso di farsi avanti lei.

Come se la mia mente non sia già abbastanza incasinata! Adesso ci si mette pure lei! Sarà meglio fare un giro per i corridoi di pediatria: lì, a parte Antonella non c’è nessuno che mi conosca, o che possa anche indirettamente infastidirmi.

Con mia grande sorpresa però, quando giungo nei paraggi dell’ambulatorio di Antonella, vedo una ragazza appena uscita dalla sua porta, e purtroppo mio malgrado non posso fare a meno di riconoscerla e di raggiungerla per sapere almeno come stia.
Settimana scorsa l’ho incontrata all’ingresso dell’ospedale: le ho chiesto il motivo per cui fosse qui e mi ha risposto con un semplice “analisi del sangue”, ho cercato di avere più informazioni, ma non me ne ha date. Ricordo ancora però il suo sguardo: perso, preoccupato, triste…e la cosa non mi era piaciuta affatto.

Fino ad oggi ho fatto finta di niente, pensando che fosse soltanto una mia cattiva impressione, ma il fatto di vederla ancora qui, a distanza di così poco tempo, non fa altro che confermare le mie sensazioni iniziali. Devo assolutamente saperne di più! Anche a costo di farle il terzo grado!

- Anna!- la chiamo per farla voltare:- Come mai tutta questa assidua frequentazione dell’ambiente ospedaliero?- domando con un sorriso, facendo finta di essere ancora suo amico

- E lei professore? Non dovrebbe starsene rinchiuso in sala operatoria anziché girare così spesso per i corridoi?- risponde infastidita dal mio atteggiamento

- Dovrò pur sgranchire le gambe in qualche modo! Comunque, tornando al discorso di prima….perchè tutte queste visite in ospedale?-

- In realtà non sono più di quelle che ho fatto l’anno scorso, o l’anno ancora prima!- ribatte con decisione

- Sul serio! Che ci fai di nuovo qui?- domando seriamente anch’io questa volta.

- Sono venuta a ritirare l’esito degli esami del sangue, e ho pensato di fare un salto da Antonella…-

- E per quale motivo?-

- Così! Per salutarla!-dice mentre riesco a notare un po’ di titubanza nella sua voce:- Siamo amiche, ricordi?-

- Appunto! Vi vedete anche fuori! Perché venire a disturbarla proprio qua, mentre lavora?-

-Me l’ha chiesto lei!-

- Era così urgente la cosa?-

- Che palle!- sbotta irritata:- Voleva solo vedere il risultato dei miei esami! –

-E perché?- insisto

- Che ne so! Curiosità professionale!- dice cercando di sembrare convincente

- Potrei vederli anch’io?-

- Perché mai dovresti?!-mi guarda arcigna

- Curiosità professionale?- dico quasi come se fosse una mezza battuta, ma la verità è che non so cos’altro dire: l’ultima cosa che voglio fare è ammettere di essere preoccupato, per poi magari scoprire di aver frainteso tutto.

-Beh, puoi anche tenertela!-

- Fammeli vedere Anna!- comincio ad innervosirmi anch’io

- Li ha già visti Antonella e ha detto che va tutto bene!-

- Non mi fido degli altri! Voglio vederli io stesso!- dico prendendola per un braccio, per fermare il suo continuo arretramento

- Non ti farò vedere proprio niente! Lasciami andare!- dice tentando di liberarsi

- Dannazione! Perché fai così?- sto perdendo la calma! E quando succede…non è mai un bene!

- No, TU perché fai così?- esclama puntandomi un dito contro al petto:- Dici di amarmi, mi prendi e poi mi lasci senza ragione, e ora avanzi pure delle pretese?-

- Certo! Perché io mi preoccupo per te! Non puoi farmi questo! Me lo devi!- dico alzando un po’ la voce

- Io non ti devo proprio niente!- sussurra inviperita a pochi centimetri dal mio volto, per poi allontanarsi di nuovo pronunciando:- Anzi, non so nemmeno perché stiamo ancora litigando, visto che tu nella mia vita non dovresti neanche più esistere!-

Si volta, fa qualche passo, e poi barcollando appoggia una mano al muro, e una sulla pancia accasciandosi leggermente su se stessa. Subito col cuore in pena, corro a sorreggerla.

- Anna! Che cos’hai? Dimmelo!- la sto quasi implorando, spostandole delicatamente i capelli dal viso

- Spostati!- esclama dandomi uno spintone e correndo verso i bagni che si trovano a pochi metri di distanza da noi.

