Butterfly Kisses
Songfic basata
sull’omonima canzone
di Bob Carlisle
Titolo: Butterfly Kisses
Canzone:
“Butterfly
Kisses” di Bob Carlisle,
dall’album “Butterfly Kisses”
Rating:
G
Genere:
Romantico/Drammatico
Pairing:
Draco/Hermione
(a sfondo)
Disclaimer:
Non possiedo e
non pretendo di
possedere nessuno dei personaggi usati in questa storia, visto che
appartengono
a JK Rowling, e non possiedo nemmeno la canzone “Butterfly
Kisses” di Bob
Carlisle. Questa one-shot è stata scritta unicamente per il
mio e vostro
piacere e non a scopo lucrativo.
Note
iniziali dell’autore: Le parole in corsivo
descrivono eventi del passato, mentre quelle in /corsivo
e tra le barre/ sono le parole della canzone.
“Vuoi
tu, Hermione
Granger, prendere Draco Malfoy come tuo legittimo sposo per amarlo e
onorarlo,
in ricchezza e in povertà, in salute e in malattia,
finché morte non vi
separi?”
“Lo
voglio.”
“Vuoi
tu, Draco Malfoy,
prendere Hermione Granger come tua legittima sposa per amarla e
onorarla, in
ricchezza e in povertà, in salute e in malattia,
finché morte non vi separi?”
“Lo
voglio.”
“Adesso
vi dichiaro marito e moglie. Può baciare la sposa.”
PRESENTE
Draco, sdraiato
nel letto, sospirò. Dalla piccola finestra
della sua camera da letto le prime luci del mattino si facevano strada
verso di
lui, costringendolo a socchiudere gli occhi. Non era stato il sole a
svegliarlo
però: nonostante fosse ancora presto, quella mattina in casa
Malfoy si respirava
l’agitazione e l’energia della giornata.
Cercò
riparo dal rumore immergendosi nel suo cuscino e nelle
coperte, ma proprio non c’era verso. Non gli importava
nemmeno di raggiungere
sua moglie: sapeva che quella mattina era stata la prima ad alzarsi.
Nessuno
sembrava più eccitato di lei per quella giornata.
Ahimè,
“quella giornata”. Quella che non riusciva a
scacciare
dalla mente sin dal momento in cui l’idea era stata
annunciata per la prima
volta. Quella giornata che nelle scorse settimane lo aveva tormentato
era
finalmente giunta. E lui che sperava che non arrivasse mai…
Non che una cosa
come questa fosse da considerarsi brutta,
proprio no. Il contrario, piuttosto. Chiunque nel maniero sembrava
avere
abbastanza entusiasmo per colmare anche quello che a lui mancava.
Un energico
bussare interruppe le sue elucubrazioni. “Draco!
Cosa diavolo fai ancora nel letto? Vedi di alzare le chiappe
immediatamente!”
Non si
preoccupò di risponderle.
Dall’altra
parte della porta, Hermione sospirò. Dopo 26 anni
di matrimonio, e qualcuno in più di conoscenza, era
diventata un’esperta nel
capire il umore di suo marito e sapeva perciò esattamente a
cosa stava pensando
in quel preciso istante. Aprì la porta e entrò
camminando sulle punte, anche se
fino ad un secondo prima stava urlando a squarciagola, sapendo che era
sveglio.
Lo vide sul
letto, la testa sepolta nel cuscino, le lenzuola
sparse dovunque. Sorrise. Si sedette a bordo letto e gli
arruffò leggermente i
capelli, ottenendo come risposta un piccolo grugnito.
“Se
solo per un attimo smettessi di pensare e ti godessi
l’eccitazione e il caos di questa giornata, ti sentiresti
molto meglio,
credimi.”
Altro grugnito.
Hermione
sospirò e se ne andò.
“Draco!
Draco!”
Hermione ansimava, chiamando colui che da un anno era suo marito.
Draco
arrivò correndo,
la preoccupazione malcelata nello sguardo.
“È
ora?” chiese
stupidamente, tanti saluti alla sua proverbiale calma e al suo solito
autocontrollo.
“Si,
maledizione!
Andiamo adesso!”
Dracò
aiuto sua moglie
–troppo incinta e troppo in travaglio- ad uscire di casa e ad
entrare in
macchina. Maledì la decisione di Hermione di partorire in un
ospedale babbano.
