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Autore: telesette    01/12/2013    0 recensioni
Alla corte della Regina Maria Tsunade, vittima inconsapevole degli intrighi politici del Cardinale Orochilieu, il giustiziere mascherato Sanzashi combatte le ingiustizie a colpi di spada. Il mistero aleggia anche attorno al passato di una giovane fanciulla di nome Tenten che, desiderosa anche lei di combattere per il bene di Konoha, combatte al fianco del giustiziere col nome di Mokuren...
Genere: Azione, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Neji Hyuuga, Tenten, Un po' tutti | Coppie: Neji/TenTen
Note: AU, Cross-over | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Nessun contesto
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- Questa storia fa parte della serie 'Neji X Tenten'
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Neji avrebbe voluto mettere un freno all'idea assurda di Tenten ma, ridotto com'era al momento, non aveva neppure la forza di stare seduto in sella... figuriamoci dunque mettersi a ragionare con una sciocca ragazzina esaltata.
Ripromettendosi di affrontare la questione con lei più avanti, il giovane ferito si lasciò aiutare come un bambino inerte. Tenten lo aiutò a salire su Yorunosute, tenendo le redini dell'animale da terra, e conducendolo così a passo d'uomo verso Villa Hyuga. Dovevano procedere al riparo della fitta boscaglia, non potendo arrischiarsi a percorrere la strada principale, ma fortunatamente Yorunosute era un cavallo intelligente e perfettamente in grado di adattarsi ad ogni tipo di esigenza.
Malgrado le varie ferite e l'ingente perdita di sangue subita, Neji non poteva permettersi il lusso di svenire. Doveva a tutti i costi rimanere cosciente, sopportando un dolore d'inferno, almeno finché non si fosse detto finalmente al sicuro. Non appena le prime luci della villa comparvero alla vista, Tenten domandò a Neji se era il caso di rientrare dalla finestra invece che dalla porta d'ingresso.

- Leggi troppi romanzi - osservò Neji sarcastico. - Ascoltami bene: tu adesso devi rientrare in casa e andare a parlare con mia cugina Hinata, solo con lei, mi raccomando; spiegale cosa è successo, evitando magari i dettagli, e dille di venire in camera mia prima possibile... Io vi aspetterò là!
- Ma come puoi andare in camera tua, se sei conciato così ?!?
- Non discutere, e fai come ti ho detto - tagliò corto l'altro seccamente. - Hinata è l'unica al corrente del mio segreto, o almeno lo era, ed è l'unica in grado di medicarmi senza dare nell'occhio; non è la prima volta che mi succede di ferirmi, anche se non capita spesso, dille solo di portare l'occorrente senza dimenticare l'ago e il filo!
- Ma...
- Regola numero due: si fa come dico io e BASTA, sono stato chiaro?

Tenten fece per replicare ma, non potendo rimangiarsi quanto detto prima, dovette suo malgrado annuìre.
Certo non poteva ancora sapere dei vari passaggi segreti, disposti un po' ovunque in tutta la villa, né immaginare che il cunicolo nascosto dietro una delle statue presenti in giardino comunicava direttamente con la camera da letto di Neji. Come il giovane ferito la vide rientrare da lontano, pure smontando di sella con una certa difficoltà, congedò il cavallo come al solito e quest'ultimo fece ritorno da solo alla sua stalla.

- Figuriamoci - mormorò seccato, sforzandosi di ignorare le fitte lancinanti che gli attanagliavano le membra ad ogni passo. - Si sbaglia di grosso, se crede di potermi dettare condizioni; appena mi sarò rimesso, anzi, la obbligherò a dimenticare tutto a suon di... Ah!

Di nuovo una fitta.
Attualmente, forse, non era il caso di sprecare energie coi nervosismi. Il tempo di attraversare lo stretto cunicolo sotterraneo, malgrado la scarsa illuminazione, Neji rientrò non visto nella sua stanza. Qui lasciò cadere per terra la spada e il mantello e, dopo essersi tolto di dosso la bianca camicia insanguinata, si buttò sfinito sul letto. Ormai il peggio era passato, come tante altre volte che era riuscito a scampare alla morte, e subito il suo sguardo andò all'uomo raffigurato in uno dei ritratti appesi alla parete di fianco al letto.
Suo padre non era riuscito a sfuggire, dinanzi alla morte, anzi l'aveva accolta come una cosa inevitabile.
Forse, un giorno, avrebbe seguito anch'egli lo stesso destino...

***

Come le aveva detto Neji, Tenten si recò immediatamente da Hinata.
Non appena le ebbe fatto il nome di Neji, malgrado l'ora tarda, alla giovane e taciturna figlia del conte bastò un attimo per capire che cosa potesse essere successo al cugino. Subito infatti fece segno a Tenten di seguirla, aiutandola a prendere tutto ciò che poteva servirle: asciugamani, bende, flaconi di disinfettante, unguenti, pomate lenitìve e quant'altro per effettuare le medicazioni... compresi, ovviamente, un piccolo ago sottile e il filo per suturare le ferite.

- Tu... Tu lo sapevi che...
- Ssst - sussurrò Hinata, annuendo tuttavia col capo. - Nessuno qui sa della doppia vita di Neji, e nessuno deve saperlo; io ho promesso di mantenere il segreto, quando mi ha messa a parte di ciò che intendeva fare, per poter contare sul mio aiuto in caso di necessità... e posso immaginare che NON te lo abbia detto spontaneamente, non è vero?
- Beh, veramente...

