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Autore: Nynev    02/12/2013    1 recensioni
Non sono mai stata una ragazza o una strega normale … lo so. Segreti, cose che non posso dire o fare … era questa la mia vita. Madre assente, padre inesistente … due migliori amici incasinati quanto me … ma ehi, cosa potevo farci? Ne ero felice dopotutto … fino a che tutto non mi è crollato addosso.
Ora?
Non faccio parte di questo mondo magico … loro non capiscono, non sanno da che razza di posto vengo … sembra che tutto vada bene qui, che i pregiudizi siano sconfitti definitivamente… tutti illusi …
Eppure cosa può fare una ragazzina? Niente.
Eccomi qui a raccogliere i cocci e rimetterli insieme … mi serviva la caduta per potermi sollevare … ed ora che ho visto il fondo e sono tornata in superficie, ho tutto ciò che nel profondo avrei sempre voluto, ma che non avevo mai chiesto … spero solo che il destino non decida di strapparmelo via. Perché quando si è creature segnate non si può sapere cosa è in agguato, proprio lì, dietro l’angolo.
Dietro la pace apparente si nasconde il caos … e il pericolo non è solo una possibilità.
Siamo solo ragazzi … ma la battaglia reclama anche i nostri nomi.
Per me è già cominciata da tempo …
( Perché dovevo vivere in questo mondo ...)
Genere: Avventura, Fantasy, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Albus Severus Potter, Famiglia Potter, Famiglia Weasley, Nuovo personaggio, Scorpius Malfoy
Note: nessuna | Avvertimenti: Violenza | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace, Nuova generazione
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Me: I’m just a regular girl …
 
 
 
Mi sveglio di soprassalto e guardo la stanza intorno a me nel suo verde ricorrente, carico, luminoso, del colore delle foreste di pini dove ho vissuto quando ero bambina. Mi alzo cercando di districarmi dalle coperte e una volta in piedi rimango sbigottita nel vedere le coperte, i cuscini e perfino il materasso squarciato. Cazzo, mi è successo di nuovo. Sì, perché io, Ana Robinson sono un animagus. Mamma mi dice sempre che nessuno deve saperlo e nessuno lo sa, nessuno, nemmeno le persone dalle quali deriva il mio potere lo sanno… perché mamma non si fida della sua famiglia. Già, siamo due Volkin, due discendenti dei Volkin di Russia … non ho mai insistito per sapere quanto siamo vicine all’Alfa ma sinceramente più ci siamo lontane meglio è …  il Branco mi spaventa troppo, anche senza contare che non hanno mai accettato la fuga di mamma …. E per questo sono costretta a trattenermi anche se ogni tanto vorrei solo potermi trasformare e correre nel parco. L’ho fatto solo una volta, ma è già stata una volta di troppo.
Ogni tanto non riesco proprio ad evitarlo ed ecco che capitano queste cose … ogni tanto, durante il sonno, mi trasformo in una gigantesca lupa dal manto argenteo e mi ritrovo a dover raccogliere le piume dei cuscini per tutta la stanza.
 
Prendo la bacchetta dal comodino e riparo velocemente al danno prima di andare a fare colazione.
Una volta in cucina metto la solita croce nera sul calendario a caselle. Domani è il grande giorno, domani mamma torna.
Questi ultimi tre mesi sono stati i più belli della mia vita. Finalmente ho convinto mamma a lasciarmi stare a casa da sola anche durante la sua assenza, così non mi sono dovuta trasferire da zio Michael e Greg. Non che mi dispiaccia, ma volevo un po’ di libertà. Inoltre ho anche ottenuto di non avere tra i piedi nessun istitutore. Certo, questo significa che mamma mi metterà sotto torchio per testare se ho studiato la sfilza di libri, incantesimi e pozioni che mi ha lasciato, ma tutta la fatica è valsa la pena.
Faccio colazione per poi andare a fare una doccia veloce. Quando alla fine asciugo lo specchio per truccarmi salto quasi dallo spavento. Mi prendo tra le mani una ciocca di capelli biondo platino e la porto davanti al viso. Che strano, di solito mi accorgo quando cambiano colore e non lo fanno mica così, per niente. Insomma, sarò anche un Metamorfomagus, ma mi è stato insegnato a controllarmi, inoltre non sono molto potente quindi apportare cambiamenti sul mio corpo solitamente necessita un certo sforzo. Nessuno mi ha mai visto cambiare, mamma è contraria che qualcuno lo sappia, e quindi naturalmente lo sanno solo i miei migliori amici …  ma non mi era mai successo di svegliarmi e ritrovarmi con i capelli completamente di un altro colore …magari le punte diventavano verde brillante o giallo canarino o nere come la pece alle volte … ma semplicemente ritrovarmi con tutti i peli del corpo biondi come quelli di mamma? Mai successo. Mi guardo attentamente allo specchio e mi concentro sul castano-rossiccio che è il mio colore naturale, come quello del mio papà. Subito vedo i miei boccoli colorarsi e così anche le sopracciglia. Quando torno ad essere me stessa sorrido ed esco dal bagno per andare a mettermi l’orribile divisa della scuola. Prendo la cartella ed esco di casa.
 
La Jefferson High di Rio è la scuola privata più rinomata del paese, ma questo non toglie che le sue divise facciano schifo esattamente come quelle di una qualsiasi altra scuola privata.
- Ciao Ana – mi saluta Carmen individuandomi appena entro nel sontuoso edificio.
- Ciao –
- Tutto bene? – mi chiede Akemi, figlia di un magnate cinese di Rio de Janeiro, sorridendomi.
- Mmm, sì. Dopodomani torna mia madre … mi è mancata –
- Allora stasera bisogna festeggiare … poi fino a che non parte di nuovo praticamente non ti vedremo più … - Dice Carmen.
- Cosa avete in mente? – chiedo mentre entriamo nell’aula di Inglese che condividiamo per la prima ora.
- Oh … si dice che stiano organizzando una bella serata al Poison … sono sicura che riesco a farci entrare! – dice furba Akemi.
- Magnifico … - dico io sorridendo.
- E … senti, ti va di invitare anche quei tuoi amici … - inizia Carmen cercando di apparire disinteressata.
- Chi, il suo fidanzatino? – chiede Ake maliziosa.
- Ma che fidanzatino! È praticamente mio fratello! Dio che schifo! – le rispondo come ormai faccio da sempre. Tutti quando ci vedono credono che io e Greg stiamo insieme, ma la verità è che siamo come fratello e sorella …. Solo l’idea mi fa venire da vomitare!
- Quindi? Lo inviti? – mi chiede speranzosa Carmen.
- Non dirmi che ti piace Greg! –
- Oh, sì che le piace … - dice Ake alzando gli occhi al cielo. Proprio in quel momento entra la prof e ci sediamo ai nostri posti.
- Andata … voi ditelo agli altri e io invito amici dall’Accademia …. – dico.
- Oh sì. Adoro i ragazzi in uniforme! –
- Ma non vengono mica in uniforme! –
- Ma chi se ne importa! Fanno la scuola militare no? L’uniforme ce l’hanno … - rido per poi concentrarmi sulle parole della prof.
 