Lei aveva insistito, si sentiva più a suo agio con le
tecnologie babbane,
piuttosto che con le pozioni e i metodi casalinghi del mondo magico. Ma
non
sarebbe stato molto più semplice in quel momento usare la
Metropolvere e
arrivare all’ospedale più vicino il più
velocemente possibile?
Nonostante
tutto, Draco
riuscì a far salire Hermione in macchina e partire, non
prendendo l’autostrada
come le altre macchine, no di certo, ma volando. Calcolò che
avrebbe evitato di
prendere multe per eccesso di velocità e altri problemi
simili. Non solo la
macchina, ma tutto in casa loro era un perfetto mix di magico e babbano.
Non
ci misero molto ad
arrivare all’ospedale. I dottori fecero subito entrare
Hermione in una stanza, intimando
a Draco di aspettare fuori.
Dopo
sei ore passate a
percorre avanti e indietro il
corridoio,
Draco ricevette la notizia di essere diventato il padre di una
bellissima
bambina.
Entrato
nella stanza,
Draco si diresse subito verso Hermione, che aveva in braccio quello che
a lui
non sembrava altro che un mucchio di coperte rosa. Fu solo quando vide
un
piccolo braccino spuntare da queste che realizzò che era
molto di più di quello
che sembrava.
Quando
prese per la
prima volta sua figlia in braccio, fu amore a prima vista. La
ammirò con
sguardo adorante e due occhietti blu lo guardarono a loro volta.
Poté persino
vedere i primi accenni di un ciuffo di capelli biondi sulla testa della
piccola, informando così subito sua moglie che la loro
bambina aveva i suoi
occhi e i suoi capelli. Hermione tentò di spiegargli che
tutti i bambini hanno
gli occhi blu e i capelli chiari, ma senza ottenere il minimo risultato.
“Ashley”
decretò, dopo
averla guardata dormire per ore tra le sue braccia. Osservando il
faccino
angelico della figlia, giurò a sé stesso che
sarebbe stato il miglior padre
possibile, mettendo sempre il bene di sua figlia al primo posto.
“Ashley Nicole
Malfoy.”
“Dannata donna, deve
sempre aver ragione su tutto!” pensò,
ghignando nel cuscino. All’età di 24
anni, i capelli biondi e gli occhi azzurro oceano di sua figlia alla
nascita
erano diventati color cioccolato i primi, e color del miele i secondi,
proprio
come quelli di sua madre. Chiunque poteva notare la somiglianza tra le
due.
Ricordò
come sua figlia gli avesse subito rubato il cuore. Se
voleva qualcosa, non doveva far altro che chiederla. Prima di sera, era
già
nelle sue mani. Quante volte Hermione lo aveva rimproverato, dicendo
che
viziarla non era la scelta migliore, ma conoscendo la persona con cui
aveva a
che fare, poteva capire il bisogno del marito di dare alla loro figlia
tutto
ciò che desiderava.
/There’s
two things I know for sure
She was sent here from heaven, and she’s daddy’s
little girl
And as I drop to my knees by her bed at night
She talks to Jesus and I close my eyes
And I thank God for all of the joy in my life/
Ashley
entrò nel salotto,
abbracciando il suo orsetto di peluche. Tornò poi indietro,
cercando sia di
attirare l’attenzione dei genitori, sia di non farli
accorgere della sua
presenza. Sapeva che sarebbe dovuta essere a letto, ma doveva parlare
con loro.
“Ashley,”
Hermione riprese la figlia non appena la vide nascondersi dietro
l’angolo.
“Cosa ci fai ancora sveglia? Dovresti essere a
letto.” Lanciò alla figlia
un’”occhiata” eloquente dal divano, dove
lei e Draco stavano guardando un po’
di televisione babbana, prima di andare a loro volta a letto.
“Ho
fatto un
blutto sonnio,” disse piano, con la tenera pronuncia
storpiata dei bambini,
succhiandosi il pollice, senza lasciare per un attimo la presa sul
povero
orsacchiotto. “Ci sono i mostli sotto il mio
letto…”
Hermione
sorrise. “Adesso mamma ti riaccompagna in camera e
manderà via quei mostri,
ok?”
“No!”
protestò Ashley. “Voglio
papà!”
Alzando gli
occhi al cielo e incoraggiando un orgoglioso Draco, Hermione si fece da
parte.
Ormai si era adattata all’abitudine della figlia di preferire
il padre a lei.
