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Autore: ballerinaclassica    06/05/2008    4 recensioni
E come avrebbe potuto in quel momento, in quell'ora eccezionale, dopo una notte meravigliosa, non amare qualcuno o qualcosa?
Eppure non ancora riusciva realmente a comprendersi.
Che ne era della disciplina e della dedizione? Le aveva cedute, aveva rinunciato ad esse. E per cosa poi?
Per la cosa più meschina le aveva cedute, per la più effimera, per la più ingannevole. Per il piacere dei sensi, per l'Amore.

{ Deidara ~ Sasori } { Kakuzu ~ Hidan } { Kisame ~ Itachi } { Pain ~ Konan } { Zetsu ~ Tobi }
Genere: Romantico, Malinconico, Erotico | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai, Yaoi | Personaggi: Akasuna no Sasori , Akatsuki, Deidara, Hidan, Kakuzu
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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new Per l'ennesima volta si ritrovò in un bagno a divorare le labbra di un perfetto sconosciuto le cui mani percorrevano tutto il suo corpo. Come sempre venne sbattuto violentemente contro le fredde mattonelle della parete, mentre l'altro abbassava di fretta la cerniera dei pantaloni e lo voltava bruscamente dopo aver calato anche i suoi. Come al solito, senza guardarlo in faccia, l'amante occasionale entrava con forza dentro di lui causandogli non poco dolore. Ma di questo non s'importava, ormai c'aveva fatto l'abitudine.

Se non fosse stato per l'alto volume della musica in molti avrebbero sentito i loro gemiti scomposti. Probabilmente Deidara lo avrebbe sgridato ancora per aver consumato quel rapporto, alla fine toccava a lui consolarlo se beveva e cadeva in depressione. Dopo qualche altra forte spinta il compagno uscì lasciandolo solo in bagno come se nulla fosse accaduto.

Senza scomporsi, Hidan andò a specchiarsi per risistemarsi i capelli leggermente scompigliati che cadevano sulla fronte appena sudata. Tornò nella sala della discoteca dove regnavano il caldo e il caos totale, musica ad altissimo volume e gente che si dimenava. Gli occhi lilla vagavano sulla folla accalcata mentre con lo sguardo cercavano l'amico. Non appena vide la coda bionda di Deidara danzare a ritmo di musica cercò di aprirsi un varco tra le persone, impresa per niente facile.

"Hidan si può sapere dov'eri finito? Ti ho cercato per ore!" gli urlò il biondo per far sì che la sua voce sovrastasse l'alto volume delle note.

"Ero a farmi un giro" rispose "andiamo via?"

"No! Perchè hai quella faccia sconvolta?"

"Che faccia?"

"Ti avevo detto di non rifarlo!"

Guardò il compagno che lo fissava con aria severa mentre gli afferava un polso e lo trascinava in un punto più tranquillo. Attraversarono metà del locale in fretta con Deidara che dava spintoni a destra e a sinistra visibilmente arrabbiato. Arrivarono verso i divanetti bianchi stupiti per averne trovato uno libero, di solito quei posti erano sempre occupati da chi consumava alcol o voleva prendersi una pausa dal chiasso e dal ballare.

"Ora mi spieghi che ca*** ti è preso!"

"Sono stufo Hidan! Sono stufo di te  che scopi col primo che passa, di te che continui a farlo nonostante i miei avvertimenti, di te che ti ubriachi e finisci per piangere dicendo che la tua vita è uno schifo!"

"Ma si può sapere che problema hai? Saranno pure fatti miei no?!"

Deidara scosse la testa "semplicemente mi sono stancato... Andiamo via"

"E perchè?"

"Non eri tu che volevi andartene? Forza muoviti!"

Seguì Deidara che camminava a passo sostenuto verso il guardaroba, prese il giubbino bianco e uscì senza proferire parola. La musica assordante era udibile ancora fuori in strada. Lo sbalzo di temperatura accentuò il freddo pungente di quell'ora tarda, erano forse i primi  ad andare via, come sempre del resto. E come sempre se ne andavano in silenzio, senza guardarsi in faccia, dopo aver litigato.L'insegna al neon brillava sopra di loro: Carnaby...

