Treason – Tradimento
Era una bella mattina a
Satan City, la gente passeggiava per la strada chiacchierando e ridendo, tutti
sembravano contenti, tutti tranne… Bulma Briefs, la ragazza più fortunata della
città, essendo tra le più belle, ricche e potenti della Terra.
Eppure, quello non era
proprio un bel giorno per lei.
Aveva litigato per
l’ennesima volta con il suo ragazzo, Yamcha, o meglio, lei gli aveva sbraitato
dietro per mezz’ora e lui era rimasto in silenzio per tutto il tempo, facendo
finta di ascoltare i suoi rimproveri, per poi dirle con calma, come al solito:
«Sì tesoro, hai ragione
tu, scusa.»
In seguito, era sparito
e Bulma sapeva che sarebbe ritornato dopo pochi giorni, sperando che lei avesse
sbollito la rabbia, portandole un mazzolino di fiori e chiedendole scusa in
ginocchio.
Erano anni che andavano
avanti così.
Lui faceva lo scemo con
qualche altra ragazza o le dava buca all’ultimo momento, lei si arrabbiava come
una bestia, lui se ne andava senza dare troppo peso alle sue grida, poi
ritornava e la ragazza lo perdonava.
Passarono infatti alcuni
giorni ma Yamcha non si fece vivo e Bulma iniziava ad innervosirsi per
questo.
“Può star certo che
stavolta non lo perdonerò tanto facilmente!” pensava la ragazza ammucchiando con
rabbia delle scartoffie di progetti vari.
In più ci si metteva
anche quel maledetto Sayan che aveva deciso di ospitare in casa sua… maledetto
il giorno in cui aveva fatto la sciocchezza di invitarlo alla Capsule
Corporation, che diavolo le era saltato in
mente?!
Se era vero che Vegeta
non si faceva vedere quasi mai, quelle poche volte in cui dovevano stare nella
stessa stanza insieme, lui non perdeva mai l’occasione di insultarla e prenderla
in giro.
All’inizio Bulma aveva
cercato di essere gentile, capire che il Sayan aveva sempre vissuto sotto
prigionia di Freezer e per questo non aveva mai conosciuto la gentilezza e la
cordialità, ma poi la ragazza aveva iniziato a sospettare che Vegeta provasse un
perverso divertimento nel provocarla e umiliarla, così si era scordata il
significato di “cordialità ospitale”, con il risultato che non passava giorno
senza che quei due si azzuffassero.
«Donna!» la chiamò
Vegeta, come ogni giorno, a gran voce, all’una spaccata, puntuale per l’ora di
pranzo. «Ho fame, sei riuscita a preparare qualcosa di decente da
mangiare?»
«Sei fortunato, Mister
Gentilezza, oggi è tornata mia madre e io non avrò più l’onore di cucinare per
te» rispose acida quel giorno Bulma. «Una gran botta di sedere perché oggi avevo intenzione di
mettere del veleno nel tuo piatto.»
«Bada, insulsa umana, se
tentassi di avvelenarmi farei in tempo a portarti all’Inferno con me, ma in un
modo più doloroso» la minacciò il Sayan.
«Ok, allora vado a fare
i bagagli» rispose ironica la ragazza mentre il telefono iniziava a
squillare.
«Pronto?» rispose
Bulma.
“Ciao micina, sono Yamcha, come va? Sei ancora
arrabbiata con me?”
«Non lo so, dovrei
averti qui davanti e vedere se mi viene voglia di strozzarti. Sentendo solo la
tua voce non percepisco nessun istinto omicida. Cosa vuoi? Perché non ti sei più
fatto vedere?»
“Vedi, tesoro, sarei
venuto volentieri a farti una visitina, ma purtroppo… ecco, sono partito con
Tiensing per andare ad allenarmi in
montagna.”
«Cosa?! E naturalmente
non hai pensato di dirmelo prima, vero? Guarda Yamcha, a parte il fatto che le
tue scuse diventano sempre più patetiche e ripetitive, dato che sei partito con
Tien anche il mese scorso… Non so cosa mi trattenga dal prenderti a calci in
quel tuo culo lavativo e bugiardo!» sbraitò come un’isterica degna delle cure
del dottor Froid Chang*.
