Anime & Manga > Capitan Harlock
Segui la storia  |       
Autore: Monkey_Machine    30/11/2013    5 recensioni
"E mentre l' ombra nera ancora si occupava dell' uomo, più forte di costituzione rispetto alla povera Yuki presa alla sprovvista come lui, Harlock riuscì a vedere finalmente, insieme al sangue sputato da Tadashi, il cui viso era improvvisamente divenuto viola- rossastro, la figura e il volto del serpente nero.
E ricomparvero, come magicamente, i due occhietti luminosi da sotto una pesante maschera e casco di ferro. Quegli "occhi" gelarono il sangue dei due.
Due spie di una figura tutta femminile, che adesso non abbandonava lo sguardo del pirata Harlock: il suo uomo. "

[Prima Fanfiction...pietà di me]
Genere: Azione, Introspettivo, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
   >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Black Pilgrim's Uprising
 
-1-
Black Snake  
" Veloce come un' ombra, rapido fu il suo sinuoso strisciare"
 
[Quanto può essere immenso l' universo? Dovrà pur avere una fine da qualche parte: un punto dove trovare un muro, o qualcosa che impedisce di andare avanti. Oppure solo il vuoto e la distruzione. Le ipotesi sono tra le più varie e di grande numero. Ci deve pur essere una fine no? Tutto ha una fine e tutto si può definire limitato. Tutto finisce e niente dura in eterno, così come niente si espande all' infinito. Forse allora è solo un continuo circolare dove tutto è assurdamente infinito. Forse l' Universo è proprio questo: un cerchio, o meglio, un insieme di sfere concentriche che si espandono, sempre più grandi, sempre più ampie, nelle quali il punto di inizio corrisponde a quello della fine. Ma la domanda ritorna come tale: quanto si possono espandere queste ipotetiche "sfere". 
Un cielo blu. No, non un cielo, un vero e proprio mare, l' abisso e l' oceano infinito blu e nero. Tanti lo avevano visto, tanti lo hanno sognato, lo hanno bramato ma in pochi sono riusciti a dominarlo davvero. Harlock, il Capitano dell' Arcadia era uno di questi. Era riuscito a dominare lo spazio e sullo spazio; sull' infinito oceano di stelle e misteri: segreti nascosti appena sussurrati in quel silenzio tombale quasi surreale, calmo piatto, immenso. Quel silenzio non poteva essere più immenso e Harlock lo conosceva ormai fin troppo bene tanto che quel silenzio stesso pareva essere sottomesso alla stessa presenza grandiosa e imponente del pirata; o forse, in tutti quegli anni, era stato proprio quel silenzio a contagiare Harlock, a entrare in lui divenendo parte integrante del pirata dello spazio. 
Harlock aveva viaggiato per tutta la sua vita sull' Arcadia e l' Universo lo aveva esplorato in lungo e largo. Era sicuramente l' uomo che più ne sapeva di quella distesa di stelle e astri; eppure non avrebbe mai avuto la superbia di considerarsi il "conquistatore dell' Universo", e i fatti presto lo avrebbero confermato. Harlock era solo un uomo, e cosa può un uomo davanti all' immensità dell' Universo? Può scappare, o affrontarlo come da una vita faceva quell' audace pirata. Eppure una vita non basta ed Harlock era consapevole di questo: non basterebbero un milione di vite per esplorare e conoscere completamente l' universo, immenso o meno che sia. Lo possiamo definire, come anche il Capitano dell' Arcadia faceva, solo troppo grande, per evitare di esprimersi in maniera errata. ]


Erano passati diversi anni  da quando si era giunti infine, e finalmente, al termine della lunga e stremante guerra contro la Regina Raflesia e le Mazoniane. Distruzioni e grandi perdite avevano causato questa battaglia, forse la più grande combattuta davanti alla cecità degli stupidi uomini, la quale razza, ancora per una volta, era stata salvata. Gli anni in seguito alla guerra e ai grandi e  disastrosi effetti che si erano infine riversati sulla Terra, scossero inevitabilmente l' umanità che alzò dunque e finalmente lo sguardo al cielo. 
Fu l' incipit e l' input per una nuova "rivoluzione", il preludio a una futura rinascita dell' umanità, a una nuova presa di coscienza. Ma ci sembra troppo presto anticipare il racconto degli eventi futuri, di anni ..anni più tardi. 
7 lunghi anni erano passati dal termine della guerra. 7 anni da quando il capitano non toccava il suolo terrestre, da quando l' Arcadia sembrava essere sparita nelle profondità dello spazio per non far più ritorno sul pianeta. 
Era stanco il pirata delle stelle, sempre più stanco, quasi affaticato dalle battaglie, dal peso degli anni addietro e dalla solitudine. In tanti se ne erano andati e in tanti lo avrebbero fatto. Gli anni passavano e ognuno di questi portava il suo peso; i suoi tormenti. 

