Libri > Harry Potter
Ricorda la storia  |      
Autore: Eternal Camouflage    06/05/2008    1 recensioni
Songfic, Oneshot. Il giorno del matrimonio di sua figlia, Draco proprio non ce la fa ad essere entusiasta come sua moglie. Trasportato dai ricordi di sua figlia da bambina, deve riuscire a superare il momento e a lasciarla andare.
Genere: Romantico, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: non specificato | Personaggi: Draco Malfoy, Hermione Granger, Nuovo personaggio | Coppie: Draco/Hermione
Note: Traduzione, OOC | Avvertimenti: nessuno
Per recensire esegui il login o registrati.
Dimensione del testo A A A

Butterfly Kisses

Songfic basata sull’omonima canzone di Bob Carlisle

Titolo: Butterfly Kisses

Canzone: “Butterfly Kisses” di Bob Carlisle, dall’album “Butterfly Kisses”

Rating: G

Genere: Romantico/Drammatico

Pairing: Draco/Hermione (a sfondo)

Disclaimer: Non possiedo e non pretendo di possedere nessuno dei personaggi usati in questa storia, visto che appartengono a JK Rowling, e non possiedo nemmeno la canzone “Butterfly Kisses” di Bob Carlisle. Questa one-shot è stata scritta unicamente per il mio e vostro piacere e non a scopo lucrativo.

Note iniziali dell’autore: Le parole in corsivo descrivono eventi del passato, mentre quelle in /corsivo e tra le barre/ sono le parole della canzone.

“Vuoi tu, Hermione Granger, prendere Draco Malfoy come tuo legittimo sposo per amarlo e onorarlo, in ricchezza e in povertà, in salute e in malattia, finché morte non vi separi?”

“Lo voglio.”

“Vuoi tu, Draco Malfoy, prendere Hermione Granger come tua legittima sposa per amarla e onorarla, in ricchezza e in povertà, in salute e in malattia, finché morte non vi separi?”

“Lo voglio.”

“Adesso vi dichiaro marito e moglie. Può baciare la sposa.”

PRESENTE

Draco, sdraiato nel letto, sospirò. Dalla piccola finestra della sua camera da letto le prime luci del mattino si facevano strada verso di lui, costringendolo a socchiudere gli occhi. Non era stato il sole a svegliarlo però: nonostante fosse ancora presto, quella mattina in casa Malfoy si respirava l’agitazione e l’energia della giornata.

Cercò riparo dal rumore immergendosi nel suo cuscino e nelle coperte, ma proprio non c’era verso. Non gli importava nemmeno di raggiungere sua moglie: sapeva che quella mattina era stata la prima ad alzarsi. Nessuno sembrava più eccitato di lei per quella giornata.

Ahimè, “quella giornata”. Quella che non riusciva a scacciare dalla mente sin dal momento in cui l’idea era stata annunciata per la prima volta. Quella giornata che nelle scorse settimane lo aveva tormentato era finalmente giunta. E lui che sperava che non arrivasse mai…

Non che una cosa come questa fosse da considerarsi brutta, proprio no. Il contrario, piuttosto. Chiunque nel maniero sembrava avere abbastanza entusiasmo per colmare anche quello che a lui mancava.

Un energico bussare interruppe le sue elucubrazioni. “Draco! Cosa diavolo fai ancora nel letto? Vedi di alzare le chiappe immediatamente!”

Non si preoccupò di risponderle.

Dall’altra parte della porta, Hermione sospirò. Dopo 26 anni di matrimonio, e qualcuno in più di conoscenza, era diventata un’esperta nel capire il umore di suo marito e sapeva perciò esattamente a cosa stava pensando in quel preciso istante. Aprì la porta e entrò camminando sulle punte, anche se fino ad un secondo prima stava urlando a squarciagola, sapendo che era sveglio.

Lo vide sul letto, la testa sepolta nel cuscino, le lenzuola sparse dovunque. Sorrise. Si sedette a bordo letto e gli arruffò leggermente i capelli, ottenendo come risposta un piccolo grugnito.

“Se solo per un attimo smettessi di pensare e ti godessi l’eccitazione e il caos di questa giornata, ti sentiresti molto meglio, credimi.”

Altro grugnito.

Hermione sospirò e se ne andò.

