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Autore: DrunkBunny    02/12/2013    4 recensioni
La semplice e tranquilla vita di Alison verrà presto sconvolta da degli strani avvenimenti che la porteranno a conoscere Nathan, un ragazzo con un gran segreto alle spalle…
Dalla storia:
Sentivo il sangue affluire dal mio corpo. Il dolore era insopportabile. Urlavo, piangevo disperata ma lui non aveva nessuna intenzione di mettere fine a quella tortura. Continuava a succhiare il mio sangue con insistenza.
Caddi per terra, col sangue che sentivo scivolare via dal mio corpo.
Un botto, un urlo, poi più niente. Attorno a me solo buio e silenzio…
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A volte le tue scelte ti portano a cambiare totalmente vita…
Genere: Fantasy, Mistero, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Jay McGuiness, Max George, Nathan Sykes, Siva Kaneswaran, Tom Parker
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
Capitoli:
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Your Dark Side

Capitolo 6
A.A.A Cercasi Strizzacervelli

Ero al suo fianco. Steso insieme a lei, sul mio letto. Si era addormentata subito dopo aver finito di cenare: era davvero stanca e ancora un po’ debole. In fondo aveva perso un bel po’ di sangue a causa di quel fottuto vampiro che si spacciava per suo migliore amico. Deve essere stato un duro colpo per lei scoprire così, da un momento all’altro, che una delle persone a cui teneva di più le stesse nascondendo un segreto così grande.
Sentì all’improvviso crescere dentro di me un senso di colpa nei suoi confronti. Perché doveva essere tutto così complicato? Perché non potevo semplicemente dirle cosa ero in realtà? Cosa tutti noi eravamo in realtà…
Volevo dirglielo, sentivo che potevo fidarmi di lei, che non avrebbe divulgato a nessuno il nostro segreto; ma quelle parole mi risultavano così pesanti, così difficili da pronunciare. In fondo non era una cosa da niente. Dovevo rivelarle di essere un mostro. Forse non così differente da quel succhiasangue.
E come se non bastasse mi sentivo ancora più uno schifo vedendo come si comportava con noi, ci considerava suoi amici. Non meritava di essere presa in giro in questo modo, non lo meritava affatto!
Stavo male ogni volta che vedevo nascere la delusione nei suoi occhi, quando non davamo delle risposte alle sue domande…

Il mio sguardo si muoveva sul suo volto. Era così delicato, diverso da qualsiasi altro.
Gli sfiorai la fronte: la sua pelle in confronto alla mia sembrava fatta di ghiaccio.
In quel momento nella mia testa girovagava un solo pensiero: la sua mente era come una barriera per me. Era l’unica in grado di mettere degli ostacoli al mio dono. Non riuscivo a leggerle il pensiero, ed era un tantino frustrante. Riuscivo a sentirla solo quando era spaventata o in pericolo.
Avrei dato qualsiasi cosa per sapere cosa stesse pensando anche solo in questo momento. Qualsiasi.
Improvvisamente avvertì uno strano sbalzo di temperatura sulla mia pancia. Abbassai d’istinto lo sguardo e vidi il braccio sinistro di Alison che si attorcigliava attorno al mio bacino. Poggiò la sua testa sul mio petto. Era così fredda.
La strinsi contro il mio corpo, per tenerla al caldo. Mi sembrò di vedere un piccolo sorriso increspare le sue labbra.
Mi sentivo molto protettivo nei suoi confronti. Era come se lo scopo della mia esistenza fosse proprio quello: proteggerla. Da qualsiasi cosa. E se solo gli fosse successo qualcosa, non me lo sarei mai perdonato.
“Dorme?” mi voltai piano e vidi Max sulla soglia della porta.
“Si…” dissi. “Era stanca”
Chiuse lentamente la porta, per evitare di fare rumore, e si avvicinò al letto, mettendosi seduto.
“Non sei mai stato così protettivo con nessuno, Nate” osservò.
“Già…” mormorai. “È strano anche per me, ma non riesco a stargli lontano neanche per un solo istante” ammisi, mentre gli accarezzavo i capelli.