“Andiamo
a
far vedere a quei mostri chi comanda qui!” disse Draco,
prendendo in braccio la
figlia.
Ashley rise
per tutto il tragitto verso la camera.
Una volta
“scacciati
i mostri”, Draco mise Ashley a letto e le rimboccò
le coperte. La bambina
sorrise dolcemente, sebbene la stanchezza cominciasse a farsi sentire
nella
lentezza dei movimenti.
“Papà,
mi
racconti una ‘toria?” lo pregò Ashley.
“Ti do un bacio così!”
Come dirle
di no?
Draco
iniziò
così a raccontare la favola della ‘grande
principessa Ashley, che aveva tutto
ciò che desiderava e viveva in un enorme castello
sull’oceano…’non riuscì ad
andare oltre, visto che la piccola si appisolò.
Un attimo
prima di cadere in un sonno profondo, si alzò piano e diede
un dolce bacio
infantile sulla guancia del padre e bisbigliò
“’notte papà. Ti voglio bene.”
“Ti
voglio
bene anch’io. Per sempre.” Bisbigliò a
sua volta Draco, accarezzandole la
guancia delicatamente e baciandola amorevolmente sulla fronte.
Il
mercoledì
era per Draco il giorno peggiore al lavoro. Hermione e Ashley non
sapevano
esattamente perché, ma era sempre di mercoledì
che Draco sembrava più
irritabile e stanco. Perciò quel mercoledì madre
e figlia decisero di preparare
qualcosa di speciale per quando sarebbe tornato a casa.
Quando Draco
entrò in casa quella sera, si trovò di fronte una
figlia sorridente e
saltellante. Di solito, Ashley non dimostrava tutto questo entusiasmo
al suo
rientro, sebbene non mancasse mai di farsi trovare davanti alla porta.
Guardò
in alto e notò che anche Hermione lo guardava con un sorriso
malizioso.
Entrò
nella
sala da pranzo, scoprendo così il motivo
dell’eccitazione di Ashley. Sulla
tavola stava una piccola torta, ricoperta da un orribile glassa blu.
Sembrava
proprio sul punto di cadere. Su di essa campeggiava la scritta
“PER IL MIO PAPÀ”,
in caratteri infantili. Si capiva che Ashley aveva fatto la sua parte.
Davanti
alla torta c’era un bigliettino.
“lo
so che
sei sempre stanco dopo il lavoro il mercoledi così io e la
mamma abiamo fato
qualcosa di belo per te. Mamma mi a aiutato a cuocerla. Ti volio bene,
Ashley”(*)
Draco non
avrebbe potuto immaginarsi una torta più perfetta di quella.
Senz’indugio, ne
prese una fetta (il cui gusto era, fortunatamente, migliore
dell’aspetto),
dividendola con Ashley che sedeva sulle sue gambe.
/Oh but
most of all...
For butterfly kisses after bedtime prayer
Sticking little white flowers all up in her hair
”Walk beside the pony, Daddy, it’s my first
ride.”
”I know the cake looks funny, Daddy, but I sure
tried.”
Oh with all that I’ve done wrong I must’ve done
something right
To deserve her love every morning
And butterfly kisses at night./
Dopo tanto
indugiare, Draco si trascinò finalmente fuori dal letto,
cercando di bandire dalla mente tutti quei ricordi, almeno per un
po’. Con movimenti
meccanici, fece la sua quotidiana doccia, cercando di ignorare tutti i
rumori
eccitati che riecheggiavano per la casa.
Scese le scale
verso la cucina, per fare colazione. Hermione era là. Le
diede un semplice bacio del buongiorno sulle labbra (sebbene, vista
l’ora,
sarebbe potuto essere il bacio del “buon
pomeriggio”), poi si mise all’opera
per prepararsi una tazza di te.
“Dov’è
Ashley?” chiese, notando l’assenza della figlia.
Hermione
sospirò. “Dove credi che sia, Draco? Lei e Shane
sono in
chiesa in questo momento, stanno ultimando i preparativi. Dovremmo
andarci
anche noi, non appena finisci il tuo te.”
Hermione
continuò a parlare, chiedendo a Draco se il suo smoking
fosse
pronto, dove fosse la sua cravatta, eccetera eccetera… Ma
Draco era ancora una
volta perso nei suoi pensieri. Hermione aveva menzionato il matrimonio
di Ashley.
