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Autore: larrywilldiewithus    03/12/2013    1 recensioni
[Larry]
-Dal testo-
"Quell’uomo che aveva davanti, con gli occhi gonfi e con i riccioli che gli accarezzavano il viso bagnato di lacrime. Lo amava. Ed era completamente sicuro di desiderarlo, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarlo ed onorarlo per il resto della sua vita, finchè morte non li separi."
Genere: Fluff, Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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27 Novembre 2015
23:30.

“E allora smettiamola con questa storia! Voglio smetterla di piangere, di soffrire per una stupida scommessa! Voglio smetterla di tornare a casa e vedere il letto vuoto!”
Bum, la storia si complicò. Styles battè forte sul tavolo con la mano destra. Tremava e il suo fidanzato non sapeva cosa fare per calmarlo. Si vedeva dai suoi occhi che Louis chiedeva aiuto, più di quanto lo chiedesse Harry.
“Haz io ti capisco ma…”
Non riuscì a terminare la frase perché l’altro uomo, il suo uomo che la pensava diversamente, molto diversamente, continuò a parlare, rimanendo sempre alterato.
“Ma non puoi fare niente, scommetto! Sei tu a tenere il timone di questa barca e tu mi riporterai indietro!”
Harry si arrabbiava sempre di più. Non ce la faceva, era stanco di tutta quella lunga storia. Voleva dare un taglio a quel problema ma sapeva benissimo che quel problema gli avrebbe fatto compagnia a lungo.
“… ma non si può tornare più indietro! Quel che è fatto è fatto. Senti, quando noi abbiamo firmato quel contratto, eravamo d’accordo su molte cose. Ora perché è cambiato tutto?”
Louis non lo aveva mai visto così agitato ma evidentemente il piccolo faceva bene a rimettere tutto l’odio che aveva per quella stupida storia.
Non sapeva cosa dire e a volte taceva per cercare di calmare il suo compagno ma Harry era più deciso di quanto si potesse immaginare.
“Io quel contratto non l’ho firmato per mia volontà! Sono stato costretto, Lou, costretto! E a te andava bene tutto, non hai buttato nemmeno una lacrima di sofferenza per farmi capire che stai male!”
A quel punto la situazione si fece grossa. Harry aveva buttato una carta troppo pericolosa e che Louis conosceva bene.
Ma ormai era troppo tardi per riprenderla e riperscarne un’altra. La forza di trattenere il pianto ce l’aveva, solo che in quel momento improvvisamente svanì. Doveva piangere, eliminare tutto quel che aveva dentro, anche se alcune cose sarebbero rimaste benchè qualcuno le aspirasse per sempre. Gli avrebbe fatto bene, piangere.
“Cosa ne sai tu di quello che ho passato? Di come mi sento quando stringo la mano di un’altra persona o quando sono costretto a fingere un sorriso davanti a tutti quel flash? Secondo te non vorrei anche io che questa storia finisse per sempre? Secondo te non vorrei andare avanti per la mia strada, stringendo la tua di mano?”
E ben presto anche la voce di Louis incominciò a tremare. Vedere gli occhi lucidi e rossi del fidanzato non era di certo un buon aiuto. Ma non voleva vederlo piangere, lui voleva vedere il mondo nei suoi occhi, come aveva sempre fatto. Mancava quella sensazione e un briciolo di consapevolezza lo assalì, accompagnato da un leggero senso di colpa. Faceva male.
“No, tu non lo vuoi sul serio. Altrimenti non resti fermo così dove sei, Loulou.”
La prima della successiva cascata di lacrime calde e salate rotolò per la guancia destra del viso del ricciolo, fermandosi sul palmo della sua grande mano, poco prima di morire prosciugata.
Louis si avvicinò per consolarlo, fece per accarezzargli il braccio ma sfiorò solo il gomito perché Harry si ritrasse velocemente, come per allontanarsi da un mostro che l’avrebbe ucciso per sempre.
“Non mi toccare e non mi parlare. Addio per sempre Loulou, stammi bene con Eleanor.”
Non fece nemmeno tempo per osservare per l’ultima volta il verde dei suoi occhi, che il ragazzo davanti a lui scomparve tra i singhiozzi, due stanze più in là, rinchiudendosi in un guscio.
Louis non voleva la fine, ma si rassicurò subito. “Tornerà, lui mi ama. E tornerà.”

