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Autore: EgoBrain    30/11/2013    2 recensioni
E’ abbastanza frustrante, perchè volevo davvero consolarlo.
Ma non c’era niente che potessi dire in grado di cambiare davvero quella situazione.
Mi sono sentito paralizzato.
Volevo davvero fare qualcosa per lui.
Ma non potevo.
Genere: Generale, Introspettivo, Triste | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Harry Styles
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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*Consigliato l'ascolto di qualche canzone suggestiva*

Pain
 

Le cose che la gente stava dicendo di lui erano semplicemente disgustose.
Nessuno vorrebbe leggere certe cose di sè.
Non importa chi si è.

 
 
“Ho preso il mio cellulare e in pratica ho cercato..” si interruppe.
 
Aveva iniziato la frase sorridendo. Tentando di sorridere.
E poi ciò che poteva sembrare solo uno gioco si era abbattuto paurosamente su di lui, tornando per pochi istanti a sommarsi alla massa di problemi che già lo circondava.
 
“..ho scritto ‘Harry merda’.. sul mio telefono” abbassò lo sguardo.
Non era affatto facile parlarne in maniera così semplicistica.
La sua voce era tremante e incerta. La sua naturale limpidezza e allegria erano svanite. Come se niente fosse.
 
“Ho semplicemente letto, come..” cercava di chiedere aiuto alle sue mani.
Sperava di riuscire a trasmettere gesticolando ciò che a voce non sarebbe mai riuscito a dire. Lasciò cadere le mani sulle cosce, e il risultato fu un suono facilmente intendibile come frustrazione e incapacità di proseguire.
Poi sorrise ironicamente, mantenendo comunque lo sguardo basso.
Le fossette si accentuarono a dismisura, ma era chiara la loro origine amara. Sbuffò.
Era fottutamente difficile. Stava trattenendo a stento le lacrime.
Cercava di anticiparle, asciugandole ancor prima che gli bagnassero gli occhi.
Una delle sue mani era occupata a tenerle a bada, l’altra, aggrappata con disperazione alla coscia, gli permetteva semplicemente di non crollare. Sbuffò ancora, fino a che non assunse nuovamente una maschera che gli permise di continuare quella frase che tanto lo stava turbando.
 
“In pratica ho letto una specie di..” inspirò “solo un’enorme lista di.. questi commenti” tirò su col naso. Espirò.
 
 
E’ abbastanza frustrante, perchè volevo davvero consolarlo.
Ma non c’era niente che potessi dire in grado di cambiare davvero quella situazione.
Mi sono sentito paralizzato.
Volevo davvero fare qualcosa per lui.
Ma non potevo.

 
 
“E ho letto; per esempio.. ” la sua voce continuava a tremare. “se ci sono tre persone che dicono ‘sei fantastico’ non pensi al perchè te lo dicano. Perchè sono tuoi fan.” abbassò ancora lo sguardo, ormai vuoto “Ma se ce n’è una che dice di odiarti, pensi: perchè mi odi?, cosa ho fatto?” I suoi occhi tornarono ad essere umidi e rossi.  Era un ragazzo. Solo un ragazzo. Cosa c’era di sbagliato in lui? Cosa aveva di detestabile? Queste domande continuavano a frullargli nella testa e non facevano altro che farlo stare sempre peggio.
 
“Accetto le critiche” il tono della sua voce, solitamente caldo e grave, appariva fragile, sul punto di spezzarsi. Harry stesso era sul punto di spezzarsi. “Lo faccio. Senza alcun dubbio. Ma se.. se è semplicemente un ‘non mi piaci’.. allora vorrei sapere perchè non ti piaccio.”
 
Espirò ancora.
Dicevano che parlare aiutasse a scrollarsi le frustrazioni di dosso.
Non sembrava affatto così.
 
Un altro sorriso ironico. Questa volta più grande.
 
Maggiore era il dolore, più maestoso e ironico era il sorriso che Harry mostrava.
“Ho sempre voluto essere una di quelle persone.. a cui non interessa davvero il giudizio degli altri”
 
Si morse le labbra. Continuava a ripensare a tutto. Ai momenti difficili, alle critiche, ai complimenti, agli insulti ai quali non riusciva a dare un senso. Gli facevano male.
Era una persona estremamente sensibile e fragile, anche se poteva non apparire così.
La sua vita era una continua incertezza, e un’autostima bassa. nonostante tutto il successo.
 
Si ritrovò di nuovo a voler asciugare prima del tempo le lacrime che gli si stavano formando agli angoli degli occhi
Non riusciva a fare nient’altro che star male e sperare di soffiare via tutto il dolore espirando e mordendosi le labbra. Abbassò nuovamente lo sguardo, e il solito sorriso sarcastico gli si dipinse sul volto.
 
“Ma semplicemente, non penso di esserlo”
Si guardò le mani tremanti e le strinse fino ad arrossarne le nocche.
 
Dannazione, sii forte Harry..
  
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