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Autore: Kim NaNa    03/12/2013    7 recensioni
[http://it.wikipedia.org/wiki/Lee_Min-ho]
Isabel e Katrina sono due amiche e hanno un sogno: visitare la città di Seoul.
Dopo averlo a lungo sognato, dopo aver fantasticato per lunghissime ed interminabili ore, il destino ha giocato loro uno strano scherzo.
Inizia così la loro avventura, inizia così la storia che le porterà ad incontrare proprio Lui: LEE MIN HO.
Genere: Commedia, Romantico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Altri, Nuovo personaggio
Note: Lime | Avvertimenti: nessuno
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NdA: Annyonghaseyo! Chiedo umilmente perdono a tutte le ragazze che leggono questa mia fanfiction per il ritardo con cui l'ho aggiornata, ma da quando sono stata davvero a Seoul la mia vita è stata un po' stravolta: il mio cuore è rimasto lì e mi piacerebbe tornare a riprendermelo! :P Inoltre, causa lavoro ed impegni vari, non posso essere sempre al pc, quindi mi auguro di aver scritto qualcosa di piacevole per voi che mi leggete e che sognate insieme a me quel "mondo coreano".
Vi auguro una buona lettura e se ne avete voglia fatemi sapere che ne pensate.
La vostra Nana-sshì!



Nuovo inizio… coreano!
 
L’Olympic Gymnastic Arena pullulava di giovani in preda all’euforia più totale. Cori acclamati invocavano sul palco i tanto attesi Super Junior, mentre luci colorate e fumi donavano a quel posto un aspetto impregnato di energia pura.
D’un tratto calò il buio sull’arena e le note della canzone “Superman” cominciarono a diffondersi, provocando urla gioiose ed impazienti.
Isabel trattenne il fiato e strinse la mano di Katrina, la quale si voltò a guardarla e non riuscì a trattenersi dal regalarle un abbraccio.
«Che c’è?» Domandò Isabel, ricambiando l’affettuoso gesto.
«Niente! Solo che vederti così felice rende felice anche a me!» Risero insieme , guardandosi con aria complice, ma quando i Super Junior comparvero sul palco la loro emozione esplose in tutto il suo vigore.
«Siwon!»
«Donghae!»
Ballarono e cantarono quasi dimenticandosi di aver al loro fianco il giovane Victor Williams, il quale si stava dilettando a scattare un’infinità di foto, certo che alle ragazze avrebbe fatto sicuramente piacere.
Sembrano due ragazzine! Pensò, sghignazzando. Le sentiva urlare continuamente e provò un pizzico di invidia per gli idols che avevano davanti: Isabel e Katrina non avevano occhi che per loro ed ogni più piccolo gesto era enfatizzato da un loro gridolino.
«Ommiddio, ommiddio! ‘Bel! Si stanno sfilando le magliette…»
Le urla delle E.L.F presenti nell’arena fecero quasi tremare il palco.
Ballarono e cantarono a squarciagola “Bonamana” prima di rendersi conto che Siwon e Donghae erano scesi in mezzo alle fan a scegliere qualcuna di loro.
«Waa!» esclamò Isabel, seguendoli con gli occhi. «Chissà chi delle tante Elf presenti saranno le fortunate!»
«Guardalo, Neechan! Quanto è tenero Donghae… e Siwon? Benedetto ragazzo… con quella faccia non gli si potrebbe negare nulla!»
Victor scattò una foto alle mani sempre ben strette l’una all’altra delle ragazze, quando si accorse che un altro paio di mani si erano posate su di esse.
Sorridenti ed accompagnati dalle urla deliranti della folla, Siwon e Donghae avevano appoggiato le loro mani su quelle delle due amiche e con un gesto gentilissimo le invitarono a salire sul palco.
Sorprese e stupite, Isabel e Katrina si ritrovarono a seguire i due idols sul palco dove le attendevano anche gli altri membri dei Suju, accompagnate da applausi e grida degli altri fan.
«Se raccontassi in giro quello che ci sta accadendo in questo ultimo periodo non ci crederebbe nessuno…» mormorò Isabel a Katrina, prima di fiondarsi ad abbracciare Siwon.
«Ehi, tu!» disse Katrina, avvicinandosi. «Fallo abbracciare anche a me! Non è mica tuo!» risero tutti insieme, mentre Victor continuava a scattare foto con un’espressione stizzita sulla faccia.
Cinque minuti di pura magia.
Ballare e cantare insieme ai Super Junior, per quanto potesse apparire imbarazzante inizialmente, si rivelò la cosa più divertente che potessero fare. Quando fu il momento di salutarsi, i due giovani Donghae e Siwon accompagnarono le ragazze ai propri posti e mentre Donghae salutava Katrina con un elegantissimo baciamano, Siwon salutò Isabel posandole un bacio sulla guancia che scatenò il delirio nell’arena. Impietrita ed esterrefatta, Isabel trattenne il fiato. «Lieto di aver fatto la tua conoscenza, Isabel.» Disse Siwon, sorridendo.
A Victor venne voglia di spintonarlo. Ma chi si crede d’essere? Tutti uguali questi Idols! Si disse, pensando a Lee Min Ho, ma gli bastò guardare le facce delle due ragazze che avevano preso ad abbracciarsi e saltellare allegramente, urlando con tutto il fiato che avevano in gola la gioia del momento. Victor sorrise: stavano vivendo un sogno ed era giusto che lo vivessero pienamente.
 
