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Autore: LarrysFactsJosh    01/12/2013    0 recensioni
Io, Harry Styles, 19 anni, frana in tutto e per tutto, ho appena visto un angelo. Non pensavo esistessero, me li immaginavo tutti vestiti di bianco con delle ali giganti attaccate alla schiena che ti guardano dall’alto, ma mi sono sempre sbagliato. Gli angeli esistono pure sulla terra, senza ali, con vestiti normali, che si mescolano tra la gente cercando coloro che devono tenere d’occhio ed entrando nella loro vita come dei tornadi, sconvolgendola e, all’insaputa della persona, curandola e migliorandola. Io devo proprio essere messo male se sono stato affidato ad un angelo, non che mi dispiaccia, penso sia il più bello di tutti, con quegli occhi che si possono tranquillamente confondere col cielo, così brillanti e intensi, che ti accecano da subito, non puoi non notarli, non puoi non affondarci dentro, come in una piscina tutta per te, te ne vuoi appropriare e ti ci butti dentro, ti ci perdi ed è così che non esiste più niente intorno a te tranne quei due pezzi di cielo..
Genere: Fluff, Romantico, Sentimentale | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Is this a fairy tale?
 

Io, Harry Styles, 19 anni, frana in tutto e per tutto, ho appena visto un angelo. Non pensavo esistessero, me li immaginavo tutti vestiti di bianco con delle ali giganti attaccate alla schiena che ti guardano dall’alto, ma mi sono sempre sbagliato. Gli angeli esistono pure sulla terra, senza ali, con vestiti normali, che si mescolano tra la gente cercando coloro che devono tenere d’occhio ed entrando nella loro vita come dei tornadi, sconvolgendola e, all’insaputa della persona, curandola e migliorandola. Io devo proprio essere messo male se sono stato affidato ad un angelo, non che mi dispiaccia, penso sia il più bello di tutti, con quegli occhi che si possono tranquillamente confondere col cielo, così brillanti e intensi, che ti accecano da subito, non puoi non notarli, non puoi non affondarci dentro, come in una piscina tutta per te, te ne vuoi appropriare e ti ci butti dentro, ti ci perdi ed è così che non esiste più niente intorno a te tranne quei due pezzi di cielo..

< Ehiii > l’angelo senza nome mi sventolò una mano davanti alla faccia. Mi riscossi dai miei pensieri e lo guardai in attesa.

< Cos’hai? È da quando mi sei venuto addosso che non fai altro che guardarmi. Stai bene? > non risposi, ero troppo incantato da quegli occhi..

 
Riprenditi idiota, non vorrai fare una figura di merda pure con l’angelo custode, almeno per oggi evitatela.

 
La mia coscienza sempre pronta a farmi tornare con i piedi a terra, soprattutto sempre molto gentilmente.. Scossi la testa e fermai il mio flusso ininterrotto di pensieri, portai il mio sguardo per l’ennesima volta sul ragazzo davanti a me.

< Nono scusami sono solo stanco.. mi dispiace di esserti venuto addosso> risposi cercando di non mostrare il mio imbarazzo per quella figura appena fatta.

< Fa niente. A proposito, come ti chiami? Io sono Louis >.

< Harry. Hai un bellissimo nome, Louis > gli sorrisi. Ed era vero, un angelo cosi meraviglioso doveva per forza avere un nome altrettanto bello.

< Gr-grazie> non ci credo, ho appena fatto arrossire il mio angelo?! Aspetta.. il MIO angelo? Da quando? Lo conosco da neanche 10 minuti!

 
Oh, oh! il caro e vecchio Styles.. io lo so cosa ti sta succedendo… è una parolina.. inizia con la A, finisce con la E...
 

NO! Non mi sto innamorando. Non c’è storia. Non lo conosco neanche. Okay che credo nell’amore a prima vista ma non può essere così.. no. Non mi sto innamorando punto e stop. Magari in futuro.. chissà. Ma non ora, non avrebbe alcun senso. So solo che si chiama Louis e ha gli occhi color del cielo..

 
Se lo dici tu..