“Ehmm…il telefono?”
rispose titubante Yamcha. Mossa sbagliata.
«Sì, pezzo di idiota! Ma
come puoi lasciare da sola la tua bellissima ragazza, come puoi trattarmi in
questo modo?! Vieni qui solo per saltare dentro al mio letto e quando sei stanco
vai a correre dietro qualche altra gonnella! Sei un gran
bastardo!»
«Ascolta,
piccola…»
«No, ascolta un tubo! E
non chiamarmi piccola, io ho un nome! Ricordati bene una cosa, Yamcha: quando
torni dal tuo “allenamento”, non osare farti vedere qui in giro, è
chiaro?!»
“Tesoro…”
Ma Bulma aveva
riattaccato.
Com’era prevedibile,
mezza Capsule Corporation aveva potuto sentire la conversazione, tra cui anche
Vegeta, ovviamente.
Quando vide rientrare in
cucina la ragazza, con le gote rosse e gli occhi scintillanti dalla rabbia, non
poté fare a meno di provare una certa stima per quella terrestre, che dimostrava
di avere un caratterino niente male.
Quell’esibizione
telefonica l’aveva colpito molto e gli dava un’ulteriore prova del carattere
carismatico e forte della Terrestre.
Forse meritava di essere
chiamata con il suo nome da lui…
«Sai farti rispettare,
Bulma» le disse. Il suo sguardo non aveva ombre di scherno, stava dicendo sul
serio.
«Tu…» iniziò ad
attaccarlo Bulma, bloccandosi immediatamente, sospettosa e stupita. «Come mi hai
chiamata?»
«Con il tuo nome. Non ti
chiami Bulma? Me lo ripeti ogni santo
giorno.»
«Sì… è la prima volta
che mi chiami per nome» realizzò la ragazza guardando il Sayan con stupore.
All’improvviso le si
accese una lampadina in testa.
Se, nonostante non ne
aveva le prove, Yamcha la tradiva, perché non ripagarlo con la stessa
moneta?
Era l’idea più malvagia
che le fosse mai venuta in testa, ma il suo ragazzo se lo
meritava.
Quando era esplosa la
Gravity Room e Bulma era accorsa in aiuto di Vegeta, Yamcha era rimasto
scioccato da tanta premura nei confronti del mercenario Sayan; le aveva fatto
per la prima volta, da quando si erano messi insieme, un scenata di gelosia,
anche se Bulma l’aveva buttata sul ridere e poi avevano subito fatto pace con
una particolare serata di fuoco.
Perché non farla pagare
a Yamcha…. andando a letto con Vegeta?
Il Sayan non poteva
rifiutare un’offerta del genere, chissà da quanto tempo non stava con una donna
e poi non poteva essere rimasto indifferente alla bellezza di
Bulma…
L’espressione della
ragazza cambiò da sorpresa a maliziosamente
sorridente:
«Vegeta, da quanto tempo
è che sei qui?»
«Circa otto mesi,
perché?» rispose annoiato il Sayan.
«E in tutto questo
tempo, non hai mai cercato la compagnia di una
donna?»
Il voltò di Vegeta
s’illuminò: che diavolo aveva in mente la
terrestre?
«No» rispose secco e, in
parte, era vero. Non era come tutti quelli della sua razza: lui aveva imparato a
domare e controllare i suoi istinti più bassi e
inutili.
Certo, in quel periodo
la ragazza aveva messo a dura prova il suo
autocontrollo.
«Davvero? E non avresti
voglia di divertirti un po’… con me?» chiese Bulma avvicinandosi a lui con
studiata lentezza e sensualità.
«Se è per vendicarti di
quel tuo fidanzato idiota… no» rispose secco il
guerriero.
Bulma rimase stupita ma
non mollò.
Si sedette in grembo al
Sayan con fare da gatta e avvicinò la bocca al suo orecchio,
sussurrandogli:
«Oh, ma non dirmi che
hai una morale e non vuoi spassartela con la donna di un
altro…»
«Non è per questo, non
me ne frega niente di quel perdente. Ma tu saresti troppo concentrata a pensare
alla tua vendetta e non mi faresti
divertire.»