"Harlock tutto bene?"
Un sospiro ruppe il silenzio dopo le parole di Miime accompagnate dal suono leggero dell' arpa, sempre lo stesso dopo tanti anni. 
"Sì Miime...tutto bene" rispose alzandosi dalla sua massiccia scrivania dove la "polvere" ormai dimorava nelle complicate intagliature circolari e raffinate. Nonostante i condotti di areazione essa riusciva comunque a sfuggire ai potenti filtri, comunque antichi dell' Astronave dell' amico.
La musica si interruppe soavemente sotto le leggere e affusolate dita della donna. 
"Ne sono contenta" disse con voce flebile prima che la dolce musica riprendesse a riempire la stanza del Capitano, il quale sapeva bene cosa realmente nascondessero le sue parole. Ormai conosceva bene Miime: non aveva bisogno di indovinare questi suoi pensieri sempre più frequenti
"Scusami"

[...]

"Tadashi, hai dato un' occhiata ai nuovi dati giunti dalla stazione 5532?" chiese Yuki senza staccare gli occhi dai grandi schermi della sala comandi. 
"Li sto controllando adesso" rispose il giovane uomo concentrato anche lui sul monitor, ma al contrario della donna, per qualche istante, con la coda dell' occhio, di tanto in tanto, lasciava scivolare lo sguardo dolcemente sulla ragazza, e quando questa notava lo sguardo di Tadashi arrossiva leggermente "risvegliando" l' uomo e facendolo arrossire a sua volta. 
La mano di Tadashi picchiettava nervosa sul monitor e prese un respiro. 
"Senti Yuki.."
"Aspetta! Guarda" lo interruppe bruscamente la bionda puntando l' indice nello schermo  con decisione. Un mugolio lamentoso dentro Tadashi, che prontamente riuscì a reprimere e a concentrarsi studiando con lo sguardo gli strani e nuovi dati ricevuti dal computer. 
"Guarda queste onde. I dati registrano in maniera anomala"
"Interferenze?"
Scosse la testa contrariata e sicuramente confusa. 
"Non lo so, ma non mi convince"
"Non c'è niente di tanto strano in fondo. Probabilmente stiamo passando in una zona magnetica, e da quanto dicono i dati..dovrebbe essere proprio questo no?"
Si allontanò di qualche passo prima di rivolgere un morbido sguardo alla bionda; quest' ultima invece scosse la testa nuovamente, non mostrandosi altrettanto sicura come Tadashi. 
"C'è qualcosa che non quadra. Osserva con attenzione. Non..non sembrano provenire da fuori, ma dall' Arcadia stessa".
I suoi occhi si puntarono fitti con insistenza su tutte le cifre, numeri e grafici. Due, tre più volte i suoi occhi i suoi occhi si persero nel monitor illuminato dalle scritte azzurrognole  la cui luce si rifletteva sulla sua pelle chiara e sulle ciocche bionde. 
"Da quanto tempo sei davanti agli schermi?" chiese Tadashi afferrandola dolcemente per i fianchi morbidi
"Il tempo necessario. Dovrei parlarne con il capitano. Mi sentirei più sicura e magari ne sa di più riguardo queste onde elettro magnetiche."
Le mani di Tadashi lasciano con la stessa leggerezza con la quale li aveva afferrati i suoi fianchi e indietreggiò prendendo un po’ di distanza annuendo infine. Lo sguardo apprensivo e consapevole di lei incontrò il suo prima di abbandonare, accompagnati da passi decisi, la grande sala. 
[...]