“Draco! Draco!” Hermione ansimava, chiamando colui che da un anno era suo marito.

Draco arrivò correndo, la preoccupazione malcelata nello sguardo.

“È ora?” chiese stupidamente, tanti saluti alla sua proverbiale calma e al suo solito autocontrollo.

“Si, maledizione! Andiamo adesso!”

Dracò aiuto sua moglie –troppo incinta e troppo in travaglio- ad uscire di casa e ad entrare in macchina. Maledì la decisione di Hermione di partorire in un ospedale babbano. Lei aveva insistito, si sentiva più a suo agio con le tecnologie babbane, piuttosto che con le pozioni e i metodi casalinghi del mondo magico. Ma non sarebbe stato molto più semplice in quel momento usare la Metropolvere e arrivare all’ospedale più vicino il più velocemente possibile?

Nonostante tutto, Draco riuscì a far salire Hermione in macchina e partire, non prendendo l’autostrada come le altre macchine, no di certo, ma volando. Calcolò che avrebbe evitato di prendere multe per eccesso di velocità e altri problemi simili. Non solo la macchina, ma tutto in casa loro era un perfetto mix di magico e babbano.

Non ci misero molto ad arrivare all’ospedale. I dottori fecero subito entrare Hermione in una stanza, intimando a Draco di aspettare fuori.

Dopo sei ore passate a percorre avanti e indietro il corridoio, Draco ricevette la notizia di essere diventato il padre di una bellissima bambina.

Entrato nella stanza, Draco si diresse subito verso Hermione, che aveva in braccio quello che a lui non sembrava altro che un mucchio di coperte rosa. Fu solo quando vide un piccolo braccino spuntare da queste che realizzò che era molto di più di quello che sembrava.

Quando prese per la prima volta sua figlia in braccio, fu amore a prima vista. La ammirò con sguardo adorante e due occhietti blu lo guardarono a loro volta. Poté persino vedere i primi accenni di un ciuffo di capelli biondi sulla testa della piccola, informando così subito sua moglie che la loro bambina aveva i suoi occhi e i suoi capelli. Hermione tentò di spiegargli che tutti i bambini hanno gli occhi blu e i capelli chiari, ma senza ottenere il minimo risultato.

“Ashley” decretò, dopo averla guardata dormire per ore tra le sue braccia. Osservando il faccino angelico della figlia, giurò a sé stesso che sarebbe stato il miglior padre possibile, mettendo sempre il bene di sua figlia al primo posto. “Ashley Nicole Malfoy.”

Dannata donna, deve sempre aver ragione su tutto!” pensò, ghignando nel cuscino. All’età di 24 anni, i capelli biondi e gli occhi azzurro oceano di sua figlia alla nascita erano diventati color cioccolato i primi, e color del miele i secondi, proprio come quelli di sua madre. Chiunque poteva notare la somiglianza tra le due.

Ricordò come sua figlia gli avesse subito rubato il cuore. Se voleva qualcosa, non doveva far altro che chiederla. Prima di sera, era già nelle sue mani. Quante volte Hermione lo aveva rimproverato, dicendo che viziarla non era la scelta migliore, ma conoscendo la persona con cui aveva a che fare, poteva capire il bisogno del marito di dare alla loro figlia tutto ciò che desiderava.

/There’s two things I know for sure
She was sent here from heaven, and she’s daddy’s little girl
And as I drop to my knees by her bed at night
She talks to Jesus and I close my eyes
And I thank God for all of the joy in my life/

Ashley entrò nel salotto, abbracciando il suo orsetto di peluche. Tornò poi indietro, cercando sia di attirare l’attenzione dei genitori, sia di non farli accorgere della sua presenza. Sapeva che sarebbe dovuta essere a letto, ma doveva parlare con loro.

“Ashley,” Hermione riprese la figlia non appena la vide nascondersi dietro l’angolo. “Cosa ci fai ancora sveglia? Dovresti essere a letto.” Lanciò alla figlia un’”occhiata” eloquente dal divano, dove lei e Draco stavano guardando un po’ di televisione babbana, prima di andare a loro volta a letto.

“Ho fatto un blutto sonnio,” disse piano, con la tenera pronuncia storpiata dei bambini, succhiandosi il pollice, senza lasciare per un attimo la presa sul povero orsacchiotto. “Ci sono i mostli sotto il mio letto…”

Hermione sorrise. “Adesso mamma ti riaccompagna in camera e manderà via quei mostri, ok?”