“Cosa hai intenzione di fare?” mi domandò. “Glielo dirai?”
“Non lo so. Vorrei non mentirle più, ma ho paura…non voglio che questo nostro segreto le rovini la vita. Non voglio metterla in pericolo”
 
“Si, tranquilla mamma, sto bene” la rassicurai.
“Sicura? Non hai niente di rotto?”
“No, mamma. È tutto apposto, stai calma” roteai gli occhi al cielo e Nate rise.
“Sei un pericolo pubblico figlia mia!” esclamò con tono di rassegnazione. “Ci fosse un giorno in cui non torni a casa senza neanche un graffio”
“Non è mica colpa mia se sono caduta dalle scale” mentì. “Sai benissimo che il mio equilibrio non è dei migliori”
La sentì sospirare. “Vabbè, l’importante ora è che stai bene”
“Si, senti mamma ti dispiace se rimango a colazione qui dai ragazzi? Non farò tardi, promesso”
“D’accordo. Però stai attenta!”
“Certo, certo” le dissi. “Ora vado. Ciao mamma, dai un bacio a Dustin” e riattaccai.
Mi appoggiai al muro, sospirando. “Non mi piace mentire a mia madre…” ammisi, cominciando a giocherellare col cellulare.
“Lo so, però ti prenderebbe per pazza se gli raccontassi cosa ti è successo realmente”
“A questo punto mi chiedo se non lo sia per davvero…” mormorai a bassa voce. “Se tutto quello che è successo non lo abbia solo sognato…”
“Già, a volte è più semplice credere che la vita sia solo un grande sogno…”
Alzai lo sguardo verso di lui. “Ancora non ci credo che Tyler sia un vampiro…” per un istante mi sentì stupida per aver sul serio pronunciato quella parola. Mi risultava ancora difficile credere che i vampiri esistessero per davvero. Ho sempre creduto che fossero solo creature nate dalla fantasia di qualcuno, che vivessero solo nelle storie dell’orrore o negli incubi dei bambini. E invece era tutto vero. Tutto.
Nate si alzò dal letto e si avvicinò a passo lento a me. Mi prese entrambe le mani. “So benissimo che in questo momento ti senti frastornata, non è una cosa di tutti i giorni scoprire che una persona molto vicina a te sia un vampiro. Ma ricordati che non sei sola, Ali. Ci siamo noi. Ci sono io con te…”
I nostri sguardi erano incrociati. In quel preciso istante capì che Nate era un libro aperto per me. Il suo punto debole era il colore dei suoi occhi. Quel verde rispecchiava il suo stato d’animo. Non avrebbe potuto nascondermi niente.
“Mi prometti una cosa?” mormorai.
Nate annuì.
“Non mi abbandonare come ha fatto Tyler” lo supplicai. “Non voglio perderti come è successo con lui. Non voglio perdere tutti voi. Voglio che ti fidi di me, Nate. Perché se non lo fai quello che è già successo si ripeterà di nuovo…”
Non rispose subito ed io temetti di avergli forse chiesto troppo. In fondo quella mia richiesta era un po’ insolita da fare a qualcuno che conoscevo solo da pochi giorni. Ma sentivo che c’era qualcosa che mi legava a lui. Come un filo invisibile che, senza che ce ne accorgessimo, ci stava avvicinando sempre di più l’uno all’altra.
“Te lo prometto, Ali. Non ti abbandonerò mai”
Quelle sue parole mi rassicurarono un po’. Aver scoperto che Tyler era un vampiro mi aveva scioccata a tal punto che temevo che qualunque altra persona a me vicina, amico o parente che fosse, mi stesse nascondendo un segreto altrettanto grande.
Non volevo perdere nessun’altro. E soprattutto non volevo perderlo venendo a scoprire che era una creatura da film horror. Sarebbe stato più difficile da accettare.
Nate mi guardava comprensivo e dispiaciuto allo stesso tempo. Era come se potesse sentire i miei pensieri.
