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Autore: FraGirl    02/12/2013    7 recensioni
[RufyxNami] [Seguito di "La fine di tutto"]
"Seduta su uno sgabello, Nami si lasciò ciondolare avanti e indietro canticchiando lentamente, il pianto del bambino rimbombò in quella stanza illuminata dai raggi lunari. Strinse forte a se il fagottino cercando di placare il pianto.
"shh, stai calmo" sussurrò dolcemente accarezzandogli la guancia. Lo guardò attentamente: occhietti grandi e vispi e piccoli ciuffi di capelli neri che piano piano stavano crescendo.
Era identico a lui."
Genere: Angst, Malinconico, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Monkey D. Rufy, Nami | Coppie: Rufy/Nami
Note: Lime, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Ecco il seguito dell'altra mia fanfiction "La fine di tutto". Non so esattamente come definirla, come sempre accetto critiche e consigli. ;)
Buona lettura ^^
 

Un nuovo inizio



Gli assi del letto cigolarono, in quella stanza si sentivano solo i gemiti e i mugolii di due persone intente e rotolarsi sul letto ad amarsi, ad accerazzarsi. Rufy si spinse dolcemente in Nami la quale si aggrappò alla sua schiena mordendogli il collo, cercando di soffocare i gemiti. Non era la prima volta che avevano rapporti, eppure ogni volta che facevano l'amore lei non riusciva mai a essere insoddisfatta: forse perchè Rufy era l'unico uomo che era in grado di darle ciò che lei voleva veramente. La donna piegò le braccia alzandosi leggermente in avanti baciando castamente Rufy sulle labbra.
"Promettimelo", sussurrò la rossa guardando l'uomo sopra di lei con il respiro affannato. "Promettimi che non mi lascerai mai"
Rufy, ancora con gli occhi socchiusi e le gote arrossate per il piacere, cerco di riaquistare un po di lucidità per risponderle adeguatamente.
"Lo giuro in nome di tutto... Anche in nome della carne, io non ti abbandonerò mai"
Quella frase ironica detta in quel modo sincero, con quel tono così deciso e sicuro, la fecero ridere non solo di divertimento, ma anche di gioia. 
Le promesse sono promesse, e il re dei pirati deve sempre mantenere la parola data. 
Con questo pensiero, Nami premette un'altra volta le sue labbra su quelle di Rufy sentendo le mani forti dell'uomo percorrerle il corpo con tocchi gentili e delicati.


Seduta su uno sgabello, Nami si lasciò ciondolare avanti e indietro canticchiando lentamente, il pianto del bambino rimbombò in quella stanza illuminata dai raggi lunari. Strinse forte a se il fagottino cercando di placare il pianto.
"shh, stai calmo" sussurrò dolcemente accarezzandogli la guancia. Lo guardò attentamente: occhietti grandi e vispi e piccoli ciuffi di capelli neri che piano piano stavano crescendo.
Era identico a lui.
Pensare a quella esecuzione la faceva stare male, eppure non riusciva a togliersi dalla testa quei due boa in piedi accanto lui, suo marito in ginocchio, e quele due lame che gli trapassavano il cuore. Si morse le labbra a sangue. E' passato un anno dallo scontro contro Barbanera, e sono passati solo tre giorni dall'esecuzione.
Anche Gol D. Roger era stato giustiziato in quel modo, proprio come era successo a Rufy.
Anche Gol D. Roger aveva sorriso prima di morire, proprio come aveva fatto Rufy.
Era destino che l'era di Monkey D. Rufy finisse? Per tanti pirati si. Per lei e per i suoi compagni no
Avevano condiviso un sacco di cose con lui, sempre con lui avevano pianto, riso, gioito. Sopratutto lei. Non riusciva ancora a credere che tutto questo fosse successo davvero.
Chiuse gli occhi strofinando il viso su quello del figlio.

