Libri > Hunger Games
Segui la storia  |       
Autore: Lily97    02/12/2013    8 recensioni
Annie Cresta è una ragazza del Distretto 4, lo stesso dal quale proviene il bel Finnick Odair, il giovane affascinante mentore che, nei 65esimi Hunger Games, vinse all'età di 14 anni.
Lei lo ritiene un ragazzo superficiale, attaccato più alla fama e alla sua bellezza che alla vita, eppure quella è l'unica facciata che Odair lascia trasparire.
Capitol City non è un luogo che realmente assicura un totale cambio di vita ai vincitori; gli abitanti dei Distretti rimarranno sempre tali e la Capitale non mancherà mai di ricordarlo.
"Prima le signore.. Annie Cresta"
Il mondo si fermò per la ragazza. Sentiva il suo nome rimbombare nelle sue orecchie e nella bocca di tutti. Si voltò, incrociando lo guardo terrorizzato di sua sorella.
Non poteva scoppiare a piangere, non davanti a lei.
Quante possibilità aveva di vincere contro altre ventitré persone, molte delle quali letteralmente superiori a lei?
Zero.
Chi avrebbe potuto aiutarla?
Solo un nome.
Finnick Odair.
Genere: Azione, Guerra, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Altri tributi, Annie Cresta, Finnick Odair
Note: nessuna | Avvertimenti: Contenuti forti
Capitoli:
 <<    >>
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A
Capitolo 5
-Ignorare il dolore-


Finnick tornò a casa sua, nel Villaggio dei Vincitori.
Non la usava mai, durante l'anno. Ci andava solamente il giorno prima della Mietitura per scortare i due tributi fino a Capitol City.
Invece quell'anno aveva deciso di tornare una settimana nel suo Distretto con Mags, la sua Mentore, nonché unico membro della sua famiglia.
Spalancò la porta ed entrò.
Sentì il profumo invitante della carne messa sul fuoco, ma scoprì di non aver fame..
Prima che potesse anche solo poggiare un piede sulla scala, la piccola figura di Mags gli si parò davanti, a braccia conserte.
Lo guardò con severità, indicandogli con gli occhi la cucina.
“Davvero Mags, non ho fame” tentò.
La donna non si lasciò ingannare: lo prese per un braccio e lo trascinò di peso sulla sedia e dopo servì un ottimo piatto di carne con contorno di piselli e carote.
Il bello dell'essere due Vincitori era quello di disporre di qualsiasi genere di cibo si volesse.
Finnick lanciò uno sguardo implorante alla donna. Era probabile che avrebbe vomitato tutto se avesse inforchettato anche solo una carota.
Mags si sedette dall'altro capo della tavola e cominciò a mangiare lentamente, senza però mai perderlo di vista.
Per farla contenta, il ragazzo iniziò a spiluccare qualcosa, costringendo il cibo nello stomaco e sperando che il malessere fosse solo passeggero.
Dopo qualche minuto, Finnick allontanò il proprio piatto, ancora mezzo pieno. “Non ce la faccio, Mags. Mi dispiace 
La vecchia lo guardò ed una scintilla di comprensione le baluginò nelle iridi chiare.