Dopo le solite tre ore di lezione che faccio ogni giorno me ne torno a casa. Non so bene come mamma abbia fatto ma ogni scuola che ho frequentato mi ha sempre lasciato molto tempo libero … certo, tutti gli altri fanno orario normale, ma io dopo le solite tre o quattro me ne torno a casa e mi metto a studiare per conto mio, beh, fino alla volta scorsa studiavo con un istitutore. Praticamente a scuola faccio solo lingue straniere e matematica, insomma, le materie che sono più importanti.
A scuola dicono che è un programma specializzato … beh, più specializzato di così.
Mamma mi ha lasciato una lista di libri infinita per questi tre mesi ma io ho preferito ammazzarmi di lavoro subito ed ora ho solo da ripassare tutto ciò che ho fatto e basta.
 
In un ora ho finito e così mi metto dei pantaloncini e una canotta con una felpa sportiva e prendendo solo cellulare, chiavi di casa e bacchetta sapientemente nascosta nel bordo della maglia con un incantesimo esco di casa e mi metto a correre per le strade congestionate del centro città, dirigendomi verso il complesso di eleganti edifici che so essere di proprietà dell’Organizzazione e dell’Accademia.
Da fuori possono sembrare la sede di una multinazionale la prima e una semplice scuola militare la seconda, ma dentro non potrebbero esser più diverse. l’Organizzazione è una società per la quale lavora la mamma e per cui un giorno lavorerò anche io … ormai mi manca poco, sono quasi pronta per affrontare i test. Si potrebbe dire che è un po’ come un’agenzia di spionaggio … ma in realtà è un pochino più complicato di così … in ogni caso non mi sono mai preoccupata di chiedere di cosa si occupino effettivamente, anche perché nessuno mi risponderebbe. Però so che, al contrario di tutte le altre organizzazioni del genere sul pianeta, questa non prevede che i propri agenti siano solo dei Maghi capaci e specializzati nelle tecniche offensive. Oh, no. Qui gli agenti devono anche essere fisicamente in grado di difendersi e di attaccare. Probabilmente perché non ci limitiamo a occuparci delle faccende dei maghi ma anche di quelle babbane.
Sorrido continuando a correre fino all’ingresso principale dell’Accademia, che sembra sì un’accademia militare d’élite, ma in realtà è l’accademia che si occupa di formare i nuovi agenti per l’Organizzazione. Io dovrei frequentarla, ma mamma non ha mai voluto che mi iscrivessi preferendo  seguire lei stessa la mia educazione o delegando la faccenda a dei professionisti esterni. Ed è per questo che io e lei viviamo al di fuori della Cerchia, gli edifici di proprietà dell’Organizzazione, dove vivono e lavorano tutti i suoi dipendenti.
 
Saluto la segretaria all’entrata dell’edificio e passo sicura per i corridoi che conosco a memoria fino ad entrare in un complesso di palestre.
Vedo subito che è occupata da tre classi da otto o nove studenti ciascuna, divisi non per fasce d’età ma per competenza e mi dirigo subito nell’angolo della grande palestra dove Dimitri Petrov, ex pugile russo, sta valutando i suoi allievi mentre quelli, divisi a coppie tirano pugni ai sacchi.
Mi avvicino velocemente a Greg, che di spalle sta tartassando di pugni il sacco.
- Ciao Greg – dico girando intorno al sacco e andando a tenerglielo fermo.
- Ehi pulce. Già finito per oggi? –
- Sì. Ho un grande notizia …. –
- Ciao Ana – mi dice la voce profonda di Hiro nel momento in cui sento due braccia circondarmi la vita da dietro. Mi rigiro nel suo abbraccio e gli bacio la guancia.
- Ciao Hi. Ho una notizia strepitosa –
- Quale? – mi chiede con un sorriso.
- Stasera vi va di venire ad una festa babbana? – chiedo. I due si scambiano uno sguardo scettico, gli occhi azzurri di Greg contro quelli scuri ed allungati di Hiro.
- C’è da fidarsi? L’ultima volta in quell’appartamento c’era un casino immane … -
- Non è a casa di uno degli spocchiosi della scuola, è in un locale … -
- Oh, allora conta su di me! – dice l’imponente ragazzo giapponese stingendomi contro il suo petto. Chi lo dice che tutti i giapponesi sono bassi e mingherlini? Hiro è alto uno e novanta e grosso come un armadio.
Greg ci guarda scettico.
- Andiamo Gregory! Ci divertiamo! E poi tra due giorni torna mia madre e lo sai che poi non possiamo più fare ciò che ci pare! –
- Tu non puoi più fare ciò che ti pare … - mi sfotte Hiro beccandosi una gomitata nello stomaco.
- E poi chi ti copre Hi se non lo faccio io? – lui fa una smorfia.
- Già … non ci avevo pensato –
- Già, tu non ci pensi mai, ma poi nei casini ci vado anche io … - dice Greg accigliandosi.
- E daiiiii – lo prego andando ad abbracciarlo e facendogli gli occhi dolci.
- Sei sicura che non ci beccano? –
- Nah, che problema c’è? Dici a tuo padre che vieni a vedere un film da me e poi te ne torni a casa dicendo che ti sei addormentato sul divano… tanto lui torna tardi ed esce presto, potresti addirittura non dirgli niente … non sapranno mai che siamo andati per locali anziché stare a casa a comportarci da brave reclute … - lui guarda Hiro che annuisce convinto.
- E tu Hi? Se ti prendono? –
- Non mi dicono niente … lo sai che alla fine a loro non interessa. Sono stato da te o da Ana un casino di volte e non mi hanno mai fatto la paternale … penso che rischi più tu che hai qui tuo padre a rompere … -
- Bene, allora ci si vede alle dieci a casa mia … - dico facendo qualche passo indietro.
- Ehi, ferma. Dove vai? –
- È qualche giorno che non vedo Monica … devo andare ad allenarmi o mamma quando torna mi scuoia! –
Li vedo scuotere la testa, una bionda e l’altra nera e rido.
- Ah Greg? –
- Sì? –
- Ti ricordi quella mia amica … Carmen? –
- Sì, anche se non li vediamo spesso i tuoi amici babbani siamo usciti con voi diverse volte … non siamo mica stupidi … -
- Anche se lo sembriamo – commenta Hiro con un alzata di spalle. Io ridacchio.
- Beh, dice che è felice che vieni … - gli urlo dall’altra parte della palestra per ricevere un occhiata ostile da parte di Petrov e dirigermi velocemente in una delle tante palestrine separate. Monica è sempre stata la mia maestra da che sono piccola. Mamma mi ha insegnato molti trucchi, ma per farmi imparare a combattere bene negli ultimi tre anni mi ha mandato dalla maestra Italiana intransigente. Entro e trovo la mora di trentacinque anni che si scaglia con ferocia contro un sacco da pugile, colpendolo con tutte le tecniche possibili. Quando si ferma e mi vede mi sorride.
- È da tre giorni che non ti vedo … - mi dice severa lanciandomi però un sorriso – cos’hai combinato? –
- Uh, no niente di particolare … ho passato un po’ di tempo con le amiche … -
- Già … ma tra poco torna e se scopre che nell’ultimo mese hai fatto di testa tua ti ammazza … -
- Non puoi dirglielo, ti prego!!! – la imploro.
- Sei una piccola peste! – mi dice lei con un sorriso furbo – facciamo così, tu mi aiuti nella lezione di questo pomeriggio ed io non le dico niente … - le corro incontro e la abbraccio fortissimo.
- Certo, certo, certo! Ti aiuto sicuramente! –
- Non sai nemmeno cosa devi fare … - mi avverte.
- Farò qualunque cosa! – lei sogghigna.
- Bene, allora adesso iniziamo con il tuo allenamento privato … -
 
