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Autore: tamd    03/12/2013    0 recensioni
-Perché tu credi che a me piaccia, vero? Non è forse così?!- Taemin si stava leggermente scaldando, per la prima volta da quando aveva iniziato quel mestiere, se può essere chiamato così. Aveva sempre pensato che rimuginarci sopra non sarebbe servito a nulla, e stava per convincersene, ma questa volta era diverso. Forse ne aveva fin troppo di vedere le proprie mani bagnate di sangue, sangue di altri; o forse era semplicemente giunto al limite. Sin dall’inizio aveva obbedito ai suoi compagni: «Uccidi», dicevano, e questo aveva imparato.
Ma il peggio deve ancora venire.
Genere: Sentimentale, Thriller | Stato: in corso
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Quasi tutti
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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La mattina seguente la sveglia suonò presto; la scuola aspettava. Con una certa violenza, Taemin diede un colpo a quel fastidioso oggetto, che cadde a terra, interrompendo il suono. Si trascinò giù dal letto, e con la testa bassa passò in cucina, dove il Leader lo aspettava.
- Ben fatto – disse, e poi uscì a far spesa. Quelle parole turbarono il minore, che non faceva altro che vedere ovunque quella donna; era difficile non pensarci.
Arrivato a scuola, si sedette in classe, al suo banco nella fila centrale e in fondo, senza guardare in faccia nessuno. Per fortuna quella chiacchierona della sua migliore amica era assente, non sarebbe riuscito a dirle una sola parola.
Il professore arrivò presto, di solito tardava circa un quarto d’ora.
- C’è una sorpresa per voi, oggi – Una sorpresa, una sorpresa in quella scuola anonima di Seul. Il professore tese il braccio verso la porta, non appena tutti si fossero seduti, e fece cenno a qualcuno di entrare.
Un ragazzo alto, circa un metro e ottanta a prima vista, fece qualche passo all’interno dell’aula. Le sue labbra perfette e sporgenti si mossero in un timido sorriso; scosse appena la testa per spostare il ciuffo di capelli che gli ricadeva sulla fronte; i capelli gli incorniciavano il viso come se fosse un dipinto di inestimabile valore; la folta e scura capigliatura gli arrivava fino alla base del collo. Per quei pochi istanti che ci vollero affinché il nuovo arrivato giungesse alla cattedra, tutti gli occhi degli studenti rimasero puntati su di lui. Era come una botta d’aria fresca, qualcosa di totalmente nuovo.
Taemin sentiva lontana la voce del professore che diceva al ragazzo di presentarsi.
- Salve, io sono Choi Minho, spero diventeremo amici – il suo sorriso si ampliò non appena finì di parlare e ad accennò un piccolo inchino, andando poi in cerca dell’unico banco libero, l’ultimo vicino alla finestra, che apparteneva alla ragazza assente. Immediatamente prese dalla tracolla un quaderno ed un piccolo astuccio. Taemin, che era seduto accanto a lui, non gli staccò gli occhi di dosso per un momento. L’altro, che si sentiva osservato, si voltò lentamente verso di lui, puntando i suoi occhi grandi in quelli piccoli del minore, e sorrise. Un brivido percorse il corpo di Taemin, ora era lui ad essere osservato: per la prima volta si sentiva in difficoltà. Non appena schiuse le labbra per spiccicare quella che forse sarebbe stata una parola, il professore richiamò l’attenzione di tutti per cominciare la lezione.
Fino all’intervallo, Taemin mosse freneticamente la gamba sotto il banco, aveva persino lasciato perdere l’immagine della donna che piangeva. Gli sembrava tutto surreale: per uno sconosciuto si era agitato a tal punto di dimenticarsi di tutte le cose terribili capitategli nella vita.
Al suono della campanella si catapultò fuori dall’aula, forse in quel momento aveva bisogno della chiacchierona che il giorno prima aveva praticamente cacciato via. Non aveva altri con cui parlare a scuola. Era stato bocciato una volta, e si perse con i suoi amici.
Il ragazzo nuovo era l’unico rimasto in classe, e guardava fuori dalla finestra. Taemin lo osservava facendo capolino all’interno dell’aula. Non appena l’altro si accorse di lui, lo guardò in silenzio.
- Ciao – la sua voce giunse alle orecchie del più piccolo come se fosse un canto ipnotico – Come ti chiami? -
Il minore si avvicinò timidamente a lui – Il mio nome è Taemin.. – balbettò una frase banale. Vedeva che l’altro era più grande, era evidente –Come mai in questa scuola? – con le guance arrossate e le mani in tasca interagiva con quel ragazzo dal viso perfetto.
- Ho avuto problemi in famiglia, e ho dovuto cambiare casa, e di conseguenza scuola. E con il fatto che l’anno scorso sono stato bocciato, ho deciso di cambiare tutto-
- Anche io, sai-
- Anche tu cosa? -
- Sono stato bocciato – per la prima volta sorrise davanti a lui e si sedette sulla sedia che precedeva il banco dell’altro.
- Abbiamo una cosa in comune allora, Taemin – Il suo nome pronunciato da lui aveva tutt’altro suono, Taemin sentiva sciogliersi.
Dopo quella piacevole chiacchierata e qualche ora di scuola, i ragazzi percorsero assieme la strada di casa, in un silenzio imbarazzante che nessuno dei due sapeva rompere.

 
  
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