Le vado dietro, e non appena entro, sento che sta vomitando, così rimango in disparte, aspettando che esca dal cubicolo in cui si trova, deciso più che mai ad ottenere spiegazioni.

Mi sento inutile e inerme, sto quasi maledicendo il fatto di essere medico! Sì perché in questi pochi minuti sto già impazzendo a pensare che cosa possa avere: durante la mia carriera di specializzando, ne ho viste tante di cose, ho visto pazienti che arrivavano in pronto soccorso accusando un semplice vomito, e quando poi si scopriva la gravità della situazione, era ormai troppo tardi per fare qualsiasi cosa.

Dannazione! Perché mi sta facendo questo? Sa benissimo che l’amo e che l’unica cosa che voglio è il suo bene. D’accordo! So che l’ho ferita, e che non posso pretendere niente da lei, ma…almeno questo! Voglio solo sapere se sta bene! Dopo di che, potrà continuare ad odiarmi e a evitarmi, non penso di pretendere troppo in fondo!

Pov. Anna
Di solito quando qualcuno vomita, la gente gli scappa lontano disgustata. Qualsiasi ragazzo l’avrebbe fatto, qualsiasi uomo, e invece… purtroppo mi devo ricredere! Non vedo il suo viso, né sento la sua voce, ma dal modo in cui la porta del bagno si è aperta con forza, non ho alcun dubbio: mi ha seguito fin qua, e non mollerà tanto facilmente!

Per la prima volta spero quasi che i miei conati di vomito si prolunghino ancora per qualche minuto, perché non so cosa dirgli, non so come affrontarlo. Non voglio dirgli la verità...perchè ho paura di come reagirebbe...ma non so nemmeno quale altra bugia credibile potrei rifilargli. So cosa state pensando....che prima o poi lo verrà comunque a sapere...ma in questi casi...direi che è molto meglio poi!

Purtroppo dopo qualche minuto, a malincuore sono costretta ad uscire dal cubicolo in cui mi ero cacciata, e mi dirigo ai lavandini senza guardarmi intorno, imbattendomi però nella sua figura riflessa nel grande specchio che mi trovo davanti: è appoggiato con un fianco alla parete, tiene le braccia conserte e mi osserva mentre mi lavo le mani e mi risciacquo la bocca.

Gli mando dallo specchio uno sguardo truce, per fargli capire quanto la sua presenza mi stia recando fastidio.

- E’ inutile che mi guardi così! Non me ne andrò finché non mi avrai detto la verità!-esclama con tono deciso

- Io posso stare qui anche tutto il giorno!- ribatto

- Anch’io!-

- Non hai niente da fare?- domando inarcando un sopracciglio

- Ho un sacco da fare! Ma tu sei più importante…tu vieni prima di tutto!- esclama avvicinandosi a me

Mi volto infastidita e ricomincio a respingerlo con cattiveria:- Ma smettila! Torna a tagliare la gente!-

- Sul serio? Davvero vuoi che lo faccia anche se ho la testa altrove? Hai idea del disastro che potrei combinare?-

Cerca di farmi sentire in colpa, ma non ce la farà...non questa volta….

- Fa parte del tuo lavoro separare la vita professionale da quella privata!-

- Sai benissimo che non sempre ci riesco…specialmente quando ci sei di mezzo tu!- mi guarda intensamente, come se volesse mostrarsi vulnerabile davanti ai miei occhi…peccato che tra noi due, quella ad essere più vulnerabile sono sempre io!

- Ormai non m’incanti più!- rispondo freddamente, mentre lo sorpasso e gli volto le spalle per avviarmi all’uscita dei bagni.

- D’accordo! Se vuoi che cambi strategia, smetterò di essere gentile!- urla da dietro, per poi raggiungermi e con uno strattone mettermi con le spalle al muro:- Dimmi che cos’hai e subito! Non farmi perdere altro tempo!-

- Non ho niente!- continuo a mentire

- Balle! Lo vedo che stai male! Te lo si legge anche negli occhi! Smettila di mentire! Che cosa mi nascondi?- urla sempre più irritato, mentre io, mi sento sempre più a disagio, con le sue braccia che poggiando contro al muro attorno al mio viso, mi bloccano ogni via d’uscita e il suo sguardo sempre più rovente puntato contro di me.

