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Autore: King Of My World    02/12/2013    6 recensioni
Dopo aver scritto ben quattro flashfic su questa sezione, mi sono ispirato anche per una One Shot e spero che sarà di vostro godimento. L'ho scritta con molta passione, ero sicuro parole per parole: anche se la grammatica non credo sarà una delle migliori. In questo mio scritto, ho cercato di descrivere le emozioni di Bella dal primo incontro con Edward, ma con alcune modifiche sperando di aver reso bene l'idea.
Buona lettura! Spero di regalarvi qualche emozione durante la lettura...
Ah dimenticavo, sono un maschio e sono molto appassionato alla saga!
Genere: Introspettivo, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Angela, Edward Cullen, Isabella Swan, Jessica | Coppie: Bella/Edward
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Twilight, Breaking Dawn
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L'INCONTRO PIU' BELLO DELLA MIA VITA: EDWARD CULLEN

Ecco qua, ero arrivata a Forks. Mia madre mi aveva costretta a venire, perché non mi andava di tornare in questo paese così triste e malinconico, ma mi fece venire per via di mio padre: Charlie. Egli era un tipo riservato e meno male che non si impicciava mai nella mia vita.
Ero una ragazza molto timida, non parlavo quasi e non avevo molti amici. Nella mia vecchia città, non andavo d’accordo con nessuno e non avevo nemmeno un’amica con cui parlare; non facevo altro che leggere romanzi d’amore, perché ero una frana in quel campo: ero innamorata di un ragazzo, ma non feci in tempo a dichiararmi e fu anche colpa della mia timidezza.
Forse andare da mio padre, sarebbe stata un’ottima idea in fondo: anche perché avrei cominciato una nuova vita. Charlie, anche se era mio padre, io preferivo chiamarlo in questo modo perché non lo vedevo quasi mai; solo quando parlavo con lui, riuscivo a chiamarlo “papà”.
Prima era una vita davvero complicata, perché ero sola e nessuno mi aiutava. Mia madre non faceva altro che andare in giro, lasciandomi a casa da sola: non era piacevole quel tenore di vita.
Arrivata a Forks, mio padre mi venne a prendere e mi abbracciò come succedeva di solito. Ogni volta che venivo, era sempre la stessa scena.
 
“Piccola mia, come sono contento che tu sia venuta. Finalmente staremo un po’ di tempo assieme!” urlò entusiasta.
“Steremo un po’ di tempo assieme. Wow.” Replicai.
 
No, ero felice in quel momento perché sembrava tutto troppo surreale: era un incubo.
 
“Ti ho preso una macchina. Spero ti piaccia!” Mi disse con un sorriso.
“Ah si? Che tipo di macchina è?” Gli domandai curiosa.
“Un pick up.” Mi accennò.
“Non me ne intendo di macchine, ma di che anno è?” Gli chiesi tanto per sapere.
 
Speravo almeno in una macchina decente, ma sentivo un qualcosa di negativo: perché sicuramente sarà orrende, conoscendo i gusti di mio padre e già il nome non mi entusiasmava affatto.
 
“Era di un mio vecchio amico, me l’ha venduta per poco ed è il mio regalo di benvenuto.” Continuò.
“Grazie.” Dissi, terminando il discorso.
 
Almeno non l’avrei pagato io. Quando arrivò il momento di vederlo, non ero contenta di ciò che avevo davanti, ma almeno non sarei andata a piedi a scuola; anche perché non volevo essere accompagnata da mio padre, essendo il capo della polizia: non volevo che mi accompagnasse con quell’auto con le luci rosse sul tetto. Sicuramente mi avrebbero presa in giro e quindi meglio avere una macchina tutta mia: bella o brutta che fosse.
Charlie, mi aveva già iscritta ad una scuola perché non potevo restare a casa e non fare nulla.
Quando arrivò il tanto atteso giorno, presi quel pick-up e andai a scuola. Una volta arrivata, mi sentivo seguita da certi sguardi come se stessero dicendo “Ma questa chi è?” ed era una situazione davvero imbarazzante.
 
“Ciao, sei nuova di qui?” Mi chiese un ragazzo.
“Si.” Gli risposi.
“Ti diamo la benvenuta!” Mi augurò.
 
Dopo le sue parole, lo ringraziai. Non sapevo chi fosse, ma era stato davvero molto gentile: al dire il vero, mi aspettavo di peggio.
 