Hinata emise un sospiro.

- Conosco mio cugino: non ama ricevere aiuto dagli altri, così come non vuole mostrare alcuna debolezza; sarebbe troppo complicato da spiegare, e forse non è neanche giusto che te lo dica, ma non ti stupire se reagirà in modo più che sgarbato...
- Non vedo perché la cosa dovrebbe stupirmi - ribatté dunque Tenten con una smorfia. - Se non altro, vorrebbe dire che sta bene!

Hinata trattenne a stento una risatina leggera dopodiché, assicurandosi che i corridoi della villa fossero deserti, mise tutto l'occorrente in un cestino e con Tenten si recarono assieme nella stanza del giovane ferito.

***

Dal suo modo di fare esperto, nel medicare e fasciare le ferite, si capiva che Hinata era particolarmente abile come infermiera.
Dopo avere pulito e disinfettato il tremendo buco sulla spalla, grazie anche alla pazienza e al volonteroso supporto di Tenten nell'eseguire alla lettera le varie istruzioni, Hinata passò dunque a ricucire i lembi della lacerazione. Il povero Neji aveva mandato giù tutto d'un fiato almeno un quarto di vino rosso e, nonostante l'effetto etilico del liquido, il piccolo ago che veniva passato e ripassato sotto le sue carni gli faceva un male cane. Tenten immaginava quanto dolore stesse provando, e le dispiaceva pure molto; tuttavia decise di seguire il consiglio di Hinata e, evitando come lei ogni tipo di commenti, si limitò a scuotere il capo ogniqualvolta che Neji le rivolgeva un appunto o una frase carica di rimprovero.
Evidentemente costui, qualunque motivo avesse per comportarsi così, non era particolarmente prodigo di buone maniere verso il gentil sesso.
Non che la cosa la stupisse particolarmente, visto che lo aveva sempre visto come niente più che un buzzurro maleducato, eppure adesso quel suo atteggiamento sembrava non sfiorarla neppure.
Neji era Sanzashi.
Per quanto antipatico fosse, arrogante e detestabile come carattere, era la stessa persona che si occupava di difendere i deboli e gli oppressi. Fosse stato perfetto magari, con un sorriso un tantino più allegro ad illuminargli il volto, certo lo avrebbe apprezzato di più. Ad ogni modo, era stato lui a salvarle la vita ( assieme a quella di molte altre persone ) e Tenten sentiva di dovergli quantomeno un forte debito di riconoscenza.
D'altro canto, Neji non si era certo dimenticato della sua assurda intenzione di assisterlo nelle sue imprese.
Inutile dire che, ferito o no, era bene mettere in chiaro quell'aspetto con lei onde evitarle pericolose illusioni.

- Ti senti meglio, adesso? - domandò Hinata, finendo di applicargli l'unguento sulle bruciature.

Neji annuì.

- Tenten, io e te dobbiamo parlare - esclamò serio.
- Sì, hai ragione, non ho ancora scelto il colore del mio costume: pensavo ad una "magnolia/rosa" come tonalità, per non copiare troppo il tuo bianco, ma non vorrei che mi facesse grassa poi dopo sui fianchi...

L'espressione accigliata sul volto di Neji, gli occhi ridotti a due sottili fessure e la gocciolina presente lungo la fronte, era di una comicità senza prezzo. Hinata dovette fare un enorme sforzo, per non mettersi a ridere, mentre Tenten andò avanti a descrivere quelle sue prime idee strampalate su come doveva essere il suo costume da Mokuren.

- Forse ti sfugge un particolare: io NON ho alcuna intenzione di prenderti come assistente!
- Appunto, che aspetti a dirlo?
- Cosa ?!?

La sfacciataggine di quella ragazza era prodigiosa.

- Mio caro Neji, forse sei tu che dimentichi un particolare: io non ho alcun bisogno del tuo permesso, la regola è che devo ubbidirti SE ti faccio da assistente... altrimenti posso decidere da sola quello che voglio fare, giusto?
- Non usare la parola "voglio" con me, ragazzina - sentenziò l'altro furibondo. - Ringrazia il cielo che non posso muovere la spalla, sennò...
- Sennò... cosa ?!?
- Eh-ehm - tossicchiò leggermente Hinata. - Scusa se mi permetto, Neji, ma dovresti considerare anche un altro aspetto...
- Quale?
- Prima di tutto la tua spalla: ci vorrà un mese almeno, perché il braccio che usi per combattere torni a posto, e un po' di aiuto potrebbe farti comodo nel frattempo!

Nel dire questo, Hinata rivolse a Tenten una piccola strizzata d'occhio. Tenten ricambiò il gesto con un sorriso complice ma, nonostante la correttezza di quella osservazione, Neji scosse il capo dubbioso.

- Anche ammettendo per un momento, che io acconsenta ad una follìa del genere - sottolineò. - Non manderei mai allo sbaraglio una mocciosa che, a malapena, sa come si tiene in mano una spada... Tuttalpiù posso tenerti in prova, se proprio non c'è verso di farti cambiare idea, ma è tutto!
- Alla buon'ora - esclamò Tenten raggiante. - Quando cominciamo?

 

( continua col prossimo capitolo )

   
 
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