- Bene … vedo che siete già qui … - dice Monica ai cinque ragazzi seduti a terra nella piccola palestra quando torniamo dopo la pausa pranzo. – Molti di voi dovrebbero conoscerla, comunque, vi presento Anastasija, che oggi ci aiuterà per una dimostrazione … - spiega lei. Io sorrido ai ragazzi e riconosco subito Hiro e Greg che mi salutano entusiasti.
- Cosa faremo oggi? – chiede un ragazzo con un appena accennato accento francese.
- Beh, solitamente con me non fate mai lezioni teoriche … - fa una smorfia perché so che lei vorrebbe farle, ma Petrov ogni volta ne fa di contraddittorie - ma oggi andremo a cercare i fattori che portano alla vittoria in un combattimento corpo a corpo – dice piantando le mani sui fianchi.
- Ana come voi, questa mattina ha avuto quattro ore di lezioni scolastiche e poi è venuta qui e si è allenata con me per altre due ore prima di andare a pranzo e vi assicuro che ha mangiato come si deve … - inizia indicandomi.
- Quindi? Che facciamo? – chiedo io alzandomi di nuovo in piedi al suo fianco.
- Quindi, ora vediamo chi tra i ragazzi è sicuro di poterti battere in un combattimento .. – i ragazzi mi squadrano mentre io dondolo sui talloni. Non devo fare molta paura, alta al massimo uno sessanta e proporzionata alla mia altezza, con i capelli rossicci raccolti in uno chignon sfatto e pantaloncini e canotta addosso. Dei cinque ragazzi due alzano la mano. Nessuno dei due è Greg o Hi, loro sanno di cosa sono capace, ogni tanto ci alleniamo insieme.
- Bene … Alan, perché credi di poter battere Anastasija? – chiede ad un ragazzone con i capelli neri e gli occhi verdi.
- Perché non ha la forza necessaria per sopraffarmi, ha mangiato molto e non credo che abbia una formazione come la mia … -
- Io stessa alleno Ana da molti anni e credo sia la mia migliore allieva … -
- Può anche darsi, ma se le tiro un pugno nello stomaco la metto comunque KO – dice quello. Io scrollo le spalle.
- Secondo te Gabriel? – chiede all’altro che ha alzato la mano.
- Beh, è molto bassa e non sembra particolarmente pericolosa … inoltre è una ragazza e non credo che riuscirebbe a mettermi fuori gioco, io sono un pugile… non c’è storia – mi dice quello squadrandomi da capo a piedi e facendomi un occhiolino. Ma bene … un allievo di Petrov, io non lo sopporto quell’uomo …
Monica chiede anche al terzo ragazzo che non conosco e lui intelligentemente risponde che non sa se potrebbe battermi fino a che non mi vede combattere. Monica fa per girarsi verso Greg e Hiro.
- A loro è inutile che lo chiedi Monica … ci alleniamo spesso insieme –
- Per questo non avete alzato la mano? – chiede ai due ragazzi con un ghigno.
- Già … - sussurra Hiro.
- Smidollati … - sento che gli sussurra Gabriel. Io lo fulmino con lo sguardo e poi mi giro verso Monica. Lei indica i ragazzi.
- Esclusi i tuoi amici …. Tu credi che potresti batterli? Spiega perché … -
- Bene …. Allora, intanto so che tutti voi siete principalmente pugili perché vi ho visto alle lezioni di Petrov. Io invece ho sempre fatto Arti Marziali Miste … quindi sotto questo profilo siamo più o meno alla pari, mi dispiace dirtelo – mi giro verso il ragazzo moro – Ma se mi tiri un pugno in pancia fa male esattamente come se te lo tiro io quindi …. Anche io ho fatto esercizi per indurire gli addominali … penso che voi tre, potrei battervi uno alla volta perché non sono così stanca e sono abituata a fare allenamenti pesanti anche dopo aver mangiato … a vedervi è vero che siete tanto più grossi di me, ma è difficile che siate più veloci e in più ho passato talmente tanto tempo in questa stanza che gioco in casa … - guardo Monica e le sorrido.
- Tu con loro non fai Arti vero? Solo allenamento … - chiedo e lei annuisce. Bene, non sanno cosa li aspetta.
- Potrei farcela … - le dico – a partire dal pugile montato che si crede un Dio in terra – le dico indicando il ragazzo che mi squadra diventando rosso.
- Bene, iniziate – dice indicando i tappetini stesi a terra io salgo scalciando le scarpe e mi metto in posizione.
- Ci sono regole? – chiedo. Monica scuote la testa.
- No, potete usare qualsiasi tecnica e tutta la stanza … - sogghigno quando quello si mette in piedi davanti a me.
- Ora vi faccio vedere come si fa, femminucce – dice rivolto ai ragazzi seduti con Monica. – Arrivo dolcezza –
- Non mi chiamare dolcezza … - gli dico con un sorriso storto – ti brucerà ancora di più quando finirai con il culo per terra – lui stringe i pugni.
- Chiudi la bocca stronzetta … - mi dice.
- Wow, ti stai arrabbiando eh? Scommetto che tu sei il preferito di Petrov … - lui tenta qualche passo avanti per tirarmi un pugno, ma io scatto veloce indietro e lo evito danzandogli intorno.
- Sono il migliore – ringhia lanciandomi un sorriso malizioso.
- In effetti sembri proprio il suo tipo … lo sanno tutti che Petrov adora i giovani biondini … - dico con scherno alzando un sopracciglio. Sento i ragazzi partire a ridere e il biondo davanti a me carica imbufalito, ma appena arriva a portata di pugno io giro su me stessa prendendo un suo pugno tra le mie mani e facendo leva con il corpo lo butto in ginocchio girandogli intorno e ritrovandomi alle sue spalle. Gli punto un ginocchio sulla schiena e lo spingo a terra con un grugnito, chiudendogli le mani sulla base della schiena e tenendogli i polsi con le mie mani che a mala pena sono abbastanza grandi per riuscirci, sedendomi quindi sulla sua schiena, dove i suoi polsi si incrociano.
- Bene. Ana puoi lasciar andare Gabriel – dice Monica ed io subito scatto in piedi allontanandomi velocemente da un Gabriel davvero spaesato. – Puoi spiegare la tua tecnica? –
- Non ho nemmeno iniziato un combattimento perché lui era molto sicuro di se e della sua forza, ma non sempre la forza prevale in un corpo a corpo. Ho fatto si che in uno scatto d’ira si sbilanciasse e ho usato la sua stessa forza e la sua massa contro di lui .. –
- È un depistaggio … - sussurra il ragazzo con gli occhi verdi studiandomi.
- Esatto, quindi, ricordatevene. Non è la forza, ma la furbizia a determinare la vittoria o la sconfitta … Alan è il tuo turno. – continua Monica.
Il ragazzo si alza e ci riposizioniamo sul tappeto. Questa volta non iniziamo a parlare. Lui mi studia attento mentre giriamo in circolo. Non si farà prendere per il naso come Gabriel, lui non è un pugile senza cervello.
Continua a scorrere il mio corpo però, questo lo noto. Anche lui pensa che una ragazza non possa nuocergli e dato che il suo amichetto è stato battuto perché sciocco, lui crede di cavarsela solo perché non lo è … io sorrido mentre studio il suo sguardo che  mi segue e batto gli occhi dolcemente.
- Ti sei innamorato? – gli chiedo fintamente divertita e lui alza un sopracciglio. Non è un brutto ragazzo e quegli occhi sono magnifici.
- Perché, sei interessata? – mi chiede. Non vuole che io lo metta in imbarazzo e cerca di difendersi. Bene, se vuole giocare, giochiamo.
- Potrebbe anche darsi … - dico io raddrizzandomi e lasciando i miei occhi percorrere la sua figura in modo evidente. Faccio comparire un sorrisetto malizioso sul mi viso – potrebbe darsi benissimo … - lui scuote le spalle e la testa.
- Sei una furba eh? Non mi freghi – dice sicuro. Io ridacchio e mi rimetto in posizione.
- No, forse no … - lui si lancia in avanti e cerca di afferrarmi un braccio, glielo lascio fare, ma quando mi trascina verso di se per bloccarmi io mi butto su di lui facendolo cadere di schiena con me sul suo petto.
- Peccato – sussurro vicino al suo viso mentre cerca di mettersi seduto e subito gli blocco le braccia con le gambe, mettendomi comoda sul suo petto. Cerca di liberarsi, ma anche se sono minuta peso comunque sessantacinque chili e sono difficili da sollevare così. Si dimena, ma non riesce a sollevarsi perché appena ci prova e quasi ci riesce gli punto un pugno dritto in viso.
- Non voglio rovinarti il faccino, arrenditi – gli dico con un sorriso. Lui mi fissa dalla sua posizione e sogghigna.
- No, credo che rimarremo così per un po’ … ti da fastidio? – mi chiede affabile.
- Non particolarmente … - gli dico io indifferente.
- A me non disturba per niente – mi dice malizioso – ho una visuale magnifica … stavo giusto pensando se magari ti andava di replicare – dice sicuro di sé, cercando di destabilizzarmi. Se non stessimo simulando un combattimento probabilmente a questo punto sarei rossa come un peperone ed agitata …. Ma dato che sta solo cercando di farmi perdere la concentrazione mi riscuoto e rimango lucida. Mi chino verso il suo viso e lo sento trattenere il respiro.
- Molto bravo, ma ho appena usato la stessa tattica con te … non ci casco mi spiace. Però sei in gamba … - dico sorridendo e scostandomi da lui per poi alzarmi.
- Bravo Alan, hai capito il concetto … - gli dice Monica.
- Il concetto sarebbe che durante in combattimento uno deve flirtare? – chiede incredulo Gabriel.
- No, sarebbe che in un combattimento non devi attaccare solo dal punto di vista fisico, ma anche mentale. Ho battuto Alan perché il mio comportamento palesemente diretto a destabilizzarlo gli ha fatto abbassare le protezioni fisiche. Ma lui ha capito il concetto … - spiego io – e nel momento in cui non poteva reagire fisicamente ha provato a farmi abbassare la guardia flirtando con me – mi giro a gli sorrido – scusa se ti ho imbrogliato … - gli dico e lui mi sorride.
- Nessuno si è lamentato – e mi fa un occhiolino. Hiro gli batte una mano sulla spalla.
- È così che si fa amico … ecco la prossima fiamma della nostra Ana … - ride felice.
- Hi tappati quella fogna … - borbotto io spazientita e sento Monica ridere e osservarmi per poi lanciare un occhiata ad Alan. Io alzo gli occhi al cielo e sbuffo e lei ride di nuovo.
- Ti odio Hiro … - dico ringhiando.
- Perché, che ho fatto? –
- Non importa che hai fatto! Sappi solo che ti odio … -
- Ma perché deve sempre essere colpa mia? – chiede girandosi verso Greg che ha notato lo sguardo che Monica ha lanciato ad un Alan ignaro, incitandomi a provarci e che quindi scuote la testa in direzione del giapponese.
- Adesso si fa sul serio … - dice Monica richiamando l’attenzione e poi fissandomi. – sfrutteremo uno dei tuoi amici … voi vi conoscete e quindi i trucchetti psicologici non servono. Hiro, prego, sul tappeto – il giapponese si alza sbuffando e si mette in posizione.
- Niente colpi al viso … - mi dice ed io rido.
- E allora tu niente colpi al seno … fa  male! –
- Beh, allora tu non colpirmi all’inguine! –
- Io non gioco slealmente come fai tu! – lo accuso.
- Hai iniziato tu la volta scorsa! –
- Non è vero! –
- Sì che è vero! –
- Ragazzi basta! – ci riprende Monica.
- Ma sono sempre così?- chiede Alan.
- Oh no … quando hanno finito di darsele sono peggio … - sogghigna Greg.
 