Questo la colpì, ma non
lo diede a vedere.
«Vuoi scommettere?»
miagolò Bulma facendo scendere piano piano la sua mano per poi andare a sfiorare
l’inguine dell’uomo, il quale non parve reagire con particolare
interesse:
«No.»
A quel punto la ragazza
scattò in piedi infuriata e sbottò:
«Oh, non sarai mica
fatto di marmo! Stai certo che riuscirò a trascinarti nel mio
letto!»
«Forse, ma deciderò io
quando» rimbeccò Vegeta. «E ora lasciami
mangiare.»
Passarono alcuni giorni
da quell’episodio, e i due non si parlarono più molto, finché una sera Vegeta,
sfinito dopo un allenamento abbastanza deludente, mentre si faceva la doccia
ripensò a quello che era successo con Bulma, e al vero motivo per cui l’aveva
rifiutata.
Lei era bella e
desiderabile, ma l’aveva quasi odiata quando gli aveva fatto quella proposta
improvvisa, dettata solo dalla rabbia e dalla sete di vendetta del momento. Lui
non era un giocattolo da usare per ripicca ad un dispetto subito da un altro
uomo.
Era il Principe dei
Sayan e decideva lui quando e come prendersi una
donna.
Inoltre, in quel momento
Bulma gli era sembrata veramente volgare, non gli era piaciuto il suo modo di
fare… da sgualdrina.
Certo, era stato con
prostitute molto più triviali e oscene, e poco gli era importato se non farsi
una bella scopata con loro, ma era abituato a vedere una Bulma raffinata e di
classe, non si sarebbe mai aspettato di sentirla parlare come una sporca
meretrice.
Gli piaceva litigare con
lei e provocarla perché sapeva che non sarebbe mai stata zitta alle sue offese e
questo lo divertiva, però era anche vero che quella donna lo attraeva
fisicamente…
Da quando era arrivato
alla Capsule Corporation aveva avuto modo di seguire alcune vicende della
relazione tra Bulma e Yamcha, e spesso si era chiesto cosa ci facesse una donna
di classe come lei con un pezzente del genere che, per di più, non si rendeva
conto del tesoro che aveva tra le mani: a causa, purtroppo, del suo udito più
sviluppato di quello umano, li aveva sentiti qualche volta fare l’amore, anzi
aveva sentito solo lui (i suoi rantoli gli avevano spesso anche impedito di
dormire), perché di lei non aveva mai udito neanche un sospiro.
Insomma, quel terrestre
prendeva da lei piacere probabilmente senza darne! Che idiota, non era neanche
capace di procurare un orgasmo alla sua
donna!
E allora in fondo…
perché non procurarglielo lui stesso?
Del resto, era stata lei
a proporglielo, che c’era di male se si fosse ruzzolato nel letto per qualche
oretta con lei e le avesse dimostrato com’era un vero uomo? Era stata lei a
chiederlo…
Vegeta infilò un paio di
pantaloni e con decisione si diresse verso la stanza di Bulma, dove lei si era
appena messa in pigiama e si stava pettinando per la
notte.
Lei sussultò quando lui
entrò:
«Hey, ma che modi sono
questi? Non sai che bisogna bussare prima di entrare nella stanza di una
donna?»
«Non sono qui per
prender lezioni di galateo, donna.»
Quella frase le provocò
brividi su tutta la schiena. Non aveva niente di buono in mente, pensò Bulma,
evidentemente si ricordava della proposta che gli aveva fatto giorni prima e
aveva deciso di accettarla… solo che lei non era più dello stesso parere.
Quello era stato un atto
dettato solo dalla rabbia, non era più sicura di volerlo fare veramente, ma come
spiegarlo a Vegeta?
«Senti, l’altro giorno
ho fatto una cosa stupida, ero talmente arrabbiata da non rendermi
conto…»
«E secondo te il tuo
ragazzo non si “rende conto” quando ti tradisce?» le chiese Vegeta, mettendole
la pulce nell’orecchio.
«Ecco, io credo che ci
siano…»
«Delle spiegazioni?
Andiamo Bulma, l’idiota ti tradisce e tu cerchi delle scuse? Dov’è finita la
donna che sa come farsi rispettare?»