Lo vide camminare lentamente verso il patibolo di Logue Town. Nel suo sguardo non c'era traccia di emozione, ne timore, ne paura. Niente di niente. Anzi, si poteva dire che fosse rilassato, come se avesse sempre saputo cosa gli sarebbe capitato in futuro. Avrebbe voluto correre, urlare ai due boa dietro di lui di liberarlo, di gridare a lui a di finirla con questa pagliacciata e di tornare a casa insieme e lei.
Fu il pianto di suo figlio ad attirare la sua attenzione, quel bambino nato da poco, che assomigliava fin troppo a suo padre.
"Stai tranquillo, va tutto bene" mormorò lei dolcemente scuotendolo con delicatezza. Quando vide che Rufy e i due boa gli stavano passando accanto, il suo capitano si fermò davanti a lei. La guardò intensamente negli occhi per poi sorridere dolcemente. Nonostante fosse ammanettato, riuscì a togliersi il cappello e posarlo sopra la testa della donna.
"Prenditi cura tu del mio cappello" si limitò solo a dire senza che il sorriso abbandonasse le sue labbra, guardò suo figlio fra le braccia di Nami e avvicinò il viso a quello del neonato baciandogli la fronte dolcemente. 
"Sono sicuro che da grande diventerai un grande pirata" sussurrò a pochi centimentri dal viso del bambino. Nami, a quelle parole, sentì gli occhi farsi lucidi, non poteva finire così.
Prima di andare, sentì Rufy sussurrarle qualcosa all'orecchio, sentì per un soffio che una folata di vento le scompigliò i lunghi capelli rossi. Lo guardò sorpresa per poi sussurrare un lento "Anche io", non accorgendosi delle lacrime che le bagnavano il viso.


Dopo aver calmato il pianto di suo figlio, lo mise dolcemente nella culla sorridendogli con amore. Spense le luci per poi chiudere la porta della stanza, andò in camera sua e si buttò su letto chiudendo piano gli occhi. Due notti che non dormiva, faceva smepre gli stessi incubi: lui inginocchiato a terra e lei che guardava impotente la scena. 
Poi perchè consegnarsi? Perchè il suo corpo ormai aveva raggiunto il limite e non poteva vivere a lungo. Così gli aveva detto a lui.  La prima volta che aveva dato la notizia di consegnarsi, lei e tutta la ciurma erano rimasti a bocca aperta. Non poteva dimenticarsi la furia di Zoro seguita a ruota dal combattimento durato addirittura dieci giorni tra lui e Rufy, lo shock totale di Sanji, Brook, Chopper e Usop e ovviamente il pianto di lei, lei che in quel periodo era ancora incinta. Gli unici che forse avevano capito la situazione in quel momento erano Franky e Robin. Non aveva mai capito il perchè, forse Rufy aveva già parlato con loro di quella faccenda, infatti quando il capitano aveva dato la notizia era come se loro due già sapessero
Anche se si era consegnato, anche non aveva mantenuto la promessa di non abbandonarla mai... Lei sarebbe sempre stata orgogliosa di averlo sposato, di averlo amato e di aver condiviso molte cose con lui, ed sicura che un giorno, il loro figlio, avrebbe preso le orme del padre e sarebbe andato in cerca anche lui di avventura. Anche perchè: questo era il desiderio di Rufy.

In quella camera di ospedale, strinse le lenzuola bianche, urlò dal dolore non sentendo gli incoraggiamenti dei medici di continuare a spingere più forte, che il bambino stava uscendo. Rufy accanto a lei, le accarezzò i capelli lunghi appiccicati al volto, madido di sudore, le sussurrò all'orecchio che andava tutto bene, che ce l'avrebbe fatta. Dopo un'ultima spinta, sentì il pianto straziante del neonato rimbombare in quella camera. Sospirò pesantemente guardando affaticata quella creatura in mano ai dottori venire con cura asciugata e coperta con un asciugamano. Prese il fagotto fra le braccia sorridendo serena.
"Benvenuto, piccolino", mormorò. Spostò lo sguardo verso Rufy che stava guardando entrambi emozionato e felice.
"Sono sicuro che quando sarà grande, diventerà un vero pirata" disse Rufy strofinando il viso contro quello della donna. "E chissà, forse seguirà anche le mie orme, vero?... Monkey D. Ace", finì divertito accarezzando la guancia del piccolo.
Nami scoppiò a ridere felice, risata che venne interrotta dalle labbra dell'uomo che si impossessarono presto delle sue.


Aprì gli occhi ritrovandosi di nuovo in camera sua. Si alzò velocemente dal letto guardando un punto imprecisato della stanza: doveva smettere di piangersi addosso. Rufy non avrebbe voluto vederla così, avrebbe voluto vederla forte, avrebbe voluto vedere la sua solita Nami allegra, determinata e coraggiosa.
Con passi lenti, andò nella stanza del piccolo Ace, lo guardò dormire serenamente nella culla, prese il cappello di paglia che gli aveva dato Rufy poco prima dell'esecuzione, e lo posò vicino al bambino.
Aveva ragione, Ace forse era veramente destinato a viaggiare verso nuove avventure.
Con il sorriso sulle labbra, spense le luci e chiuse la porta ripensando a quello che le aveva sussurrato Rufy all'orecchio, poco prima di morire.
Vi amerò per sempre.

  
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