Appena Hiro si rigira verso di me io gli corro incontro e gli tiro un calcio che lui blocca per tirarmi un pugno. Per un po’ ci tiriamo calci e pugni che non vanno a segno fino a che a un certo punto lui mi cattura un pugno con la mano grande e mi strattona ridendo verso di se. Io però mi lascio cadere e lo trascino con me bloccandogli le gambe. Allora lui mi blocca le braccia lungo i fianchi e cerca di sedersi su di me ma io con uno strattone libero una mano e stringendo il suo braccio al petto con il mio gli blocco il viso a terra con le gambe iniziando a forzare l’articolazione della spalla. Non so con che forza ma lui riesce a liberarsi e mi tira un pugno nello stomaco per poi alzarsi veloce e cercare di tirarmi un altro pugno mettendosi a cavalcioni su di me, ma prima che ci riesca io chiudo le ginocchia al petto e catturo il suo pugno. Rovescio tutto il suo corpo dietro le mie spalle e subito vado a mettermi in ginocchio sul suo stomaco, dopo avere incrociato sopra le sue braccia.
- Arrenditi –
- No – dice lui divincolandosi.
- Arrenditi – faccio il gesto di colpirlo in viso e lui mi fa una linguaccia.
- Stronza –
- Ah ah … non sei nella posizione per insultare – gli sussurro.
- Bene ragazzi … avete visto che non sempre la forza fisica comporta la vittoria … -
- Sei un mostro … - mi dice Gabriel con disgusto.
- Grazie – sorrido io.
- Ana, puoi lasciarlo andare ora … – ride Greg mentre Gabriel e il ragazzo che non conosco prendono la loro roba e se ne vanno.
- No, mi ha dato della stronza, deve pagare – dico io sorridendo alla figura di Greg che torreggia su di me. Sento Hiro sbuffare.
- Ehm … ragazzi, tutto bene? – chiede Alan avvicinandosi.
- Oh, sì. Magnificamente – dice Hiro sbuffando drammatico. Alan ride.
- Dai, non le hai prese tanto forte … e poi Ana non pesa tanto da dare troppo fastidio ...-
- Senti … quando si è seduta su di te non avevi niente da lamentarti, ma ti assicuro che ora ce l’ho sullo stomaco e che non posso nemmeno godere della vista perché è troppo lontana … -
- Hiro, io ti uccido! – sibilo mentre Greg mi prende per le braccia e mi tira in piedi aiutato da Alan che ride.
- Sei una tosta … - mi dice ed io sorrido.
- Grazie …  anche tu sei bravo –
- Wow, ed io? Io ti ho quasi atterrato … - mi dice Hiro sorridendo. Io sbuffo.
- Tra dieci secondi se non la pianti di rompere ti tiro un pugno in faccia … -
- Ma hai detto che non lo facevi! E poi scusa, non posso mica venire alla festa con la faccia viola no? –
- Festa? – chiede Alan confuso.
- Sì, questa sera c’è una festa al Poison. Noi entriamo con degli amici di Ana – dice Greg tirandomi una gomitata. Io lo guardo e lui fa un cenno verso Alan che sta aiutando Hiro ad alzarsi.
- Ehm … ti va di venire? – gli chiedo sorridendo.
- Sarebbe magnifico … - mi sorride anche lui.
- Allora alle dieci a casa mia … fatti guidare da questi due decerebrati che si spera ricordino la strada … - dico io mentre usciamo dalla palestra. Prima di svoltare lui a destra ed io a sinistra si ferma un attimo davanti a me che alzo la testa per guardarlo in viso. Non è alto come Hiro e Greg, ma il suo bel metro e ottanta forse lo fa.
- Beh, grazie per l’invito … ci vediamo stasera allora – mi sorride.
- A stasera – si china e mi posa un bacio sulla guancia per poi girarsi ed andarsene. In un attimo Hiro mi affianca e mi posa un braccio sulle spalle.
- Beccata … - mi dice in un orecchio. Io lo spingo leggermente via ma lui torna subito a stringermi a se. Mi guarda in volto e sogghigna.
- Lo sai che sei tutta rossa? – mi chiede e sento Greg ridere mente anche lui mi circonda con un braccio.
- Non rompere Hi … - sbuffo io facendomi scura in volto.
- Comunque quando ti ha baciata le punte dei capelli ti sono diventate verdi … - mi sussurra Greg per non farsi sentire, solo lui e Hiro sanno che sono una Metamorfa.
- Non ci credo … ti piace eh? – chiede Hiro per provocarmi.
- È carino … - mi guarda con la coda dell’occhio – ok, è davvero figo … - dico sospirando.
- Stasera ci si diverte … - dice mentre Greg scuote la testa sconsolato.
- Ma sai pensare solo a quello? – gli chiede infatti.
- Sciogliti un po’ Greg, pensa alla spagnola, l’amica di Ana, quella stasera ti si cucirà addosso … -
- Credo anche io … - gli dico sorridendo. Greg si lascia andare ad un sorriso malizioso. - è carina Carmen … - lo punzecchio.
- Oh, me la ricordo … lunghi capelli neri ondulati, bel viso, pelle abbronzata e occhioni neri …- dice sogghignando – e poi insomma … ha un culo magnifico! – Hiro gli batte una mano sulla spalla.
- Ora si che sei nello spirito giusto amico … - gli dice mentre io sbuffo e gli do una spinta con il bacino.
- Fate schifo … -
- No, siamo alquanto piacenti … - mi corregge Hiro.
- Ho visto di meglio … - gli dico per sfotterlo.
- Oh, lo so. Tu hai visto Alan! – mi sfotte lui invece e parte a ridere quando io faccio un sorriso volutamente pervertito per poi aggiungermi alla sua risata.
 