Vegeta aveva ragione,
pensò Bulma. Forse voleva solo togliersi uno sfizio con lei, ma aveva
dannatamente ragione.
Beh, tanto orami sarebbe
stato comunque un po’ difficile rimandare Vegeta nella sua stanza, dato che lui
si stava già dando da fare per “stuzzicarla”: si era avvicinato e aveva iniziato
a baciarle il collo, provocandole brividi di piacere su tutto il
corpo.
Lei rispose appoggiando
le mani sulle sue ampie spalle e iniziando ad accarezzargli il collo e il petto
muscoloso; lui si staccò dal collo di lei e le catturò le labbra con le proprie
in un bacio appassionato, accarezzando la sua lingua con la propria in un modo
talmente sensuale che le tolse il fiato.
Si distesero sul letto,
lui sopra di lei facendo ben attenzione a non farle male con il suo peso, e
continuarono a baciarsi mentre lei accarezzava la sua schiena muscolosa e lui
percorreva le sue dolci curve, esplorando lentamente il suo
corpo.
Poi Vegeta iniziò a
spogliarla e rimase quasi pietrificato davanti all’incantevole nudità di lei:
era proprio bellissima.
Si tolse anche lui i
pochi abiti che aveva addosso e Bulma arrossì vedendolo per la prima volta in
tutto il suo virile splendore.
Continuarono per un po’
in un lento gioco fatto di baci e ardenti carezze; Vegeta non aveva mai provato
niente di simile nel toccare, baciare, esplorare il corpo di una donna come le
sensazioni che provava in quel momento; non avrebbe mai voluto smettere di
toccarla e di sentire i suoi flebili gemiti e tremiti sotto le sue mani che la
accarezzavano insaziabili.
Era la prima volta che
toccava un corpo di donna dalle fattezze così morbide e delicate, gli sembrava
di accarezzare la seta.
Bulma non si era mai
sentita così donna prima d’ora; con Yamcha era totalmente diverso, lui pensava
solo al suo piacere e spesso lei aveva rischiato di addormentarsi durante il
rapporto, ma Vegeta era così attento a lei, così passionale… non si sarebbe mai
aspettata un comportamento del genere dal freddo e cinico Principe dei Sayan.
Se quello era il suo
modo di divertirsi, caspita, l’avrebbe aiutato molto più
spesso!
Ad un certo punto i
baci, sebbene raggiungessero ogni punto dei loro corpi, non bastarono più, e
Bulma lo pregò di andare oltre, subito accontentata dal
Sayan.
Come avrebbe potuto
Bulma andare con un altro uomo terrestre dopo essere stata con un Sayan?
Nessun umano avrebbe mai
potuto reggere il confronto!
Quale uomo avrebbe
potuto darle piacere per ben un’ora di seguito, senza sosta? Quale uomo avrebbe
potuto farle gridare il suo nome all’apice del piacere,come aveva fatto
Vegeta…
La mattina seguente
Bulma si svegliò da sola ma non si stupì più di tanto di questo. Sapeva bene
quello che aveva fatto quella notte: puro e semplice
sesso.
Ora si era vendicata di
Yamcha, ma stranamente non provava nessun sentimento al
riguardo.
Si sentiva un po’
stordita, forse per la focosa notte
trascorsa.
Non sapeva proprio cosa
pensare, non sapeva cosa fare, se spiattellare tutto a Yamcha, e soprattutto
come comportarsi con Vegeta.
Lui le rese il dilemma
più semplice da risolvere: la ignorò per tutto il giorno e non si fece vedere
nemmeno per i pasti.
Non ne risentì più di
tanto, non poteva certo di re di essersi innamorata di lui in una sola notte,
era consapevole del vero significato del loro focoso incontro e non pretendeva
di più.
Vegeta non era di certo
l’uomo adatto a lei!
Bunny Briefs tuttavia si
preoccupò, non avendolo visto mangiare, e quella sera obbligò Bulma a portargli
in camera qualcosa.
La ragazza lo trovò lì
solo alle undici e mezza, disteso sul letto a torso nudo a guardare il
soffitto.