Erano felici e stanche quando abbandonarono l’Olympic Gymnastic Arena.
«Victor… non potremo mai ringraziarti abbastanza per averci regalato i biglietti per questo SuperShow! È stato fantastico!» cominciò Katrina.
«Oh, sì! Non saremo mai abbastanza grate per tutto quello che hai fatto per noi… l’appartamento, il concerto dei Suju… davvero, grazie infinite!» continuò Isabel.
«Ma insomma! La smettete con tutti questi inutili salamelecchi? Mi è bastato vedervi ridere ed urlare felici tutto il tempo… certo… avrei tirato un pugno in faccia a quello spaccone di Siwon… si chiama così, vero?» disse Victor, mettendo le braccia intorno alle spalle delle due ragazze.
«Noooo! E perché mai?» Esclamarono insieme.
«È stato così galante!» fece Isabel.
«E poi è così bello!» proseguì Katrina con occhi sognanti.
«Okay, basta! Per oggi ne ho abbastanza di questi Suju… E comunque, io sono molto più carino!»
Risero insieme divertiti, prima di incamminarsi verso la metro più vicina.
 
La prima settimana di lavoro in caffetteria passò in fretta senza troppi intoppi. Isabel e Katrina, ormai ambientatesi e abituate sia ai ritmi che ai turni di lavoro, rientravano a casa sempre soddisfatte della decisione che avevano preso.
Vivere Seoul si stava rivelando la scelta migliore della loro vita.
Sdraiate sul letto a guardare il drama “Master’s Sun”, stavano decidendo cosa preparare per cena quando qualcuno suonò alla porta del loro nuovo appartamento.
«Chi potrebbe essere a quest’ora?» chiese Isabel, guardando l’orologio.
«Beh, hai forse dimenticato di avere il video citofono?» Ironizzò Katrina, indicando il display illuminato sulla parete.
Isabel si portò una mano sulla fronte scoppiando a ridere. Quando fu vicina all’apparecchio, pigiò l’apposito tasto e si lasciò sfuggire un sonoro «Omo!»
«Che succede? Chi è?»
Isabel cominciò a gesticolare, indicando il display del video citofono e saltellando nervosamente.
«Ottoke, ottoke? Ottoke?» (*)
«Insomma! Cosa diamine sta succedendo?» sbottò infine Katrina, alzandosi.
«Min Ho! Lee Min Ho… è qui!»
«E tu fai tutto questo casino? C’era da aspettarselo, anzi, mi domando perché non sia venuto prima… Ora voltati e va’ ad aprire.»
«Scherzi, vero? È Lee Min Ho, non possiamo farlo entrare in casa…» bisbigliò Isabel.
«Apri.» Le intimò Katrina con uno sguardo più che eloquente. «E calmati.»
Isabel respirò a fondo e lentamente si diresse alla porta.
«Annyeongh!» Min Ho sorrise, mostrando alla ragazza del cibo d’asporto. «Cena per tre.» Si sfilò le scarpe in un batti baleno, chiudendo la porta alle sue spalle.
«Min Ho-sshì! Ma che ci fai qui a quest’ora?» Isabel, visibilmente imbarazzata, prese a fare domande per superare lo stupore, mentre Katrina sorrideva furtivamente.
«Ho finito le mie interviste, concluso il mio Global tour, ho fatto tutti i servizi fotografici e ora mi godo un po’ di pausa a casa di amiche. Ti sembra così strano?» Rispose lui, appoggiando le buste sul tavolo.
Katrina si accorse del rossore avvampato sulle guance di Isabel e corse in aiuto della sua amica.
«Non darle ascolto, Min Ho. Forse si aspettava una telefonata da parte tua prima di arrivare… per non farsi trovare… in pigiama!»
Lee Min Ho si girò a guardare le ragazze e si lasciò andare ad una rumorosa risata.
«Ahahahahah! Non ci avevo nemmeno fatto caso!»
