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Autore: Eynis96    01/12/2013    2 recensioni
"I've tried to go on like I never knew you
I'm awake but my world is half asleep
I pray for this heart to be unbroken
But without you all I'm going to be is Incomplete"
Katniss e Peeta nel Distretto 13 tra liti, baci rubati e parole sussurrate a notte fonda.
Buona lettura
p.s. recensioni costruttive molto gradite :)
Genere: Romantico, Slice of life, Song-fic | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Gale Hawthorne, Katniss Everdeen, Nuovo personaggio, Peeta Mellark, Primrose Everdeen
Note: Missing Moments | Avvertimenti: nessuno
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"I've tried to go on like I never knew you
I'm awake but my world is half asleep
I pray for this heart to be unbroken
But without you all I'm going to be is Incomplete"
-Incomplete, Backstreet Boys

Distretto 13.

Peeta sentiva dolori in tutto il corpo, le ferite sulle gambe bruciavano tanto che persino le leggere lenzuola di lino gli risultavano fastidiose se non addirittura dolorose.

Ogni giorno cercava di riemergere dalla nebbia della sua testa, ma tutte le volte che tentava di ispezionare i suoi ricordi tutto quello che otteneva erano dolorose fitte alle tempie e talmente tanti sentimenti contrastanti lo riempivano che non sapeva da che parte rigirarsi.

Desiderava vedere solo una persona, che però disgraziatamente intenzione di avvicinarglisi.

Le cose erano incasinate.

E non poco.

Però anche se non c'era, Peeta sentiva Katniss accanto a lui ogni momento, tuttavia comprendeva perfettamente lo stato di confusione della ragazza dato che lo condivideva in pieno.

La giovane era venuta una sola volta a trovarlo, ma il colloquio non era stato dei migliori, dato che si erano praticamente insultati.

Con uno sbuffo esasperato Peeta cercò di distrarsi guardandosi attorno.

Erano all'incirca tre giorni che si trovava nell'infermeria sotterranea del distretto 13 e sentiva sinceramente la mancanza del sole.

Si guardò attorno, non era solo, c'erano molti feriti ed ammalati nelle barelle adiacenti alla sua, ed alcune donne si affaccendavano accanto a loro.

Una di queste si avvicinò a lui con un piccolo carrello di metallo a due piani, quello più basso conteneva un grosso catino pieno di acqua profumata, mentre quello superiore era pieno di scatole bianche, cotone e strumenti medici.

Peeta capì immediatamente cosa sarebbe successo di lì a poco e trattenne il fiato.

Un uomo raggiunse la ragazza e le bisbigliò qualcosa all'orecchio e questa apprestò tutti gli strumenti necessari al lavoro del chirurgo, sacca di morfina compresa.

-Allora come ci sentiamo questa mattina Signor Mellark?- chiese cordiale il medico.

Peeta si gelò improvvisamente: l'atteggiamento di falsa cortesia di quell'uomo lo metteva automaticamente all'erta.

Gli ricordava troppo i dottori di Capitol City quando gli somministravano quei potenti medicinali in grado di farlo smettere di sanguinare in breve tempo cosicché potessero subito ricominciare a torturarlo.

-Bene...credo- disse senza muovere le labbra.

Il medico gli tastò l'addome e svolse la fasciatura per cambiare la medicazione sul fianco del ragazzo.

Peeta strinse i pugni per resistere al dolore e per reprimere l'impulso di scagliarsi contro l'uomo che gli stava accanto, doveva cercare una distrazione al più presto.

Fissò il suo sguardo tormentato sulla ragazza che aveva accompagnato il dottore.

Ella stava osservando attentamente il lavoro del medico senza nessun apparente ribrezzo, e Peeta nel disperato tentativo di reprimere i suoi istinti omicidi si concentrò sul giovane volto della donna.

Come accadeva per molti altri in quell'Inferno sebbene i tratti del viso fossero giovani e freschi erano segnati dalle indelebili piaghe della sofferenza e della perdita che si manifestavano sopratutto dentro gli occhi, come un'ombra profonda e scura, proprio in fondo alle pupille.

La fanciulla, sovrappensiero, si scostò una ciocca di capelli castano chiaro dalla fronte e si accorse dell'insistente sguardo del ragazzo.

Come intuendo il suo stato d'animo piantò gli occhi verdi in quelli azzurri del sofferente e cominciò ad intrecciarsi lentamente i capelli per distrarlo.