Gli si avvicinò piano, andando a sedersi accanto. Gli posò una mano sulla guancia e l'accarezzò con amore.
Finnick si beò di quella sensazione: era da tanto tempo che nessuno lo trattava più in quel modo.
“Tu stai male” disse Mags.
Il ragazzo non poté trattenere un'espressione sorpresa: era da almeno un anno che non sentiva la voce della donna.
“Non è nulla, davvero” la rassicurò.
Mags tese una mano e gli toccò il petto all'altezza del cuore, poi inarcò le sopracciglia.
Ti fa male qui, vero?
Finnick sorrise amaramente. “Ho imparato a non soffrire più” rispose.
Era vero.
Era stato male per troppo tempo, finché aveva deciso di non prestare più attenzione al dolore del proprio corpo; l'aveva confinato in una parte di sé così lontana e remota che, a volte, davvero credeva di riuscire ad ingannarsi, ma non era abbastanza bravo da fare lo stesso con lei.
La vecchia circondò il volto tra le mani e gli diede un lieve bacio in fronte.
Io ci sono sempre.
“Lo so”.
Si alzò e si incamminò verso la camera, ma prima che potesse appoggiare il piede sul primo gradino, squillò il telefono.
Solitamente lo lasciavano suonare, ma quella volta, spinto da un gesto automatico, sollevò la cornetta.
Una voce trillante, di Capitol City, lo fece rabbrividire.
Fu una conversazione veloce, gelida da parte sua. Una volta riattaccato, si passò una mano sugli occhi.
Ecco perché avrebbe voluto evitare il cibo.
Sentì che il poco che aveva mangiato stava facendo a pugni per tornare su e gli ci volle tutta la forza di volontà per non vomitare sul pavimento.
Con il maggior contegno che riuscì a trovare, si diresse in camera, dove prese il suo zaino e ci infilò dei vestiti nuovi, della crema e un olio alla lavanda.
Poi afferrò il cappotto e scese le scale. Avrebbe dovuto affrontare Mags e non gli sarebbe piaciuto, ma non aveva scelta.
“Devo andare” disse.
Mags uscì rapidamente dalla cucina, guardandolo interrogativa.
Era quello sguardo che Finnick era in grado di sopportare. Si voltò verso il calorifero e ci appoggiò le mani. Nonostante fosse ancora molto presto, già emanavano calore. Mentre negli altri Distretti si moriva di freddo e di fame, i Vincitori erano serviti e riveriti.
“Ho un impegno” spiegò in risposta all'occhiata della donna.
“Capitol?” domandò lei.
Un record! Due frasi nella stessa serata. Doveva essere davvero preoccupata.
Avrebbe voluto fingere e negare, ma a quella domanda spiazzante non seppe mentire.
“Devo”.
Mags scosse la testa con vigore, un'espressione severa in volto. Gli picchiettò con un dito sul cuore.
Non importa a nessuno quello che provo. A nessuno! Nemmeno più a me” esclamò con rabbia ed uscì.
Andò incontro al treno che l'avrebbe portato dalla donna di Capitol City; in grembo ad una persona che da lui bramava solo piacere, che gli avrebbe strappato in brandelli l'anima; che lo avrebbe reso ancor più una persona peggiore.