28 Novembre 2015
01:45

Mentre nella sua mente balenava un vortice di ricordi e pensieri, il dolce Loulou si riscaldava con la coperta di Haz, steso sul divano scomodo del salotto, guardando il soffitto. Quel dolce profumo impresso nella soffice coperta, lo riportava indietro nel tempo, verso i momenti più belli mai passati, momenti migliori. Di certo non poteva affermare che quello che stava attraversando era il periodo più entusiasmante di tutta la sua vita ma avrebbe riavuto le forze per rialzarsi, ancora una volta, ma soprattutto per rialzare anche il suo unico amore e cercare di non farlo scappare.
Non aveva avuto il coraggio di andare in camera per controllare se Harry stesse bene ma sicuramente quest’ultimo non gliel’avrebbe permesso.
Avrebbe dormito sul divano, per non disturbare i suoi pensieri, per non alterarlo ancora di più e il giorno dopo sarebbe ritornato tutto come prima. Non sentiva più i singhiozzi, il suo caro principe si era addormentato.
Pensò al giorno di nascita della loro dolce storia d’amore e automaticamente le sue labbra si incurvarono in un sorriso nostalgico.
Poi arrivò nella sua mente anche la paura di essere il colpevole di tutto quanto.
“Sei tu a tenere il timone di questa barca e tu mi riporterai indietro!”
Pensava a quelle parole fisse nel vuoto. Forse aveva ragione, forse lo aveva spinto troppo oltre, lo aveva lasciato solo senza nemmeno accorgersene. Ma erano in balìa di una tempesta e Louis non sapeva come tornare indietro. Poi pensò alle fans e alla Modest!.
Un motivo c’era se erano arrivati fino a quel punto. In quel tempo dovevano scegliere tra la fama, la band, le fans, i soldi oppure l’amore, la discriminazione e l’odio dagli altri. Ancora ingenui era ovvio optare per la prima opzione: tutto concreto e tutto necessario.
Ma avrebbero dovuto pensarci più a lungo, non erano consapevoli di quello che il destino avesse in serbo per loro, da quel giorno. Avevano scelto la peggior cosa e con in tempo se ne sarebbero accorti presto: la vita segreta, che era l’unica arma che avrebbe ucciso tutti e due, prima che potessero fare qualcosa per tornare indietro.
E la Modest!, ormai era fuori questione.

03:11.
Nel pieno della notte, nelle strade della periferia di Londra non si aggirava quasi nessuno.
Qualche soffiata di vento solleticava le foglie degli alberi e muoveva le tende delle poche finestre rimaste aperte.
Nell’aria si sollevava un leggero strato di nebbia e umidità ma tutto sommato si stava bene, nonostante fossimo in pieno autunno. Il cielo nero risaltava vivacemente i puntini luminosi che lo riempivano mentre i respiri delle persone addormentate riempivano le abitazioni silenziose e spente.
Ma non tutti quella notte dormivano.
C’era una persona in particolare, Harry Edward Styles, che faceva parte di quelle persone che avevano la finestra aperta, per far volare via i pensieri più oscuri. Ma quelli di Harry non volevano lasciarlo.
Steso sul letto, con il viso rigato, lo sguardo assente, pieno di rabbia e dolore mescolati insieme. Occhi stanchi, semichiusi, che chiedevano riposo infinito. E bocca serrata, per non far fuoriuscire al vuoto tutta la cattiveria che provava. Ma era cosciente. Il venticello fresco entrava nella stanza triste e buia, accarezzando i capelli di Harry, come se fosse Louis a toccarglieli. E anche le luci arancioni si riflettevano sul soffitto bianco. Non riusciva a prendere sonno, benchè fosse l’unica cosa che supplicava il suo corpo. Gli venne l’istinto di bere, per non sentire la bocca secca e appicciosa, accese la luce del comodino e si accovacciò per scovare qualche bottiglia sotto il letto. Ne trovò una vuota e si ricordò che aveva dimenticato di prenderla un’altra. E per la cronaca anche il suo stomaco chiedeva qualcosa da mangiare.
Fece per uscire dalla stanza ma si ricordò della litigata con Loulou e esitò ad aprire.
Diede uno sguardo all’orologio - 03:11.
Girò la chiave ed uscì in punta di piedi. Rimase sorpreso quando vide il corpo del fidanzato immerso in un sonno profondo, per terra, in salotto, con la sua coperta sulle spalle.
Prese la bottiglietta dal sottoscala e si avvicinò dal suo Loulou.
Rimase a fissarlo a lungo, i suoi pensieri parlavano nel buio della notte, dedicati alla persona che ha amato dal primo giorno che i loro occhi si incrociarono per sbaglio.
"I-io non volevo."
Parlava guardando Louis addormentato, pensando se avrebbe avuto il coraggio di dire lo stesso la mattina dopo.
Il petto di Louis si alzava e si abbassava, mentre le narici si allargavano e si chiudevano leggermente, ad ogni suo lento respiro.
“Io ti amo, Loulou. Non volevo darti la colpa. Non è colpa tua.”
Ma non ci fu risposta. Solo dal cuore Harry ricevette una botta forte. Forse era senso di colpa, forse era solo paura nel caso Loulou l’avrebbe presa sul serio.
Lo baciò sulla fronte, scostando piano i capelli e facendo attenzione a non strofinarli troppo con la fronte, per non svegliarlo e far svanire la magia di quel momento.
Andò a letto con il rimorso di rimanere a guardarlo per un altro po’ di tempo ma l’avrebbe fatto per il resto della sua vita e una notte in più o una in meno non avrebbe cambiato nulla.