 
Mi sforzai di non ascoltare la mia testa mentre mi dirigevo con Louis in un bar per mangiare qualcosa. In quei pochi minuti del tragitto conobbi molto su di lui: aveva 21 anni, 4 sorelle, delle quali era il maggiore, lavorava in un negozio di animali ed era un ragazzo davvero molto simpatico e gentile.
Eravamo seduti uno davanti all’altro, parlando del più e del meno, lo conobbi molto quel giorno. Il primo di tanti per fortuna..

 
2 MESI DOPO

 
Diciamo che non abbiamo mai neanche provato ad essere amici, c’è stato da subito quel feeling che tra due semplici amici non c’è, che senso aveva prenderci in giro? Ma nonostante ciò, non è mai successo niente di più di qualche coccola sul divano. Io mi sono reso conto di essermi davvero innamorato di lui quando, una settimana dopo il nostro primo incontro, lo scoprii a parlare con un altro ragazzo. Preso dalla gelosia lo portai via da lì, volevo baciarlo, avrebbe avuto più senso come spiegazione che di una semplice bugia come “scusami, mi ha chiamato mia madre, devo tornare a casa in fretta”, ma sono sempre stato troppo timido per i miei gusti da fare quello che mi dice l’istinto. Per questo sto aspettando ansiosamente che sia lui a fare la prima mossa. Ci troviamo molto spesso in situazioni ‘anormali’ per due amici, così vicini dal baciarci, ma succede sempre qualcosa, che sia un ostacolo o solo lui che si tira indietro non mi interessa, vorrei solo che prendesse una decisione.

Oggi, 11 novembre 2013, ringrazio il brutto tempo che mi ha permesso di rimanere a casa sua a dormire. Siamo sul divano, lui seduto con le gambe appoggiate all’appoggiapiedi davanti a noi, io appoggiato a lui con le braccia a circondargli la vita e la testa sul suo cuore, il suo braccio sinistro mi circonda le spalle e da un paio di minuti gioca con i miei riccioli.

< Ehi, Haz > mi disse lui continuando a guardare la tv che avevamo messo in sottofondo, ma che nessuno dei due stava seguendo.

< Hmm > aspettai una trentina di secondi, poi girai la testa per guardalo, quando stava in silenzio voleva dire che tramava qualcosa.

< Lou? > chiesi una volta accertatomi che non volesse uccidermi da un momento all’altro.

Non so come, in un secondo mi ritrovai sdraiato con lui messo a cavalcioni sopra di me che continuava a farmi il solletico e a ridere.

< Louuu! Lasciamiii andaree! > dissi nel bel mezzo delle risate. Non mi mollava, continuava a ridere con un sorriso che andava da un orecchio all’altro e, dio, quanto darei per portelo baciare ora.

< Mai. Tu sei solo mio e io non ti condivido col mondo > si fermò di botto, mi sorrise.

Non ci capivo più niente, ma cosa diavolo stava succedendo?! Arrossii, abbassai lo sguardo al pavimento di fianco a me, poi chiusi gli occhi e inspirai più volte, ma niente impedì ad un sorriso sincero e pieno di felicità di farsi strada sul mio viso. Louis lo notò, a quanto pare, perché ad un tratto sentii delle labbra appoggiate sulle mie, sul mio sorriso, ma durò solo pochi attimi, neanche il tempo di aprire gli occhi per guardarlo che si era già staccato e si stava torturando le mani appoggiate sulla mia pancia.
 

Adesso o mai più, idiota. Bacialo, muoviti. O lo vuoi perdere anche prima di averlo?