“Come ti chiami?” Continuò subito dopo.
“Isabella Swan, ma chiamami Bella.” Gli dissi.
“Bel nome, il mio invece è Jake e sono un giornalista. Mi occupo del giornale della scuola, ti va di partecipare?” Mi incoraggiò nel farlo.
“No, ti prego. Non mi va di partecipare a questo tipo di cose.” Gli risposi senza nemmeno pensarci due volte.
 
Il mio scopo era: andare a lezione, pranzare, andare di nuovo a lezione e andare a casa. Non volevo partecipare a nessun tipo di attività, perché non volevo impegnarmi e poi non me la sentivo di partecipare proprio al giornale. Durante le prime ore, feci pallavolo e sbagliavo in continuazione; non feci bella figura e questo era evidente. Durante quell’ora però, strinsi amicizia con due ragazze molto simpatiche: si chiamavano Jessica e Angela.
 
“Vuoi pranzare insieme a noi?” Mi chiese curiosa Jessica.
“Certo, se non sono di troppo.” Le risposi.
“Per noi sarò un piacere!” Continuò Angela dopo le mie parole.
“Allora, affare affatto!” Dissi felice.
 
Finalmente avevo trovato qualcuno con cui scambiare quattro chiacchiere: ero davvero stanca di stare sempre da sola. Mentre stavo pranzando, vidi un ragazzo.
 
“Edward Cullen?” Disse Jessica.
“Edward chi?” Le replicai.
“Edward Cullen, il ragazzo più carino della scuola. Anche se non si fila nessuna ragazza, non parla molto. Infatti resta sempre con la sua famiglia. Sono davvero molto strani.” Mi raccontò un po’ spaventata.
“C’è una leggenda sul loro conto.” Intevenì Angela dopo le parole dell’amica.
“Racconta.” Le dissi, ero troppo curiosa!
“Dicono che siano dei vampiri vegetariani: il loro padre si chiama Carslie Cullen ed è il medico di questo istituto. Non se la storia sia vera o meno. Ma il loro comportamento è…è davvero molto strano!” Mi guardò impaurita.
“Io ti consiglio di stare lontana da loro, non mi fido.” Continuò Jessica.
“Beh, non avevo mica detto di andare a conoscerli!” Sorrisi alle mie nuove amiche.
 
Poco ci alzammo, perché dovevamo andare a lezione: io a quella di biologia e loro a quella di fisica. Mi dispiaceva dividermi da loro, ma purtroppo, non comandavo io e quindi dovevo resistere. Prima di arrivare in classe, decisi di mettermi le cuffiette nelle orecchie per ascoltare un po’ di musica. Mentre camminavo, mi sentivo osservata e quel qualcuno: egli era Edward Cullen. Gli sorrisi però, prima di andare via del tutto, decisi prendermi una mela che poi mi cadde a terra ma Edward me la raccolse.
 
“Ti è caduta questa. Eccotela.” Mi disse sorridendomi.
“Grazie.” Rimasi stupita.
 
Subito dopo però, il ragazzo se ne andò: dovevo ammetterlo, era davvero un bel ragazzo.
Arrivata a lezione, il professore mi presentò alla classe e c’era un posto libero: proprio quello vicino a Cullen.
 
“Prego signorina, si sieda lì. Vicino a Cullen.” Mi invitò l’insegnante.
 
Non ero del tutto convinta di sedermi proprio lì. Dopo quello che mi avevano detto, non ero sicura di stare proprio vicino a lui; non avevo paura però lui sembrava che non mi volesse vicino a lui, ma Edward non faceva altro che allontanarsi da me.
 
“Cos’hai? Sembra che ti dia fastidio.” Gli disse infastidita.
“No, non mi da fastidio.” Mi rispose freddo.
“Ok.” Terminai secca.
 
Mi fissò, ma non ci feci caso perché mi ero sentita troppo offesa: pensavo fosse migliore, ma a quanto pare mi sbagliavo perché era il solito stronzo.
All'uscita, avevo le cuffie come al solito e stavo per entrare in macchina: all'improvviso, un auto stava per schiantarsi contro di me e pensavo fosse la mia fine; ma a quanto pare, mi sbagliavo: Edward mi salvò la vità e aveva fermato quell'auto con un solo braccio, per poi scomparire nel nulla.
 
“Oddio Bella, stai bene?” Mi domandò preoccupata Jessica.
“Si, io sto bene.” Le risposi guardandomi attorno.
“Scusami Bella, non era mia intenzione!” Cercò di scusarsi Jake, mentre scendeva dalla macchina.
“No, sto bene. Davvero! Non mi sono fatta niente.” Replicai per l’ennesima volta.
 
