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Autore: nannie    02/12/2013    1 recensioni
"Mi vide, mi amò;
Lo vidi, l’amai."
Genere: Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Nuovo personaggio, Zayn Malik
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
- Questa storia fa parte della serie 'mille volte ancora. '
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A Luca, che forse ancora mi ha scelto.

Scelti, vecchi amanti.
 
Mi vide, mi amò;
Lo vidi, l’amai.
Potrebbe essere solo così ma così non è, e non è stato tra di noi.
Perché prima di esserci visti, visti davvero, noi ci siamo scelti.
Ci siamo scelti come si fa con i biscotti al supermercato e con i libri da leggere.
Ci siamo letti le trame, esaminati bene poi scelti, visti e amati.
Ti ho scelto con l’aria imbronciata e le sigarette sempre in mano, che poi sono diventate tabacco –almeno provo a smettere di fumare, avevi detto cosa che poi non è accaduta.
Ti ho scelto con l’accendino scarico sempre pronto a chiedere il mio, e mi chiedevo perché non te ne compravi uno (forse volevi proprio il mio perché era mio?).
Ti ho scelto col malumore perenne e tu hai scelto me con il vaffanculo a duemila, sulla stessa lunghezza d’onda in certi versi.
T’ho scelto con le mani calde che sembran fatte per riscaldare le mie, e gli occhi grandi come i miei che guardano tutto bene e troppo affondo.
Ho scelto anche il tuo insistente profumo di dopo barba in giro per casa, le maglie grandi o da basket che ti rubavo, ho scelto le tue scarpe accanto alla porta –e sai che vanno nella scarpiera e odio quando le trovo lì.
Ci siamo scelti consapevoli delle tempeste, del tempo e della distanza, ma ci siamo amati.
Amati davvero, amati forte.
Lo facevamo anche mentre tu urlavi basta e io me ne andavo, mille volte hai urlato e mille volte me ne sono andata.
Ma tu mi richiamavi con voce calma e io tornavo.
Ed ora ogni cosa, ogni mobile dentro la mia casa mi ricorda te.
Il divano roso che, dicevi sempre da finto intenditore, da un tocco di colore.
Le tende bordeaux, -perché almeno s’abbinano al divano e fanno fico-  che anno ancora quell’aria da cucciolo che avevi tu nel negozio.
I piatti e bicchieri colorati dell’ikea –che se continuiamo così questa casa sembra un quadro di picasso per quanti colori -, che non mettevo mai nella lavastoviglie e lo facevi tu ed ora mi costa farlo da sola.
La scheggia sul tavolo dopo che t’avevo tirato quel bicchiere blu.
Quella scheggia che ricorda le liti che sembravano non finire ma una fine la trovavano sempre..
Però poi hai perso il tuo calore e io la mia febbre di conquista, e ciò che avevamo scelto non andava più bene.
Le separazioni temporanee, quella distanza a tratti che ci faceva male e ci piegava ma ancora non c’aveva spezzato.
Perché non ti fermi per sempre qui? Mi chiedevi.
E perché non lo facevo? Ho i corsi all’università lo sai -Ho paura e non lo sai. Quello non dicevo e mentivo.
Ti ho amato quando dicevi ch’ero un’attrice nata e ti rispondevo che tu invece mentire non lo sapevi proprio fare.
Ho amato fino alla sfinimento i baci leggeri che poi diventavano tempeste e ti ritrovavi coi segni sul collo e io con i capelli in disordine.
Ho amato i tuoi mille tatuaggi e quando m’hai accompagnato a fare il primo di tanti.
Ho amato le parole non dette, ma sussurrate con gli occhi
Sapevo tutto delle tue cose strane e tu delle mie intimità, sapevo tutte le tue (poche)bugie –le dico per non farti arrabbiare!, ma io m’arrabbiavo lo stesso- e tu sapevi delle mie verità tristi e scomode che un po’ ti spaventavano.
Ed è proprio quella paura che ti ha fatto scappare, paura di me, di te e di quel noi che ormai era quasi una certezza e tu hai avuto paura delle certezze perché non ne hai mai avute. E allora sei scappato.
Sei scappato proprio quando i sentimenti erano forti  e così veri che quasi si potevano toccare.
Hai troncato tutto così, d’impulso e botto, hai deciso che il tuo cuore il pendolare non lo voleva fare ma non hai pensato al mio.
Strano, ci pensavi sempre.
Ci pensavi alle tre di notte quando mi mandavi un messaggio.
io sono qui nel letto, tu sei lì nel letto, qualcuno è nel posto sbagliato e decidi tu chi- scrivevi.
Ora il telefono non s’illumina mai a causa tua quando prima eri quella principale.
Hai preso le tue cose e sei tornato lì, ho ripreso le mie cose e sono rimasta a casa.
Tutto ciò che avevamo scelto; le parole, i sorrisi, i sospiri, le telefonate, i baci, il fare l’amore di notte e poi di nuovo al mattino, il prenderci in giro per poi prenderci a baci, il prenderci a parolacce per gioco, le mani sempre intrecciate e la mia risata da maiale che ti piaceva tanto (infondo ti piacevo io), il casino nella mia stanza e nella mia testa e quello che procuravo nella tua –sei un cazzo di uragano-, i cappuccini smezzati e il pezzo di lasagna che mi lasciavi rubare, i tuoi maglioni caldi e la barba che mi pizzicava, tutto quello che avevamo scelto alla fine non era bastato.
Non ti era bastato scegliermi, guardarmi dentro, squartarmi il cuore e amarmi.
Te ne sei andato continuando ad amare forse.
E il tempo è passato, perché quello passa sempre e tu con la voce dura me lo dicevi in continuazione.
È passato e so che hai avuto altre ragazze, lo so perché me lo ha detto Liam con il viso rammaricato, so che ci sei andato a letto perché qualcosa dovevi pur farci  e lo so che bisogna dare un po’ di gioia al corpo.
So che c’è voluto talento per andare avanti, per arrivare dove io non sono arrivata.
Perché io ti ho aspettato, perché altre mani, occhi, labbra e sorrisi non avevano senso.
Ho preferito comunque la tua assenza a chissà quale presenza.
Ma io t’ho scelto, ti ho visto e ti ho amato forte, e ti amo ancora quindi mi chiedo se ora sono davanti alla tua porta tu che fai?
Se io sono qui fuori, fuori dalla tua porta e fisso il legno, tu che fai?
Scappi di nuovo?
Perché io non lo so, non lo so se suonarlo o no il campanello Zayn.
Lo suono o no?

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Questa one shot è uno sfogo personale. 
Sono emozioni mie allo stato puro, non ho molto da dire se non che il diretto interessato assomiglia realmente a Zayn, se no avrei fatto un romantico sulla sezione 'originale', poi diciamo che con Zayn mi sentivo inspirata..
Non è lunghissima e nemmeno tanto chiara ma avevo il bisogno di scriverla soprattuto dopo aver sentito 'La canzone dei vecchi amanti' di Battiato, e beh eccola qui.
Spero leggiate e magari recensiate pure, critiche e pareri fanno anche comodo.
Ah, il banner (o schifezza chiamatela come vi pare) l'ho fatto io, sono riuscita a riscaricarmi photoshop e sto riprendendo la mano. :3


 


Besos, nannie.


 
   
 
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