28 Novembre 2014
11:45

Piegò il foglio nella busta e la chiuse ponendo la linguetta verso l’interno. La pose sul tavolo basso accanto al quale Louis dormiva ancora, poi prese la rosa fresca che aveva comprato quella mattina e la lasciò di fianco alla busta dedicata al ragazzo che aveva sempre desiderato.
Aspettò che si svegliasse lavando dei bicchieri e improvvisamente si sentì stringere sui fianchi.
Louis mise il suo viso nell’incavo tra la spalla e i capelli di Harry e lo baciò sul collo. Spostò le sue grandi mani sul sedere muscoloso del suo fidanzato e quest’ultimo si girò di scatto, ridendo.
Due millimetri di distanza tra le labbra dei ragazzi, il respiro caldo di ognuno che si avvicinava sempre di più.
E quegli occhi, quegli occhi che parlavano quando il silenzio riempiva la casa, riempiva di eccitazione quel momento.
Un bacio mattutino, venuto avanti così spontaneamente che nemmeno le parole sarebbero riuscite a rimpiazzarlo. Nemmeno un ‘Buongiorno tesoro’ o un ‘Grazie di tutto’. Un bacio può dire molto più di tutto questo.
Louis ha insegnato ad Harry che un bacio significa:
‘Mi unisco a te perché noi siamo fatti per stare insieme, per sempre. E nessuno potrà dividerci. Sempre e comunque le nostre labbra si avvicineranno e condivideranno quello che pensa il nostro cuore, in quei momenti’.
Il ricciolo appoggiò le sue mani verso il viso di Loulou, accarezzandolo come se fosse porcellana, come se fosse la prima volta che lo facesse, avvicinandolo alle sue labbra perfette. Il suo pollice si muoveva piano sulla pelle del ragazzo che stava ancora baciando, incollati come due fogli immersi nell’Attack.
Louis sentiva che ce l’aveva fatta, aveva riconquistato il suo ragazzo, non lo aveva perduto per sempre.
Harry si sentiva stupido per quello che aveva combinato ma se quello era il risultato, ne era davvero valsa la pena.
“Non puoi immaginare quanto mi è mancato questo bacio”.
Mostrò al più piccolo il sorriso che temeva di non riuscire più a donargli.
“Non volevo ferirti. Mi dispiace non averti dato la buonanotte ieri sera. Avrai dormito davvero male”.
Gli brillavano gli occhi dalla gioia. Quel fottuto sorriso. Magico, puro, perfetto.
“Non puoi immaginare quanto cazzo è scomodo quel divano! Ho dovuto dormire per terra. Per fortuna che avevo la tua coperta e il tappeto, altrimenti sarei morto di freddo.”
Lo baciò forte. Tanto che tremò e le sue labbra toccarono i denti. Louis si staccò e si mise a ridere.
“Non ti lascierò mai più Loulou, MAI!”
“Oh, non lo farei nemmeno io mio Prince.”