“Non ti abbandoneremo mai. Non parlare sempre al singolare, Nate”
Ci voltammo entrambi. I ragazzi erano fermi sulla soglia della porta, e ci guardavano sorridendo. Probabilmente avevano sentito tutto. Impiccioni!
Nate roteò gli occhi al cielo. “Stavate origliando?”
“No” risposero all’unisono, abbassando lo sguardo, evidentemente imbarazzati.
Mi scappò una piccola risata. “Non sapete mentire, ragazzi” dissi.
“Ok, stavamo origliando! Ma non volontariamente. Eravamo venuti per dirvi che la colazione era pronta e per caso abbiamo sentito quello che vi stavate dicendo” ammise Siva, tutto ad un fiato.
Max gli diede uno schiaffo dietro la nuca. “Oh ma dai, Siva!” si lamentò. “Potevi anche evitare di fare la spia!”
Tom e Jay incrociarono contemporaneamente le braccia e lo incenerirono con gli occhi.
“Ehm, forse è meglio se andiamo giù a fare colazione” intervenni io, per evitare che quei tre saltassero su Siva e lo prendessero a calci.
Mi incamminai su per le scale, con Nate e tutti gli altri alle mie spalle.
Non appena misi piede in cucina rimasi sbigottita. La tavola era stracolma di cose squisite da mangiare: fette biscottate, marmellata, succo, latte, cornetti, caffè e chi più ne ha più ne metta.
“Wow, mangiate leggero la mattina” commentai, facendo un giro intorno al tavolo con gli occhi puntati su tutte le prelibatezze che decoravano la lunga tovaglia color glicine.
“Si, Siva ama esagerare” disse Nate, prendendo posto, insieme agli altri.
Mi sedetti anch’io, alla sua sinistra.
“Mangia quello che vuoi, Ali. Fai come se fossi a casa tua”
“Grazie, Siva” gli sorrisi e lui ricambiò, mostrando tutti e 32 i suoi perfetti denti. Wow!
“Alison dovresti pagarci l’affitto, sei 24 ore su 24 in questa casa” commentò Tom, sarcastico.
“Lei può venire quando le pare e piace!” esclamò Nate, inarcando le sopracciglia e guardandolo male.
“Mi scusi signorino Sykes. Dimenticavo che non riesci a starle neanche a un metro di distanza” lo canzonò Tom, alzando le braccia al cielo in segno di arresa e causando una risata generale.
Sorrisi, arrossendo lievemente, mentre riempivo il mio bicchiere con del succo all’arancia.
Nate non rispose, ma prese un sorso dalla sua tazza di caffè. Sembrava che l’affermazione di Tom l’avesse messo in imbarazzo.
Intanto Jay aveva acceso la TV. Stette per più di 3 minuti col telecomando a fare zapping, sbuffando.
“Forse se la smetti di cambiare canale ogni 5 secondi riusciamo a vedere qualcosa!” si lamentò Max, spalmando un po’ di marmellata alle fragole sulla sua fetta biscottata.
“Lascia qui, lascia qui!” esclamai improvvisamente io, urtando involontariamente il braccio di Nate col gomito.
Stavano trasmettendo uno speciale del TG, e, ovviamente, stavano intervistando mio padre.
“Non riusciamo a capire chi o cosa possa essere il colpevole di questi terribili omicidi” stava dicendo. “Non abbiamo mai avuto a che fare con casi del genere” si passò una mano tra i capelli. Aveva un’aria molto stanca. “Stiamo facendo il possibile per trovare l’animale che sta causando le morti di così tante giovani ragazze” l’immagine del volto di mio padre sparì, dando spazio alle raccapriccianti immagini dei corpi mutilati delle ragazze che erano state appena trovate. Urlai terrorizzata e portai istintivamente entrambe le mani agli occhi.
Ci sono pattuglie in giro per tutto il continente, ma fino ad ora non siamo riusciti a trovare nulla”
Questa fu l’ultima frase che riuscì a sentire. Le voci provenienti dal televisore cessarono. Adesso un imbarazzante silenzio ci circondava.
