Anime & Manga > Soul Eater
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Autore: firephoenix    01/12/2013    5 recensioni
Arieccomi gente! Visto l'inaspettato successo di Maka Red Riding Hood ho deciso di cimentarmi in un'altra long simile dove Maka e gli altri personaggi di Soul Eater si ritroveranno catapultati niente meno che nel paese delle meraviglie! Già, già! Spero che vi piaccia! ;)
"Che diavolo sto facendo? Sono impazzita? Stressata mi passai le mani tra i capelli e sugli occhi e calpestai qualcosa di piccolo e tondo. Alzai il piede trovandomi davanti una piccola boccetta di vetro blu. La presi. “BEVIMI” c'era scritto sopra. Mi lasciai sfuggire una risata sarcastica mentre la soppesavo con la mano.
«Fanculo!» esclamai e la svuotai in un sorso."
Genere: Generale | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Maka Albarn, Soul Eater Evans, Un po' tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Atterrai stranamente quasi in piedi, inciampando all'ultimo in un avvallamento del pavimento. Accanto a me, Blair e Black*star toccarono terra con la stessa facilità con la quale avrebbero sceso il gradino di una scala, la prima silenziosa e morbida come un gatto (cosa inconcepibile visti i tacchi) e il secondo come una palla da demolizione nel pieno della sua azione.
Mi guardai attorno massaggiandomi la caviglia: eravamo atterrati in un corridoio buio e spoglio, interamente fatto di pietra. A intervalli regolari erano collocate delle fiaccole che gettavano oscure ombre sulle pareti rendendo la via ancora più tetra di quello che era. Per rendere ancora più inquietante quell'angusto luogo si aggiungevano poi le apparentemente infinite diramazioni nelle quali si divideva il corridoio, che sembravano andare in ogni luogo e da nessuna parte; ad ogni svolta stavano collocati cartelli rossi sgualciti dal tempo a forma di freccia che recitavano “sei proprio sicuro che sia il corridoio giusto?” “non è questa la via che cerchi” “secondo me ti sei perso” e altri rincuoranti messaggi del genere.
«Devono essere i sotterranei...» sussurrai.
«Quindi sotto al labirinto c'è un altro labirinto? I comuni mortali non hanno proprio fantasia!» sputò Black*star con sdegno e a parte le sue solite straparlate qualcosa di vero c'era; quel posto ricordava davvero un dedalo, o meglio, mi ricordava le vecchie prigioni sotto i castelli medioevali che facevano vedere nei documentari alla tv.
«Bè, che si fa?» chiese Blair guardandomi come se dovessimo esplorare un parco divertimenti e non le segrete di un castello.
Guardai le varie diramazioni. Sospirai afferrando una torcia.
«Per di qua» e iniziai a camminare per il corridoio a destra ignorando la freccia rossa con sopra inciso “sinistra”.
«Dovrei essere io a guidare la spedizione! Cosa sei tu in confronto ad un dio come me?» si lamentò Black*star.
Cos'ero io? Un'eroina? Una combattente? Una pazza?
«Non lo so» risposi sinceramente «ma spero di scoprirlo prima di farci uccidere tutti»
Proseguimmo per qualche tratto accompagnati dallo snervante fischiettare dell'azzurro. I corridoi sembravano essere tutti uguali e temetti che non saremmo usciti di lì tanto facilmente come credevo all'inizio. Entriamo, prendiamo Soul e gli altri e poi ce ne andiamo. Come no! Se solo sapessi dove andare...
«Lo so!» mi girai sussultando a guardare Blair che alzava un dito come se fosse stata colta dall'idea del secolo «Ho capito!»
«Cosa?» chiedemmo in coro io e Black*star.
«Chi è il tuo ragazzo!»
L'azzurro spalancò la bocca e quasi mi cadde la fiaccola di mano.
«Eeeh?» poi mi venne in mente il Castello Bianco, Tsubaki, la tavola imbandita, le dame, Blair che faceva la ficcanaso superiore e io che per zittirla le mentivo sul fatto che avessi un ragazzo meraviglioso ad attendermi.
«È Soul!» la gola mi si seccò nello stesso istante in cui Black*star scoppiava in una fragorosa risata.
«T-tu e Soul? Ahahahah! Ti prego, non si metterebbe mai con una come te!»
«Ottima scelta! Non è male per niente!» disse invece Blair facendomi l'occhiolino.
Io arrossii un po' per l'imbarazzo un po' per la rabbia. Avrei voluto spaccare la faccia a Star pur sapendo che quasi sicuramente aveva ragione e avrei voluto schiaffeggiare Blair anche se il fatto che probabilmente avesse avuto una storia con Soul in passato non erano certo fatti miei ed era stupido esserne gelosa.
«Ma perchè non vi fate gli affari vostri!» sbottai invece offesa e tornai sui miei passi sbattendo furiosamente le ciglia per evitare che si riempissero di sciocche e inutili lacrime di frustrazione.
Improvvisamente mi bloccai facendomi quasi venire addosso gli altri due.
«Che c'è?» mi chiese debolmente la ragazza.
Il corridoio si piegava in un angolo. La parete davanti a noi rifletteva ombre più vivaci rispetto alle altre. Qualche passo. Delle voci.
«Scappate! Adesso!» 