“Dio, com’è bello!” si
ritrovò a pensare la ragazza.
«Allora, che gusto ha la
vendetta?» le chiese lui senza degnarla però di uno
sguardo.
«Non quello che mi
aspettavo» confessò Bulma.
«Beh, non sono disposto
ad aiutarti ancora.»
«Mi sembra che anche tu
ci abbia guadagnato» rispose acida lei.
«Abbastanza, ma non ho
intenzione di fungere da oggetto per far indispettire il tuo
ragazzo.»
«Non è più il mio
ragazzo.»
«Quello che è, rimane
sempre un idiota.»
A quel punto Bulma
scoppiò a ridere; Vegeta parve un po’
infastidito:
«Che cavolo hai da
ridere?»
«Tu!»
«Io?»
«Sì! Mi fai ridere
quando prendi in giro Yamcha!»
«Io ti faccio ridere?
Questa poi…»
«Non ti preoccupare, non
dirò a nessuno che oltre a spaventare a morte la gente sai fare anche ridere,
potrei rovinarti la reputazione! Beh, che fai, non mangi? Guarda che non ho
cucinato io!»
Strano, pensò Vegeta
mentre si fiondava sul cibo che Bulma gli aveva portato, gli piaceva parlare con
lei, anche quando non litigavano.
Wow, pensò Bulma, è
capace di fare una conversazione anche senza
offendermi.
«Beh, ti lascio in pace.
Buona notte» disse la ragazza e fece per
uscire.
«Ehi» la richiamò il
Sayan. «Perché un giorno non ripetiamo l’esperienza di ieri notte? Mi sembrava
che fossimo abbastanza in sintonia…»
«Stai
scherzando?»
«Prima ti faccio ridere,
ora chiedi se scherzo, mi hai forse preso per un clown? Certo che non sto
scherzando!» sbottò lui.
Bulma arrossì, eppure
doveva ammettere che era un’idea allettante…
«Oh, beh… vedremo.
Perché no!»
Oh, Kami, ma stava
proprio diventando una sgualdrina!
Un conto era vendicarsi
di Yamcha, un altro era concedersi ad un ex assassino ogni volta che aveva
voglia di fare sesso! Ma si era completamente
rincitrullita?!
Trascorsero alcuni
giorni e tutto sembrò ritornare come prima; Vegeta si allenava, mangiava,
dormiva e insultava Bulma. Lei lavorava ai suoi progetti, usciva di rado con le
sue amiche e litigava con il Saiyan.
Finchè un pomeriggio
Vegeta uscì dalla Gravity Room perché si era accorto che qualcosa non andava nel
dispositivo di rialzamento della gravità.
Andò a chiamare Bulma
che in quel momento stava sistemando un nuovo prototipo di
moto:
«Donna, vieni a dare
un’occhiata alla Gravity Room, c’è qualcosa che non
quadra.»
«Ok.»
Lo seguì allora nel
Gravity Trainer e si accorse che alcuni circuiti del dispositivo si erano
leggermente danneggiati per cui li risistemò, mentre il Sayan la osservava con
aria interessata e in particolare osservava il suo
sedere.
«Ecco fatto, ora
dovrebbe essere tornato come prima» disse la ragazza una volta terminato, e fece
per andarsene ma Vegeta le sbarrò l’uscita con un braccio e avvicinò il viso al
suo, iniziando a baciarle il mento e poi il collo, facendola sospirare
estasiata.
«Vegeta, per favore, io
non posso» cercò di fermarlo Bulma.
«Ti sto ringraziando,
donna… ti lamenti sempre che sono sgarbato con
te.»
«No, davvero, io proprio
non posso» insistette la ragazza e si allontanò da lui facendo un passo
indietro, ma inciampò sulla chiave inglese che aveva lasciato sul pavimento e
cadde.
Vegeta alzò gli occhi al
cielo ed esclamò:
«Sei la solita
distratta!»
«Guarda che è… ah! Che
dolore!» strillò Bulma dopo aver cercato invano di
alzarsi.
«Che hai?» le chiese
Vegeta non decidendosi ancora ad aiutarla ad
alzarsi.
