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Autore: Alissya_Paglieri    01/12/2013    1 recensioni
Regan significa piccola Regina, Cadence significa ritmo.
I suoi genitori l'avevano destinata a grandi cose fin da piccola.
Perchè lei in fondo era una Allen: lei era Regan Cadence Allen.
Il cuore di Regan era stato preso a pugni e strappato, ma batteva ancora.
Può un cuore ferito guarire grazie a mani dolci?
Genere: Commedia, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Harry Styles, Nuovo personaggio, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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“Tired of being so sad, tired of getting so mad, baby
Stop right now, you only let me down, oh oh”







 
 
 
“Regan! Regan, aspetta! Non è come sem…”
“Non ci provare Kyle! Non ti azzardare a dire che non è come sembra! Stavi bellamente scopando con un’altra, in casa nostra, nel nostro letto, cazzo! Mi fai schifo! Stammi lontano! Prendi le tue cose e vattene, anzi no, me ne vado io!”
“Reg, ti prego, lasciami spiegare!”
“Non c’è niente da spiegare, cazzo! Kyle… vai a fanculo, ok?”
“Regan, aspetta!”
“Ciao Kyle.”
 
Chi passava vedeva una ragazza rannicchiata su sé stessa scossa da forti singhiozzi; le ginocchia strette al petto e il viso nascosto dai capelli. Così stava Regan da più di un’ora ormai. Scappata da quella che solo un paio di ore prima aveva ritenuto casa sua, sua e di Kyle. Ma Kyle aveva deciso di rovinare tutto, scopando con un’altra senza problemi. Regan sospettava da tempo che Kyle avesse un’amante, perché certe cose le donne le sentono. Non sapeva più cosa fare Regan. La sua vita l’aveva vissuta in funzione di Kyle. Si erano conosciuti al college e si erano messi insieme il giorno del sedicesimo compleanno di Regan. Ora la ragazza di anni ne aveva 20. Erano andati a vivere insieme due anni prima, quando il padre di Kyle gli aveva regalato quell’appartamento per il diciannovesimo compleanno, sì perché Kyle aveva un anno più di Regan. Kyle era sempre stato l'ancora di Regan in questi ultimi anni. Dopo la litigata con i genitori lui era sempre stato il punto fisso della ragazza. Piangeva Regan, piangeva e si chiedeva cosa avrebbe potuto fare ora, senza il suo Kyle, senza una casa e una spalla amica su cui piangere. Regan non era mai stata una ragazza molto socievole, odiava avere gente intorno, solo Kyle era riuscito a scalfire quel cuore di ghiaccio. Cosa ne sarebbe stato adesso di quel povero cuore? Regan era sempre stata una combattente nata. Era ricca  Regan, ma era stanca di essere trattata come una principessina, era stanca di avere responsabilità troppo grandi per essere solo un’adolescente, così era scappata… da Kyle. I suoi genitori non le avevano mai tolto nulla però. Il suo conto in banca era ancora lì, l’università che si era scelta l’avevano pagata i suoi genitori prima ancora che lei fosse sicura di volerla davvero frequentare. Non l’avevano mai abbandonata sebbene non rispettassero le sue scelte. E ora Regan doveva decidere, doveva decidere se tornare o meno a casa, oppure farsi dare la sua stanza nel dormitorio dell’università. Perché Regan gli studi non li avrebbe abbandonati. Voleva finire l’università. La facoltà che aveva scelto era marketing. Il suo sogno era diventare una manager. Non una manager qualunque, perché in fondo Regan era una Allen, Regan Cadence Allen. L’impero immobiliare del padre parlava già da solo, ma se poi a quello si aggiungeva il fatto che la madre era la regina dell’arredamento inglese il gioco era presto fatto. Non avrebbero mai lasciato che la loro prima e unica figlia vivesse nella miseria, che ne sarebbe stato del loro nome? Accettavano la scelta di Regan di essere una manager nel campo musicale, ma non avevano mai accettato Kyle. Esiste affronto più grande nella vita di una ragazza? Regan pensava di no. E ora mentre il tempo passava e il sole tramontava Regan, ancora rannicchiata su sé stessa, piangeva.
“Ehi, ragazza, tutto bene?” Regan alzò la testa e si trovò di fronte un bellissimo ragazzo dai capelli ricci e gli occhi verdi.
“S-sì” Regan si alzò, pulì i suoi pantaloni alla bell’è meglio dalla polvere, asciugò le lacrime e diede le spalle al ragazzo incamminandosi verso l’università. Aveva deciso: avrebbe preso la sua stanza nel dormitorio e avrebbe finito gli studi. Non avrebbe lasciato il suo sogno per uno stupido ragazzo con gli ormoni in subbuglio.
Il ragazzo rimase lì, fermo a guardare quella ragazza tanto strana allontanarsi, chiedendosi cosa le fosse successo per essere tanto distrutta e fredda con il mondo. Chissà se l’avrebbe rivista pensò mentre anche lui si avviava verso casa sua.
 