Mi precipitai nella direzione dalla quale eravamo arrivati accompagnata dal ticchettio dei tacchi di Blair che correva dietro di me. Mi girai. Black*star era fermo al centro del corridoio a scrocchiarsi le nocche.
«Che diavolo fai? Muoviti!» dissi a denti stretti.
«Sono un dio. Non fuggirò via come un codardo» era serio in modo inquietante.
«Non sai nemmeno quanti sono!»
Blair appoggiò una mano sulla mia spalla.
«Sa quello che fa, Maka...»
Guardai prima lei poi Black*star. Le voci dal corridoio vicino all'azzurro si facevano sempre più forti. Sospirai. Non avremmo dovuto dividerci.
«Va bene» esalai alla fine «Blair tu vieni con me» lei annuì e svoltammo nel corridoio alla nostra sinistra. Appena girato l'angolo la voce dell'azzurro risuonò tra le pareti di pietra.
«Ehilà comuni mortali! Fatevi sotto!»
Soffocai un sorriso. Era una cosa da pazzi, tuttavia, se tutto andava bene, ci avrebbe consentito di allontanarci e di avere più possibilità di trovare le prigioni. Pregai che funzionasse.
Non facemmo però in tempo a percorrere due metri che Blair inciampò in una pietra e un tacco le si ruppe.
«Oh no!»
«Maledizione» imprecai, eravamo ancora troppo vicine ai soldati. Speravo che Black*star li distraesse abbastanza.
«Erano nuovi» fece Blair affranta.
«Non è il momento! Dobbiamo allontanarci!»
La ragazza si alzò, si sfilò anche l'altra scarpa e le abbandonò in disparte nascoste dall'ombra tra le torce. Stavamo per ricominciare a correre quando la voce di Black*star risuonò tra il clangore delle spade e delle scazzottate.
«Dove sono i prigionieri?»
Forse avevo sottovalutato le capacità cognitive dell'azzurro. Fermai Blair e mi misi ad ascoltare, ma tutto ciò che arrivò alle mie orecchie fu il silenzio. Li ha sconfitti tutti?
«Non li troverai mai!» la voce di un soldato risuonò forte, ma affaticata.
«Sono un dio e un dio può fare qualsiasi cosa! Muhahah!»
Un verso strozzato. Avrei voluto vedere cosa stava succedendo, ma sapevo di non potermi permettere di rischiare. Giocai col sacchettino contenente l'occhio di Free appeso alla cintura per calmare i nervi.
«Lei ti ucciderà» dovetti tendere l'orecchio al massimo per udire la flebile voce dell'uomo.
Il rumore di uno sputo risuonò tra le pareti.
«Non sono certo cazzi tuoi questi. Dimmi dove sono i prigionieri» un altro verso strozzato. Un urlo soffocato. Degli ansimi.
«Il... il corridoio dietro di me... due volte a destra... il cartello...» una risata risuonò roca «non ce la farai... mai» poi il silenzio. Guardai Blair, morsa dall'indecisione e lei alzò le spalle. Oh, fanculo! E uscii allo scoperto.
Come mi aspettavo Black*star era in piedi in mezzo a 8 soldati distesi scomposti a terra. Aveva il dito puntato contro uno di essi, presumibilmente l'ultimo che aveva sconfitto (qualcosa dentro di me sperò che non li avesse uccisi), e stava parlando sommessamente:
«Se mi hai mentito tornerò a prenderti lo giuro. Nessuno può prendersi gioco di un dio»
«Black*star è il nostro eroe!» Blair corse a piedi nudi verso di lui e lo abbracciò soffocandolo nelle sue prosperosità. Io gli andai in contro con un sorriso appena accennato, troppo orgogliosa anche solo per scucire un “grazie”.
«Allora» esordii «il corridoio dietro di lui e due volte a destra, giusto?» gli altri due annuirono e io imboccai la strada verso Soul.
Il problema apparve immediato dopo pochi metri: non c'era nessuno sbocco verso destra; il corridoio era un vicolo cieco. Sulla parete di pietra un cartello recitava “giro giro tondo, ma caschi tu”.
Black*star sgranò gli occhi.
«Mi ha preso per il culo. MI HA PRESO PER IL CULO!» e col fumo dalle orecchie fece per precipitarsi indietro probabilmente ad ammazzare di botte il soldato.
«Aspetta» lo sussurrai appena, ma lui si fermò.
«Aspetta?! Nessuno può prendere per il culo un dio!»
«Nessuno lo ha fatto» mi avvicinai al cartello a freccia rossa e ci appoggiai la mano sopra. Forse mi sbagliavo, forse Black*star avrebbe dovuto riempire quel tizio di botte e forse gli avrei dato una mano.
“Il... il corridoio dietro di me... due volte a destra... il cartello...”
Sospirai e ruotai il cartello sgualcito due volte in senso orario. La parete tremò. Il cartello cominciò a vorticare come impazzito e dal nulla si creò un portale come quello che Excalibur aveva usato per portarmi da Tsubaki, ma di colore rosso. Sorrisi incredula.
«Ci siamo gente!» esclamai vittoriosa e mi voltai, ma Black*star e Blair non stavano guardando né me né il passaggio. Evidentemente reputavano l'orda di soldati che era sbucata all'entrata del corridoio più interessante. Merda.
«Yahooooooooooo! E adesso si che si ragiona!» lo sguardo dell'azzurro sembrava quello che Spirit riservava a delle stripers «Andate pure fanciulle! Qui ci pensa il grande Black*star!» e con un altro urlo si scagliò contro i soldati. Rimasi un secondo attonita.
«Ehm... ok. Blair!» chiamai la ragazza e insieme ci tuffammo nel portale che si richiuse alle nostre spalle. Sperai che Star se la cavasse.
 