«La caviglia! Ho
appoggiato il peso sulla caviglia piegata male quando sono caduta! Ho paura di
aver preso una storta, che dolore! Ma insomma, mi vuoi dare una mano? Sei uno
degli uomini più forti del mondo per
niente?»
«Smettila di
piagnucolare, altrimenti ti lascio lì dove sei e ti
arrangi!»
Il Sayan rimase in
silenzio per un attimo per vedere se Bulma avrebbe ribattuto, ma lei rimase
zitta nel timore di essere abbandonata lì, e allora Vegeta si decise a
raccoglierla; la prese in braccio e la portò fino alla sua stanza e solo allora
la ragazza si permise di ribattere:
«Comunque è stata colpa
tua! Mi vai a prendere del ghiaccio?»
«Cosa? Dovrei farti da
schiavetto?»
«Non avrei niente se tu
non avessi cercato di mettermi le mani addosso, e poi in casa ora non c’è
nessuno: mia madre è a fare la spesa e mio padre è ad una riunione
importante.»
«E va
bene…»
Purtroppo la caviglia
non aveva una semplice distorsione, ma si era proprio rotta, così Vegeta fu
anche costretto a portare Bulma all’ospedale e si bruciò tutto il pomeriggio che
poteva essere utilizzato per gli
allenamenti.
Quando tornarono a casa
Bulma lo costrinse anche a metterla a letto e a sistemarle i cuscini sotto il
piede.
Il principe dei Sayan
non si era mai sentito talmente umiliato in vita sua, abbassato a fare lo
schiavetto ad una piagnucolosa femmina terrestre; ma del resto era vero, era
colpa sua se lei si era fatta male.
Dopo quell’episodio tra
loro ritornò tutto come prima: litigi e
provocazioni.
Ma sotto sotto Bulma
iniziava a provare una strana sensazione quando il Sayan era nei paraggi:
predominava ancora attrazione fisica, ma aveva iniziato a guardarlo con occhi
diversi, a chiedersi come doveva essere stata la sua vita sotto il comando di
Freezer, cosa provasse a stare sulla Terra, se si sentisse
solo.
Iniziava a guardarlo
insomma con più tenerezza e compassione: no, non compassione, e nemmeno pietà,
ma forse con ammirazione per aver sopportato di vivere praticamente in schiavitù
per tutta la sua vita, e dispiacere perché non aveva nessuno con cui
sfogarsi.
Con chi poteva parlare
quando si sentiva frustrato, arrabbiato, deluso e magari qualche volta, sperava
Bulma, anche felice? Come faceva a tenersi tutto
dentro?
Quella notte, quando
erano stati insieme, lui le aveva dimostrato di possedere anche un lato gentile,
perché non aprirsi quindi con lei tutte le volte che ne sentiva il bisogno?
Per quanto riguardava
Vegeta, beh, lui era abbastanza confuso!
Non sapeva cosa gli
stesse succedendo, ma ogni volta che vedeva la donna gli veniva voglia di
prenderla, con dolcezza, la stessa dolcezza che gli aveva dimostrato lei
accogliendolo in casa propria, che continuava a dimostrargli con ogni sorriso
che gli rivolgeva e, anche se poteva sembrare un controsenso, quando gli
sbraitava dietro in risposta ai suoi insulti, perché sapeva benissimo che non lo
sbatteva fuori di casa per paura che lui le facesse del male, ma perché lo
voleva ospitare nonostante lui a volte la facesse diventare
matta.
Come finirono di nuovo a
letto insieme, parecchie settimane dopo, non lo sapevano nemmeno
loro.
Solo, si può dire che da
quella volta non si separarono più.
All’inizio il loro fu
solo un rapporto fisico ma, come gli disse Bulma una
notte.
«Non dico che sono
innamorata di te, ma qualcosa è cambiato tra noi
due.»
Il loro modo di
comportarsi non mutò di molto, ma si vedeva che tra di loro era nato uno strano
legame.
Qualche tempo più tardi
Vegeta avrebbe lasciato la Terra per diventare Super Sayan, e nello spazio
avrebbe perso un po’ di quello che Bulma gli aveva con tanta fatica insegnato,
ma questa è un’altra storia e basta ricordare che fino a quel momento Bulma e
Vegeta erano una coppia e piano piano il Sayan aveva anche imparato ad amare,
grazie alla sua piccola e scaltra terrestre.