«Dovevi proprio farglielo notare?» mormorò Isabel all’orecchio di Katrina.
«Dai, su… non poteva non apprezzare il tuo meraviglioso pigiamone con gli elefantini…» proseguì Katrina, sorridendo.
«Comunque… vuoi che ti accompagni a comprare un nuovo cellulare, domani?» disse il coreano, fissando Isabel.
«Un cellulare? Wae?» (*’)
«Nessuna chiamata. Nessun messaggio. Nessun cenno di vita. Ho dovuto contattare la caffetteria dove lavorate per sapere se eravate ancora qui in Corea…» Pareva parecchio infastidito dalla cosa e cominciò a camminare nervosamente per la stanza.
«Se è per questo neanche tu ti sei preoccupato di far nulla di simile!» Puntualizzò Katrina, sfidando lo sguardo di Lee Min Ho.
Il ragazzo tossì appena, prima di continuare: «Io aspettavo che lo facesse lei e poi io sono sempre stato via in questi giorni…»
«E noi eravamo alle prese con il nostro nuovo lavoro, con il nuovo appartamento, le spese, le nuove abitudini, i nuovi ritmi… siamo pari.»
Katrina stava sondando il territorio e a Min Ho non sfuggì l’occhiataccia furibonda che lei gli aveva rivolto.
«Okay, okay. Mianatà! (*’’) Adesso mangiamo però o si fredda.»
Katrina decise di lasciar cadere l’argomento, ma non avrebbe mai abbassato la guardia.
«Unnie… ma che ti prende? Sembra tu gli stia facendo guerra… ti ricordo che quello è Lee Min Ho… quel Lee Min Ho…» mormorò Isabel, prima di sistemare la tavola per la cena.
«Sì, sì… so benissimo chi è… Sta’ tranquilla tu.»
Durante la cena, il giovane coreano riuscì a spostare l’attenzione sulla nuova vita delle ragazze, senza poter evitare gli sguardi interrogativi e perplessi che le lanciava Katrina.
«E quel Victor? …quante volte è già stato qui da voi?» domandò a bruciapelo.
«Veramente…» iniziò Isabel.
«A dir il vero, Victor non è mai stato qui da noi. Tu sei il primo e solo perché ti sei autoinvitato.» Katrina sembrava cercare risposte in un Lee Min Ho che non riuscì a trattenere un sorriso.
«Bene. Continuate a tenerlo lontano da qui…» Disse lui.
«Siamo libere di accogliere chi vogliamo in casa nostra, non credi? È merito suo se abbiamo questo appartamento, lo sapevi?» continuò la ragazza.
Il volto di Min Ho cambiò espressione: «Questo perché avete rifiutato il mio aiuto.»
Cenarono quasi in silenzio e Katrina non smise un attimo di “sorvegliare” le mosse del coreano.
Ad Isabel cominciò a mancar l’aria, c’era molta tensione e decise di alleggerire l’atmosfera.
«Omo, Unnie! Dovremmo raccontargli della nostra esperienza al SS5 dei SUJU!» Disse, alzandosi e aprendo un cassetto.
Ne estrasse delle foto che porse a Lee Min Ho, sorridendo.
Katrina comprese il gesto della sua amica e si ripromise di non punzecchiare più il giovane coreano.
«Già… è stata un’esperienza indimenticabile.» Aggiunse guardando anche lei le foto.
Ad un tratto, Lee Min Ho tossì nervosamente, fissando con occhi stupiti la foto che aveva tra le mani.
«Che succede?» domandò Isabel, offrendogli un bicchier d’acqua.
«Ciugullè?»(**)
«Waè?» disse Isabel, confusa.
Min Ho le mostrò la foto del bacio con Siwon e le ragazze scoppiarono a ridere.
«Omo! Min Ho-sshì quel giorno siamo morte e resuscitate più volte!» aggiunse Katrina, con un pizzico di ironia nella voce.
«Aigoo! Vado via per alcune settimane e tu ti fai baciare dal primo che capita?» Pareva alquanto seccato e Katrina decise di cogliere l’occasione per cercare di scoprire cosa aveva in mente il loro bel principe coreano.