Erano da poco le due, eppure loro si trovavano già davanti alla C3 blu di Deidara che inserì le chiavi e prese posto in macchina accendendo prontamente lo stereo. Dal canto suo, Hidan, seduto di fianco a lui, prese  una Malboro dalla tasca interna della giacca abbassando di tanto in tanto il finestrino per buttar via la cenere della sigaretta.

Deidara guardò l'amico con la coda dell'occhio. Proprio non riusciva a capire come un ragazzo di buona famiglia, ricco, abituato a vivere tra gli agi, potesse ridursi a quel modo, concedendosi a perfetti estranei. Non che lui potesse dire di essere un tipo con la testa a posto; era scappato di casa subito dopo aver detto ai suoi di essere gay e, vista la reazione di suo padre, non era per niente proprenso a farsi rivedere. Inoltre adesso riusciva a malapena ad arrivare alla fine del mese e a pagare l'affitto di casa ed era solo merito di Hidan se poteva tirare avanti dato il suo precario lavoro di commesso. Ed inoltre, a contribuire alle spese, c'erano le lezioni di danza, ma mai avrebbe potuto smettere di ballare, l'hip hop, la break, quando si muoveva poteva sfogarsi.

Doveva comunque trovare un rimedio, non poteva lasciare che il suo amico distruggesse in quel modo la sua stessa vita. Piano piano andava rompendo l'equilibro che, con sforzi e fatica, aveva trovato grazie all'aiuto di Deidara. Quella teca di vetro che l'amico gli aveva costruito attorno dopo il tragico episodio di pochi anni prima.

Aspettò che Hidan gettasse via la sigaretta finita fuori dal finestrino, incrociò un attimo i suoi occhi lilla e provò ad instaurare un dialogo.

"Devi smetterla di fare certe cose"

"Deidara, tu non mi sembri la persone più adatta a dare lezioni di vita"

"Forse è così Hidan, ma almeno io la mia vita non la butto via così"

"Io non butto via la mia vita, mi diverto e basta!"

"Non hai mai pensato che potrebbe andarti male qualche volta? Che tu non vuoi e qualcuno se ne approfitta di te? Non ti ha mai sfiorato l'idea che tu possa prendere qualche malattia?"

"Deidara smetti di dire cretinate e guida"

Tornò deluso e amareggiato a fissare la strada come gli aveva detto di fare l'amico. Deluso, amareggiato e alquanto arrabbiato con quell'incoscente. Alzò il volume dello stereo quando sentì una delle sue canzoni preferite, Linkin Park, Crawling a tutta forza. La luce dei lampioni illuminava tenue l'asfalto.

"Ti porto a casa?"

Hidan non rispose, stava a testa bassa a fissare i jeans griffati  rigirandosi l'accendino tra le mani.

"Hidan, tutto bene?"

"Si, tutto ok"

"Ti porto a casa?"

"No"

Svoltò l'angolo per poi accostare davanti un vecchio edificio. Casa dolce casa si ritrovò a pensare mentre parcheggiava in quella strada di periferia. Era andato sul sicuro riguardo la risposta del compagno, spesso, quando Hidan era giù, restava a casa di Deidara. Cosa potesse mai trovare di bello in quel posto pullulante di scarfaggi, senza riscaldamento, con le pareti divorate dall'umidità?

Un amico...

                                                                          *   *    *   *


"Kisame, cos' era quel casino in bagno?"