“Signorina Allen, suo padre la richiede in segreteria” Regan sbarrò gli occhi stupita e dopo aver chiesto il permesso al professore che annuì con un cenno seguì la bidella fino alla segreteria.
“Ciao Regan”
“Ciao papà”
“Ho saputo che con Kyle è finita…”
“Sì”
“Mi dispiace”
“Sappiamo benissimo entrambi che non ti dispiace per niente, papà”
“Mi dispiace invece, mi dispiace che tu stia male, sei mia figlia Cadence e per quanto io e tua madre non apprezzassimo il tuo ragazzo tu lo amavi e stai soffrendo, quindi mi dispiace che tra voi sia finita”
“Ok”
“Comunque non sono qui per questo. Senti Regan, un mio amico ha bisogno di una mano: il suo assistente ha preso un periodo a tempo indeterminato di ferie perché la moglie è malata di cancro. Mi chiedevo se ti andasse di aiutarlo.”
“Che lavoro fa?”
“Manager di una band che ha molto successo al momento. Potremmo parlare con i tuoi professori, potresti usare questa esperienza come stage.”
“Aspetta, un tuo amico, che è un manager di una band musicale di successo vuole una mano e gli andrebbe bene una ragazzina di 20 anni senza esperienze?”
“Siamo amici da una vita e ti conosce da quando portavi ancora il pannolino. Il nome Paul Higgins ti dice niente?”
“Paul? Zio Paul ha bisogno di una mano?”
“Sì, tesoro. Quando gli ho detto che studiavi per diventare manager mi ha chiesto di farti questa proposta, proprio perché ti conosce e conosce noi. Sa tutto lui della tua storia. Anche io sono rimasto sorpreso quando me l’ha chiesto e sai cosa mi ha risposto lui? “Beh Robert, per questo lavoro ci vogliono le palle, la testa dura e tanto impegno, a tua figlia manca qualcuna di queste doti?”“
“Wow. Lavorerò con zio Paul!”
“Lo prendo come un sì?” chiese retorico il padre.
“Sì sì sì sì e mille volte ancora sì! Grazie papà!” Senza pensarci Regan si lanciò tra le braccia del padre scoccandogli un sonoro bacio sulla guancia. Quando si rese conto si irrigidì e fece per allontanarsi ma il padre la strinse nuovamente a sé, lasciandole un bacio tra i capelli.
“Ci sei mancata piccola Regina”
“Anche voi. Pensavo non voleste più vedermi dopo quello che avevo fatto.”
“Piccola, sarei sempre nostra figlia e ti vorremo bene sempre, anche se non appoggiamo le tue scelte il bene che ti vogliamo non cambia. Ora torna in classe e parlane con i professori, se accettano domani ti accompagno in ufficio da zio Paul, ok?”
“Assolutamente sì!”
“Ciao tesoro”
“Ehm… papà… posso venire a mangiare a casa stasera?” Chiese Regan all’uomo prima di uscire dalla segreteria
“Certo Cadence, le porte per te sono sempre aperte”
“Grazie”

 
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