Sentì una mano poggiarsi sulla mia gamba. “Ali, stai bene?” mi chiese Nate, evidentemente preoccupato.
Non risposi. Quelle immagini mi avevano terrorizzata a tal punto che non riuscivo a proferir parola.
Nate, dolcemente, mi spostò le mani che ancora coprivano i miei occhi.
“È stato Tyler ad uccidere quelle r-ragazze, vero?” chiesi, con voce tremante.
Nate si voltò, cercando lo sguardo degli altri. Si morse il labbro inferiore, prima di rispondermi.
“Non è il solo. Crediamo ci siamo altri come lui qui a River Land” ammise. Parlava con voce sommessa, come per tranquillizzarmi.
Sgranai gli occhi. “C-ci sono altri vampiri?”
Nate annuì.
Quella non fu una bella notizia. Eravamo circondati dai vampiri e chissà quanta altra gente sarebbe morta a causa loro.
Non avrei mai immaginato che il destino di Tyler fosse quello di vivere una vita del genere. Diventare un demone della notte, costretto ad uccidere innocenti solo per bisogni fisiologici o anche solo per il gusto di farlo.
“Scusate, ho bisogno di restare un po’ da sola” mi alzai dalla sedia, sotto lo sguardo preoccupato dei cinque, ed uscì di casa a passo lento. Ero sbiancata in viso così tanto che avrei fatto invidia ad un fantasma.
Mi sedetti sull’uscio della porta, raccogliendo le gambe tra le mie braccia.
Che cosa sta diventando la mia vita? Un enorme e strana storia dell’orrore. La realtà e il soprannaturale, ormai, sono un tutt’uno. Non si riesce più a trovare un senso logico in niente. E’ tutto così…così fuori dal normale.
“Stai bene, Ali?” Nate si era appena seduto al mio fianco.
Scossi la testa. “No, non sto bene” ammisi.
Lo sentì sospirare. Con le dita raccolse una ciocca dei miei capelli, portandomela dietro l’orecchio. Mi voltai verso di lui e lo guardai dritto negli occhi. Quegli occhi che tanto mi piacevano.
“Nulla ha più senso, Nate” cominciai. “Stanno succedendo così tante cose strane: Tyler che è un vampiro e che sta uccidendo così tante ragazze solo per poter placare la sua sete. E come se non bastasse, forse non è neanche l’unico”
Nate non rispose. In compenso, però, si avvicinò lentamente a me per potermi stringere in un forte e rassicurante abbraccio. Affondai il mio viso nei suoi capelli, lasciandomi solleticare le guance e inspirando a fondo, riempendomi i polmoni del suo profumo.
La sua mano destra si muoveva lenta sulla mia schiena.
“Ho paura, Nate”
“Ti riterrei una stupida se non ne avessi”
Lo strinsi ancora più forte, serrando gli occhi per non lasciare via libera alle lacrime che insistevano per poter bagnare il mio viso, già deformato dalla paura. Non volevo piangere.
“Non ti succederà nulla, Ali. Farò il possibile per tenerti al sicuro, non permetterò a niente e nessuno di farti del male”
“Grazie, Nate. Grazie di tutto” gli sussurrai. “Fin dal primo giorno che ci siamo conosciuti mi sei sempre stato vicino. Vorrei solo capire perché lo fai, un altro al tuo posto, se avesse scoperto che avevo a che fare con creature come i vampiri sarebbe scappato via, urlando”
Nate rise. Il suo caldo fiato mi sfiorò il collo, facendomi venire la pelle d’oca.
Ma porca miseria, è impossibile che tutto in lui mi faccia rabbrividire o venire la pelle d’oca!
Anche se non capisco come non potrebbe, bello com’è. Ha quasi una bellezza disumana. Non ho mai visto nessun ragazzo come lui…

I miei pensieri si interruppero in seguito al cigolio della porta che si apriva. Io e Nate ci allontanammo, un tantino imbarazzati. Ma dovevamo sempre essere interrotti?!
