«« SCIALBETTA, UN PO’ SMUNTA, OCCHI CHIARI…? AH SI, ALLORA è QUELLA. LA FIGLIA DEL FABBRO. NO, NON è CHE SERVISSE PROPRIO AI TAVOLI, MI SPAZZAVA IL PAVIMENTO, LA TENEVO IN CUCINA. PERCHE’? PERCHE’ PER CARITA’! C’ERA DA TENERLA BEN ALLA LARGA DAI CLIENTI! NO,NON CI SAPEVA FARE. PARLAVA POCO E QUANDO PARLAVA PARLAVA A SPROPOSITO. SAPETE COM’è, I CLIENTI C’HAN SEMPRE RAGIONE, S’HA DA FARE UN SORRISO E UNA SVENTOLATA DI TETTE, SI,LE OCHETTE INSOMMA, MAI CONTRADDIRE SE NON CI SON DI MEZZO IL CONTO: MA SI, E INVECE LEI CI METTEVA IL BECCO, S’IMPICCIAVA DEGL’AFFARI DEI SIGNORI… CORREGGEVA, ADDIRITTURA! RISCHIAVA DUE VOLTE SU TRE DI BUSCARLE E TOCCAVA MANDARE QUALCHE SGUATTERO SE NON IO STESSA A DIVIDERLI. CHE OLTRE AL FATTO CHE SI PERDEVA TEMPO…POI LA CLIENTELA SI IDISPONE! HAI VOGLIA POI A LISCIARTELI! PERò MICA POTEVO LASCIARGLIELA IN MANO; ME LA ROMPEVANO. COSì FRAGILE ERA.. MICA C’HA LAVORATO DA SEMPRE DA ME. MA NO, DA POCO. PRIMA LA SI VEDEVA SOLO QUANDO VENIVA CON LA MADRE A RIPRENDERE IL FRATELLO CHE SI DAVA ALLA BISCA E ALLE RAGAZZE; POVERE ANIME. IL PADRE L’AVEVA CACCIATO DI CASA PROPRIO PER QUESTO SUO VIZIO, E NON GLI DAVA PIU IL BECCO DI UN QUATTRINO: MA PER LORO, NIENTE, ERA A LUCE DEI LORO OCCHI, DI TUTT’EDDUE. CONTINUAVANO A CORRERGLI APPRESSO, A RITIRARLO SU QUANDO SI UBIRACAVA E I COMPARI LO LASCIAVANO NEI FOSSI A GAMBE ALL’ARIA O QUA, CON LA TESTA SUL TAVOLO. QUALCHE VOLTA GLIEL’HO FATTO PORTARE SU A BRACCIA DAI MIEI FIGLIOLI, PER LA PENA CHE MI FACEVANO A VEDERLE SUPPLICARLO DI VENIR VIA. A VOLTE LEI S’è PURE PIGLIATA QUALCHE MANROVESCIO. E PIGLIAVANO I SOLDI DI NASCOSTO PAR DARCELI A QUELLO STINCO DI SANTO LA, CHE SE LI BRUCIAVA TRA DADI E PUTTANE. C’AVEVANO PAURA CHE GLI SI MORIVA DI FAME; MEGLIO SAREBBE STATO! TUTTE LE VOLTE CHE L’HAN DOVUTO CURARE CHE GLI TORNAVA A CASA ACCOLTELLATO. OLTRE ALLA BORSA DISSANGUATA PURE I CREPACUORI. BAH. FOSSE STATO IL MIO, SAI QUANTE LEGNATE? MA SUO PADRE, NO. SANT’UOMO. GROSSO COME UN ORSO,MITE COME UN BUE. NON ERA CAPACE A MENARE COSì. SCUOTEVA LA TESTA E SOSPIRAVA. CHE POI LUI LO SAPEVA PURE DEI SOLDI..MA LASCIAVA CORRERE, CHE INFONDO INFONDO GLI PIANGEVA IL CUORE ANCHE A LUI D’AVERLO MESSO ALLA PORTA. ERA UN INGORDO MASCALZONE QUEL RAGAZZO! È STATA UNA FORTUNA PER LORO CHE SIA PARTITO POI COI SOLDATI DI VENTURA. AVEVA DA FARLO PRIMA! E’ STATO COSì CHE HA COMINCIATO A LAVORARE QUA. CHE SUA MADRE S’è AMMALATA DI MAL DI CUORE E SON SERVITI PIU'SOLDI. POI BOH; UN GIORNO M’è SPARITA E NON SE N’è SAPUTO Più NIENTE. IL PADRE PER ME S’è AMMATTITO PER I TROPPI DOLORE E PER LA SOLITUDINE, ORA CHE LA MOGLIE STA DA PARENTI OLTRE LA VALLE – L’HO VISTA CHE PASSAVA SUL CARRETTO DI BEGHETTO- . GL’HO CHIESTO DELLA FIGLIA E SORRIDE.SORRIDE: MANCO FOSSE MARITATA CON UN DUCA E NON ANDATA, O RAPITA! DOVE SA IDDIO. BAH, PER  ME NE HA PASSATE TROPPE. AH, MA AVETE FINITO. BUONO LO STUFATO? CHE FACCIO, VI CHIAMO UNA RAGAZZA O..TARIFFE BUONE, EH! VE LA POSSO MANDAR DIRETTAMENTE IN CAMERA, C'è LA DORA CHE.. NO? COME VOLETE. NO, PER LA STANZA SI FA DOPO, TRANQUILLO. NO,NO, FERMO LA! DOV'è CHE ANDATE SENZA CHIAVE...QUA, CHE VI CHIAMO IL GARZE. ARISTIDE! »»
[...]
