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Autore: Cruel Heart    01/12/2013    3 recensioni
Caro Sk8er Boi_83,
ci siamo scambiati e-mails per…quanto?
Settimane? Mesi?
Beh, sinceramente… non m’importa molto.
Sei entrato nella mia vita, così come io sono entrata nella tua.
Hai scoperto un lato del mio carattere di cui neanche io ero a conoscenza, e mi hai fatto riscoprire le piccole ma fondamentali cose che il destino ci riserva.
Siamo stati fino ad ore inimmaginabili a parlare delle nostre vite, dei nostri problemi, di quello che vorremmo fare da grandi.
Ma sai qual è la cosa più buffa?
È che… non so neanche quale sia il tuo vero nome, non so come sia il tuo viso, di che colori siano i tuoi capelli, i tuoi occhi.
Dicono che i segreti, soprattutto quelli più inconfessabili, non debbano mai essere rivelati alle persone estranee. Ma so che tu non lo sei, per me.
Quindi, il mio segreto è questo: credo… credo… credo proprio di essermi innamorata di uno Sk8er.
[Fan Fiction ispirata al film “Cinderella Story”]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het
Note: AU | Avvertimenti: Incompiuta
Capitoli:
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Crush - Scontro

 

Pov Avril

 

Sbuffai scocciata, rivolgendomi verso Gabriel.

“Sai, per me la gente come Nicole e Evan è geneticamente programmata per stare insieme. Come si può essere tanto egocentrici in un rapporto a due?”

 

“Beh, non voglio immaginare quello che dicono di te.”

 

Abbassai gli occhi, guardando i miei jeans. “Figuriamoci, non sanno neanche che esisto…”

 

Rialzai lo sguardo, osservando il gruppetto di fronte a me.

Loro erano i cosiddetti “popolari”, conosciuti da tutta la scuola per la loro bellezza e ricchezza, un po’ meno per l’intelligenza.

 

“Brrr. Ragazzi, a ore tre ci sono due stranieri.” sentii mormorare Britney, una delle due ragazze che facevano da cagnolini a Nicole.

 

Appunto.

Nicole mise le mani a coppa accanto alla bocca e ci urlò:”Questi parcheggi sono riservati ai bellissimi. Quindi, niente mostri.”

 

Avete presente quelle scene degli anime giapponesi in cui al protagonista esce il fumo dalle orecchie e vorrebbe tanto picchiare qualcuno per la rabbia?

Ecco, questo m’immaginavo di fare… se non ci fosse stato Gabriel a trattenermi.

 

A rincarare la dose, ci si mise anche lui, il verme strisciante.

“Ehi, cameriera, posso avere un’omelette al formaggio? Grazie…” si rivolse a me, con tono derisorio e altamente irritante.

 

“Per fortuna non sanno nemmeno che esisti, eh?”, disse Gabriel, alzando il sopracciglio nella mia direzione.

 

“Già…” gli risposi, roteando gli occhi.

 

Inchiodai il verme con un’occhiata assassina.

Se gli sguardi avessero potuto uccidere, lui a quest’ora sarebbe stato già morto stecchito.

“Fanculo, Taubenfeld.” mormorai, e parcheggiai nell’unico posto disponibile, accanto ai cassonetti dei rifiuti.

Non male come inizio di giornata, eh!

 

Lo stupido gruppetto si sparpagliò, mentre noi sentimmo la campanella suonare e scendemmo in tutta fretta dall’auto.

Arrivati all’entrata, io e Gabriel ci salutammo, dandoci appuntamento nel corridoio per andare in mensa, e ognuno andò a seguire la propria lezione.

Io entravo in sociologia, mentre lui in arte della recitazione.

Nonostante tutto, gli feci un imbocca al lupo mentale per il provino.

Intanto che camminavo, presi la cartina degli stabili del campus e la esaminai. Oggi avrei ultimato il trasloco, finalmente, e avrei potuto passare la prima sera lontana da Judy. Sebbene la mattinata non fosse iniziata nel migliore dei modi, l’eccitazione e l’adrenalina scorreva dentro di me. Non vedevo l’ora di starmene un po’ per i fatti miei. Mentre osservavo attentamente la cartina, inciampai in una mattonella sporgente.