 
<>

Era bello assistere ai preparativi della Festa del Raccolto.
Ognuno si dava da fare per addobbare, per rendere migliore una zona, per aiutare chi aveva qualche difficoltà.
Nonostante Annie ancora fosse arrabbiata con la sorella per la sera prima, non si fecero attendere quando Nereyde le chiamò per uscire.
Il loro compito era di decorare la piazza centrale, davanti al municipio, con ghirlande e vari nastri colorati.
Appena arrivate, Ocean si unì al gruppo di sue amiche mentre Annie e Nereyde si avvicinarono alla casa di Theti, la figlia del sindaco.
La trovarono in cucina, intenta a seguire uno dei programmi di gossip di Capitol City. Non che lei amasse la capitale, ma era davvero divertente osservare le banalità che entusiasmavano gli abitanti della metropoli..
Anche Annie e Nereyde si fermarono un secondo per assistere alla sceneggiata assurda di una signora con i capelli verde acido che accusava il marito di averle comprato un pesce giallo e non rosso. In questo modo non le stava dimostrando il suo amore.
Le tre ragazze non poterono che scoppiare a ridere.
Stavano per andarsene, quando Nereyde indicò lo schermo.
“Ehi! Ma quello è Finnick!!”.
Annie si voltò verso il televisore.
Non c'erano dubbi. Il ragazzo inquadrato, altissimo, biondissimo e bello da mozzare il fiato, era proprio Finnick Odair.
“Perché diavolo..?” fece Theti, risedendosi sulla sedia.
La conduttrice, una signora sui trent'anni, venne inquadrata, mentre la foto di Finnick ancora si stagliava sullo sfondo.
“..e così il bel Finnick Odair è stato immortalato mentre usciva, non troppo furtivamente, dalla casa di Kandra Salux” disse ed in seguito alle parole, apparve la fotografia del ragazzo sul portone di una casa, intento a sistemarsi la camicia ancora spiegazzata e i capelli tutti in disordine. Da una finestra in alto, una ragazza di ventitré anni circa lo salutava, con indosso solamente un lenzuolo.
Le amiche di Annie si girarono di scatto verso di lei, che però se ne accorse appena. Aveva gli occhi incollati allo schermo, più precisamente al viso di Finnick che esibiva quel suo sorriso sghembo per le telecamere, probabilmente fiero del proprio operato.
Non seppe perché, ma quel volto, se prima ormai familiare, quasi simpatico, in quel momento le infuse una sensazione di nausea, tanto che dovette distogliere gli occhi dalla fotografia.
Si sentiva arrabbiata.. ma per cosa, esattamente?
Lui era liberissimo di fare ciò che voleva, di andare a letto con chi voleva. Aveva diciannove anni e il pieno controllo della propria vita. Inoltre, come le aveva ricordato la sera prima, non si poteva obbligare qualcuno a non uscire con chi preferiva.
Era andato a divertirsi una notte a Capitol City? Non c’era da stupirsi, poiché sembrava essere il suo intrattenimento preferito.
Annie sarebbe andata alla festa con Eliah e si sarebbe divertita.
“Che cos’avete da guardare?! Se sperate che cada in ginocchio in preda ad una scenata isterica, ve lo scordate. Saranno affari suoi quello che fa in giro” rispose alle occhiate delle altre due.
Uscirono con le mani cariche di decorazioni ed iniziarono ad appenderle agli stipiti delle porte, vicino alle bancarelle, sui vasi che ornavano la piazza e così via.
La Festa del Raccolto era stata pianificata proprio in quei giorni per distogliere i ragazzi dall’idea della Mietitura. Inutile dire che non servisse a nulla. Il Distretto 4 era uno dei Favoriti a Panem. Questo significava che molti ragazzi, ma non tutti, venivano addestrati al combattimento; alcuni anni vi erano stati addirittura dei volontari! Invece, quelli che decidevano di ignorare l'addestramento, potevano proseguire con una vita tranquilla, nella speranza di non essere scelti.
Su quell’aspetto, il Distretto 4 era molto permissivo.
Ciononostante, durante la scuola, ai ragazzi veniva insegnata una tecnica di combattimento base a scelta, che poteva essere spada, arco, lancio dei pugnali, tridente, fionda, dardi e via dicendo.
In questo modo, la fama di Favorito non era scomparsa dal Distretto e, agli occhi di Panem era rimasto controllabile.
Ocean si avvicinò alla sorella, sorreggendo una ghirlanda un po’ malridotta. “Annie, non riesco a sciogliere il nodo” gliela allungò.
“Hai sentito che..?” iniziò Ocean.
Annie alzò gli occhi al cielo. Lo sapeva! “Per l'amor di Dio, Ocean! Ti sei già dimenticata di ieri sera o hai bisogno che ti rispolveri la memoria?” sibilò.
“Tecnicamente, non ho fatto nulla che ti dovrebbe interessare, dato che ripeti in continuazione quanto Finnick sia una vera scocciatura” la incalzò la sorella seppur seria.
“Non mi interessa! Tu devi imparare a farti gli affari tuoi!!” ringhiò.
“Ti sei comportata da vera stupida. Se non avessi reagito in quel modo, nessuno avrebbe fatto caso a ciò che ho detto”.
“Se tu non avessi aperto la bocca, probabilmente non l’avrei fatto!”.
Ocean incrociò le braccia la petto. “Ma che ti importa di aver fatto una brutta figura con Finnick?! Non lo detesti?”.
La sorella rimase spiazzata dalle sue parole. “Non.. non lo detesto”.
“Allora ti piace. Non c’è altra spiegazione al tuo comportamento”
“Non mi piace nessuno, Ocean!! Vattene a sistemare questa stupida ghirlanda!” esclamò, tirandogliela dietro, sfinita.
“Magari non vuoi che ti piaccia per via di ciò che hai visto” alluse al programma di gossip.
Almeno ebbe la decenza di non dirlo ad alta voce.
Annie si voltò per finire il proprio lavoro, con un diavolo per capello. Non riuscì a fare praticamente nulla senza che le mani le tremassero per la rabbia e più volte fu costretta a chiudere gli occhi e respirare a fondo, prima di ricominciare.