 
Se ne stava pentendo, lo vedevo. Stava pensando a cosa fare per sistemare la situazione. Anche io volevo sistemarla, ma in modo diverso. Dovevo prendere l’iniziativa, feci un lungo respiro e poggiai entrambe le mani ai lati del suo viso. Gli feci alzare lo sguardo e finalmente incontrai quegli occhi, quelli che in poco tempo erano diventati tutto ciò di cui avevo bisogno. Gli sorrisi, lui ricambiò con un piccolo accenno di sorriso, quanto bastava per far apparire le dolci rughe sotto gli occhi, gliele accarezzai entrambe con i pollici. Cominciai ad avvicinarmi, piano, per fargli intendere cosa volevo fare e, a mio malgrado, farlo allontanare in caso non volesse. Ci trovavamo a pochissimi centimetri di distanza, avevo il suo respiro sul collo, feci sfiorare le nostre labbra, le mie mani ancora sul suo viso, le sue si arpionarono al colletto della mia maglietta. Cominciai a movimentare la situazione, muovendo piano le labbra sulle sue. Lui rispose subito al bacio, all’inizio un po’ incerto, ma poi prese più fiducia e passò la lingua sul mio labbro inferiore chiedendomi il permesso di fare di più, ed io acconsentii dischiudendo le labbra. La mia lingua incontrò la sua e mille farfalle presero il volo dentro di me. Non mi sarei mai aspettato fosse così, nonostante lo avessi immaginato così tanto da farmi venire la nausea. Era un bacio dolce, pieno di domande senza risposte, di dubbi sul futuro, di felicità, di ‘si finalmente, non ce la facevo più’. Si staccò per riprendere fiato e mi guardò. Gli stampai un veloce bacio a stampo, appoggiò la testa sul mio petto ed io presi ad accarezzargli i capelli morbidi.

< Non puoi neanche immaginare da quanto aspettavo questo momento, Lou > dissi sui suoi capelli.

< Amo quando mi chiami Lou, è così dolce > sorrise sul mio petto e io gli alzai la testa per guardarlo in faccia.

< Amo quando mi chiami Haz, è così dolce > risi leggermente alla ripetizione delle sue stesse parole.

Fissò lo sguardo su di me e sorrise, prima di baciarmi. < Mi piaci, Haz > disse sulla mia bocca.

< Anche tu, da impazzire, Lou > rise della mia affermazione.

< Che ti ridi? > dissi cercando di fare il finto offeso ma non riuscendo a nascondere un sorriso nel vedere la sua faccia da cucciolo indifeso.

< Si può sapere perché ho dovuto fare io la prima mossa? > mi morsi il labbro inferiore, allora se ne era accorto. Brutto stronzo e mi ha pure fatto aspettare tutto questo tempo!

< Perché sono timido okay? E poi se tu lo avevi già capito perché cavolo mi hai fatto aspettare così tanto?! > dissi con una voce molto acuta che lo fece ridere.

< Volevo vedere se ti decidevi a baciarmi tu prima di doverlo fare io >

< Ah beh, se vuoi ora non ho più paura. Posso anche prendere l’iniziativa > dissi poco convinto di quello che stavo sparando, ma colpito da un enorme adrenalina ed eccitazione.

Lui mi sorrise malizioso < davvero? > disse con un sorriso bellissimo che mostrava i denti.

< Certo, ma prima mangiamo che ho fame > me lo levai di dosso, non prima di lasciargli un bacio all’angolo della bocca.

Rise.< Sei sempre il solito > . Mi seguii in cucina scuotendo la testa come una mamma che rinuncia a togliere il vizio al figlio.

Gli mostrai la linguaccia, nessuno poteva impedirmi di mangiare tutte le schifezze che trovavo, nemmeno il mio angelo che ora mi abbracciava da dietro, con la testa appoggiata sulla mia spalla.

 
Beh forse per lui faresti uno sforzo..
 

Eh va bene, ma non ora, sto completamente morendo di fame!

< Che cerchi, piccolo? > mi sussurrò all’orecchio solleticandomi i fianchi.

Rimasi pietrificato. Sbaglio o lui mi ha appena chiamato PICCOLO?! Evidentemente lo notò anche lui questo cambio di umore improvviso.

< Haz? Che succede? > chiese dolcemente.

< N-niente > balbettai < stavo solo pensando.. >

< A cosa? >

< Al n-nomignolo.. > ammisi abbassando la testa.

< Oww teneroo > disse stringendomi più a se. < Girati > ordinò dolcemente.

Eseguii e mi ritrovai a pochi centimetri da lui, ancora. Lo guardai negli occhi e lui mi sorrise.