- Io…ho solo un po’ d’influenza!-

Lui fa un sorrisetto isterico :- E’ assurdo! Sei patetica!- lascia cadere le braccia allontanandosi leggermente, ma comunque pronto a bloccarmi:- Stai parlando con me, non con Manuel…quindi evita certe uscite!-

- Non è niente di grave! Ma non voglio dirtelo! Rispetta il mio volere!- cerco di convincerlo ma lo vedo arrabbiarsi ancora di più:

- Al diavolo il tuo volere! Non l’ho mai rispettato e non comincerò proprio ora! Lo voglio sapere!- colpisce con entrambi i palmi delle mani il muro accanto al mio viso, urlandomi:- DIMMELO!-

Io per qualche secondo chiudo gli occhi, spaventata da questo suo comportamento così aggressivo e minaccioso, che non gli avevo mai visto. Sapevo che non mi avrebbe fatto del male, ma in quei pochi secondi ho quasi pensato che forse mi stavo sbagliando.

All’improvviso mi accorgo di aver portato istintivamente la mano destra sul mio ventre, quasi a proteggere il piccolo dal suo scatto d’ira. Un movimento che a tanti sarebbe parso insignificante, ma che lui nota subito, allargando gli occhi per lo stupore e allontanandosi subito da me

- Sei incinta!- esclama con la consapevolezza di uno che sa di non sbagliare, ma che vorrebbe tanto farlo

Io non dico niente, abbasso lo sguardo inerme, aspettando la sua tanto temuta reazione

- Complimenti!-si limita a dire guardandomi quasi con disprezzo:- Sei riuscita a rovinarti la vita anche senza il mio aiuto!- conclude, voltandosi ad aprire la porta e a sparire dalla mia vista, lasciandomi finalmente sola con la mia nausea che stava già ritornando.

Fantastico! A quanto pare anche gli uomini prossimi ai cinquanta, sono ancora abbastanza acerbi! Poi le statistiche si lamentano dei matrimoni in calo! Cosa dovremmo fare noi povere ragazze? Fare da baby-sitter a figli e marito? Odio gli uomini! La colpa di questo pasticcio è tutta loro!

Pov. Dario

So già quello che state pensando! Che sono un uomo senza cuore! Ebbene…forse lo sono! Non sono riuscito a dire altro ne a fare altro! L’ho trattata malissimo e probabilmente adesso starà anche peggio a causa mia!

Ma in questo momento non posso starle vicino, perché sono talmente arrabbiato, e deluso da questa situazione, che l’unica cosa che potrei fare sarebbe spaventarla, e di questo, non ne ha certamente bisogno.

Raggiungo le scale interne e non appena la porta si chiude, colpisco il muro con tutta la mia forza, urlando con rabbia:- Dannazione!-

La mano mi fa male, ma non è niente in confronto al male che io ho fatto a lei! Sì perchè alla fine, la colpa è soltanto mia! Avevo deciso di non stare con lei, perché non potevo darle la vita che si meritava, ma ora, anche stando lontano da me, era riuscita a bruciarsela in un colpo solo! Apparentemente io non c’entro niente con questo casino, ma fondamentalmente la mia colpa è ovunque…. è tutto merito mio! Sono stato io a travisare quella ragazza, a portarla sulla cattiva strada. Forse se non fosse stato per me, sarebbe ancora vergine, in attesa del ragazzo giusto per lei, o forse nel caso l’avesse trovato, avrebbe fatto più attenzione, pensando maggiormente a se stessa piuttosto che a vendicarsi di me, o a fare di tutto pur di dimenticare quest’amore sbagliato che io continuo a portare a galla, anche quando lei sembra essere sul punto di superarlo.

Forse non avrei mai dovuto lasciarla…. avrei dovuto proteggerla, ma pensavo che l’unica cosa da cui doveva essere protetta fossi io, e invece mi sbagliavo, e ora…è troppo tardi per correre ai ripari.

Che fare adesso? Continuare ad addossarmi le colpe non serve a niente! Nè a lei, né tanto meno a me, che non ho mai sopportato i martiri. Probabilmente le starò accanto, se lei mi vorrà, mi renderò disponibile e l’aiuterò sperando di non fare ulteriori guai, ma per ora…ho bisogno di tempo, per digerire la cosa, per farmene una ragione, sperando di trovare al più presto la forza di reagire.


 
Ciao ragazze! Ho all’incirca 4 cose per cui scusarmi! 1) i tempi di pubblicazione 2) i tempi verbali, che anche con tutto il mio impegno non riesco mai a sistemare decentemente 3) i capitoli che non contengono niente di particolarmente eclatante, risultando alquanto lunghi e noiosi 4) l’atteggiamento di Dario che cercherò al più presto di cambiare…abbiate ancora un po’ di fiducia! Non mi dilungo ulteriormente! Ringrazio tutti quelli che nonostante tutto mi stanno ancora seguendo! Ciaooooo  =)
  
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