Tom si sedette alla mia destra. “Come sta la nostra principessa? Meglio?”
“Diciamo di si, non ti preoccupare Parker”  gli sorrisi.
“Ottimo!” esclamò, ricambiando il sorriso. “Ti va allora di fare una passeggiata, tutti insieme?” mi propose.
“Perché no” risposi. “Sarà un buona scusa per poter dimenticare tutto per un po’”
“Così mi piaci!” sentenziò.
Si mise in piedi all’unisono con Nate ed insieme mi porsero una mano. Accettai l’aiuto di entrambi e mi alzai.
Mentre attraversavamo il vialetto, mi saltò subito all’occhio la tristezza che trasmetteva quella sottospecie di giardino che circondava l’intera casa.
“Dovreste curare un po’ di più questo pezzo di terra arida che vi ritrovate come giardino, ragazzi” consigliai loro.
“Perché cos’ha che non va?” chiese Jay, perplesso.
“Guardati intorno! Tu lo consideri un giardino questo?” feci io, sarcasticamente, indicando l’intera distesa di erba secca e ingiallita. Tutti risero.
“Mm…” fece una smorfia. “Forse hai ragione” ammise guardandosi intorno.
Feci spallucce. “Io ho sempre ragione, Jay”
Nell’attraversare la soglia del cancello, inciampai in un grosso sasso e rischiai di cadere per terra e farmi seriamente male. Per fortuna qualcuno riuscì a prendermi per il polso, salvandomi da una brutta caduta.
Alzando lo sguardo mi ritrovai a pochi centimetri di distanza dal viso di Tom. Arrossì di colpo, anche perché il suo braccio era attorno al mio bacino e mi stringeva sempre di più.
“G-grazie, Parker” balbettai, cercando di nascondere il mio imbarazzo.
“Di nulla, principessa” mi fece l’occhiolino.
Gli rivolsi un sorriso appena accennato, troppo imbarazzata per dire o fare qualsiasi altra cosa.
“Adesso potresti anche lasciarla” si intromise Nate, gelosamente.
Ci voltammo entrambi verso di lui. Era poco distante da noi, con le braccia incrociate ed il viso imbronciato.
“Avanti Nate, non fare il geloso” Tom sciolse la presa dai miei fianchi. “Volevo solo evitare che si facesse male” si giustificò.
“Si, certo. Ed intanto ne hai approfittato per avvinghiarti a lei” mormorò, sprezzante.
“Ma che problema hai? Dovrei anche evitare di sfiorarla solo per fare un favore a te?”
Nate lo fulminò con lo sguardo. “Sono tuo amico!” esclamò, alzando la voce. “Sarebbe il minimo”
“Non state insieme! Alison non appartiene a te, se è questo che pensi” ribatté Tom, altrettanto furioso.
“Non appartiene a me?” Nate avanzò, con le braccia tese lungo i fianchi e i pugni serrati. “Lei è mia!” ruggì, prima di dargli una spallata così forte che lo fece cadere all’indietro.
“Nate!” esclamai io. “Ma che ti prende?”
Tom si rialzò di scatto e, con velocità soprannaturale, scaraventò Nate contro il muro, tenendolo intrappolato per il collo col suo braccio destro.
“Non ti deve neanche sfiorare l’idea che Alison possa essere tua!” sputò Nate tra i denti.
Tom fece forza sul suo braccio, spingendo ancora di più Nate contro il muro, cosa che causò alcune crepe sulla parete. “Perché? Lei è libera di scegliere. Non esisti solo tu, Nate!”
“Okay, ora basta” mormorai io.
Mi incamminai a grandi passi nella loro direzione, adirata dal loro comportamento più che infantile.
Presi Tom per la spalla e lo trascinai via da Nate. Lui si lasciò guidare senza opporre resistenza.
“Tu sta fermo qui” gli dissi. “Mentre tu…” ed indicai Nathan. “Smettila di fare il bambino! Io non sono di nessuno, ok?”
Nate distolse lo sguardo dal mio. “Forse è meglio se me ne vado. Vedo che la mia presenza non è tanto gradita…”
Sparì dietro il cancello, mentre tutti noi lo guardavamo allontanarsi.
