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Autore: BabyBon    03/12/2013    0 recensioni
Non avevo mai creduto a storie di maghi e streghe. Non avevo mai creduto a storie di fantasmi, vampiri o zombie. Odiavo tutte le fiabe che mi raccontava mia madre quando ero piccola: tutte quelle fatine quei “vissero felici e contenti” non facevano per me. Se avessi visto una fata l’avrei schiacciata come si fa con le mosche, per me Cenerentola poteva continuare a fare da schiava alle sorellastre e la Bella Addormentata poteva dormire per sempre.
Genere: Fantasy, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Non avevo mai creduto a storie di maghi e streghe. Non avevo mai creduto a storie di fantasmi, vampiri o zombie. Odiavo tutte le fiabe che mi raccontava mia madre quando ero piccola: tutte quelle fatine quei “vissero felici e contenti” non facevano per me. Se avessi visto una fata l’avrei schiacciata come si fa con le mosche, per me Cenerentola poteva continuare a fare da schiava alle sorellastre e la Bella Addormentata poteva dormire per sempre. Mia madre ormai le fiabe non me le raccontava più, era già tanto se mi salutava prima di uscire e a me andava bene così. Ero più che felice di uscire tutte le sere, ubriacarmi, farmi qualche canna e, perché no, farmi anche qualcuno. Mio padre non c’era e l’unico che sembrava interessato a me era Charlie, mio fratello. Anche il mio migliore amico Alex si interessava a me, ma sono sempre stata una persona che segue solo se stessa, perciò non davo ascolto né a lui né a mio fratello. Andava tutto alla grande finché non arrivò lui: quel ragazzo dagli occhi blu notte, quasi neri. Aveva uno sguardo capace di penetrarti l’anima e lui da solo fu capace di sconvolgere la mia esistenza. A volte penso che non avrei mai dovuto rivolgergli la parola, ma dove sarei ora se lui non fosse entrato nella mia vita?
 
 
La sveglia del cellulare cominciò a suonare: adoravo svegliarmi con gli AC/DC. Mi stiracchiai, non avevo i pantaloni e indossavo la t-shirt nera di quel tizio; non ricordavo neanche il suo nome. Se ne era andato nel cuore della notte e io non avevo la minima intenzione di salutarlo, mi ero limitata a tenere la sua maglietta. Mi alzai, andai in bagno e mi preparai per andare a scuola: quanto odiavo la scuola. Era piena di persone che disprezzavo e non solo le ragazze “in” mi criticavano, spesso anche i professori si divertivano a parlare di me alle mie spalle. Con il passare degli anni però mi resi conto che non ero io quella sbagliata, il mondo lo era.
Indossai i primi jeans che riuscì a trovare nel disordine della mia stanza, la maglietta nera con una spalla scoperta  e il logo degli AC/DC, misi le mie vecchie All Stars nere e completai il tutto con il mio giubbotto di pelle preferito. Presi una borsa e mi limitai a metterci dentro le sigarette e l’accendino. Uscì da camera mia e mi diressi alla porta d’ingresso il più veloce possibile per evitare di parlare con mio fratello. Una volta uscita mi accesi una sigaretta e cominciai ad andare verso la scuola, sembrava tutto normale quando un ragazzo uscì da un vialetto e si fermò davanti a me. Era più alto di me, non tantissimo, ma era comunque molto imponente, aveva dei capelli neri come la pece e molto scompigliati, ma la cosa che mi colpì di più erano gli occhi. Aveva degli occhi blu molto scuri, quasi neri e uno sguardo che non avevo mai visto in nessun’altro: era magnetico e allo stesso tempo riusciva a farmi paura. Con quello sguardo sembrava che riuscisse a leggerti l’anima. Stavo letteralmente per perdermi nei suoi occhi quando si girò e se ne andò. Rimasi lì, ferma, immobile. Non sapevo chi fosse quel ragazzo, non l’avevo mai visto e non sapevo neanche che mi avrebbe cambiato la vita.
  
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