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Autore: micRobs    01/12/2013    2 recensioni
Mini commedia romantica in sette capitoli, scritta per la Thadastian Week:
Dal primo capitolo: "«Grazie di essere così-» Stupido? Senza speranza? Privo di qualsiasi istinto di sopravvivenza? «Così e basta, lo sai.»
«Che fortuna» commenta caustico, abbozzando un sorriso che spera risulti abbastanza convincente da non compromettere la brillante messinscena in cui si sta impegnando così strenuamente.
La verità è che ha appena accettato di volare a Parigi insieme al suo ex – mandando alle ortiche non solo ogni forma di logica, ma anche il suo presunto amor proprio – e, come se non bastasse, ha acconsentito ad andarci nelle vesti di suo ragazzo. Di suo attuale ragazzo, per amor di precisione."
Fluff, romanticherie e cliché come se piovesse.
Genere: Commedia, Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Sebastian Smythe, Thad Harwood | Coppie: Sebastian/Thad
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Day 7: The day of firsts ♥
Note di Robs: Vi aspettavate davvero che io concludessi la week in tempo? Lo so, sono pessima, abbiate pietà di me. Ho preferito aggiornare di domenica per continuare da dove avevo interrotto, insomma. Per il resto, ci vediamo giù  ♥
 
 


06. Di nuovi inizi e salti nel vuoto.
 
 
 


Pierre e Margot pronunciano il loro sì sotto un arco di fiori di arancio e magnolia.

A discapito di ogni aspettativa, l’abito della sposa non è la meringa gigante che Thad si aspettava e la cerimonia è più seria e discreta di quanto avesse preventivato. Si è ufficialmente reso conto di dovere le sue scuse a quella coppia così anomala – su cui non avrebbe mai scommesso nulla – quando lei si è ritrovata ad emozionarsi durante lo scambio degli anelli. Ha distolto lo sguardo da quel momento così intimo solo per incrociarlo con quello di Sebastian, in piedi accanto agli sposi. I suoi occhi erano carichi di promesse e tenera aspettativa, Thad riusciva a leggerne ognuna direttamente dalle sue ciglia a cui erano rimaste impigliate.

Le parole sono sempre state superflue tra loro, un modo di comunicare che non hanno mai sentito rappresentarli davvero. Sguardi e tocchi leggeri erano il loro alfabeto e le linee immaginarie, che solevano disegnare l’uno sul corpo dell’altro, erano la loro carta bianca.

Funziona ancora, è un meccanismo che non si è inceppato, una lingua che non hanno dimenticato a causa dell’inutilizzo. Sebastian continua a sottintendere interi discorsi in un battito di palpebre e Thad continua a comprenderli a rispondervi con solerzia. È una dimensione che si conquista solo con la pratica, una sintonia da accordare continuamente e da mantenere viva e costante con dedizione e volontà.

Sebastian ama in silenzio, ama con discrezione e intimità. Ama in un modo che Thad ci ha messo un po’ a comprendere e fare proprio, ma che poi ha condiviso e amato a sua volta. Amare Sebastian per il modo in cui ama è quanto di più sorprendentemente facile Thad abbia fatto. E faccia tuttora. Amarlo per le parole che tace e non per quelle che dice.

Quando Sebastian prende posto accanto a lui, ad uno dei tavoli rotondi che adesso riempiono il giardino della villa, Thad non si domanda dove fosse e perché fosse sparito per metà ricevimento. Non se lo domanda perché sa dove Sebastian ha trascorso la notte precedente: nel loro letto, insieme a lui. A ritagliare promesse e mi dispiace da cucire sulla pelle di Thad, stringendolo e facendo l’amore con lui fino all’alba.

Sebastian sorride di un sorriso nuovo e felice, uno di quelli che Thad venderebbe l’anima per avere la certezza di esserne la causa. Sorride con gli occhi e con le dita, con la mano che cerca la sua sopra il tavolo e che si porta alle labbra con naturalezza.

«Sei più bello dello sposo» dice e lo intende davvero, perché il suo sorriso si accentua e i suoi occhi si illuminano e Thad allora ce l’ha quella certezza. Ce l’ha e se la tiene stretta, anche se l’anima l’ha comunque venduta a quegli occhi verdi e a quel ghigno storto, ormai molti mesi addietro.

«Ho una cosa per te» aggiunse Sebastian, tornando serio ma non lasciando andare la sua mano. «Per noi» si corregge un attimo dopo. Non gli lascia il tempo di rispondere che, distolto per un istante lo sguardo verso il centro del giardino, prosegue. «Ho pensato che forse abbiamo sbagliato approccio con tutta questa situazione.»

Thad avverte il cuore tremare e improvvisamente ha paura di ciò che Sebastian sta per dire. Ma poi il ragazzo continua e allora lui si tranquillizza, le sue dita che gli tracciano morbidamente il dorso della mano.