Sento suonare il campanello e mi fiondo fuori chiudendomi la porta alle spalle e sistemandomi il vestito nero aderente che mi arriva a metà coscia, dove nascosta nell’orlo metto la fedele bacchetta. Salgo in ascensore controllando nello specchio il mio riflesso e trovando la punta delle ciocche biondo platino come i capelli di mia madre.
- Ma che diamine! – esclamo confusa costringendo i capelli a riprendere la loro naturale sfumatura Castano-rossiccia. Ok, sto andando fuori di testa …
Quando esco dal palazzo mi trovo davanti Hiro con jeans stretti e camicia nera e al suo fianco Greg, i capelli biondo cenere e gli occhi blu messi in risalto dalla camicia bianca con le maniche arrotolate e aperta su una maglietta azzurra messa sui jeans scuri.
- Ciao ragazzi … - dico scendendo i pochi gradini mentre mi metto i tacchi. Quando mi risollevo mi ritrovo davanti agli occhi verdi di Alan che mi sorride affabile … ho un debole per gli occhi verdi, non ci posso fare niente. I suoi sono di un bel verde chiaro, delicato.
- Ciao – dico.
- Ciao, sei bellissima … - mi dice ed io sorrido sperando di non arrossire.
- Andiamo, dai che ci staranno aspettando … - dice Hiro con un ghigno. Io mi incammino e loro mi seguono. Il locale è in centro, non molto lontano.
In una decina di minuti siamo fuori e io sto per chiamare Carmen quando vedo una tappa con capelli neri e vestito rosso saltellare sbracciandosi nella nostra direzione. Le vado in contro e l’abbraccio.
- Ma come diamine fate su quei trampoli? – chiede passando lo sguardo da me ad Akemi che come me è di ben dieci centimetri più alta, fasciata nel suo abito azzurro.
- Tappa … - prendo in giro la mia amica ghignando cattiva. Poi lei vede i ragazzi alle mie spalle e si illumina. Io mi giro e faccio segno ai miei amici di avvicinarsi.
- Ragazzi … - dico rivolta alla solita compagnia di amici di scuola – vi ricordate Hiro e Greg? – tutti annuiscono e subito Hiro va a confabulare con  Mark e Santiago riguardo la serata mentre Greg saluta cordiale tutti e poi viene monopolizzato dalla parlantina di una Carmen sognante.
- Lui è Alan – dico presentando agli amici il bruno che mi sta affianco e saluta cordiale chiacchierando amabilmente.
- Allora tu vai all’accademia militare? – gli chiede Ake.
- Sì, sono un compagno di corso di Greg e Hiro .. è lì che ho conosciuto Ana – dice lui circondandomi la vita con un braccio. Io gli sorrido.
- Ana parla sempre di Hiro e Greg … ma non descrive mai la scuola .. com’è frequentare l’accademia militare? –
- Oh … beh, non è tanto diverso che una scuola normale … - dice lui mentendo con il sorriso di un angelo in volto – solo che si fa anche tanta autodifesa ed esercizio fisico e roba così .. – mi dice pizzicandomi il fianco e facendomi sussultare.
- Vero? – mi sussurra in un orecchio.
- Ne hai da allenarti – gli rinfaccio e lui sorride.
- Mi dai qualche ripetizione ? – chiede scherzoso.
- Forse … - dico solo ridendo un po’.
Ci fanno entrare e subito ci sediamo al nostro tavolo mentre i ragazzi ci chiedono cosa vogliamo e vanno a prendere da bere.
- Carino il tuo amico …- mi dice Soledad, una della nostra compagnia.
- Già … - dico io con un sorriso compiaciuto.
- Un altro con gli occhi verdi … - dice Ake.
- È solo un amico … - sbuffo ma loro mi guardano storte.
- Però un po’ ti piace! – alzo le spalle.
- Non è colpa mia … è che gli occhi verdi sono così ….così … -
- Dolci? – mi chiede Carmen.
- No … famelici … mi fanno sentire bella – dico io e Ake mi guarda scandalizzata.
- Ma guardate qua la nostra santarellina!! – dice dando di gomito a Soledad ed Isa ai suoi lati.
- Non sono una santarellina! – mi difendo.
- Oh, sì che lo sei! Avrai anche avuto dei ragazzi prima, ma non ci hai mai fatto niente! – mi dice Carmen.
- Non sono mica una facile, io! – lancio una frecciatina ad Akemi e mentre lei scuote una mano vedo Isa diventare rossa in viso come non mai.
- Lasciala stare Ake, lei è piccola … - mi sorride Carmen.
- Ho solo due anni meno di voi! – mi lamento portando le braccia al petto giocosa.
- E Greg e Hiro?  Loro quanto anni anno? – mi chiede.
- Loro come voi hanno diciassette anni … -
- E Alan? – mi chiede Ake con un sopracciglio alzato.
- Non lo so … - dico io pensosa. Poi alzo le spalle e quando arrivano i ragazzi con i drink prendo il mio dalle mani di Alan sorridendogli. Mi giro verso le mie amiche e sollevo il bicchiere.
- Alle amiche che ti prendono sempre in giro sentendosi grandi! – dico io sorridendo ad Ake che mi guarda dolce.
- Alle amiche che ti prendono in giro sentendosi grandi quando invece quella matura sei tu … - mi dice con un sorriso prima di bere e tornare a chiacchierare con Isa e Santiago.
- Cosa significava? – mi chiede Greg mentre anche Alan mi guarda curioso.
- Oh, niente. Cose tra ragazze … - sorrido prima di bere un sorso del mio drink a base di vodka.
 