E
Yamcha?!
Il poveraccio era ancora
convinto che Bulma gli appartenesse, mentre in realtà si ritrovava senza
rendersene conto, un bel paio di corna, fatte con l’uomo, o meglio l’alieno che
lui odiava di più al mondo!
Il ragazzo ritornò dal
suo viaggio dopo un mese e mezzo e si fiondò immediatamente da Bulma, non
ricordando più l’avvertimento di
quest’ultima.
Erano le nove e mezza
quando suonò alla Capsule Corporation e Bunny Briefs, completamente ignara della
relazione tra la figlia e il Sayan, lo mandò direttamente in camera di Bulma, la
quale stava ancora dormendo.
Si svegliò di scatto
sentendo bussare alla porta della sua
stanza.
“Meno male che Vegeta è
già andato ad allenarsi!” pensò la ragazza dando un’occhiata all’altro lato del
letto, sulle cui lenzuola erano ancora impresse le tracce della presenza del
Sayan.
«Chi
è?»
«Sono Yamcha, tesoro!
Posso entrare?»
«Yamcha?! No, non
entrare, non ti azzardare!» sbraitò Bulma cercando di sistemare le coperte in
modo che non si notasse che non aveva dormito da sola, perché sapeva che Yamcha
sarebbe entrato comunque.
«Come stai bellezza?
Contenta che sono tornato?»
Infatti.
«Ti avevo detto di non
entrare! E ti avevo anche detto di non tornare più
qui!»
«Ma
micina…»
«Ma un corno, e smettila
di chiamarmi micina, l’ho sempre
odiato! Vattene via, traditore che non sei
altro!»
«Ma che stai dicendo? Lo
sai che sono andato ad allenarmi…»
«Sì, come no! Ti sei
allenato nel letto di qualche sgualdrina! Ormai ho deciso già da un bel po’, tra
noi è finita, ma stavolta per sempre!»
«Avanti, Bulma, non fare
così…»
«Sarisci!»
Qualche giorno dopo
Bulma si recò per caso dal Vecchio della Tartaruga per portare a Yamcha alcuni
suoi effetti che aveva lasciato a casa sua, a dimostrazione che la loro storia
era veramente finita.
Si trovavano lì anche
Tien e l’altro pagliaccetto adorabile, Jaozi, che come sappiamo si erano
trasferiti dal Genio da ormai lungo tempo, e mentre Bulma si preparava a tornare
a casa, sentì un pezzo di conversazione tra Yamcha e
Tien:
«Speriamo che gli
allenamenti che abbiamo fatto siano serviti a qualcosa: finora mi hanno solo
“aiutato” a perdere la mia ragazza…»
«Davvero non ti crede?
Se vuoi le parlo io…» propose Tien mentre Bulma allungava bene le orecchie.
«Siamo andati in un posto talmente isolato che avresti potuto tradirla solo col
pensiero…»
«Ah, dubito che ti
ascolterebbe, ormai si è convinta che io l’abbia tradita, addirittura più di una
volta, e niente le farà cambiare idea, è talmente
cocciuta!»
«Davvero non l’hai mai
tradita?»
«Lo giuro sul mio onore!
E’ vero che guardo spesso le altre ragazze, ma non sono mai stato con altre
donne all’infuori di lei!»
A quelle parole Bulma si
sentì la persona più orribile di questo Universo.
Aveva sempre creduto
Yamcha un traditore, ma quella che aveva fatto le corna era soltanto lei: era
stata a letto con un altro uomo per ripicca di qualcosa che Yamcha non aveva
fatto!
Beh… che poteva farci
ormai?
La storia con lui era
finita e forse era stata una fortuna che avesse sempre dubitato della fedeltà di
Yamcha: le aveva permesso di innamorarsi di
Vegeta…
Fine
Note:
*Froid Chang,
famosissimo psichiatra cinese -_^
Evviva la
banalità!
Questa è una delle prime
fanfictions che ho scritto, non mi piace moltissimo, ma ho pensato di ripostarla
corretta.
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