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Autore: Jagiya Eomma    30/11/2013    3 recensioni
Mary ha sempre desiderato andare in Corea del Sud. Compiuti i 20 anni, finalmente ha la possibilità di realizzare il suo sogno. Però sembra proprio che tutto stia andando per il verso sbagliato e l'incontro con un playboy le rovinerà del tutto la vacanza... O sarà solo l'inizio di una serie di peripezie un po' particolari?
Una comica avventura che cambierà la vita di una ragazza, e non solo!
Dal cap 5:« STAI INDOSSANDO I MIEI VESTITI! » urlò una voce e un ragazzo mascherato piombò nella camera.
Mary inizialmente si irrigidì, ma poi decise di affrontare lo sconosciuto.
« Dove sono? E tu chi sei? »
« Non è affar tuo! E adesso lascia stare i miei vestiti! » si avvicinò di qualche passo.
« Fermo lì! Fai un altro passo e te ne pentirai! »
« Ooooh, che paura! Cosa vuoi farmi? Saltarmi addosso? Baciarmi? Lo so che sono irresistibile ma... NO FERMA! »
Mentre lui si dilettava col suo sarcasmo da quattro soldi, Mary prese una maglietta firmata Gucci e, utilizzando tutta la forza che aveva, strappò una manica.
Il ragazzo cadde a terra ed iniziò ad imprecare disperato.
« BASTARDA! MALEDETTA! COME HAI POTUTO? COME HAI POTUTO? »
A Mary scappò una risatina soddisfatta e questo
Genere: Comico, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La fatica del viaggio quasi non si fece sentire dato che Mary aveva passato le ultime due notti in bianco e aveva approfittato del lungo volo per recuperare il sonno perduto.

Si svegliò circa un'ora prima dell'atterraggio. L'emozione crebbe e l'agitazione si fece sentire. Il paese che tanto amava era lì, sotto di lei, pronta ad ospitarla.

Quando finalmente arrivò il momento dello sbarco e Mary uscì, urlò con tutto il fiato che aveva: « Eccomi qui finalmente! » non curandosi degli sguardi divertiti degli altri passeggeri.

Scesero tutti e aspettarono di adempiere all'ultimo controllo dei passaporti.

Prima di staccarsi definitivamente dalla fila in cui era collocata ed uscire, Mary guardò un'ultima volta il soggetto dei suoi pensieri: il cucciolo. Anche se lui non avrebbe mai capito quel gesto, gli sorrise dolcemente e poi si allontanò.

Fuori dall'aeroporto si ritrovò davanti una folla di gente con espressioni divertite stampate in faccia. Mary, incuriosita, si avvicinò per vedere di cosa si trattasse. Appena vide il motivo di quelle risatine sotto i baffi, non poté fare a meno di scoppiare a ridere. Subito dopo avanzò facendosi spazio tra le persone e gridò: « Sorellona Yurim! »

A quel nome rispose una ragazza dai capelli fucsia e i vestiti  stravaganti e variopinti. Saltò fuori dalla sua macchina addobbata con peluche e volò al collo di Mary, stringendola forte a sé e dandole tanti piccoli bacetti.

« Sorellina mia! »

Mary ricambiò l'affetto di quel abbraccio e le lacrime le rigarono le guance. Era davvero piacevole sentire il calore rassicurante, la voce emozionata , il profumo delicato, il battito del cuore e il respiro eccitato della sua migliore amica.

Le due rimasero sospese in quel momento magico per alcuni minuti prima di staccarsi ed entrare in macchina.

« Mamma e papà non vedono l'ora di vederti! Pensa che avevano paura a lasciarmi guidare dato che ero troppo euforica! » esclamò Yurim.

Mary rise e guardò l'amica. Le sfiorò un braccio e sentire la sua candida pelle la rassicurò. Non era un sogno, quella meravigliosa ragazza con cui aveva parlato per 6 anni tramite uno schermo era lì, con lei, a ridere e scherzare tranquillamente, come era solita fare dal loro primo incontro.

Neanche ricordava più quanto avesse benedetto il giorno del suo 14esimo compleanno.