Fino a quel momento gli era sembrato così irreale, come se
non stesse realmente
accadendo, ma adesso che Hermione ne aveva parlato, il pensiero che sua
figlia
avesse trovato un altro uomo con cui condividere la sua vita e il suo
amore gli
crollò addosso improvvisamente.
Continuò
a sorseggiare il suo te, mentre altri ricordi prendevano il
sopravvento.
/Sweet
16 today
She's looking like her mama a little more everyday
One part woman, the other part girl.
To perfume and make-up from ribbons and curls
Trying her wings out in a great big world./
Ashley
ridacchiò, arrossendo leggermente. “È
stata una bella serata.” disse, un
sorriso smagliante sul volto. Il suo ragazzo sorrise a sua volta,
annuendo. La
ragazza si avvicinò a lui, spostando lentamente lo sguardo
dalle sue labbra ai
suoi occhi.
Erano
così
vicini che poteva sentire il suo respiro sulle sue labbra. Solo un
secondo
ancora e…
“Ehem.”
Arrossendo
furiosamente, Ashley augurò velocemente la buona notte al
ragazzo per poi
voltarsi verso il padre. La sua faccia era una maschera di rabbia.
“Vieni
dentro.”
Una volta in
casa, Draco attaccò con la sua paternale sui
“ragazzi” e su ciò che non si
doveva fare con loro. Padre e figlia normalmente evitavano di litigare
tra di
loro, ma il tema “ragazzi” li portava a discutere
sempre più frequentemente.
“Ma
papà! Ho
16 anni ormai. Non lo capisci? Non sono più la tua bambina!
Smettila di essere
così protettivo con me!” detto questo, Ashley si
chiuse nella sua stanza.
Draco si
sedette lentamente sul divano. Le parole di sua figlia lo stavano
facendo
pensare. Ok, qualche volta la trattava ancora come una bambina, ma
perché lei
era la sua bambina.
E quando Ashley diceva di non volerlo più essere, con
quell’aria così sicura,
beh, non era piacevole.
Hermione,
che aveva sentito tutto (impossibile il contrario), si fece avanti e si
sedette
di fianco a Draco. In quanto donna, non era così severa nei
confronti degli
amori di sua figlia (se non fosse stato per lei, Ashley non avrebbe
nemmeno
avuto un ragazzo) e perciò capiva meglio i sentimenti della
ragazza in quel
momento.
“Non
preoccuparti,” intrecciò la sua mano con quella
del marito, sorridendogli. “È
solo una fase. In futuro, quando ripenserà a questo momento,
troverà
meraviglioso il fatto che la ami così tanto da volerla
proteggere a tutti i
costi. Ma adesso vuole essere libera e, sebbene al mondo non ci sia
nessuno che
lei ami quanto te, in
questo momento tu
sei quello che le impedisce di ottenere questa
libertà.”
D’accordo,
sebbene a malincuore, Draco salì al piano superiore,
preparandosi per la
levataccia del giorno dopo.
Fu il suono
attutito di una melodia a svegliarlo. Riconobbe subito la canzone che
canticchiava ad Ashley quand’era piccola per farla
addormentare.
Si
voltò
verso il comodino e vide un biglietto. Era stato incantato in modo che
la
canzone facesse da sottofondo al messaggio all’interno del
biglietto, recitato
dalla voce di Ashley stessa.
“Solo
perché
non sono più una bambina, non significa che
smetterò di essere la tua bambina.”
Sotto il
messaggio, c’era una foto. Iniziava con Ashley da piccola, la
faccina rotonda e
l’espressione birichina, i ricci capelli marroni che andavano
dappertutto.
Sorrideva felice, i suoi occhi color del miele brillavano. La foto
sfumava poi
in un’altra più recente. I capelli di Ashley, ora
di un luminoso color rame, i
disordinati ricci che avevano ceduto il posto a ordinati boccoli, e i
suoi
occhi, che non avevano cambiato forma, spiccavano nella foto. Il suo
volto si
era allungato, i suoi lineamenti erano più definiti, gli
occhi e la bocca
truccati con l’uso della magia. Era un confronto stupendo e
Draco conservò
sempre il biglietto da quel momento.
/But I remember,
Butterfly kisses after bedtime prayer
Sticking little white flowers all up in her hair.
”You know how much I love you, Daddy, but if you
don’t mind,
I’m only gonna kiss you on the cheek this time.”
