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Autore: Sel Dolce    02/12/2013    4 recensioni
[ Raccolta One-Shot | Coppia Tetsuya-Doremì | Capitoli 6 ]
Neve: Un fiocco le cadde sulla punta del piccolo naso all'insù scaturendo una risata dal suo compagno di panchina. Si girò intenzionata a dirgliene quattro, su quanto fosse maleducato di ridere apertamente di lei. Si fermò con la bocca mezza aperta, non poteva credere ai suoi occhi.
Pattinaggio: « Non ridere! » urlò il ragazzo mettendosi a carponi cercando di gattonare fino alla staccionata. I bambini che passavano accanto a lui cercavano di dargli una mano, proponendogli di metterlo in piedi, ma l'orgoglio del ragazzo lo costrinse a rifiutare.
Albero di Natale: Con una bufera di neve fuori, le tende che stavano andando a fuoco – perché lui aveva calcolato che l'albero non bruciasse, non aveva tenuto conto delle tende – e i panini abbandonati a terra si baciarono.
[ Storia momentaneamente sospesa ]
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Doremi Harukaze, Tetsuya Kotake
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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La giornata non era certo delle migliori, il cielo era grigio proprio come il giorno precedente, ma non scendeva la neve.
Sulla pista da pattinaggio c'erano già parecchi bambini che si divertivano con gli amici o con i genitori cercando di stare in piedi, evitando scivoloni.
Doremì si appoggiò alla staccionata di legno posando le mani sulle guance calde e rosse. Era abbastanza brava a pattinare, al contrario di Tetsuya che stava sdraiato sul ghiaccio cercando di rialzarsi, ma invano.
Le sfuggì una risata, quel ragazzo tanto bravo negli sport che per anni l'aveva derisa per la sua goffaggine era in difficoltà. Sembrava una tartaruga sdraiata sul guscio.
« Non ridere! » urlò il ragazzo mettendosi a carponi cercando di gattonare fino alla staccionata. I bambini che passavano accanto a lui cercavano di dargli una mano, proponendogli di metterlo in piedi, ma l'orgoglio del ragazzo lo costrinse a rifiutare.
Tetsuya raggiunse la ragazza in poco tempo – rischiando più volte di perdere le dita a causa degli altri pattinatori – e si issò fino a rimettersi in piedi. La giacca blu era completamente bagnata, così come la sciarpa, i guanti e la parte posteriore del cappello.
« Kotake-kun, non ti facevo così goffo » rise nascosta dalla soffice sciarpa che le era stata regalata l'anno precedente da Hazuki-chan. Forse era la prima volta dopo tempo che rideva veramente al di fuori delle mura della sua adorata casa dove c'erano i suoi familiari a tenerla su con il morale.
« Dojimi sta' zitta, è da anni che non pattinavo sul ghiaccio » rispose il ragazzo abbracciandosi alla staccionata cercando in tutti i modi di non cadere facendo l'ennesima figuraccia in meno di quaranta minuti.
Dove si era trasferito lui, parecchio lontano da Misora, era la rara città giapponese dove non nevicava mai e non vi era alcuna forma di ghiaccio. Era come finito in un'oasi afosa trecentosessantacinque giorni su trecentosessantacinque. 
« E poi non mi piace » aggiunse mettendo su un tenero broncio che fece quasi sciogliere il cuore divenuto freddo di Doremì. Già, il cuore della dolce e goffa Doremì si era ghiacciato dopo la partenza del suo amato. Non era più la ragazza dalla cotta facile qual'era un tempo, aveva occhi e cuore solo per lui. 
Ma questo non assicurava che in meno di due giorni lei sarebbe caduta tra le sue braccia dopo anni di attesa, non lo avrebbe fatto nemmeno per tutte le bistecche del mondo.
« No? Eppure ci venivi sempre quando eravamo bambini » disse dubbiosa la ragazza e senza aspettare una qualsiasi risposta prese a pattinare lontana da lui per schiarirsi un po' le idee.
« Perché c'eri tu, ecco perché venivo » bisbigliò il ragazzo guardando dolcemente la ragazza che - non avendo perso tutta la sua goffaggine - era finita addosso a un povero bambino causando la caduta di entrambi.
Tetsuya, tenedosi alla staccionata, pattinò fino a raggiungere l'amica ancora sdraiata sulla spessa lastra di ghiaccio che rideva sommessamente di se stessa.
« Doremì, domani vuoi venire a casa mia a fare l'albero di Natale? » chiese lui inginocchiandosi accanto a lei, la guardava dritto negli occhi color fuoco.
« Perché dovrei? » fu la replica stizza della ragazza, la quale sedendosi mise le braccia incrociate sotto il seno.
« Perché sono solo a Misora e voglio la tua compagnia » rispose lui buttandole della neve sul viso.
« Okay, Calciatore da strapazzo ».

 
Angolo mio:
Salve.
Eccomi qua con il secondo capitolo di questa raccolta! 
Lo so: credevate che fossi morta, ma non vi libererete così di me è.è
Non ho niente da aggiungere, sta a voi giudicare.
Il prossimo capitolo sapete già di cosa parlerà - o almeno spero abbiate capito.
A presto,
Sel Dolce

 
   
 
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