Era primavera, maggio era sulle finite. Accompagnati dall'afa, due novelli 14enni correvano da scuola verso casa. Euforici per i regali che avrebbero ricevuto per il loro compleanno, corsero più velocemente che potevano. Già sapevano cosa avrebbero ricevuto, ne parlavano da tanto! La madre, essendo sola, non poteva comprare loro tutto, ma con un piccolo contributo dei nonni era riuscita a comprare loro due computer. Quando i gemelli erano arrivati a casa e li avevano visti, avevano gridato dalla gioia. Avevano riempito di baci la madre e poi avevano trascorso il pomeriggio con i loro nuovi regali. Per Mary era tutto un mondo nuovo, ma in poche ore era riuscita a capirlo, a differenza del fratello che ancora si dannava. Per caso era entrata in una chat e qui aveva iniziato a parlare con una ragazza. Con sua grande sorpresa, aveva scoperto che Yurim era originaria della lontana Corea del Sud.

In poco tempo le due avevano legato, fino a diventare amiche. In seguito il loro rapporto si era rafforzato , ma la distanza era una sofferenza costante. Vedendola addolorata, la madre di Mary le aveva promesso che appena avesse compiuto 20 anni, le avrebbe dato il consenso di andare da Yurim. Con la speranza di incontrarla, gli anni erano passati.

« Hey, ma lo sai che oggi ho visto un cagnolino bellissimo? Era un amore! » cominciò a dire Mary.

« Ero sicura che avrei visto al più presto il tuo animo animalista! » rise.

« Era davvero troppo cuccioloso! Il padrone l'ha chiamato Gaho! »

Yurim frenò improvvisamente, facendo spiattellare Mary contro il parabrezza.

« Ma sei pazza? Cosa ti è preso? » chiese, guardando male l'amica.

« Hai detto Gaho? Ma... Ma... ODDIO! » Yurim era sconvolta, gli occhi che quasi le uscivano dalle orbite.

«... Cosa? » chiese Mary un po' preoccupata da quel mutamento.

« Sai che oggi era previsto l'arrivo di G-Dragon dagli Stati Uniti? E... E... IL SUO CANE SI CHIAMA GAHO! » Yurim divenne tutta rossa e cominciò a battere le mani sul volante, facendo suonare il clacson all'impazzata.

Mary rimase un po' perplessa da quel comportamento, ma ripensò all'ultima frase che aveva detto.

« Aspetta, mi... Mi stai dicendo che... Che... Ero seduta vicino a G-Dragon? » Mary deglutì incredula, cercando la conferma dell'amica.

Yurim si limitò a muovere la testa in segno di affermazione e poi calò il silenzio. Le due si guardarono per alcuni istanti e poi urlarono come non mai. Saltarono sui sedili e gridarono. Quante volte nella vita sarebbe successo una cosa del genere? Forse mai, ma era successo!

L'eccitazione delle due si placò quando qualcuno batté al finestrino del conducente.

*******

« Yoboseyo? »

« Mamma... »

« Yurim! Dove state? Dovevate essere già qui! »

« Beh sai... È successa una cosa... »

« Cosa? Oddio bambine mie, state bene? Siete ferite? Avete fatto un incidente? Ero sicura che non dovevo lasciarti andare nello stato in cui eri! »

« Mamma, ascoltami! Non ci è successo niente di grave ma... »

« Ma? »

« Siamo state apparentemente... Arrestate.»

Ci furono alcuni secondi di silenzio.

« COSA? MA CHE HAI COMBINATO, STUPIDA FIGLIA? » chiese la madre, urlando.

« Mamma non abbiamo fatto niente di illegale, calmati! »

« CALMARMI? SCHERZI? OH, SE ME LA  PAGHERAI! DOVE SIETE? VENGO A PRENDERVI! »

*******

« Mamma... » cercò di dire Yurim, mentre lei e Mary erano sedute sui sedili posteriori nella macchina della madre.

« Adesso spiegatemi tutto! » ordinò.

« Non è colpa sua, ma mia! » Mary cercò di difendere l'amica.

« Mary non preoccuparti, non la sto sgridando, voglio solo sapere cosa è successo. » il tono della madre si addolcì.