"Beh, basta dire che sono appena usciti un uomo e un ragazzino dall'aria piuttosto scarmigliata"

L'Hoshigaki guardò il figlio del suo datore di lavoro tornare tra la folla a ballare accerchiato da gruppetti di ragazzine estasiate. Sempre più spesso, ultimamente, si era soffermato a fissarlo, a fissare la sua figura che si muoveva a ritmo di musica nella discoteca di suo padre, mentre le ragazze si dimenavano attorno a lui cercando di attirare la sua attenzione. Guardò il vassoio carico di bicchierini vuoti; avrebbe voluto sbatterselo in testa, doveva smetterla! Doveva smetterla di farsi strani pensieri ogni volta che gli si avvicinava, ogni volta che la sua immagine gli tornava in mente.

Tornò a guardare la porta del bagno. Ultimamente aveva visto uscirne molto spesso quel solito ragazzo dai capelli bianchi, troppo spesso forse. Scosse la testa pensando però che, forse, c'era qualcuno che se la passava realmente peggio di lui.

Il fatto era che, non voleva ammetterlo,  ma lui era un emerito fallito, lo sfigato per antonomasia. Faceva il cameriere in una discoteca, passava tutte le sere a portare alcolici a ragazzi che si divertivano, per non parlare poi delle sue ormai consuete fantasticherie su Itachi, il figlio del proprietario del locale, perennemente  a ballare e, ovviamente, perennemente ad abbordare qualunque ragazza incrociasse.

Trattenendosi a stento dal dare sul serio una testata al vassoio lucido si passò una mano tra i capelli tinti di blu e si avviò verso il bancone facendosi largo tra la folla. Di certo, date le sue larghe spalle, muoversi tra l'accalcata di persone sovreccitate dalla musica non era impresa facile, ma, dopo svariate peripezie, riuscì a trovarsi un varco.

"Kisame mi servi qualcosa?"

"Tuo padre mi ha detto di non farti bere troppo!" rispose al ragazzo seduto al banoce del bar con aria annoiata.

"Non mi importa che ha detto. Dai solo un bicchiere."

Incapace di dire di no agli occhi dell'Uchiha, Kisame prese bicchiere e bottiglia versando una piccola porzione di alcolico sotto lo sguardo vigile del ragazzo.

"Tutto qui?"  gli chiese quello non appena fu servito.

"Dai Itachi, non costringermi, sai che non posso!"

Calò in pochi sorsi il liquido molto simile ad un semplice bicchier d'acqua e, senza degnare di un altro sguardo Kisame, tornò a ballare lasciando un alquanto deluso e solo cameriere a vedere la sua figura allontanarsi. Con la bocca semiaperta, restò immobile, gli occhi intenti a percorrere ogni centimetro del corpo di Itachi che si muoveva sinuoso tra la gente. Ci risiamo si ritrovò a dirsi riscuotendosi dai suoi pensieri.

Mentre il barista gli porgeva altri bicchierini colmi di bevande e gli diceva a voce abbastanza alta di portarli al tavolo 4, si avviò, perplesso e pensieroso, a servire. Di tanto in tanto [sempre] lanciava occhiate furtive all'Uchiha e alla miriade di ragazze che gli girava attorno come uno stormo di avvoltoi, ma lui non sembrava calcolarle, sembrava di gran lunga preferire essere provocante e tirarsi addosso il maggior numero di sguardi.

Si ritrovò a stringere spasmodicamente il vassoio, in un misto tra l'incazzato nero e il geloso. Arrabbiato con tutti gli uomini che non riuscivano a fare a meno di mangiarsi con gli occhi il ragazzo, geloso degli stessi, almeno loro potevano fissarlo senza farsi tanti problemi.

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Ma bene bene bene... Finalmente me ha portato a termine il primo capitolo di questa nuova fic!
Mi sento particolarmente ispirata, per cui credo che gli aggiornamenti saranno abbastanza veloci... XD
Come coppie?
Beh, ovviamente ci sarenno tutti gli Akatsukini (*ççççççççççççççççç*) perchè io li A-DO-RO!!!!!!!!!!
E poi credo che inserirò ogni tanto accenni a qualche altra coppia, canon e crack^^
Ora credo di aver finito!
Ps: spero nelle vostre recensioni *_* !!









   
 
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