 
<>

Verso le sette, finirono ogni dettaglio e ad ognuno fu concesso di tornare a casa per prepararsi.
Annie scoprì di non essere più arrabbiata con la sorella, anche se non poteva dimenticare le frecciatine velenose e i pasticci che aveva combinato in un arco di tempo così ridotto.
Verso le otto sarebbe passato Eliah e aveva intenzione di presentarsi contenta di essere accompagnata da lui.
Scelse uno dei suoi pochi vestiti abbastanza carini, lasciando volutamente schiacciato sul fondo dell'armadio quello per la Mietitura.
L'abito era verde acqua, di seta leggera, a canottiera, con una scollatura abbastanza gentile, ma non volgare. Si chiudeva sotto il seno con una fascia più scura e da lì, cadeva morbido fino a coprire le ginocchia. Sulle spalle si sistemò uno scialle blu notte e ai piedi dei semplicissimi sandali intrecciati fino alla caviglia, come da tradizione.
Si mise una collana molto pratica, con un filo argentato che prima aveva racchiuso nelle sue morbide spirali una perla. Poi era andata persa ma il motivo del filo le era piaciuto e aveva deciso di conservarla.
Quando Ocean entrò per farsi sistemare i capelli, spalancò gli occhi grigi per la sorpresa.
“Sei bellissima”.
Annie arrossì, compiaciuta. Sapeva che con quella semplice frase sincera, Ocean stava tentando di chiederle scusa.
“Vieni qui” le disse affettuosa, facendola sedere sul letto e cominciando ad intrecciarle i capelli neri.
Quando bussarono alla porta, lo stomaco di Annie fece una capriola per l’ansia. Si impose di rimanere tranquilla e concentrata.
È solamente Eliah, si disse, ma non sortì alcun effetto calmante. Anzi! La consapevolezza che tra lei ed il ragazzo ci fosse solo la porta di legno l'agitò ulteriormente.
Ocean guizzò alla porta come un cavalluccio marino e la spalancò con un caloroso “Ciaaao!”.
Annie sentì la risposta del ragazzo e un fruscio abbastanza sospetto.
“Non mi dire che sono..” mormorò.
FIORI!” trillò Ocean, trotterellando contenta in salotto.
Erano stupendi, Annie dovette ammetterlo. Un bouquet di rose bianche e violette. Lo prese tra le mani e ne saggiò il profumo. Delizioso.
Sorrise timidamente ad Eliah, che sembrava ancora più a disagio di lei.
“Non dovevi” disse gentilmente.
“Era d’obbligo”.
Era davvero bello con la maglia attillata grigia e i pantaloni neri. I capelli chiari e corti erano ben ordinati e gli occhi blu.. beh, Annie era consapevole che molte delle sue amiche avevano perso la testa a causa dei suoi sguardi.
“Andiamo?” le chiese, porgendole il braccio.
Lei annuì e poggiò la mano sul suo avambraccio, sentendo i muscoli del ragazzo guizzare sotto pelle. Non poté non compararli a quelli ferrei di Finnick. Subito scacciò il pensiero e rivolse un’occhiata alla sorella, ancora alla porta.
Ocean gli fece due pollici alti e le strizzò l’occhio con fare incoraggiante ed Annie prese un bel respiro, prima di avvicinarsi alla piazza in festa con Eliah.

 
   
 
Leggi le 8 recensioni
Segui la storia  |        |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Capitoli:
 <<    >>
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Hunger Games / Vai alla pagina dell'autore: Lily97