“No!” protestò Ashley. “Voglio papà!”

Alzando gli occhi al cielo e incoraggiando un orgoglioso Draco, Hermione si fece da parte. Ormai si era adattata all’abitudine della figlia di preferire il padre a lei.

“Andiamo a far vedere a quei mostri chi comanda qui!” disse Draco, prendendo in braccio la figlia.

Ashley rise per tutto il tragitto verso la camera.

Una volta “scacciati i mostri”, Draco mise Ashley a letto e le rimboccò le coperte. La bambina sorrise dolcemente, sebbene la stanchezza cominciasse a farsi sentire nella lentezza dei movimenti.

“Papà, mi racconti una ‘toria?” lo pregò Ashley. “Ti do un bacio così!”

Come dirle di no?

Draco iniziò così a raccontare la favola della ‘grande principessa Ashley, che aveva tutto ciò che desiderava e viveva in un enorme castello sull’oceano…’non riuscì ad andare oltre, visto che la piccola si appisolò.

Un attimo prima di cadere in un sonno profondo, si alzò piano e diede un dolce bacio infantile sulla guancia del padre e bisbigliò “’notte papà. Ti voglio bene.”

“Ti voglio bene anch’io. Per sempre.” Bisbigliò a sua volta Draco, accarezzandole la guancia delicatamente e baciandola amorevolmente sulla fronte.

Il mercoledì era per Draco il giorno peggiore al lavoro. Hermione e Ashley non sapevano esattamente perché, ma era sempre di mercoledì che Draco sembrava più irritabile e stanco. Perciò quel mercoledì madre e figlia decisero di preparare qualcosa di speciale per quando sarebbe tornato a casa.

Quando Draco entrò in casa quella sera, si trovò di fronte una figlia sorridente e saltellante. Di solito, Ashley non dimostrava tutto questo entusiasmo al suo rientro, sebbene non mancasse mai di farsi trovare davanti alla porta. Guardò in alto e notò che anche Hermione lo guardava con un sorriso malizioso.

Entrò nella sala da pranzo, scoprendo così il motivo dell’eccitazione di Ashley. Sulla tavola stava una piccola torta, ricoperta da un orribile glassa blu. Sembrava proprio sul punto di cadere. Su di essa campeggiava la scritta “PER IL MIO PAPÀ”, in caratteri infantili. Si capiva che Ashley aveva fatto la sua parte. Davanti alla torta c’era un bigliettino.

“lo so che sei sempre stanco dopo il lavoro il mercoledi così io e la mamma abiamo fato qualcosa di belo per te. Mamma mi a aiutato a cuocerla. Ti volio bene, Ashley”(*)

Draco non avrebbe potuto immaginarsi una torta più perfetta di quella. Senz’indugio, ne prese una fetta (il cui gusto era, fortunatamente, migliore dell’aspetto), dividendola con Ashley che sedeva sulle sue gambe.

/Oh but most of all...
For butterfly kisses after bedtime prayer
Sticking little white flowers all up in her hair
”Walk beside the pony, Daddy, it’s my first ride.”
”I know the cake looks funny, Daddy, but I sure tried.”
Oh with all that I’ve done wrong I must’ve done something right
To deserve her love every morning
And butterfly kisses at night./

Dopo tanto indugiare, Draco si trascinò finalmente fuori dal letto, cercando di bandire dalla mente tutti quei ricordi, almeno per un po’. Con movimenti meccanici, fece la sua quotidiana doccia, cercando di ignorare tutti i rumori eccitati che riecheggiavano per la casa.

Scese le scale verso la cucina, per fare colazione. Hermione era là. Le diede un semplice bacio del buongiorno sulle labbra (sebbene, vista l’ora, sarebbe potuto essere il bacio del “buon pomeriggio”), poi si mise all’opera per prepararsi una tazza di te.

“Dov’è Ashley?” chiese, notando l’assenza della figlia.

Hermione sospirò. “Dove credi che sia, Draco? Lei e Shane sono in chiesa in questo momento, stanno ultimando i preparativi. Dovremmo andarci anche noi, non appena finisci il tuo te.”