Mi diverto da pazzi a ballare con le mie amiche in pista e facendo la scema con Greg e Hiro come al solito.
- Sei scatenata stasera! – mi urla Carmen ed io annuisco con forza mentre balliamo e mi scateno con Alan che mi balla dietro tenendomi per i fianchi. Gli sorrido da sopra la spalla. Mi piace Alan, è carino. Come era carino Jean, un altro ragazzo dell’accademia, di origine francese. Ma non credo che farò niente con lui, se non magari qualche bacio … ecco, sì. Un bacio ci starebbe … ma spero tanto che lui non si aspetti qualcosa di più perché io non sono il tipo. Ci conosciamo da poche ore e mi piacerebbe continuare a conoscerci, ma non così velocemente. È stato dolce con me questa sera. Ake dice che sono contraddittoria. Ho già avuto cinque ragazzi, tutti conosciuti e con cui mi sono messa insieme in poco tempo. Eppure sono ancora vergine. Lei dice che io li provoco ma che poi non vado mai oltre. A me non sembra di provocarli, io sono solo me stessa e la me stessa di questo periodo non si sente ancora pronta ad abbandonarsi ad un ragazzo … scrollo la testa e torno a divertirmi mentre ci scateniamo sui bassi pompati dalle casse. Quando mi viene una gran sete mi giro e mi dirigo al bar con Alan alle calcagna.
- Ehi –
- Ehi – gli dico mentre aspetto il mio drink – Come va? Eri mia stato in una discoteca babbana? –
- Solo una volta o due … - mi sorride.
- E ti piace? –
- Non mi dispiace … adoro la musica – mi sorride prendendo anche lui un altro drink e seguendomi verso il divanetto del nostro tavolo dove ci sediamo vicini.
- Sono felice che tu ti stia divertendo … -
- Sono contento di essere venuto … e tu non sei per niente come dice Jean .. –
- Conosci Jean? – gli chiedo sapendo già la risposta … lui mi guarda colpevole e annuisce. – Ma io non penso che tu sia una stronza … -
- Oh, ti sbagli. Io sono una stronza di prima categoria … - gli dico con un sorriso a cui lui risponde.
- Nah … non ci credo – mi dice avvicinando il viso al mio. Io mi sporgo e gli sfioro la guancia con un bacio per poi tirarmi indietro.
– Credici – dico tornando a bere il mio drink. Lui fa lo stesso e quando abbiamo finito torniamo in pista a scatenarci con i nostri amici.
 
