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Autore: ryuga hideki    01/12/2013    1 recensioni
S'incamminò senza meta e senza sapere dove si trovasse. Stava pensando di aver fatto un'enorme cazzata a lasciare la prigione, ma era l'unico modo per salvarsi la vita. Si guardò intorno iniziando a ricordarsi del posto in cui si trovava. Era a New York...
Genere: Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Erik Selvig, Loki, Thor
Note: nessuna | Avvertimenti: Mpreg
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Winter
 

 

Era notte fonda ad Asgard, una di quelle fredde e gelide nottate che anticipano la bufera di neve. Nei sotterranei non c'era anima viva, se non le uniche due guardie impegnate a dormire l'uno abbracciato all'altro per riscaldarsi. Fu in quel momento che Loki pensò di mettere in atto il suo piano. Era il momento perfetto, nessuno si sarebbe accorto di nulla fino alla mattina seguente quindi si sarebbe fatto coraggio e sarebbe scappato da quella prigione e si sarebbe messo in salvo. Doveva farlo, non aveva molto tempo. Aveva programmato tutto nei minimi dettagli, studiando ogni singola mossa alla perfezione. Si mise la coperta addosso, prese il sacco con dentro i libri portatogli dalla Madre degli Dei e scappò. Rapido e svelto come un felino, uscì dalla cella con l'uso del suo abracadabra e corse verso il suo passaggio segreto che l'avrebbe portato al sicuro da quel posto.

Quando lo raggiunse, oltrepassò il portale e si trovò sulla terra. Sperava di sbucare da qualche altro pianeta, ma dopotutto è impossibile giocare con i portali.

Era notte anche sul pianeta terreste e il cielo era tinto di un rosso chiaro per via della neve che stava cadendo leggera sulla strada. S'incamminò senza meta e senza sapere dove si trovasse. Stava pensando di aver fatto un'enorme cazzata a lasciare la prigione, ma era l'unico modo per salvarsi la vita. Si guardò intorno iniziando a ricordarsi del posto in cui si trovava. Era a New York, come poteva dimenticarsi di quella città, in fin dei conti l'aveva quasi distrutta! Si fece aiutare dall'istinto e si ritrovò in una zona famigliare. Non era una di quelle che aveva preso d'assalto vicino alla Stark Tower, era una vietta isolata dal caos del centro della città. La via che l'aveva condotto presso la casa del dottor Erik.

Era stanco e sentiva freddo. Non riusciva a proseguire, doveva fare una pausa e riposarsi. Senza nemmeno pensarci troppo, si sedette per terra appoggiando la testa contro il muro e, in men che non si dica, si addormentò.

 

Dei gemiti si propagavano per tutta la stanza. Delle voci appena udibili venivano portate via dal vento che entrava dal balcone. Due corpi si stavano unendo avvolti da un'ardente passione. I loro visi tutti sudati ed arrossati. Ansimavano e si baciavano giocando con le loro lingue. Dei riccioli d'oro gli sfioravano il viso, mentre delle mani possenti gli accarezzavano ogni centimetro della sua pelle.

-Loki...- sussurrò tra gli ansiti.

 

Si svegliò di colpo per via dell'abbagliare di un cane. Ringraziò il cielo per averlo fatto tornare dal mondo dei sogni, se avesse continuato a dormire sarebbe morto assiderato. Si alzò e si scrollò di dosso la neve che era caduta. Continuò a camminare fino a che non riconobbe la casa. Non l'avrebbe mai pensato che sarebbe andato a chiedere aiuto da coloro che sicuramente lo odiavano, ma non sapeva dove altro andare. Non poteva morire. Non ora. Non oggi.

Aprì il portone usando la magia e poi salì fino alla porta d'ingresso del dottore. Suonò il campanello ed aspettò, appoggiandosi al muro. Era stanco e non si sentiva per niente bene. Poco dopo la porta si aprì e si trovò di fronte una persona che avrebbe preferito non incontrare mai.

-Cosa ci fai tu qui?- gli chiese la donna con tono acido.

-So che sono l'ultima persona che tu voglia vedere...-

-Infatti, non ti voglio vedere!-

-Ho bisogno del...- non riuscì a concludere, gli girava troppo la testa. D'un tratto perse ogni forza che aveva in corpo e cadde a terra svenuto.

-Oddio!- cercò di tirarlo su. -ERIK! AIUTO!- il dottore corse a vedere cosa stesse succedendo.

-Jane, ma cosa... Loki?-

-Aiutami! Non possiamo lasciarlo fuori! Anche se lo vorrei!-

Il dottore l'aiutò e lo misero sul divano. Gli tolsero i vestiti tutti bagnati e rimasero a fissarlo.

-Stai vedendo quello che vedo anche io?- chiese allo scienziato.

-Sì...-

-Ma come...?-

-Copriamolo! Lo scopriremo col da farsi!- presero dei vestiti e lo vestirono per poi lasciarlo riposare un po'.

Un oretta dopo, Loki si svegliò e si ritrovò i due seduti davanti al divano che lo stavano fissando. Si mise seduto guardandoli un po' imbarazzato, senza capire cosa stesse succedendo.

-Cos'è successo?- i due non risposero, limitandosi solo a guardarlo interrogativi ed increduli. -Cos..?- si guardò e notò di avere dei capi diversi. -Oddio...- e in quel momento capì del perchè lo stessero guardando in quel modo.

-Allora?- chiese Jane un po' spazientita.

-E' successo e basta. Sono fatto così! Ho questo dono e non posso farci niente... Sono un degenero umano! E i vostri sguardi mi mettono a disagio!- abbassò lo sguardo stringendosi con le braccia.

-Scusa...-

-Come mai sei qui?-

-Sono dovuto scappare. Se qualcuno lo scopre potrebbe fare una brutta fine... devo proteggerlo... è ciò che faresti tu se fosse tuo, no?- la guardò con sguardo rabbioso e impaurito.

-Perchè lo ucciderebbero? Chi?-

-Chiunque! Perchè penserebbero che si tratti di un pericolo per il regno... ma loro non sanno...- posò lo sguardo altrove, per evitare di incrociare quello di lei.

-Non sanno cosa?-

-L'altra parte del sangue che scorre nelle sue vene...-

-E di chi è?- chiese sempre più incuriosita.

-Jane, basta!- s'intromise in dottore. -Lasciamolo riposare! Non vedi che faccia ha?-

-Sì, scusami... riposa pure- si alzò. -Buona notte!- i due se ne andarono lasciandolo da solo.

Loki si sdraiò e guardò il soffitto, mettendo una mano sulla pancia. Si rattristò un po' pensando di dover restare via da casa, via da colui che ama per colpa dei pregiudizi della gente. Avrebbe voluto che lui fosse qui, ma sapeva che non poteva. Non faceva che pensare a quella notte che aveva passato con lui prima che Odino lo condannasse. Non faceva che pensare alle parole che gli aveva detto e per questo era confuso. Non capiva se fossero i suoi veri sentimenti o era contagiato dall'atmosfera del momento. L'unica cosa che sapeva era che suo figlio era dentro di lui e che i sentimenti che provava per quel principe erano veri e sinceri. Chiuse gli occhi e si concentrò sulla sua figura.

-Thor...- sussurrò il suo nome e si addormentò.

   
 
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