«Ci siamo sempre arroccati nelle nostre convinzioni e abbiamo sempre preteso che fosse l’altro a cedere ma- quando ieri ti sei sentito male… voglio essere con te se dovesse accadere di nuovo, voglio essere io a farti tornare a respirare.»

Thad annuisce lentamente, fiumi di pensieri e parole che premono per lasciargli le labbra e a cui non sa dare una forma. «Stai dicendo che-»

Sebastian scuote la testa. «No. Sto dicendo che- forse c’è un altro modo. Una terza opzione che non abbiamo considerato» e, così dicendo, infila una mano dentro la giacca del completo elegante e ne tira fuori un foglio di carta piegato in quattro parti. «Tu sei in gamba, Thad, non hai bisogno della Columbia per diventare un gran medico» gli porge il foglio di carta e lo invita a dispiegarlo con un cenno del capo. «Ed io… io non sono mai stato poi così tanto ubbidiente, avevi ragione tu.»

Thad apre il foglio con dita tremanti, lasciandosi cullare da quel dolce limbo tra l’inconsapevolezza e l’improvvisa comprensione. Inarca un sopracciglio e schiude le labbra. «La New York University

L’altro annuisce e si sporge un po’ in avanti, andando a cercare nuovamente la sua mano. «Possiamo prendere un appartamento insieme, magari, e ricominciare da lì. Ma possiamo farlo solo se lo decidiamo entrambi, solo- solo se lo vogliamo entrambi.»

Il volantino ha i colori un po’ sbavati e non è ben centrato in pagina, così diventa improvvisamente chiaro come il sole che Sebastian sia andato a stamparlo in fretta e furia nello studio di suo padre. Thad non sa cosa dire e non sa cosa pensare, perché niente di ciò che aveva immaginato sembra avere senso adesso. Continua a studiare quell’ennesima dimostrazione dell’amore di Sebastian e intanto pensa.

Pensa concretamente all’idea di loro due insieme a New York, nello stesso appartamento. Pensa ai momenti di intimità senza restrizioni, pensa alle infinite possibilità per la loro relazione, pensa a Sebastian che cucina la cena e alla lista della spesa attaccata al frigo, ai calzini sporchi lasciati in giro, ai piatti che nessuno dei due vorrà lavare, pensa al letto che condivideranno e ai loro nomi scritti su ogni superficie su cui faranno l’amore.

E pensa ai litigi, alle porte sbattute, ai bicchieri rotti e alle notti trascorse sul divano, pensa ai silenzi tesi e ai pasti lasciati a raffreddare sul tavolo. Ci pensa e pensa che sia bellissimo e che tra lui e Sebastian c’è sempre stata troppa razionalità e poco spirito di improvvisazione. Ogni storia d’amore è un salto nel vuoto, lanciarsi a capofitto e senza paura in una relazione che non saprai mai dove ti porterà e quanto male ti causerà, fidarsi di qualcuno al punto tale da non avere bisogno di sapere cosa c’è al di là, ma vivendolo insieme così come viene.

Lui e Sebastian hanno sempre affrontato la loro relazione tenendosi per mano, ma sorretti da due paracadute che limitavano la loro velocità e gli frenavano l’atterraggio. Le correnti li sbilanciavano, ma non costituivano mai una grave minaccia, perché vi era sempre qualcosa a mantenerli, a parargli le spalle dagli urti.

Così Thad solleva gli occhi su Sebastian e lo trova intento ad osservarlo, con quello sguardo carico di speranza e aspettativa che gli stringe il cuore per diversi secondi. E allora lo fa, taglia le funi del suo paracadute e lascia che il brivido della caduta libera lo scuota dall’interno, forse per la prima volta.

«Facciamolo. Ricominciamo, insieme.»

E non ha bisogno che Sebastian lo baci con urgenza un attimo dopo, per sapere che è appena saltato con lui.
 

 
 
 

 
 
The End
 
 

E quindi è finita anche questa week e in tempi ragionevolmente brevi, wow ♥

Vi è mai capitato di voler leggere una storia particolare e sentirvi dire “Allora scrivitela tu”? A me un sacco di volte, specialmente in questo fandom. Lo dico, perché questa particolare mini long è una di quelle storie che io volevo leggere a tutti i costi e che quindi mi sono scritta io xD Per questo, devo ringraziare la week, altrimenti non avrei mai trovato l’input e l’occasione per farlo.

Un grazie a chiunque si è fermato a leggere, a recensire, a preferire e a spargere amore un me; un bacio a chi ha tifato dall’inizio per loro due, a chi si è intenerito davanti a Thad e a chi aveva smascherato Sebastian sin dall’inizio, un bacio a chi si è emozionato con la loro storia. Siete un pubblico bellissimo ♥

Detto questo, come avevo accennato anche in pagina, io mi prendo qualche giorno/settimana di tempo per studiare con calma e togliere un po’ di distrazioni da mezzo, quindi non preoccupatevi se sparisco, Robs è peggio della varicella: una volta che arriva, non va più via <3

A prestissimo ♥
 
 
   
 
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