Hermione continuò a parlare, chiedendo a Draco se il suo smoking fosse pronto, dove fosse la sua cravatta, eccetera eccetera… Ma Draco era ancora una volta perso nei suoi pensieri. Hermione aveva menzionato il matrimonio di Ashley. Fino a quel momento gli era sembrato così irreale, come se non stesse realmente accadendo, ma adesso che Hermione ne aveva parlato, il pensiero che sua figlia avesse trovato un altro uomo con cui condividere la sua vita e il suo amore gli crollò addosso improvvisamente.

Continuò a sorseggiare il suo te, mentre altri ricordi prendevano il sopravvento.

/Sweet 16 today
She's looking like her mama a little more everyday
One part woman, the other part girl.
To perfume and make-up from ribbons and curls
Trying her wings out in a great big world./

Ashley ridacchiò, arrossendo leggermente. “È stata una bella serata.” disse, un sorriso smagliante sul volto. Il suo ragazzo sorrise a sua volta, annuendo. La ragazza si avvicinò a lui, spostando lentamente lo sguardo dalle sue labbra ai suoi occhi.

Erano così vicini che poteva sentire il suo respiro sulle sue labbra. Solo un secondo ancora e…

“Ehem.”

Arrossendo furiosamente, Ashley augurò velocemente la buona notte al ragazzo per poi voltarsi verso il padre. La sua faccia era una maschera di rabbia.

“Vieni dentro.”

Una volta in casa, Draco attaccò con la sua paternale sui “ragazzi” e su ciò che non si doveva fare con loro. Padre e figlia normalmente evitavano di litigare tra di loro, ma il tema “ragazzi” li portava a discutere sempre più frequentemente.

“Ma papà! Ho 16 anni ormai. Non lo capisci? Non sono più la tua bambina! Smettila di essere così protettivo con me!” detto questo, Ashley si chiuse nella sua stanza.

Draco si sedette lentamente sul divano. Le parole di sua figlia lo stavano facendo pensare. Ok, qualche volta la trattava ancora come una bambina, ma perché lei era la sua bambina. E quando Ashley diceva di non volerlo più essere, con quell’aria così sicura, beh, non era piacevole.

Hermione, che aveva sentito tutto (impossibile il contrario), si fece avanti e si sedette di fianco a Draco. In quanto donna, non era così severa nei confronti degli amori di sua figlia (se non fosse stato per lei, Ashley non avrebbe nemmeno avuto un ragazzo) e perciò capiva meglio i sentimenti della ragazza in quel momento.

“Non preoccuparti,” intrecciò la sua mano con quella del marito, sorridendogli. “È solo una fase. In futuro, quando ripenserà a questo momento, troverà meraviglioso il fatto che la ami così tanto da volerla proteggere a tutti i costi. Ma adesso vuole essere libera e, sebbene al mondo non ci sia nessuno che lei ami quanto te, in questo momento tu sei quello che le impedisce di ottenere questa libertà.”

D’accordo, sebbene a malincuore, Draco salì al piano superiore, preparandosi per la levataccia del giorno dopo.

Fu il suono attutito di una melodia a svegliarlo. Riconobbe subito la canzone che canticchiava ad Ashley quand’era piccola per farla addormentare.

Si voltò verso il comodino e vide un biglietto. Era stato incantato in modo che la canzone facesse da sottofondo al messaggio all’interno del biglietto, recitato dalla voce di Ashley stessa.

“Solo perché non sono più una bambina, non significa che smetterò di essere la tua bambina.”

Sotto il messaggio, c’era una foto. Iniziava con Ashley da piccola, la faccina rotonda e l’espressione birichina, i ricci capelli marroni che andavano dappertutto. Sorrideva felice, i suoi occhi color del miele brillavano. La foto sfumava poi in un’altra più recente. I capelli di Ashley, ora di un luminoso color rame, i disordinati ricci che avevano ceduto il posto a ordinati boccoli, e i suoi occhi, che non avevano cambiato forma, spiccavano nella foto. Il suo volto si era allungato, i suoi lineamenti erano più definiti, gli occhi e la bocca truccati con l’uso della magia. Era un confronto stupendo e Draco conservò sempre il biglietto da quel momento.