« MARY È STATA VICINO A G-DRAGON, MAMMA! » gridò Yurim emozionata, saltellando sul sedile.

La madre sospirò, ormai si era arresa a capire quella figlia scellerata che si ritrovava.

« E questo cosa c'entra con l'arresto? »

« Beh, quando ci siamo rese conto di questo abbiamo fermato la macchina in mezzo alla strada e abbiamo cominciato ad urlare e sbraitare... E un poliziotto ha bussato al finestrino e ci ha arrestate per disordine pubblico e stradale... »

La madre sospirò ancora, questa volta più forte.

« Non fa niente dai, non è niente di grave... Però speriamo che nelle prossime settimane non succeda più una cosa del genere. Ci siamo capite, ragazze? »

« Si, mamma... » risposero insieme. Mary vedeva nella mamma di Yurim la sua, e ormai la considerava come una seconda madre.

« Bene! Ora torniamo subito a casa, papà vuole vederti, Mary! »

« Non vedo l'ora! » rispose lei, sorridendo.

Quando arrivarono, ad aspettarle c'era il signor Yi a braccia aperte.

« Mary, piccina! » disse, abbracciandola.

« Papà, sono così felice di vederti! » disse Mary, stringendolo forte a sé. In lui aveva sempre visto la figura paterna che non aveva mai avuto al suo fianco. Ormai gli Yi erano la sua seconda famiglia.

« Hey, sono gelosa! » disse Yurim imbronciata.

« Vieni qui, scimmietta!» disse il padre, chiamandola ad unirsi all'abbraccio.

Yurim li abbracciò e si fece coccolare.

« Su, entriamo in casa! » disse il padre, prendendo la valigia di Mary.

La madre era già in cucina a preparare il pranzo. Quando Mary entrò in casa, si lasciò trasportare dal buonissimo odorino che proveniva dalla cucina. Prima del pranzo sistemò le sue cose in camera di Yurim e chiacchierò un po' con quest'ultima del più e del meno: avrebbero dato libero sfogo ai racconti la sera.

« Ragazze, il pranzo è pronto! » le informò la madre.

Mary corse giù dalle scale in fretta e furia ed entrò nel salone. Rimase estasiata davanti alla tavola colma di pietanze dall'aspetto invitante. Rimase a divorare con gli occhi quei piatti appetitosi.

« Hey, non lasciare la tua bava sul cibo! » le disse Yurim, entrando.

« Cosa? Ah... Eh.. Sisi! »

« Scusala mamma, appena vede del cibo si fa filmini mentali su come divorarli! »

Tutti risero, Mary compresa. Poi, come un flash, le passò in mente il viso della madre e ripensò a quello che le aveva detto prima che partisse.

« Oddio, devo subito chiamare mamma! » gridò, alzandosi di colpo da tavola.

« Va bene, vai. Il telefono è sul comodino nel corridoio. »

Mary prese il cordless e digitò il numero di casa.

Dopo alcuni squilli rispose una voce maschile.

« Pronto? »

« Robert! »

« Mary! Finalmente ti sei fatta sentire! Mamma era preoccupatissima! Che fine hai fatto? »

« Scusatemi! L'aereo... Ha fatto alcune ore di ritardo. » inventò lei.

Non voleva rivelare che il primo giorno lontano da casa si era fatta arrestare. Di sicuro la madre si sarebbe allarmata e le avrebbe fatto prendere il primo aereo per l'America, mentre il fratello l'avrebbe presa in giro a vita.

« Ah ok... Comunque mamma è andata a letto, era troppo stanca. »

« Va bene. Ma tu che ci fai ancora sveglio? Dalla tua voce non sembra tu ti sia appena svegliato. »

« Sono rimasto sveglio... Per te... » disse Robert, indugiando.

Mary sorrise, di sicuro il fratello era molto imbarazzato nel dire quelle parole.

« Grazie Robert... Dii a mamma che chiamerò presto! Adesso devo lasciarti, buonanotte! »

« Ciao e stai attenta, sorella pestifera! » rise.

Rise anche Mary e chiuse la chiamata, poi ritornò in salone e si godette il suo primo pranzo in Corea.

 

  
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