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Autore: ArtRevenge_M    03/12/2013    10 recensioni
Tratto dal capitolo.
-Fammi vedere gli altri Felicity o giuro su Dio che ti spoglierò completamente e li cercherò da me!-
- Non suona come una minaccia...-
(Possibili Spoiler per chi non segue la diretta americana di ARROW!)
Genere: Comico, Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Felicity Smoak, Oliver Queen
Note: What if? | Avvertimenti: Spoiler!
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That Night .
  “after the count died”
2x07


La sua voce sbiadì e, sempre più lontana, lasciò posto al silenzioso e inaspettato dolore che la vista di quel segno violaceo aveva causato.

Schiuse inconsciamente le labbra e il ricordo vivido dell'accaduto sfiorò la sua mente ancora una volta: gli occhi pieni di lacrime, la paura impressa nel suo volto.

La presa sulla penna che aveva in mano s'intensificò e la sensazione d'impotenza avuta nel vederla così inerme di fronte al pericolo trapassò nuovamente il suo spirito.

- Ne hai altri?- domandò, riemergendo lentamente da quelle sensazioni.

Era ormai giunta la sera e, alla Queen Consolidated, erano rimasti solo loro.

-No Oliver, te l'ho appena detto: questi sono gli ultimi moduli. Stavi almeno ascoltando qualco..-

- Parlavo dei lividi.- l'interruppe, il tono carico d'amarezza e, sollevando lo sguardo verso il suo, vide l'attimo di consapevolezza travolgere il suo viso.

Una delle maniche dell'insolito dolcevita che indossava quel giorno si era alzata, e da essa spuntava visibile un segno violaceo che contornava il suo polso.

-No.- si affrettò a negare, riabbassando velocemente la manica.

Oliver contrasse la mascella, mentre lei sfuggiva al suo sguardo.

Aveva mentito.

-Comunque è meglio che vada. Dopotutto qui ho finito e...-

-Felicity.- il tono era duro, perentorio.

Voleva sapere, ma Felicity fece finta di non averlo sentito e, balbettando qualche scusa assurda sulla fame del suo gatto, provò a defilarsi da quell'interrogatorio.

Oliver tuttavia non sembrava intenzionato a far cadere l'argomento e, veloce come solo Arrow poteva essere, si mise tra lei e la porta, bloccando quella fuga.

-Fammi vedere i lividi.-

Un ordine, che ottenne solo un'altra bugia.

-Non ho altri lividi.-

-Fammeli vedere.- ripeté e lo sguardo di Felicity s'indurì.

-No.-

Quella negazione infastidì non poco il giovane milionario che, senza rendersi conto delle sue stesse parole, sbottò:

-Fammi vedere gli altri Felicity o giuro su Dio che ti spoglierò completamente e li cercherò da me! -

Le guance dell'informatica si colorarono allora di un rosso più accesso del rossetto che quel giorno aveva usato e, sorpresa quanto lo stesso artefice di quelle parole, si ritrovò a sussurrare:

- Non suona come una minaccia...-

Quelle parole, più rivolte a se stessa che a lui, spezzarono l'imbarazzante silenzio che per un attimo era scoppiato tra loro e, il balbettio convulso di Felicity, per rimediare a quanto detto, fece spuntare un sorriso sul viso di Oliver.

-Anche io non volevo dire... quello che ho detto.- mormorò l'arciere, fermando il monologo agitato delle sue giustificazioni.

- ehm, bene.- Felicity, in piedi di fronte a lui, lasciò vagare lo sguardo ovunque eccetto che sul viso di Oliver, e lui restò per qualche attimo a studiarla.

-Felicity?-

Il suono del suo nome le fece sollevare automaticamente il viso verso il suo.

-Si?-

-Ti prego..- disse, senza nessun'altra spiegazione, e la bionda informatica dischiuse le labbra, perdendosi per un lungo istante nei suoi occhi.

Infine sospirò, abbassando il capo, e lentamente sollevò le maniche, abbastanza da mostrare i segni violacei sui suoi polsi.

Una smorfia infastidita si delineò nel viso del milionario, i cui occhi fissarono quei lividi con tormento.

-Ne ho anche uno sulla coscia. Non che te lo stia dicendo perché voglio che tu insista nel mostrarti anche quello. - precisò, con la sua solita parlantina agitata.

-Solo per dirti tutto, non vorrei..-

-Mi dispiace.- il sussurro amaro di Oliver interruppe Felicity e la spinse ad alzare gli occhi sul viso di lui: gli occhi lucidi, le labbra contratte, l'espressione d'odiata sofferenza.

La bella informatica boccheggiò per qualche istante, prima di mormorare:

-O-Oliver.. Non devi, scusarti.. la colpa non è tua.-

-Sì, lo è.- replicò subito lui, trattenendo fieramente i sentimenti che rischiavano di travolgerlo, e Felicity, superato lo sbigottimento iniziale, affermò decisa:

-Non potevi sapere che il Conte mi avrebbe rapito.-

-Ma sapevo che coinvolgerti in tutto questo sarebbe stato pericoloso.-

Non aveva alzato il tono, e nel dirlo aveva accennato solo un sorriso di acre consapevolezza, eppure il cuore della ragazza galoppò come se avesse appena ricevuto un forte spavento.

-E so che fin quando mi starai accanto continuerai ad essere in pericolo.-

Felicity deglutì, chiudendo lentamente gli occhi e anche se avrebbe voluto scappare dalle parole che, era certa, lui avrebbe detto di lì a poco, si costrinse a restare immobile, lasciando che lui vedesse un altro piccolo pezzo del suo cuore.

-Non m'importa.-

-Felicity...- provò subito a protestare lui, il tono esasperato.

-Stare accanto a te, è dove voglio stare.-

Lo sguardo fieramente alzato verso quello sorpreso di lui, sorrise, inconsapevole della battaglia furiosa che quelle semplici parole avevano causato nel cuore di Oliver.

Confuso, felice, eccitato, immaginò di stringerla in quell'istante, baciarla, amarla, ma l'illusione di ogni singolo desiderio egoistico del milionario svanì quando lei riabbassò lo sguardo, il sorriso ancora impresso nel suo viso.

-Meglio che vada. A domani.-

Aspetta.

Era quello che voleva dire, mentre lei lo superava lentamente e usciva silenziosa dalla stanza.

Fermami.

Era ciò che lei voleva accadesse, mentre silenziosa gli passava accanto.

Ma lui non parlò e, immobile, la lasciò andar via, reggendo un altro piccolo pezzo del cuore di lei e sopprimendo il rumore scontento del suo.

-A domani.- un sussurro, destinato a null'altro che il silenzio.


Quella notte... Felicity giurò di aver visto guizzare una scintilla nei suoi occhi, ma pensò fosse stata l'ennesima illusione da donna innamorata.

Quella notte... Oliver giurò di aver sentito il suo cuore mandarlo a fanculo, e quando pensò che fosse solo dovuto all'assurdità del momento, il suo cuore lo mandò nuovamente a fanculo.

AAAAAAAAAAAAA!

Ok, siate clementi; è la prima fanfiction che scrivo su questo paring e conto, di scriverne altre, ma se pensate che mi debba ritirare ed evitare di scriverne ancora, non esitate a dirmelo! 

Baci e spero a presto!

  
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