/But I remember,
Butterfly kisses after bedtime prayer
Sticking little white flowers all up in her hair.
”You know how much I love you, Daddy, but if you don’t mind,
I’m only gonna kiss you on the cheek this time.”
Oh, with all that I’ve done wrong I must’ve done something right
To deserve her love every morning
And butterfly kisses at night./

Draco stava già meditando di ritornarsene in camera sua e tirar fuori il famoso biglietto.

“Non osare nemmeno pensare di andare a prendere il biglietto. Stiamo uscendo.”

Così, senza possibilità di scelta, Draco seguì la moglie fino alla chiesa.

/All the precious time
Like the wind, the years go by
Precious butterfly
Spread your wings and fly/

Sul retro della chiesa, in una stanzetta, Hermione e le damigelle correvano di qua e di la, facendo gli ultimi ritocchi. Ashley sedeva nel mezzo, decisamente esausta a causa delle persone che chiacchieravano attorno a lei. Sospirò sentendo un altro incantesimo per capelli o per il trucco raggiungerla. Se solo se ne fossero andati tutti!

Qualcuno bussò alla porta e poi si sentì la voce di Draco: “Assicuratevi di essere tutte presentabili, sto entrando.”

Entrò lentamente, guardando in basso. Lo spaventava il fatto di vedere sua figlia vestita da sposa. Le ultima damigelle se ne andarono, lasciando un po’ di privacy alla famiglia.

Esitando, Draco sollevò lo sguardo. Fu impressionato dalla somiglianza tra Ashley e sua madre in quel momento, tanto che i suoi pensieri tornarono al giorno del suo matrimonio, tanti anni fa. I capelli erano raccolti in una treccia, decorata da piccoli fiori. Hermione stava dando gli ultimi tocchi.

“Sì, papà?” Ashley chiese. I suoi occhi color del miele non vedevano altro che lui in quel momento. Draco adorava quei momenti, quando diventava il centro della sua attenzione. Ma sapeva che non sarebbe stato così ancora per molto.

Draco si avvicinò ad Ashley e la baciò delicatamente sulla guancia. Non era più la “sua Ashley”, poteva dire quello che voleva, ma era così. Semplicemente, lo sapeva. Sua madre era stata la persona più importante della sua vita, almeno fino all’arrivo di Hermione. Dopo il matrimonio, non aveva più pensato a lei, sebbene si fosse ripromesso di farlo.

Arretrò un po’ e la guardò negli occhi. In quegli occhi così simili a quelli di sua moglie. E in quegli occhi vide una tacita promessa, la promessa che lui avrebbe sempre fatto parte della sua vita.

“Ti voglio bene, papà,” disse, prendendo la mano del padre, ancora ferma sulla sua guancia. “Sono ancora la tua bambina.”

/She’ll change her name today
She’ll make a promise and I’ll give her away
Standing in the brideroom, just staring at her
She asked me what I’m thinking and I said I’m not sure
I just feel like I’m losing my baby girl
And she leaned over/

Draco sorrise. “Sei bellissima.”

Hermione sorrise a sua volta dalla sua postazione contro il muro. Era in momenti come questi che capiva le ragioni per cui aveva sposato quell’uomo. ‘Se solo adesso capisse quanto nostra figlia sarebbe felice se lui desse la sua benedizione per questo matrimonio con tutto il cuore.’

Draco sentì gli occhi inumidirsi e lo sguardo commosso di Ashley incontrò il suo. Baciò il padre sulla guancia come lui aveva fatto poco prima e come aveva sempre fatto sin da quando era solo una bambina.

“Su, finisci di prepararti.” Bisbigliò Draco, asciugando una lacrima dalla guancia della figlia. “Ti aspetto in fondo alla chiesa.” Si alzò e uscì dalla stanza, chiudendo piano la porta dietro di sé.

/And gave me butterfly kisses
With her mama there
Sticking little white flowers all up in her hair
”Walk me down the aisle, Daddy, it’s just about time”
”Does my wedding gown look pretty, Daddy? Daddy don’t cry.”
Oh with all that I’ve done wrong I must’ve done something right/

Fuori vide Shane andare avanti e indietro nervosamente. Draco sorrise. Quel ragazzo gli ricordava sé stesso da giovane, nervoso ed eccitato per il grande giorno, impaziente di vedere la sua sposa.

Draco gli si avvicinò e gli posò una mano sulla spalla, stringendo forte. “Rilassati.” Gli disse. Shane sorrise felice: questa era la sola benedizione che desiderava prima dell’inizio della cerimonia. Poi lo sguardo di Draco si fece duro.