Cercai di recuperare l’equilibrio per non cadere e mi scontrai con qualcuno che stava davanti a me. Per lo scontro, finii a terra come al mio solito, maledicendo il mio scarso senso dell’equilibrio e il dolore per la caduta.

“Che cazzo, stai più attenta!” mi disse una voce seccata che non mi era nuova.

Sollevai lo sguardo, per conoscere a chi appartenesse quella voce, e lo vidi. Che cavolo, con milioni di persone in questa università, proprio con lui dovevo scontrarmi?!

Per la sorpresa, non riuscii a muovere nemmeno un muscolo e rimasi lì a terra come una stupida a fissarlo. I suoi occhi mi scrutavano, mentre lui mi guardava con superiorità e non faceva niente per aiutarmi ad alzarmi. Ma guarda tu che cafone!

Mi sollevai da sola e cominciai a raccogliere da terra tutte le mie cose, che, nel cadere si erano sparse.

Continuava a fissarmi, senza dire niente, e sentivo che quello sguardo così insistente mi stava incominciando a dare sui nervi. “Si può sapere che cosa hai da guardare, Taubenfeld?” gli chiesi stizzita.

“Gli occhi sono fatti per guardare, non lo sai?” mi rispose ironico, senza smettere di fissarmi.

Bene, era la seconda volta in una mattina che non riuscivo sopportarlo. “Allora cerca di guardare da un'altra parte, mi infastidisci.” gli dissi, fulminandolo, e dirigendomi verso l’aula affollatissima.

Per fortuna, il professor Eccleston non era ancora arrivato, e mi ero risparmiata una grande figura di merda, dato che non ero entrata dopo di lui.

Presi posto in terza fila, in modo da seguire bene, e, non sapendo cosa fare, cominciai a fare degli scarabocchi sul mio quaderno degli appunti.

All’improvviso, sentii un rumore vicinissimo a me e mi girai.

Non era possibile, stavo avendo troppa sfiga per una giornata sola.

Lui si sedette proprio accanto a me e, non so perché, la presi come un’offesa. “Mi stai seguendo, per caso?” gli domandai.

“Cosa?! Assolutamente no, anch’io devo seguire sociologia. E poi, secondo te, dovrei perdere il mio tempo a seguire persone come te?” Alzò il mento, squadrandomi dall’alto in basso.

Dio, se solo avessi avuto una bella spranga dura e resistente…“Certo, e immagino che invece le persone che frequenti tu siano stronze esattamente quanto te, giusto?”.

“Lo sai che hai un bel caratterino?” mi chiese invece, con un sorrisino strafottente.

“Felice di saperlo. E adesso, se non ti dispiace, vattene a fanculo e lasciami in pace.”

Si mise sulla difensiva. “Ehi, calmati, bellezza.”

Gli lanciai un altro sguardo fulminante. “Cosa c’è della parola fanculo che non hai cap-“

Sentii qualcuno schiarirsi la voce davanti a me. Alzai lo sguardo e vidi un uomo sulla quarantina e un po’ stempiato che ci guardava. Il professor Eccleston.

Bene, e menomale che dovevo risparmiarmi una figura di merda…

“Ah, Taubenfeld, ancora lei. Si allontani dalla signorina Lavigne e vada a sedersi nella fila di sopra, forza.” Sospirò il professore.

Lo vidi alzarsi, con un sorriso divertito, e prendere posto nella fila sopra la mia. Io, con gli occhi bassi, guardai in giro, alla ricerca di occhiate divertite dal nostro piccolo siparietto. Purtroppo per me, l’aula era già piena e molti mi guardavano sorridendo. Farsi i fatti loro no, eh?

Sbuffai, mentre il professore si sistemava alla cattedra e iniziava la sua lezione.