Quando il dottore finì e si congedò Peeta tirò un sospiro di sollievo e la donna si avvicinò trascinandosi dietro il carrello metallico.

Prese una grossa spugna gialla, la intinse nel liquido profumato e cominciò a tamponare le spalle di Peeta cercando di fare più attenzione possibile a non fare troppo male al malato.

-Ah!- si lasciò sfuggire il ragazzo.

Le ferite sulla schiena erano le peggiori, persino il ricordo faceva male, pensò Peeta.

-Mi scusi- disse gentilmente la ragazza senza smettere però di strofinare.

Peeta quasi sorrise:- Mi dai del lei? Avrai all'incirca la mia età. Usa così nel Distretto 13?-

La ragazza alzò gli occhi al cielo:-No, certo che no. Ma di solito usa così con le persone che non si conoscono-.

-Vuoi davvero farmi credere che tu non mi conosci?- rise Peeta alzando un sopracciglio.

La giovane sorrise come per scusarsi continuando a strofinare.

-Ma, a differenza tua, io non ti conosco-

-Cèline- disse solo la ragazza strizzando la spugna e asciugando Peeta con un panno di cotone per evitare ce l'acqua gli gelasse addosso.

Poi, sempre in silenzio lo aiutò ad infilarsi una camicia che era stata preparata per lui.

Il ragazzo sentiva che Cèline stava per andarsene, ed improvvisamente il panico lo afferrò.

Lui, Peeta Mellark, sopravvissuto a due Hunger Games, ad innumerevoli torture e ad un depistaggio mentale aveva paura.

Sì, una paura terribile che i suoi fantasmi riaffiorassero per distruggerlo.

-Ti...prego...potresti rimanere ancora...fino a che i sedativi non fanno effetto?- sussurrò alla giovane trattenendola per il polso.

Cèline sembrava sorpresa, ma colse il tormento negli occhi dell'uomo e non se la sentì di abbandonarlo, lo aveva già fatto per altri malati con lui non sarebbe stato diverso.

Chiamò una collega per comunicarle le volontà del malato e si sedette accanto a lui.

-Allora...Peeta...cosa vuoi fare?- chiese lei impassibile.

-Non saprei, hai, per caso, qualcosa da leggere?- buttò lì Peeta mentre si tranquillizzava.

-In realtà si- e gli porse un consunto volume che tirò fuori dalla tasca del grembiule tipico della divisa da infermiera.

Il ragazzo lo prese ma le parole cominciarono a vorticare appena lo aprì, quindi infastidito lo richiuse di scatto e chiese:-Potresti, per favore, leggere tu qualche pagina? Io non...-

Céline non attese che finisse la frase, ma cominciò subito a narrare la storia fino a che le palpebre calarono sugli azzurri occhi di Peeta.

 

Per altri tre giorni Peeta e Celine continuarono la loro bizzarra routine e gradualmente tra medicazioni, sedativi e libri Celine raccontava di come era fuggita dal distretto 4 dopo che la sua famiglia era stata massacrata portandosi dietro il piccolo fratellino Ben che lavorava nella mensa di sopra.

A volte ridevano per le battute di Peeta, si scambiavano ricordi di vite che non esistevano più e di esperienze indelebili che non sarebbero mai potute ritornare, e volenti o nolenti stavano creando un rapporto che in guerra non era permesso: l'amicizia.

Perchè in situazioni come quelle un giorno ci sei, poi il giorno dopo non ci sei più, e che motivo c'era di aggiungere altro dolore alle tormentate vite dei sopravvissuti imprimendo eterni ricordi di momenti passati e dolorosamente felici?

Ma gli uomini sono fatti così, non riescono a non uccidersi tra di loro, ma non riescono nemmeno a smettere di volersi bene, per fortuna.

E se da una parte Peeta riusciva per poche ore ad allontanare le ombre della sua mente, anche Celine si prendeva una pausa dal suo estenuante lavoro di infermiera, perchè è così che funziona l'amicizia: ci si porta reciprocamente sollievo per le proprie sofferenze.

Ma quello che nessuno di loro sapeva, è che dall'alto qualcuno li osservava.




Angolo autrice:
Eccomi, allora questa storia è ambientata tra il secondo ed il terzo libro della Saga, quando Peeta si trova nel Distretto 13 ed i rapporti con Katniss sono tesi.
I primi capitoli saranno introduttivi, se avete la azienza di leggerne qualcuno entrerete presto nel vivo della storia.
Grazie un bacio a tutti :)
Eynis96

  
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