««ATTENTO! V'HO PRESO...CHE VI AVEVO DETTO? "METTETE I PIEDI DOVE LI METTO IO"...CI SONO LE ASSI MARCIE. SU, DATEMI IL BRACCIO. FATTO MALE? ZOPPICATE...PIANO. TENETEVI AL CORRIMANO. HN?AH, è STATA MILLA A PARLARMI DI VOI, ECCO PERCHE' VI CONOSCO. GIA' DA QUANDO SITE ENTRATO HO PENSATO "ECCOLO, è LUI! "POI VI HO SENTITO PARLARE CON BERILLA E..O SI,PARLAVA SPESSO DI VOI, VENITE, DA QUESTA PARTE, DEL SUO VILLAGGIO, E...REGGETE UN ATTIMO. ATTENTO, CHE CADE LA CENERE! AH. QUESTA MALEDETTA NON VUOLE ENTRARE. ABBASSATE,PREGO...OH COSì VA MEGLIO. ECCO! ENTRATE,ENTRATE. NO, QUA TUTTO A POSTO, è SULLE SCALE CHE CI CADE L'ACQUA.EH? VOLETE CHE SIEDA? OH SIETE GENTILE, SIGNORE. QUA?
SONO FELICE CHE LA STIATE CERCANDO. SAPETE, CI HA SEMPRE SPERATO TANTO. FOSTE ARRIVATO QUALCHE MESE FA...SAREBBE STATO TUTTO PIù FACILE. RAPITA? NO, NON CREDETE A QUELLA LA SOTTO, è UNA COMARE SUPERSTIZIOSA; CERTO CHE IO SO DOV'è. L'HO AIUTATA IO. MA SAPPIATE CHE STATE CERCANDO IL NOME SBAGLIATO. SU,SU, CALMO CHE ORA VI SPIEGO. LUDMILLA HA SMESSO DI ESSERE LUDMILLA DIVERSI MESI FA; SE VOLETE CERCARLA, ORA, DOVETE CERCAREHANS, HANS KHROGHEN. CHI è HANS KHOGHEN? MA VE L'HO DETTO ORA! E' LUDMILLA. AAH..PRIMA. BHOF, NON CHE NOI ABBIAMO FATTO GRANDI RICERCHE SUL SUO CONTO. L'ABBIAMO VISTO AL TAVOLO DA GIOCO CHE..MA COME CHI? IO E MILLA! DICEVO..CHE DICEVO?SI, CHE L'ABBIAMO VISTO AL TAVOLO DA GIOCO, RIMASTO FINO A TARDI A FARSI SPELLAR VIVO DALLA COMBRICCOLA DI FEGGIN. NON C'ABBIAMO FATTO TROPPO CASO DA PRINCIPIO, SAPETE QUANTI SE NE VEDONO...ELEGANTI, GAGLIARDI,GIOVANI SCANSAFATICHE CON LE TASCHE PIENE. ERAVAMO IN CUCINA A FARE LE ULTIME PULIZIE PRIMA DELLA CHIUSURA CHE SENTIAMO BERILLA STRILLARE E UN GRAN PUTIFERIO DI LA: MOLLO TUTTO E CORRO, E CHE MI TROVO? FEGGIN E I SUOI CHE PESTAVANO IL GIOVINASTRO PERCHè L'AVEVANO BECCATO A BARARE. CHE POI GLI RODEVA PERCHè ERANO STATI RIPAGATI CON LA LORO STESSA MONETA, MICA PER ALTRO. MORALE, MI TOCCA DIVIDERLI. FEGGIN E I SUOI SE NE VANNO DRITTI SULLE GAMBE, MENTRE QUELL'ALTRO DOBBIAMO PORTARLO FUORI NOI - IO E MILLA-. INTANTO CHE LO METTIAMO A BORDOSTRADA, DOVE CI BUTTIAMO GLI UBRIACHI DI SOLITO, GLI SCIVOLA DI TASCA UNA PERGAMENINA. FOSSE STATA PER ME L'AVREI BUTTATA, MA MILLA, LO SAPETE, LEGGERE CI SA E CI SI è SUBITO AVVENTATA MANCO FOSSE ORO. CHE C'ERA SCRITTO? EH..CONOSCETE L'ACCADEMIA DIODHEMBHRUN?»»