- Ragazze … sono morta – dico a Carmen e Akemi, abbracciata a loro mentre usciamo dalla discoteca.
- Mi fanno male i piedi – si lamenta Ake.
- Così impari a metterti quei cosi e a lasciarmi tappa da sola … - io rido al commento dell’ispanica.
- Ragazze, se tutto va bene e mia madre non mi uccide ci vediamo lunedì a scuola – le saluto e mi avvio al fianco di Hiro che mi stringe un braccio in vita sorridendo.
- Sai, inizio a sentire il peso delle botte che mi hai dato oggi pomeriggio … - mi dice dopo un po’.
- lo sento anche io …  stamattina Monica mi ha massacrato … e domani torna mia madre! – mi lamento facendolo ridere.
- Ehi, sei voluta uscire tu stasera! – mi dice Greg.
- Ma stai zitto … ti è dispiaciuto proprio tanto pomiciare con Carmen eh? – lo punzecchio.
- Noi non … -
- E allora che avete fatto quando siete spariti? – gli chiede Hiro ridendo.
- E tu con Isa? – gli dice il biondo.
- Con Isa??? – chiedo sorpresa rimanendo un passo indietro.
- Sì, con Isa … - conferma Greg.
- Ma brutto porco! – urlo dietro a Hiro che si gira a guardarmi.
- Guarda che ha fatto tutto lei! Io non l’ho costretta … -
- Ma non importa! Isa è così dolce e sensibile! Non puoi scopartela e basta una così! Ci rimane di merda …-
- Calmati Ana … Isa sa difendersi da sola, e poi se ci rimane male allora non doveva cacciarsi in una situazione del genere no? – io lo guardo male fino a che non si mettono in due, lui e Greg, a tirarmi per le mani per farmi camminare.
Alan, pochi passi davanti a noi, ci osserva stranito.
- Voi tre siete incredibili … - dice solo ridacchiando.
- Perché? – chiedo io sorridendogli ma rimanendo mano nella mano con Hiro e Greg. Per me è normale così, loro sono i miei amici, i miei fratelli.
- Perché insieme siete … così affiatati. È strano –
- Beh, siamo cresciuti insieme … penso sia normale – dice Greg scrollando le spalle.
- Beh, anche io sono cresciuto con mia sorella ma non ci comportiamo così … a mala pena parliamo civilmente … -
- Eh, noi siamo sempre stati molto uniti … - spiego – sai, mia madre mancava per mesi e Michael, il padre di Greg, ci ha praticamente cresciuti insieme … -
- Già, a dodici anni eravamo inseparabili, facevamo tutto insieme … - non sto a sottolineare che io di anni ne avevo dieci … non mi piace dover dire di essere più piccola.
- Tutto? –
- Tutto ..  e poi è arrivato Hiro … e non lo so nemmeno perché siamo diventati amici, ma è successo … - dondolo le braccia con quelle dei miei amici, scoppiando a ridere per come dobbiamo sembrare infantili in quel momento.
- Io lo trovo comunque strano … - dice Alan ed io mi acciglio.
- Beh, non lo è. Perché Hi e Greg sono la mia famiglia … - dico risoluta sorridendo ancora. Lo vedo alzare le spalle. Forse si è offeso perché non sono incollata a lui, ma io l’ho solo invitato, non gli ho detto di mettersi con me, che si aspettava?
Per fortuna è arrivato il momento in cui le nostre strade si dividono.
- Io vado ragazzi … - dice Alan battendo il pugno con Greg per poi sorridermi.
- Ciao – gli dico.
- Ciao, ci vediamo presto eh? – mi dice ed io annuisco sorridendo.
- Tu non vieni al dormitorio? – chiede poi a Hi.
- No, rimango da Greg –
- Ok, buona notte –
 