Oh, with all that I’ve done wrong I must’ve done
something right
To deserve her love every morning
And butterfly kisses at night./
Draco stava
già meditando di ritornarsene in camera sua e tirar fuori
il famoso biglietto.
“Non
osare nemmeno pensare di andare a prendere il biglietto. Stiamo
uscendo.”
Così,
senza possibilità di scelta, Draco seguì la
moglie fino alla
chiesa.
/All the
precious time
Like the wind, the years go by
Precious butterfly
Spread your wings and fly/
Sul retro
della chiesa, in una stanzetta, Hermione e le damigelle correvano di
qua e di
la, facendo gli ultimi ritocchi. Ashley sedeva nel mezzo, decisamente
esausta a
causa delle persone che chiacchieravano attorno a lei.
Sospirò sentendo un
altro incantesimo per capelli o per il trucco raggiungerla. Se solo se
ne
fossero andati tutti!
Qualcuno
bussò alla porta e poi si sentì la voce di Draco:
“Assicuratevi di essere tutte
presentabili, sto entrando.”
Entrò
lentamente, guardando in basso. Lo spaventava il fatto di vedere sua
figlia
vestita da sposa. Le ultima damigelle se ne andarono, lasciando un
po’ di
privacy alla famiglia.
Esitando,
Draco sollevò lo sguardo. Fu impressionato dalla somiglianza
tra Ashley e sua
madre in quel momento, tanto che i suoi pensieri tornarono al giorno
del suo
matrimonio, tanti anni fa. I capelli erano raccolti in una treccia,
decorata da
piccoli fiori. Hermione stava dando gli ultimi tocchi.
“Sì,
papà?”
Ashley chiese. I suoi occhi color del miele non vedevano altro che lui
in quel
momento. Draco adorava quei momenti, quando diventava il centro della
sua
attenzione. Ma sapeva che non sarebbe stato così ancora per
molto.
Draco si
avvicinò ad Ashley e la baciò delicatamente sulla
guancia. Non era più la “sua
Ashley”, poteva dire quello che voleva, ma era
così. Semplicemente, lo sapeva.
Sua madre era stata la persona più importante della sua
vita, almeno fino
all’arrivo di Hermione. Dopo il matrimonio, non aveva
più pensato a lei,
sebbene si fosse ripromesso di farlo.
Arretrò
un
po’ e la guardò negli occhi. In quegli occhi
così simili a quelli di sua
moglie. E in quegli occhi vide una tacita promessa, la promessa che lui
avrebbe
sempre fatto parte della sua vita.
“Ti
voglio
bene, papà,” disse, prendendo la mano del padre,
ancora ferma sulla sua
guancia. “Sono
ancora la tua bambina.”
/She’ll
change her name today
She’ll make a promise and I’ll give her away
Standing in the brideroom, just staring at her
She asked me what I’m thinking and I said I’m not
sure
I just feel like I’m losing my baby girl
And she leaned over/
Draco
sorrise. “Sei bellissima.”
Hermione
sorrise a sua volta dalla sua postazione contro il muro. Era in momenti
come
questi che capiva le ragioni per cui aveva sposato
quell’uomo. ‘Se solo
adesso capisse quanto nostra figlia
sarebbe felice se lui desse la sua benedizione per questo matrimonio
con tutto
il cuore.’
Draco
sentì
gli occhi inumidirsi e lo sguardo commosso di Ashley
incontrò il suo. Baciò il
padre sulla guancia come lui aveva fatto poco prima e come aveva sempre
fatto
sin da quando era solo una bambina.
“Su,
finisci
di prepararti.” Bisbigliò Draco, asciugando una
lacrima dalla guancia della
figlia. “Ti aspetto in fondo alla chiesa.” Si
alzò e uscì dalla stanza,
chiudendo piano la porta dietro di sé.
/And gave
me butterfly kisses
With her mama there
Sticking little white flowers all up in her hair
”Walk me down the aisle, Daddy, it’s just about
time”
”Does my wedding gown look pretty, Daddy? Daddy
don’t cry.”
Oh with all that I’ve done wrong I must’ve done
something right/
Fuori vide
Shane andare avanti e indietro nervosamente. Draco sorrise. Quel
ragazzo gli
ricordava sé stesso da giovane, nervoso ed eccitato per il
grande giorno,
impaziente di vedere la sua sposa.
