Storie originali > Generale
Ricorda la storia  |      
Autore: Baba Albarn    30/11/2013    2 recensioni
Lo vedevo, dalla mia finestra. Era sempre lì.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Mi chiamo Rim.
Sono un essere. Cosa, vi starete chiedendo. 
Vi risponderò subito: Sono un essere vivente di sesso femminile. 
Sesso per me è una parola molto audace, non ho mai provato a descriverla nemmeno a me stessa. 


La mia storia inizia nella mia camera, come d'altronde, tutti i miei pensieri. 
Ho 18 anni e non ho mai capito realmente cosa accade nella vita degli altri. Mi soffermo a pensare a cosa facciano nel loro tempo libero, se pensano come me, scrivono, disegnano. Addirittura mi fermo a pensare se vanno in bagno e cosa dicono alle persone intorno a loro. 

Ma non soffermiamoci troppo su quest'aspetto del mio pensare. 

Dalla mia finestra vedo sempre un ragazzo. 
Descrivendolo potrei dirvi che ha i capelli neri e lunghi, ricci ribelli e folti. 
I suoi occhi sono come il fondo del mare, quello appena mosso dalle onde che lasciano la sabbia appena modificata tale da sembrare il il palato della bocca di un animale. 

Le sue labbra sono appena gonfie, (di amore? Speranza? O semplicemente di sangue, come quelle di tutti). Ha un particolare pizzetto e dei baffi che mi ricordano molto D'Artagnan (haha)

Ho sempre avuto un particolare riguardo per i ragazzi con il fisico asciutto, le spalle larghe e i fianchi stretti, seguiti da delle mani forti e grandi. 
Il collo. Il SUO collo. Il suo meraviglioso collo, al quale vorrei sospingermi nel cullare della notte e nel tormento dei miei dolori. 

Mentre lo osservavo così, i miei occhi caddero su quello che stava facendo dall'altra parte del palazzo, questa dimensione che ci genera entrambi pur non generando nulla. 
Stava scrivendo. Cosa?
Una storia?
Una lettera?

Così presa dalla curiosità mi spinsi ad aprire la finestra, a farmi notare. 
I nostri occhi si incrociarono per un istante, per poi distorgliersi nella pioggierellina autunnale che era appena cominciata a cadere immettendo una naturale barriera al volo dei nostri sguardi. 
Presi in mano il mio coraggio e sorrisi, di un sorriso lieve e appena accennato, ma che in sè portava il peso di tanti sorrisi più radiosi. 
Lui fu il primo a distogliere lo sguardo, dopodichè si dedicò alla sua scrittura. 
 

Alcuni giorni dopo ci incontrammo al parco dietro la scuola, appena in tempo per occupare la panchina solitaria in fondo al laghetto. 
Lui mi sorrise. Le sue mani sfiorarono le mie e ci sedemmo. Senza parlare. Senza esistere. 
Eravamo lì e al contempo non eravamo da nessuna parte. 

Parlammo appena di noi, del nostro nome, del nostro amore "oculare". 


Dopodichè sparì.



L'unica cosa che ricordo erano i suoi passi. Passi senza nessun corpo che li compisse. 
Passi nel mio cuore. 


Tornai a casa e vidi mia madre guardarmi in modo strano. Mi disse che sulla mia scrivania si trovava una strana lettera, al chè mi diressi verso la mia stanza e la vidi. 

La vidi in tutta la sua semplicità: una lettera di un giallino paglia, con una scritta appena accennata.

Era una lettera d'addio.



Tempo dopo scoprii che negli anni settanta un ragazzo di nome Ray si era suicidato in quella stessa stanza dove vedevo quello strano ragazzo riccioluto.

Chiesi spiegazioni a mia madre e lei mi disse che quella casa era disabitata da tempo, così tornai nella mia stanza, afflitta.

Guardai speranzosa verso la sua finestra: era tutta appannata.


Piano piano vidi una scritta leggera sul vetro: 



"Rim, grazie". 
  
Leggi le 2 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Storie originali > Generale / Vai alla pagina dell'autore: Baba Albarn