«Per tutte le trote salmonate!» Blair espresse pienamente i miei pensieri.
Di fronte a noi c'era un'enorme sala rossa circolare che si sviluppava a cilindro verso l'alto. In mezzo ad essa saliva una lunga scala a chiocciola coperta da un tappeto rosso vivo, la quale si diramava in diversi punti verso le pareti della stanza tappezzate di celle. Guardai in alto. Il soffitto era di vetro ed era l'unica fonte di luce per i circa 50 metri di altezza del “cilindro”. Chiunque ci fosse stato al di sopra ci avrebbe visto subito. Salii insieme a Blair i primi gradini della scala in modo da concederci un po' più di riparo.
Quel posto non mi piaceva per niente e il rosso sulle pareti, invece che rendere l'ambiente più colorato, gli dava una certa sfumatura di malsano che mi faceva rabbrividire.
«Come facciamo a trovare gli altri? Le celle sono infinite» mi chiese la mia compagna di viaggio.
«Non lo so... per non attirare troppo l'attenzione dovremmo guardarle una ad una, ma ci metteremmo un vita»
«E se li chiamassimo per nome?» stavo per guardarla male, ma qualche istante dopo mi trovai a darle ragione. Da quanto tempo regnava quella Regina? 4 giorni? Le celle non potevano essere tutte occupate. Forse non sarebbe scoppiato il pandemonio.
«Possiamo provare...» non feci in tempo ad aggiungere altro che Blair strillò:
«Sooooooooooooooooooooooouuul!»
Saltai in aria per lo spavento.
«Ma sei impazzita?» avevo il cuore in gola. Avrei voluto prendere la ragazza per i capelli, ma nel contempo pregai con tutta me stessa che Soul rispondesse. Nella stanza però risuonò solo l'eco della voce di Blair. Mi salirono le lacrime agli occhi. No, no non mi arrenderò! A costo di guardare dentro ogni sudicia cella per trovare lui e gli altri!
«Soul! Stein! Dove siete?» urlai correndo su per la scala a chiocciola seguita da Blair. Inciampai un paio di volte dalla foga prima che una flebile voce mi giungesse alle orecchie:
«Maka? Sei tu?»
Mi girai di scatto verso una cella un piano più alta di me. Inginocchiata dietro le sbarre, appena visibile nell'ombra, c'era una ragazza bionda che si teneva aggrappata ai pali di ferro della prigione come se fossero la sua unica salvezza.
«Liz!» esclamai sorridendo e in un lampo salii i gradini e attraversai lo stretto corridoio che andava dalla scala a chiocciola verso la parete nella quale era incastonata la sua cella, fregandomene del tetto trasparente. Mi aggrappai alle sbarre e lei mi rivolse un debole sorriso. I suoi capelli da super modella erano sgualciti e smunti. Il volto e le braccia erano coperte di lividi e la maglietta che indossava lo stesso giorno in cui ci eravamo incontrate era strappata e rossastra nei punti in cui il “topo volante” l'aveva afferrata per rapirla.
«Sei venuta»
«Certo e adesso ti tiriamo fuori di qua. Blair!» la ragazza coi capelli viola arrivò saltellando.
Io guardai la serratura della cella di Liz «Ehi non è che hai... non so delle forcine?» le chiesi e lei mi guardò sorridendo.
«No, ma ho queste» e sollevando la mano destra mi mostro un mazzo di chiavi che le penzolava dall'indice. La guardai strabiliata «Le ho prese dal tipo che Black*star ha steso. Ho pensato che sarebbero servite»
Risi di gusto.
«Sei un genio!» esclamai incredula, lei mi passò le chiavi e dopo un paio di tentativi la cella di Liz si aprì «Dove sono gli altri?» le chiesi poi.
«Lì c'è Patty, lassù Stein...» e andò avanti ad indicare prigioni fino a che non ci ritrovammo tutti sulla grande scala a chiocciola, malconci, ma vivi. Tutti, tranne Soul.
Li guardai: Liz e Patty erano abbracciate da quando le avevamo liberate, Stein fumava con aria compiaciuta una sigaretta tirata fuori da chissà dove, il coniglio della tavola del tè infastidiva Ashura che rimaneva rigorosamente impassibile e Blair batteva le mani contenta. Finalmente trovai il coraggio di parlare.
«Dov'è Soul?» nessuno mi rispose; Liz e Patty abbassarono persino lo sguardo, Stein invece buttò fuori un po' di fumo e indicò una cella dell'ultimo piano con lo sguardo.
«Quello che troverai potrebbe non piacerti» disse, ma io avevo già iniziato a correre.