Credevano che io stessi fingendo, così, mi portarono da un medico: esattamente dal padre di Edward, Carslie. Dopo un po’, venne anche mio padre per assicurarsi se stessi bene.
 
“In effetti la ragazza ha ragione, non ha nulla!” Disse il medico a mio padre.
“Papà, se lo dice il medico. Significa che possiamo andare.” Gli consigliai di andarcene, ma non mi stava a sentire.
“Carslie, siamo amici da molto tempo. E’ vero che sta bene?” Continuava ripetere a quell’uomo.
“Si, potete stare tronquillo. Potete andare.” Sorrise a mio padre.
“Te l’avevo detto, ora voglio tornare a casa!” Conclusi sicura di ciò che stavo dicendo.
 
Ero arriva a casa finalmente, volevo un po’ di relax e pensai a tutto ciò che era successo: dovevo morire e Edward mi aveva salvata, ma era stato troppo veloce e poi aveva fermato quella macchina con un braccio solo. Era davvero assurdo, ma forse Jessica e Angela avevano ragione, quindi arriva alla conclusione: che i Cullen erano davvero strani. Erano appena le cinque del pomeriggio e decisi andare a fare una passeggiata.
 
“Papà, vado a farmi una passeggiata.” Dissi a mio padre.
“Sicura? Dopo quello che è successo, non sono molto sicuro di lasciarti andare.” Si preoccupò.
“Sta tranquillo, esco solo per fare una passeggiata lungo la foresta. Ho bisogno di stare un po’ da sola per riflettere.” Gli risposi prendendo la giacca.
“Come vuoi, ma fa attenzione!” Concluse, mentre chiusi la porta di casa.
 
Passeggiare era l’unica soluzione a miei problemi, anche se per quanto era successo: una soluzione non c’era affatto. Mentre stavo passeggiando, sentii una presenza dietro di me e all’improvviso, mi girai e vidi Edward Cullen. Lo fissai attentamente; volevo fargli una marea di domande ma il suo sguardo mi rapiva completamente: era davvero affascinante.
 
“Cosa ci fai qui? E’ pericoloso girare per la foresta.” Cercò di farmi preoccupare.
“Edward Cullen, giusto?” Dissi, cambiando totalmente discorso.
“Si, ti hanno parlato di me allora.” Mi rispose, ma non era affatto sbalordito.
“Tutti parlano di me, come se fossi un mostro! Durante le giornate di sole, non ci sono mai perché non posso farmi vedere alla luce dei raggi solari.” Continuò, mentre io lo fissavo attentamente.
 
Non riuscivo a capire cosa mi stesse dicendo: sembrava arabo. Poco dopo, mi ripresi e mi ero dimenticata di ringraziarlo per avermi salvato la vita.
 
“Grazie.” Dissi con un sorriso.
“Perché?” Mi chiese.
“Mi ha salvato la vita. Sono uscita per questo motivo, perché l’hai fatto? E poi, come diamine hai fatto a fermare quell’auto con un solo braccio?” Gli feci troppe domande, ma dovevo pur avere una risposta.
“Ci sono dei raggi solari lì. Ora ti mostro chi sono veramente.” Mi sorrise, mentre si avvicinava alla luce del sole.
 
Non potevo credere a miei occhi: Edward sembrava che avesse addosso dei diamanti ed era bellissimo.
 
“Sei bellissimo.” Balbettai come una stupida, ero emozionata.
“No, non dire così. Io sono un mostro!” Mi urlò tutto d’un tratto.
“Sei vampiro?” Gli domandai, non avevo paura di lui.
“Dovrei ucciderti.” Mi rispose triste.
 
Io lo guardai, ma sapevo che non l’avrebbe mai fatto: come poteva uccidermi? Se mi aveva già salvato la vita. Una parte di me diceva che stavo facendo una pazzia; ma ormai, avevo parlato e quindi volevo arrivare fino in fondo.
 
“Fallo!” Lo incoraggiai.
 
Lui mi si avvicinò, mise il suo viso contro il mio e sembrava volesse baciarmi.
 
“Questo vampiro è stato così maleducato che non ha nemmeno chiesto il nome di questa bellissima ragazza. Qual è il tuo nome?” Mi domandò, mentre stava sul punto di baciarmi.
“Isabella Swan, ma puoi chiamarmi Bella.” Gli risposi.
 
Avevo il cuore che faceva circa mille battiti al secondo: stavo provando un confusione davvero attroce, non sapevo davvero cosa pensare o udire; stava succedendo tutto troppo in fretta, forse quel ragazzo era capace di farmi perdere il nome della ragione.
 