“Ma perché devi sempre peggiorare la situazione?” sussurrò Jay all’orecchio di Tom, ma io riuscì ugualmente a sentirlo. “Sai quanto è importante Alison per lui, dovevi per forza provocarlo in questo modo?!”
“Io non ho fatto nulla, è stato lui a comportarsi da idiota!” rispose Tom, non proprio a bassa voce.
“Dove credete stia andando?” chiese Siva e nel suo tono di voce riuscì a cogliere una nota di preoccupazione.
“Non saprei” rispose Max, esitante. “Dovremmo seguirlo?”
“No, vado io” fu la mia risposta pronta. “Credo di sapere dove abbai intenzione di andare”
Lanciai un ultimo sguardo a Tom, che abbassò subito il suo, prima di incamminarmi ed imboccare la strada che giungeva nel bosco. Sapevo per certo che sarebbe andato lì, o meglio lo speravo.
Per l’intero tragitto non feci altro che pensare e ripensare alle sue parole: lei è mia…
Mi ha fatto infuriare il fatto che mi abbiano trattato come se fossi un qualunque oggetto, come se uno dei due dovesse possedermi, neanche fossi il giocattolo più in voga dell’anno.
D’altro canto sapere che lui prova qualcosa per me, anche se in modo eccessivo, mi ha fatto più che piacere. Anche perché la cosa è ricambiata.
Giunta davanti ad un’alta e grande quercia, situata proprio nel centro del bosco, mi guardai un po’ intorno, in cerca di Nate.
Lo vidi, seduto sulla riva del lago con lo sguardo fisso sull’orizzonte.
Mi poggiai sul tronco di un pino e lo fissai per qualche istante. Era davvero bellissimo e per un attimo mi parve impossibile che uno come lui fosse interessato proprio a me, io che non ero né una ragazza per la quale fare follie, né tanto meno Miss America.
Mi avvicinai a passo lento a lui e, silenziosamente, mi sedetti al suo fianco.
“Che ci fai qui?” mi chiese con tono distaccato, senza neanche rivolgermi uno sguardo.
“Perché ti sei comportato così con Tom? Non ha fatto nulla di male” incominciai io.
Sospirò. “Non hai ancora capito quello che provo io per te?” puntò il suo sguardo nel mio, fissandomi intensamente. “Non riesci proprio a capire che non sopporto il fatto di vederti con qualcuno che non sia io?”
“Non c’era bisogno di trattarlo così”
“Si, continua a prendere le sue difese. Io intanto me ne vado” si alzò e senza pensarci due volte mi voltò le spalle, intento ad allontanarsi il più possibile da me.
“Nate, ti prego, aspetta!” lo supplicai, alzandomi a mia volta.
Lui continuò ad avanzare, senza neanche voltarsi indietro. A quel punto lo afferrai per il polso, costringendolo a guardarmi negli occhi.
“Ti prego, rimani qui con me…”
Si liberò dalla mia presa. “Perché dovrei rimanere qui con te? Dimmi almeno un motivo per cui io non me ne dovrei andare adesso!” esclamò.
“Perché ti amo anch’io, Nate!” urlai.



Hi girls!:3
Che ne pensate del sesto capitolo? C: Lo scritto e riscritto più di 5 volte xD Ed ancora non ne sono tanto convinta :\ Per questo vorrei davvero sapere cosa ne pensate :3
Comunque Nate ed Alison hanno finalmente confessato di provare entrambi qualcosa *-* (Spero che ad azzurraleonardi non sia venuto un infarto :'))
Vabbè spero vi sia piaciuto questo mio capitolo C:
Alla prossima settimana, ragazzeeeeeee :33
DrunkBunny


Ovviamente ringrazio chi ha recensito il capitolo precedente *-* Grazie davvero ragazze, mi fa sempre piacere ricevere le vostre recensioni e vedere che la mia storia stia piacendo almeno a qualcuno C:

 
 
  
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