Draco gli si
avvicinò e gli posò una mano sulla spalla,
stringendo forte. “Rilassati.” Gli
disse. Shane sorrise felice: questa era la sola benedizione che
desiderava
prima dell’inizio della cerimonia. Poi lo sguardo di Draco si
fece duro.
“Torcile
anche solo un capello e non vivrai abbastanza per
raccontarlo.”
Shane
deglutì rumorosamente mentre Draco se ne andava.
/To
deserve her love every morning and butterfly kisses
I couldn’t ask God for more, man this is what love is/
In piedi in
fondo alla chiesa, con la marcia nuziale in sottofondo e sua figlia di
fianco,
Draco si sentì felice.
Non avrebbe
mai pensato di sentirsi così proprio in questo giorno, ma
era così, e non
poteva nascondere l’immensa gioia che provava al momento.
Non appena
iniziò a dirigersi con Ashley verso l’altare,
guardò la gente attorno a loro.
Individuò subito Hermione, che sfoggiava un enorme sorriso,
dichiarando che era
orgogliosa di lui e mostrando la sua felicità attraverso con
quel suo singolo
gesto.
Guardò
anche
i suoi genitori. Dopo la nascita della loro nipote, sia Lucius che
Narcissa
erano diventati dei perfetti nonni, viziando la loro nipotina tanto
quanto
Draco. Lo sguardo di Lucius sembrava impassibile, ma Draco poteva
vedere
l’emozione riflessa negli occhi del padre, proprio
com’era successo a lui
stesso qualche momento prima. Narcissa sorrideva eccitata. Draco
temette che
ben presto anche lui ed Hermione avrebbero iniziato a sghignazzare come
bambinette.
Infine lo
sguardo di Draco si fermò su Shane. Lo guardò
serio e il povero ragazzo
rabbrividì, fermo all’altare. Doveva dar credito
al ragazzo, altri uomini di
fronte a quello sguardo di ghiaccio sarebbero scappati a gambe levate.
Lo
sguardo di Draco si rilassò in un sorriso e Shane gli
sorrise a sua volta.
Ashley vide
tutto e fu felice che suo padre avesse scambiato due parole con il suo
fidanzato, ma in quel momento era semplicemente troppo felice per
rifletterci
sopra. Aveva davanti a sé in quel momento i due uomini
più importanti della sua
vita: suo padre e il suo futuro marito.
/I
know I’ve gotta let her go, but I’ll always
remember/
Draco
guardò
sua figlia. Il suo sorriso era davvero troppo luminoso: poteva giurare
che
avesse usato un incantesimo. Mancavano ormai pochi passi alla meta,
l’altare
della chiesa, dove avrebbe incontrato il prete e dove avrebbe ceduto
sua
figlia.
Ma,
avvicinandosi e vedendo lo sguardo che Shane rivolgeva alla figlia, la
promessa
di amore e devozione risplendente nei suoi occhi, Draco
sentì di poter lasciare
andare il braccio di Ashley tranquillamente, permettendo a Shane di
prenderlo.
E, voltandosi per raggiungere la moglie, realizzò che non
stava veramente
cedendo suo figlia, no… Era qualcosa di più
simile alla condivisione. E anche
se adesso era la moglie di qualcuno, anche se sarebbe diventata la
madre di
qualcuno, la nonna di qualcuno, la zia di qualcuno… Sarebbe
sempre rimasta la
sua bambina.
/Every
hug in the morning and
butterfly kisses.../
Fine
(*) à Scrittura
sgrammaticata infantile, of course!
Ed eccomi
qua con il mio esperimento di traduzione! Sebbene l’inglese
non sia la mia
lingua di “lavoro” favorita, quando ho letto questa
fic non ho potuto fare a
meno di innamorarmene! E così questo è il
risultato. Spero l’abbiate
apprezzato, commenti positivi e negativi sono ben accetti.
L’autrice di questa
fan fiction, Eternal Camouflage, è canadese e scrive su www.fanfiction.net, sebbene siano
ormai tre anni che non
pubblica nulla. Questa fic è datata 11 novembre 2004, fate
un po’ voi… Per chi
volesse leggere la versione originale il link è questo:
http://www.fanfiction.net/s/2129889/1/Butterfly_Kisses, mentre la
pagina
dell’autrice è questa: http://www.fanfiction.net/u/506857/Eternal_Camouflage.
Spero che vi
sia piaciuta!
Un bacio,
Giuliastarr