< Tu sei il mio piccolo > iniziò osservandomi. Vedendo la mia faccia cambiare almeno cinque tonalità di colore riprese e si spiegò < quando prima ti ho detto che sei mio e non ti voglio condividere con nessuno ero serio… tu.. tu sei diventato subito tutto per me e solo il pensiero di vederti con un altro mi fa stare male e attorcigliare lo stomaco, non posso sopportarlo > gli sorrisi, con il cuore, con gli occhi, con tutti gli organi che possedevo, lo amavo, ormai ne ero sicuro e glielo avrei detto subito, ma lui sembrava non aver ancora finito il suo discorso così lo lasciai continuare. < E sei piccolo perché, beh sei più piccolo di me > risi < ma sei piccolo perché quando sono con te mi sento di doverti curare, di dovermi assicurare che tu stia bene.. diciamo che mi sento un po’ tua mamma ma non volendo esserlo > rise. La sua risata, dio era la cosa più bella del mondo. Portai ad allacciare le mie mani dietro il suo collo e lo avvicinai di scatto a me, baciandolo con passione. Louis portò le sue mani a vagare sulla mia schiena, sul mio petto, ad accarezzarmi i capelli e il viso. Lo avvicinai di più a me fino a far scontrare i nostri bacini, lui gemette nella mia bocca ed io risi, notando la sua crescente erezione. Mi sollevò dalle cosce, senza mollare le mie labbra, e mi mise seduto sul bancone in marmo. Allargai le gambe e lui si posizionò al loro interno, appoggiando le mani sui miei fianchi e stringendoli forte, come per farmi intendere che solo lui poteva toccarmi, baciarmi, anche solo guardarmi. Le nostre lingue continuavano a muoversi all’unisono, cercandosi e dimenandosi insieme.

I nostri respiri diventavano sempre più affannati e dei sospiri – più simili a veri e proprio gemiti – cominciarono ad uscire dalla mia bocca e a scontrarsi con la sua, che li bloccò con un bacio più profondo dei precedenti. Le mie mani si andarono ad incastrare nei suoi morbidi capelli mori, le sue mi alzarono quel poco che bastava la maglietta per poter essere a diretto contatto con la mia pelle. Cominciò a muovere lentamente i pollici sui miei fianchi, facendomi le carezze.
Stavo lentamente morendo, in tutti i sensi. Ero dannatamente felice, eccitato, innamorato, ma anche terrorizzato. Eh sì, questo 19enne era ancora vergine, e seppur convinto che Louis sia la persona giusta, non riesco a lasciarmi andare, ho paura, troppa paura. Non voglio fare la figura dell’idiota con lui che è molto più esperto di me.

< Lou >  sussurrai sulla sua bocca, staccandomi appena.

< Dimmi Haz > mi sorrise. Abbassai lo sguardo, fissando le mie mani, non più nei suoi capelli.

< Io.. Io n-on..> mi bloccai, chiusi gli occhi, non volevo sapere com’era la sua faccia in quel momento.

Mi alzò il mento con un dito, costringendomi ad aprire gli occhi e ad incontrare i suoi luminosi. Cercai di capire cosa gli passava per la mente, ma niente, il vuoto più assoluto. La sua espressione era indecifrabile.

Pena? Tristezza? Rimpianto? Odio? Felicità? No, l’ultima no.

Eppure.. eppure ora mi stava sorridendo, appoggiò la sua fronte contro la mia spalla e lasciò un delicato bacio alla base del collo.

Alzò lo sguardo su di me < tranquillo, Haz. Lo so che non l’hai mai fatto. Non avevo intenzione di fare niente, comunque.. >.

< Mi spiace di aver rovinato il momento con le mie insicurezze..>

< Ehi, ma che dici. Lo sai che non hai rovinato un bel niente, ora andiamo di la e ci mettiamo sul divano con una bella coperta e guardiamo un film, ti va? > propose lui con le labbra inclinate in un sorriso dolce.

< Certo, andiamo >  dissi scendendo dal bancone.