Appena lui si è allontanato Hiro si gira verso di me.
- Lo hai castrato … -
- Come scusa? –
- Dico che lo hai castrato … probabilmente credeva di piacerti mentre ora non sa che pensare … -
- Beh, credevo mi piacesse, mentre ora non so cosa pensare … -
- Perché scusa? Che ha fatto di male? – chiede Greg. Io sbuffo.
- Ha detto che non mi crede una stronza come dice Jean … - li sento irrigidirsi – oh ragazzi, andiamo, so benissimo ciò che Jean va a dire in giro! Per prima cosa lo ha detto a me quando l’ho lasciato … -
- Noi abbiamo fatto di tutto per farlo smettere … insomma, senza offesa, ma che schifo! – mi dice Hiro con una smorfia.
- Nessuna offesa, anche a me fa schifo l’idea di andare a letto con voi … vi voglio bene, ma non in quel senso! – dico io.
- Scusa, ma lui ti dice che non ci crede e tu ti arrabbi?-
- Sì, perché vuol dire che ci ha pensato, che ha ascoltato le cazzate che spara Jean! -
- E non volevi farlo ricredere? Insomma perché anziché prendere per mano lui prendi per mano noi? –
- Lui non è il mio ragazzo! – mi difendo – e poi non è che vi ho preso per mano, è capitato …  voi mi avete tirato avanti e semplicemente abbiamo continuato così … io non ho nemmeno pensato che potesse essere una cosa anormale! –
- Nemmeno io, ma analizzalo dal punta di vista di tutti gli altri .. – dice Greg. Io mi scambio un’occhiata con Hi.
- Ma vaffanculo tutti gli altri! – gridiamo insieme ridendo. Io quasi barcollo sui tacchi ma ormai siamo arrivati a casa di Greg. Non so nemmeno perché sono venuta fin qua con loro.
- Ragazzi, io devo andare a casa … Notte –
- Ma dove vai? – chiede Hiro.
- A casa! e se mamma arriva prima e io non sono lì? –
- Ma figurati! E poi è venerdì sera e il venerdì sera rimani sempre da me! – dice Greg sollevandomi in spalla e portandomi dentro mentre rido. Saliamo fino al piano ed entriamo nel grande appartamento dirigendoci direttamente in camera di Greg. Io mi lascio cadere sfinita sul suo enorme lettone a due piazze e mezza e scalcio le scarpe.
- Comunque non capisco che cosa ci sia di strano … insomma, voi siete la mia famiglia, se non posso essere affettuosa con voi con chi possi esserlo? – chiedo riprendendo il discorso.
- È che non sembriamo la tua famiglia Ana … Greg ancora ancora, ma io? – dice Hiro.
- E allora? Scusami, ma se una donna di colore adotta un bambino bianco allora quando camminano per strada mano nella mano tu li guardi male e pesi subito che quella non possa essere sua madre? – chiedo.
- Ana … non farti tutti questi problemi … - mi dice Greg – Vai a cambiarti lascia perdere quel coglione di Alan … -
- Credevo vi stesse simpatico … -
- Ci sta simpatico … ma non se tocca la nostra sorellina! – dice Hiro sorridendo. Io sorrido a entrambi e apro l’armadio dove ci sono le poche cose mie che lascio sempre qui: una tuta di cambio, della biancheria e un pigiama … negli anni zio Michael si è organizzato. Prendo dei pantaloncini e una maglietta enorme che ho fregato a Greg una marea di tempo fa e mi chiudo in bagno per cambiarmi e poi vado in salotto. È tardi, ma non ho ancora sonno. Così mi siedo sul divano e accendo la televisione a volume basso per non disturbare zio Michael, anche se so che per svegliare quell’uomo serve una banda intera … Poco dopo mi raggiungono Greg e Hi in pigiama. Greg si siede al mio fianco ed io mi appoggio alla sua spalla mentre mi abbraccia le spalle con il braccio, mentre Hi si stravacca sul divano e tra le mie braccia, sistemando la testa sul mio petto.
- Sapete una cosa ragazzi … - dico io – vi adoro –
- lo sappiamo, grazie – scherza Hiro strafottente.
- No, io parlo sul serio. Vi voglio bene – dico io intrecciando una mano con quella di Greg che pende dalla mia spalla e posando l’altra aperta sul petto di Hiro. Lui inclina la testa indietro fino a che non riesce a vedermi il viso.
- Chi sei tu e che ne hai fatto della nostra Ana? – mi chiede facendo ridere Greg.
- Anche io ti voglio bene Ana … - mi dice lui sorridendo come un bimbo di due anni e mostrando le sue due fossette irresistibili.
- Io non sono da meno … lo so che faccio sempre il coglione, ma vi voglio bene, a entrambi – dice Hiro per una volta serio davvero. Io mi stringo ad entrambi.
- Anche io ti voglio bene troglodita – sussurra Greg facendoci scoppiare a ridere.
- Penso che ora una foto sia d’obbligo! – afferma Hiro. Così gli passo il cellulare e lui stendendo il braccio fa una foto che poi imposta come schermata home del cellulare. Quando lo riprendo in mano la osservo con un sorriso.
Sono piccolissima stretta tra quei due giganti dei miei migliori amici, con Greg che mi sorride, tenendomi un braccio intorno alle spalle come se io fossi la sua sorellina e lui avesse il compito di proteggermi da tutto e Hiro mezzo sdraiato su di me, con la testa appoggiata al mio petto, che sorride come al suo solito, come se l’unica cosa a cui stesse pensando fosse una ragazza a caso. Anche io sorrido all’obbiettivo, con gli occhi grigi luminosi e per una volta limpidi e le labbra incurvate in quel mio modo leggermente storto.
 
 
HERE I AM!!!
buona sera a tutti ... grazie per essere arrivati fin quaggiù a leggere.
questa è la prima FF che pubblico e spero di avervi incuriosito, di aver scritto in modo decente e soprattutto di non aver sparato cavolate.
nel qual caso ... per favore fatemelo sapere! :)
So .... per chiunque sia tanto pazzo da ripescarmi in futuro ... per questo capitolo e il prossimo si vedrà la situazione della (sconosciuta) protagonista ...
"chi diamine è questa rompicoglioni?" penserete voi "noi vogliamo i nostri amati personaggi!!"
e avete ragione ... però dovevo pur far vedere qualcosa su Anastasija ...
poi invece entrerà in gioco un certo maghetto (ormai non più piccino) che tutti noi conosciamo

Non so bene come si svilupperà questa storia ... ho naturalmente già in  mente cosa deve succedere ( più o meno) e quando ( a spanne)
quindi spero solo di riuscire ad allietare le vostre giornate con le pazze idee che mi frullano in testa e vi prego di sorvolare sul fatto che di certo non sono una scrittrice di talento ...

Spero di poter pubblicare entro la settimana prossima (anche se magari entro domenica ce la faccio) ma se mi viene l’ispirazione anche prima

Vi prego, lasciatemi una recensioncina così che io possa scoprire se c'è qualcosa che non vi va ...
grazie a tutti per l'attenzione.
vi ho rotto abbastanza quindi ora passo e chiudo (?)

Un bacione, la vostra
Nyn
  
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