12:24.
Coming out.
“Siete tutti pronti ragazzi?”
Uno sguardo isintivo collegò Louis ad Harry. Il grande sorrise come per dirgli di stare tranquillo, che lo avrebbe aiutato lui se si sarebbe sentito in imbarazzo, sussurrandogli: “È solo una stupida intervista!”, seguita da un occhiolino rapido, prima che la giornalista potesse iniziare a parlare.
“Bene, ora possiamo partire con l’intervista! Sono Caroline, il capo redattore della rivista Blue Night e qui, signorini e signorine abbiamo gli One Direction! Oggi parleremo di più sulla vostra vita privata ma prima di dare il vero sprint alle domande, vorrei sapere se qualcuno ha una dichiarazione importante da fare.”
Louis rivolse uno sguardo nostalgico al suo compagno.
Harry si girò verso di lui e fece cenno di no con il capo, come per fargli rendere conto che non doveva dire niente e di comportarsi come aveva sempre fatto.
“Che ore sono, Harry?”- sussurrò il grande nell’orecchio del ricciolo.
“Mezzogiorno e ventiquattro minuti per la precisione, cosa vuoi fare?”
“Ricordati quest’orario piccolo, ricordatelo.”
E poi, alzando la voce e rivolgendosi alla giornalista:
“I-io vorrei dire subito una cosa. Più che altro vorrei chiarire dei fatti che non sono stati espressi bene. Molti di voi stanno aspettando questo momento da quando ci conoscono e hanno capito chi siamo noi davvero. Ma questo mio discorso non riguarda gli One Direction. Io ho sempre creduto che faccio parte di una boyband fantastica, vivo con delle persone che meritano il meglio nella vita e non voglio rovinare tutto quello che hanno fatto per arrivare fin qui ma oggi, ora come ora, mi sento di dover fare una cosa che nessuno e dico nessuno, si sarebbe mai aspettato che io facessi. Nemmeno io mi sentivo deciso fino a pochi minuti fa. Mi ripeto questo discorso ad ogni intervista, rimandando alla prossima e ancora alla prossima. E chi l’avrebbe mai detto che io avessi trovato il coraggio di buttare giù tutto quello che sto per dirvi? Ma, diamine, la sto facendo troppo lunga. I-io, io, sono qui per confessare a tutto il mondo che, che tutto quello che voi vedete attraverso uno schermo non è vero. Il mio amore per Eleanor non è vero, un futuro matrimonio con lei non è vero, tutti quei sorrisi forzati non sono veri, tutte quelle strette di mano non sono vere.”
Deglutì a fatica, guardò per terra e continuò a parlare benchè non trovasse il motivo per farlo.
Voleva scappare con Harry, voleva sprofondare e passare tutto il resto della sua vita senza gli stupidi giudizi della gente, voleva abbandonare il mondo che lo circonda per non perdere tempo a trascorrere il resto della sua vita con l’angelo dai ricci perfetti che accarezzava nella notte e che baciava al mattino.
“Volete sapere ciò che è vero? Volete davvero saperlo? Io e Harry siamo veri, il nostro amore è vero, Larry è vero! Ed è vero tutto quello che voi non potete vedere e che riempie le nostre giornate, il nostro cuore, il nostro corpo. Sapete, è facile poter stare davanti alla televisione a sprecare il vostro tempo, parlando come se tutto fosse facile. Ma cosa ne sapete voi di tutte le lacrime che buttiamo giù quando siamo soli? Quindi è inutile parlare, è inutile sprecare fiato a dire quello che voi pensate verso una persona quando potete usare quello stesso tempo per aiutare i vostri figli a scegliere la strada giusta nella vita, ad imparare a distinguere ciò che è buono da ciò che è cattivo, voi che almeno avete la possibilità di crescere una vita in casa, di amarla e di tenerla stretta fra le braccia. Io non voglio rimproverare nessuno, anche perché non è il mio ruolo ma cazzo, sono sempre stato dell’idea che chi si fa i cazzi suoi campa cent’anni.”
Respirò a fondo, spostando lo sguardo verso i volti commossi dei compagni, verso quello indifferente della giornalista e poi verso il suo Harry.
“Tu, tu…”
“Non c’è bisogno di parlare Harry, dimmi solo se mi ami!”
Sfilò una scatoletta rossa targata Tiffany & Co dal taschino, la aprì e il tempo sembrò, per entrambi, fermarsi per un secondo.
“Ti amo più di quanto tu possa immaginare e non ti lascierò mai Loulou, MAI!”
Quell’uomo che aveva davanti, con gli occhi gonfi e con i riccioli che gli accarezzavano il viso bagnato di lacrime. Lo amava.
Ed era completamente sicuro di desiderarlo, nella gioia e nel dolore, nella salute e nella malattia e di amarlo ed onorarlo per il resto della sua vita, finchè morte non li separi.
  
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