Mi prese la mano e fece intrecciare le nostre dita. Dio, era una sensazione bellissima, le sue mani erano fatte apposta per stringersi alle mie e le nostre dita si intrecciavano alla perfezione, mi sentivo più suo così, la sua stretta potente e dolce allo stesso tempo, il suo pollice che, anche per quei pochi metri di distanza che separavano la cucina dal salotto, si muoveva circolarmente sul mio, facendomi provare delle emozioni meravigliose, quel ragazzo era la dolcezza in persona, ed era tutto mio.

Mi trascinò con se sul divano ed io gli caddi addosso.

< Ahia!> esclamai quando il mio naso si scontrò violentemente contro il suo. Louis si massaggiò la parte lesa con la mano, poi diede un piccolo bacio sul mio naso, come per farmi passare il dolore.

Ci guardammo negli occhi per secondi, minuti, ore, non lo so, quando stavo con lui il tempo si fermava, ma non mi interessava più di molto, lo guardai, lo osservai e vidi la sua bocca incurvarsi leggermente all’insù, prima di scoppiare a ridermi in faccia. Io feci lo stesso, non so perché stavamo ridendo, in realtà, ma la sua risata era talmente bella da coinvolgere chiunque ad unirsi a lui.

Ero sopra di lui, le mie mani erano appoggiate sul suo petto e lo sentivo chiaramente scuotersi in continuazione per il troppo ridere. Lo baciai, così da farlo smettere, anche se la sua risata era la cosa più bella del mondo, lo baciai come se non ci fosse un domani, come se stessi cercando di recuperare tutti quei baci sprecati nel corso dei mesi passati.

Dopo interminabili minuti ci separammo con uno schiocco di labbra, io mi accoccolai meglio sul suo petto e chiusi gli occhi, la testa appoggiata sul suo cuore a sentire il ritmo calmo e regolare del mio Lou.

A quel punto mi sorse un dubbio..

Adesso cosa eravamo?

< Lou..> lo richiamai senza muovermi di un centimetro, muovendo le labbra sulla sua maglietta.

< Dimmi, piccolo> sentii un brivido percorrermi la schiena a quel nomignolo. Di nuovo.

Alzai lo sguardo su di lui e, innocentemente, chiesi < che cosa siamo ora, Lou?>.

Lui mi guardò attentamente, pensando a cosa dire, poi, portando una mano sulla mia guancia, mi chiese < Harry, vuoi essere il mio ragazzo? >.

Non risposi, non mi mossi di un millimetro per chissà quanto tempo, solo lo guardavo, incantato da tanta bellezza e perfezione, il cuore che era partito in quarta e non si fermava più, poteva anche uscirmi dalla cassa toracica che non me ne sarei accorto.

Cosa me ne faccio di un cuore che batte, quando tutto quello che mi serve è qui, sotto di me?

Mi risvegliai dai miei pensieri quando sentii la sua mano sulla mia guancia muoversi e andare ad accarezzare in modo delicatissimo le mie labbra. Fissai i miei occhi nei suoi, lasciai che il mio verde si mescolasse con il suo azzurro.

Solo dopo che tolse la mano dal mio viso per portarla tra i miei capelli, mi avvicinai a lui e unii le nostre labbra, in una tacita risposta affermativa.

< Louis> lo richiamai. Attesi di avere la sua attenzione e < ti amo> dissi.

Sorrise, un sorriso vero, di quelli che possono distruggere ogni cosa, di quelli belli, belli come una giornata in piena estate, belli come un giocattolo nuovo per un bambino, belli come lui.

< Anch’io Harry, ti amo anch’io> e ricominciammo a baciarci, ancora, ancora e ancora, perché era questo che ci rendeva felici, ci faceva stare bene.

Perché io amo lui.

E lui ama me.

Perché siamo.. noi.

È questa una favola?










Hi everybody!

Sono tornata con una nuova one shot che avevo scritto e lasciato nel dimenticatoio ç.ç così ho deciso di finirla e pubblicarla e spero *incrocia le dita* che vi piaccia e che mi lasciate una piccola recensione, per farmi sapere cosa ne pensate. 

Adesso vi saluto, baci.

-Carola.
 
  
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