Ogni tanto, oltre agli sguardi che continuavano a riversarsi su di me, osservavo di sottecchi anche il verme, che mi studiava con un sorrisino che non mi piaceva affatto. Se le prime lezioni erano così, non volli nemmeno pensare alle prossime.

Finita l’ora lo vidi alzarsi e dirigersi verso il corridoio.

Sistemai velocemente i libri nello zaino e seguii la massa di studenti che stava uscendo dall’aula.

Ero ansiosa di rivedere Gabriel, volevo stare con qualcuno che mi facesse sentire bene.

Lo incontrai vicino agli armadietti, che mi aspettava.

Aveva un’aria triste, quasi… dispiaciuta.

“Ehi Gabriel.” Lo salutai.

“Ehi.” Le mie supposizioni vennero confermate in pieno. Mi salutava sempre con qualche stupido nomignolo dei suoi, non era da lui dirmi un semplice ehi.

Doveva essere per forza triste e forse avevo intuito anche il perché.

“Beh… com’è andato il provino?” gli chiesi, sperando di non far danni.

Abbassò lo sguardo dal pavimento, guardandosi la punta delle scarpe. Ci avevo preso in pieno. “E’ andato male, anzi, malissimo. Non hanno voluto neanche farmi finire il pezzo. Che giornata di merda!” esclamò irritato, rialzando lo sguardo verso di me. Non sapeva neanche quanto avesse ragione. “E a te? Com’è andata la giornata?”

“Lo stesso. Mi sono scontrata con Taubenfeld, quello stronzo, defic-“

Il mio discorso venne interrotto da dei gridolini acutissimi. Tutta la grande folla, che si dirigeva verso la mensa, si divise improvvisamente in due parti, una a destra e una sinistra, lasciando misteriosamente il centro vuoto.

Mi alzai sulle punte, per vedere cosa cavolo stesse succedendo, e vidi Nicole e le sue cagnoline camminare nel mezzo del corridoio a passo sicuro verso la mensa, neanche fosse una sfilata di moda.

“Spostarsi, spostarsi, spostarsi.” gridavano agli ignari studenti, peggio dei robot.

Sentii due voci maledettamente familiari parlare all’unisono all’indirizzo di Nicole. “Nicoooole, ciao amore! Come va?”

Oh no, che imbarazzo, speriamo che nessuno scopra che sono le mie sorellastre, pensavo nel panico.

Janette e Aurore correvano starnazzanti e con dei mega sorrisi verso le tre ragazze, che le salutarono falsamente, per poi, per mia fortuna, sorpassarle.

Mentre loro smettevano di sorridere, deluse per non essere state ancora una volta invitate nel gruppo delle “bellissime”- per forza, di bellissimo loro non avevano proprio niente -, osservai i loro vestiti, così diversi dai miei. Se io indossavo una semplice felpa con dei jeans neanche tanto attillati, loro andavano in giro sempre con roba firmata, comprata dalla loro dolce e amorevole mammina, ovviamente. Se questo significava essere figlie di Judy, allora preferivo vestirmi come una barbona.

“Perché tolleriamo quelle due befane?” sentii Nicole chiedere a Britney.

“Per la borsa firmata che ti hanno regalato al compleanno.” le rispose.

“Che poi si è rivelata una volgare imitazione!” aggiunse prontamente Shelly, l’altra ragazza che faceva parte del gruppo a tre.

“Ah, dimenticavo.” concluse altezzosa Miss Barbie, prima di spalancare le porte e di entrare in mensa.

Voltai lentamente lo sguardo verso Gabriel, che era scioccato quanto me per la scena. ”Dai, andiamo.” sussurrò.  

 

***

 

Eccomi qua, people.

Muahah, che ne dite di questi due baldi (?) giovani?

Vi piacciono insieme? :3

Questo capitolo è dedicato a Glaphyra, so che le piacerà e non poco. (PandoraHearts è superfigherrimo (?) *-*)

Bueno, ci vediamo al prossimo!

*evaporizzazione in corso*

Cruel Heart.

 

P.S. Altra mia ff. Remember Me

   
 
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