“Torcile anche solo un capello e non vivrai abbastanza per raccontarlo.”

Shane deglutì rumorosamente mentre Draco se ne andava.

/To deserve her love every morning and butterfly kisses
I couldn’t ask God for more, man this is what love is/

In piedi in fondo alla chiesa, con la marcia nuziale in sottofondo e sua figlia di fianco, Draco si sentì felice. Non avrebbe mai pensato di sentirsi così proprio in questo giorno, ma era così, e non poteva nascondere l’immensa gioia che provava al momento.

Non appena iniziò a dirigersi con Ashley verso l’altare, guardò la gente attorno a loro. Individuò subito Hermione, che sfoggiava un enorme sorriso, dichiarando che era orgogliosa di lui e mostrando la sua felicità attraverso con quel suo singolo gesto.

Guardò anche i suoi genitori. Dopo la nascita della loro nipote, sia Lucius che Narcissa erano diventati dei perfetti nonni, viziando la loro nipotina tanto quanto Draco. Lo sguardo di Lucius sembrava impassibile, ma Draco poteva vedere l’emozione riflessa negli occhi del padre, proprio com’era successo a lui stesso qualche momento prima. Narcissa sorrideva eccitata. Draco temette che ben presto anche lui ed Hermione avrebbero iniziato a sghignazzare come bambinette.

Infine lo sguardo di Draco si fermò su Shane. Lo guardò serio e il povero ragazzo rabbrividì, fermo all’altare. Doveva dar credito al ragazzo, altri uomini di fronte a quello sguardo di ghiaccio sarebbero scappati a gambe levate. Lo sguardo di Draco si rilassò in un sorriso e Shane gli sorrise a sua volta.

Ashley vide tutto e fu felice che suo padre avesse scambiato due parole con il suo fidanzato, ma in quel momento era semplicemente troppo felice per rifletterci sopra. Aveva davanti a sé in quel momento i due uomini più importanti della sua vita: suo padre e il suo futuro marito.

/I know I’ve gotta let her go, but I’ll always remember/

Draco guardò sua figlia. Il suo sorriso era davvero troppo luminoso: poteva giurare che avesse usato un incantesimo. Mancavano ormai pochi passi alla meta, l’altare della chiesa, dove avrebbe incontrato il prete e dove avrebbe ceduto sua figlia.

Ma, avvicinandosi e vedendo lo sguardo che Shane rivolgeva alla figlia, la promessa di amore e devozione risplendente nei suoi occhi, Draco sentì di poter lasciare andare il braccio di Ashley tranquillamente, permettendo a Shane di prenderlo. E, voltandosi per raggiungere la moglie, realizzò che non stava veramente cedendo suo figlia, no… Era qualcosa di più simile alla condivisione. E anche se adesso era la moglie di qualcuno, anche se sarebbe diventata la madre di qualcuno, la nonna di qualcuno, la zia di qualcuno… Sarebbe sempre rimasta la sua bambina.

/Every hug in the morning and butterfly kisses.../

Fine

(*) à Scrittura sgrammaticata infantile, of course!

Ed eccomi qua con il mio esperimento di traduzione! Sebbene l’inglese non sia la mia lingua di “lavoro” favorita, quando ho letto questa fic non ho potuto fare a meno di innamorarmene! E così questo è il risultato. Spero l’abbiate apprezzato, commenti positivi e negativi sono ben accetti. L’autrice di questa fan fiction, Eternal Camouflage, è canadese e scrive su www.fanfiction.net, sebbene siano ormai tre anni che non pubblica nulla. Questa fic è datata 11 novembre 2004, fate un po’ voi… Per chi volesse leggere la versione originale il link è questo: http://www.fanfiction.net/s/2129889/1/Butterfly_Kisses, mentre la pagina dell’autrice è questa: http://www.fanfiction.net/u/506857/Eternal_Camouflage.

Spero che vi sia piaciuta!

Un bacio,

Giuliastarr

  
Leggi le 1 recensioni
Ricorda la storia  |       |  Torna su
Cosa pensi della storia?
Per recensire esegui il login oppure registrati.
Torna indietro / Vai alla categoria: Libri > Harry Potter / Vai alla pagina dell'autore: Eternal Camouflage