“Hai paura di me?” Mi chiese guardandomi negli occhi.
“No, non ho paura di te.” Dissi sicura di me.
“Allora baciami se hai il coraggio.” Cercò di provocarmi.
 
Mi avvicinai alle sue labbra, sentivo che una sensazione davvero gelante perché le sue labbra erano davvero fredde; non sapevo nemmeno io cosa stessi facendo, ma fu la sensazione più bella della mia vita perché per una volta sentivo che qualcuno mi desiderasse: Edward Cullen. Poco dopo, ci staccammo.
 
“Sarà difficile resistere al tuo sangue, ma il tuo fascino è davvero irresistibile. Sei bellissima e non vorrei farti del male.” Mi disse, mentre si staccava dal mio bacio.
“Potrei diventarlo anch’io, che ne dici?” Gli chiesi, senza sapere le conseguenze.
“No, non credo sia una buona idea. Non voglio che diventi un mostro come me!” Cercò di giustificarsi, non voleva che diventassi come lui.
“Non sei un mostro, hai dei sentimenti come li ho io. Altrimenti perché mi avresti baciata?” Gli domandai.
“La mia capacità è di leggere nel pensiero della gente, ma il tuo non riesco a leggerlo. Sono attratto da te, mi piaci davvero molto. Ma ho paura di metterti in pericolo!” Mi disse.
 
Si sentiva attratto da me? Allora le mie sensazioni erano giuste!
 
“Se io ti piaccio, allora frequentiamoci! Che ne dici?” Gli chiesi.
“Credi sarà una buona idea?” Mi disse dubbioso.
“Non lo so, non saprei risponderti. Edward, è l’amore che ci sceglie.” Cercai di convincerlo.
“E allora fu così che il leone si innamorò dell’agnello.” Mi rispose.
 
Entrambi ci riavvicinammo a piccoli passi.
 
“Che agnello stupido!” Aggiunsi alle sue parole.
“E che leone pazzo e masochista!” Cercò di offendersi e mi fece un sorriso.
 
Tutto d’un tratto le nostre bocche si scontrarono per una seconda volta.
 
“Trasformami.” Gli dissi, staccandomi dal bacio.
“E questo sarebbe diventare il tuo sogno? Diventare un mostro?” Cercò di convincermi.
“Non proprio, più che altro il mio sogno è di restare con te per sempre.” Gli risposi.
 
All’improvviso, sfiorai le sue labbra: mi sentivo in paradiso, anche se lui fosse il male, io lo avrei scelto lo stesso; poteva essere anche lo sbaglio più grande della mia vita, ma sbagliare era il mio forte ed ero sicura al cento per cento di quello che stavo appena facendo.
 
“Starò per sempre con te. Non ti basta?” Continuò, cercando di farmi cambiare idea.
“Per ora, posso dire che mi basta.” Cercai di farlo stare zitto, non volevo che rovinasse quel momento.
“Sento che sto per amarti.” Aggiunse poco dopo.
“Anch’io. Credo di amarti.” Gli risposi, ma ero sicura delle mie parole.
“Non puoi vivere, facendo una lunga vita felice con me?” Mi chiese, mentre mi baciava il collo.
“Mi basta…per ora” Dissi, mentre ci baciammo per la terza volta.
 
Fu l’incontro più bello della mia vita. Alla fine, anch’io diventai una vampira; anche se dovetti aspettare molto tempo, ma provai molta più passione per lui: mi accorsi che lo amavo ancora di più. Senza eccezioni. Tra me e lui, era un amore incondizionato. Fu dura, ma alla fine superai qualsiasi ostacolo: la lunga depressione, le battaglie e infine la trasformazione. Tutto questo lo devo a quell’incontro, il quale mi cambiò totalmente la vita. Ed io non potevo fare altro che ringraziarlo: perché mi sentivo la ragazza più felice del mondo, o meglio, vampira. Perché era quella la mia vita, mi sentivo rinata per una seconda volta; non ero affatto pentita, anzi, ero felicissima perché solo in quel momento capii il vero significato della parola: vivere.

 



 
Ciao a tutti, sono molto felice se siete arrivati davvero fin qui. Oltre alle quattro flashfic che ho scritto, ho composto anche una one shot e penso che arriverà anche qualche storia a cpitoli: ma con una fantasia ben diversa e spero che la apprezziate. La pubblicherò dopo Natale, credo. XD
Se volete lasciarmi una recensione per dirmi cosa pensate di questa mia idea, mi basta una vostra conferma. Detto questo, grazie per chi mi metterà tra i preferiti, seguiti e ricordate! :)
 
 
 
   
 
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