«Per prima cosa, Isabel non si fa baciare proprio da nessuno! Siamo solo state fortunate ad essere invitate sul palco con i Super Junior; sono stati proprio Siwon e Donghae a sceglierci tra il pubblico. Seconda cosa, c’è chi preferisce esprimersi chiaramente, anziché giocare all’acchiapparella.»
Lee Min Ho aveva recepito il messaggio e deglutì nervosamente.
«Arassò…»
Ad Isabel, questa volta, non sfuggì lo strano clima che si era creato tra i due ed esclamò: «Volete spiegarmi che sta succedendo? Perché non fate che beccarvi? Cosa accidenti mi sono persa?»
«Tranquilla, Neechan. Non succede proprio niente…» fu la secca risposta di Katrina.
Lee Min Ho si alzò, raggiungendo la porta e infilandosi le scarpe.
«Gumawo! Scusatemi per avervi disturbato senza avvisarvi prima e grazie per avermi tenuto compagnia.» Un inchino veloce, prima di voltare le spalle alle ragazze.
«Min Ho-sshì, la giacca!» Esclamò Isabel, ancor più confusa. Raggiunse l’ingresso e allungò il braccio verso il giovane.
«Giesonmida.»(**’) disse lui, guardandola negli occhi. Poi si sporse per afferrare la giacca e con un gesto inaspettato prese Isabel per un braccio, tirandola a sé e lasciandole un caldo bacio sulla guancia sinistra, un bacio così vicino alle labbra della ragazza da farle tremare le gambe. Lei sentiva il suo profumo penetrarle le narici, muschiato e delicato e chiuse gli occhi trattenendo il respiro, mentre Katrina si lasciò andare ad un sonoro “Omo!”
La lasciò andare con dolcezza, sorridendo.
«Grazie per l’ospitalità, la prossima volta vi avviserò con largo anticipo.» disse, strizzando l’occhio a Katrina che lo aveva fulminato con gli occhi. «Annyeonghi jumuseyo!» (**’’) Un altro piccolo inchino prima di chiudere la porta alle sue spalle e lasciare le ragazze sole con i mille pensieri che avevano riempito le loro menti.
«Neechan… come ti senti» Chiese subito Katrina, avvicinandosi ad Isabel ancora ferma sulla porta.
«Mi ha davvero dato un bacio?» domandò l’altra.
«E già… ci sa fare quel gran bel pezzo di coreano!» disse Katrina, per smorzare l’atmosfera.
«Non chiuderò occhio stanotte!» esclamò la ragazza dagli occhi scuri, toccandosi la guancia.
«Oh sì, che dormirai e farai sogni coreani. Aaah! Come ti invidio, neechan! Hai ricevuto un bacio di Lee Min Ho…»
Il suono del telefono di Isabel le distrasse da quella conversazione. Era un messaggio, di Lee Min Ho.
 
Respira. Respira.
Ne avrai bisogno d’ora in avanti.
Non credevo sapessi d’arancia… Buonanotte e non fare niente senza prima rendermi partecipe.
Un bacio…
 
«Tzè! Ci sa proprio fare… ma non per questo gli lascerò campo libero.» Mormorò Katrina.
«Ma insomma, mi dici che succede fra voi due? Perché siete sempre così tesi?» domandò Isabel, continuando a rileggere il messaggio.
«Nulla, nulla… Ora puoi tranquillamente fare i tuoi amatissimi sogni coreani…» le rispose l’amica, sorridendo.
E aveva ragione. Una volta a letto, due occhi a mandorla e un sorriso inconfondibile piombarono nei sogni di Isabel, insieme a quel profumo che non avrebbe mai dimenticato.

 
 
Note:
  • Ottoke: cosa faccio?
  • Waè: perché?
  • Mianatà: mi dispiace
  • Ciugullè: Vuoi morire?
  • Giesonmida: scusami
  • Annyeonghi jumuseyo: buonanotte
   
 
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