"Se hai bisogno di qualcosa..io sono qui. Riposati per adesso "  gli consigliò Miime prima di scivolar via  dalla camera lasciandosi richiudere la porta alle sue spalle accompagnata dal suo innaturale silenzio a cui ormai i membri dell' Arcadia avevano fatto l' abitudine imparando a conoscere la comunque misteriosa figura di Miime. Tutto questo solo dopo un taciuto ringraziamento del pirata. 
E adesso era solo. Finalmente solo? o ancora solo? Non sapeva neanche più lui la differenza. Cosa desiderava dunque? Che fine aveva fatto quell' ardore, quel desiderio di combattere, di non arrendersi? La luce nei suoi occhi si era spenta davvero? Una velatura marcata come di apatia segnava il suo volto, il quale nonostante avesse mantenuto l' aspetto di un uomo vigoroso e ancora affascinante, portava con se i segni di quella giovinezza che ormai stava perdendo sempre di più per lasciare spazio alla sua maturazione di uomo già cominciata anni addietro e ora nel suo pieno. Inoltre a rendere quello era il volto di un pirata spesso stanco. Stanco di combattere e lottare per chi lo aveva sempre considerato un criminale, un terrorista. Ne valeva la pena? Cosa ne aveva ricevuto in cambio? Niente, soltanto disprezzo..nient' altro che disprezzo e maledizioni. La rabbia più frequentemente lo invadeva e travolgeva. Aveva perso i suoi affetti, persino Mayu dopo la guerra, che aveva allontanato da se dolorosamente per tentare di tenerla il più fuori possibile da tutti quei guai. Se le fosse successo qualcosa non se lo sarebbe mai perdonato, e ormai aveva capito che uno dei tanti pericoli per la ragazzina poteva diventare proprio lui. Suo padre non avrebbe mai voluto una vita da pirata per lei e Harlock aveva sempre rispettato questa scelta, per questo aveva colto l' occasione per allontanarla da lui. Le avrebbe fatto male prima o poi e anche quella sua apatia avrebbe ferito il suo animo gioviale, anche se forse proprio quello sarebbe riuscito a risanare lo spirito del capitano dell' Arcadia. 
Sì era rimasto solo in fondo, o almeno così si sentiva. Solo nei suoi pensieri, nei suoi tormenti, nella sua astronave, nella sua stanza...ma forse dovremmo obbiettare. Quella sera non era proprio solo nella sua camera. 
Ti spiano. Due luci, due spie  nascoste nella penombra, osservano e studiano con attenzione la figura di Harlock. Baluginano nel buio lentamente, pacatamente, quasi fossero invisibili, poiché in fondo proprio questo erano. Provò a scendere, ad avvicinarsi, eppure ad Harlock sfuggì quel, quasi impercettibile, suono. Aprì il suo occhio e lo puntò contro la parete davanti a se. Non si mosse e finse di non aver udito niente. Attese qualche istante, ed ecco il solito suono, più simile a uno strisciare. La sua mano corse al fianco, dove, attaccata alla cintura teneva lo strumento giusto per freddare l' intruso nel caso si fosse rivelato ostile. La presenza scivolò giù per il muro nell' ombra, come una serpe sul sasso, prima di attaccare famelica la sua preda. Un serpe, proprio una serpe si sarebbe rivelata quella presenza. 
I piedi si posarono sul pavimento e un colpo di pistola fece esplodere l' aria nella stanza. Il fiato sospeso di Harlock fissava con insistenza e terribile freddezza la parete fino a pochi secondi dietro di se, mentre la sua pistola in mano era ancora calda e la mano ben stretta intorno al grilletto, rivolta verso la parete buia. 
Nessun movimento, nessun suono. Niente di tutto ciò. Era ricalato il silenzio nella stanza, intervallato solo dai respiri profondi, ma comunque calmi di Harlock. Un passo, poi un altro e lentamente si avvicinò alla parete contro la quale la pallottola si era conficcata. Fiato sospeso… per entrambi, fino a quando...
"Harlock! Perdonami ma.."
"YUKI!"
Troppo tardi, e il capitano lo aveva capito troppo tardi. 
La figura scattò via dal muro, quasi come fosse sempre stata al suo interno e avesse trovato ora il modo di uscirsene. Veloce come un' ombra, rapido fu il suo sinuoso strisciare. Si scagliò inizialmente contro Harlock per farsi spazio e successivamente il suo pugno finì sotto il mento della bionda, che a tale forza improvvisa, cadde indietro con un grido di dolore. 
La figura riuscì, avventandosi contro Yuki, ad uscire dalla stanza a gran velocità, mentre quest' ultima si rialzò con il fiato terribilmente corto e con le labbra sanguinanti e la gola stretta ancora in una morsa di stupore e terribile fiato mancato. Harlock, incredibilmente sorpreso a sua volta si lanciò nel corridoio per seguire la figura misteriosa, che era poco prima scivolata via dalla stanza con impressionante velocità. 
Qualche istante dopo anche Tadashi, nel tentare all' improvviso di bloccare quell' "intrusa" subì la sua violenta reazione, e il pugno stavolta finì dritto nello stomaco, tanto forte da riuscire a  piegare un giovane uomo in due e a farlo quasi crollare a terra. 
"Tadashi!"
E mentre l' ombra nera ancora si occupava dell' uomo, più forte di costituzione rispetto alla povera Yuki presa alla sprovvista come lui, Harlock riuscì a vedere finalmente, insieme al sangue sputato da Tadashi, il cui viso era improvvisamente divenuto viola- rossastro, la figura e il volto del serpente nero. 
E ricomparvero, come magicamente, i due occhietti luminosi da sotto una pesante maschera e casco di ferro. Quegli "occhi" gelarono il sangue dei due. 
Due spie di una figura tutta femminile, che adesso non abbandonava lo sguardo del pirata Harlock: il suo uomo. 

 
  
Leggi le 5 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
   >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Anime & Manga > Capitan Harlock / Vai alla pagina dell'autore: Monkey_Machine