Appena giunsi alla cella buia, incurante del soffitto di vetro a pochi metri da me, pensai subito che fosse vuota. Forse avevo sbagliato, forse era quella affianco. Poi sentii una voce, come una cantilena o una preghiera ripetuta all'infinito. Mi salì il cuore in gola. Era la sua voce.
Senza esitare presi le chiavi e al settimo maldestro e tremante tentativo la porta della prigione si aprì. Entrai piano nell'ombra, timorosa. Ora che ero più vicina, la sagoma di Soul era ben distinguibile nell'oscurità, seduta in un angolo; i suoi capelli chiari ondeggiavano seguendo i movimenti del capo, avanti e indietro, avanti e indietro.
«Soul...» la mia voce tremò. Mi avvicinai ancora per sentire meglio le parole che sussurrava senza tregua e mi inginocchiai di fronte a lui.
«Un arma, lei la vuole, potente, non-abbastanza, non-abbastanza, lingua biforcuta, un ago, senza pagliaio» risata isterica «sangue, giorno, notte, tik, tok, tik, tok, occhi di vetro... nessuno può salvarti... Alice» per un attimo si fermò e parve guardarmi intensamente con occhi vuoti e scuri, poi ricominciò.

 


 


Salve salvinooooo

Lo so, sono una stronza.
Un sacco di ritardo e poi me ne vengo fuori con questo capitolo del cavolo.
Perdonatemiiii!! Giuro che il prossimo sarà meglio!
Un grazie comunque a chi non mi ha insultato a fine capitolo e a tutti gli altri che comprensibilmente lo hanno fatto :D (perdincibaccola a volte mi insulterei anche io!)

XOXO
firephoenix

 

  
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