CAPITOLO
9 My dreams come true
“Because
I see it! You may not but I do!” Scuoti
la testa. Questa l’hai già sentita!
Ti
allontani di corsa spingendo le porte
dell’obitorio e non resisti a risponderle a tono come hai
già fatto tempo fa:
“Shut uuuuup!!”
Mentre
sei in ascensore rifletti sul tuo incontro con Lanie. Non riesci
ancora a crederci. Non hai resistito nemmeno un giorno. La tua amica
dottoressa
ti ha sgamato subito. E’ come se avesse usato dei Jedi mind tricks con te.
No,
un momento, questo è un commento che avrebbe fatto Castle.
Oh
santo cielo, stai cominciando a ragionare come lui!
Scuoti
la testa, stupita.
La
faccenda è assai più grave di quanto pensassi.
Su,
Kate, confessalo almeno a te stessa.
E’
facile capire perché ti stai comportando in questo modo.
Non
hai smesso un secondo di pensare a lui.
A
lui e alle sue labbra.
A
lui, alle sue labbra e alle sue mani.
E
al piacere che lui, le sue labbra e le sue mani sono stati capaci di
regalarti durante quel favoloso fine settimana che avete appena
trascorso
insieme.
Non
credevi fosse possibile ma ti manca in modo viscerale. Da quando sei
rientrata dagli Hamptons non sei ancora riuscita a sentire la sua voce.
Sì, vi
siete scambiati un paio di messaggi – uno, dolcemente
malizioso, ieri sera in
cui ti augurava di fare dei bei sogni, seguito da una faccina
ammiccante – ma
il caso ti ha talmente assorbito che non hai avuto modo di chiamarlo. O
forse
starebbe a lui farlo? Appena le porte dell’ascensore si
aprono sul piano del
Dodicesimo, ecco che il tuo cellulare squilla e – come
evocato dai tuoi
pensieri – sul display compare il suo nome. Ti era passata
per la mente l’idea
di assegnare al suo ID la foto che gli hai scattato quando
ti ha visto con la tuta di pelle nera aderente, ma poi hai pensato che,
se il
tuo smartphone fosse finito casualmente nelle mani di Espo o Ryan, non
avresti
potuto fornire alcuna spiegazione plausibile per
l’espressione meravigliata e
assai compiaciuta sul suo bel faccino. Del resto, lavori in una stanza full of detectives. Indagare, analizzare
dettagli e fare deduzioni è quello di cui si occupano ogni
santo giorno. Come
dire, it’s their job! No,
no, no. Troppo
rischioso. Intanto,
il ricordo della sua reazione alla visione di te avvolta dalla pelle
nera torna
prepotente nella tua mente: dopo essersi ripreso dallo stupore e aver
ricominciato a respirare, si è avvicinato a te, senza dire
una parola ha
incatenato i suoi occhi nei tuoi, ti ha sfilato molto lentamente
– e non senza
qualche difficoltà – quella tuta e ti ha fatto
partire un’ora più tardi! Cerchi
di riprenderti mentre ti concentri sul display, invece Espo e Ryan ti
fissano e
ti rendi conto che faresti bene a rispondere e magari anche in fretta.
Sin
da quando hai letto il suo nome, il cuore ha cominciato a battere
all’impazzata.
Ti
sembra di essere tornata un’adolescente alla prima cotta.
Guarda,
per lo stato in cui sei potresti persino metterti a scrivere sul
diario “Kate ama Rick” e a disegnare tanti
cuoricini.
Non
ti riconosci più!
Dove
è la detective Beckett? Beckeeeeeett….
Eppure,
è una sensazione sconvolgente. In senso positivo,
intendiamoci.
Da tanto, troppo tempo non ti sentivi così
straordinariamente viva. Comunque,
cerchi di assumere una condotta professionale. Sei pur sempre una
detective
della squadra omicidi del NYPD. E, più che altro, nel
frattempo sei arrivata
alla tua scrivania, con i tuoi fidi collaboratori seduti a meno di tre
metri da
te.
“Beckett”
rispondi imperturbabile.
“Buongiorno
detective, come stai?” Il suono sensuale della sua voce ti
manda già in visibilio e il tuo autocontrollo sta facendo
uno sforzo notevole
per evitare che tu ti sciolga lì su due piedi, come un
ghiacciolo sotto il
sole. Cosa avevamo detto? Imperturbabile? Parecchio turbata, ecco come
sei.
“Castle,
non vieni al distretto da poco più di una settimana e ti
stai
già annoiando negli Hamptons?” gli rispondi con un
tono canzonatorio. Hai
deciso che l’attacco è la migliore strategia di
difesa. O qui tutti si potrebbero
accorgere che stai flirtando con lo scrittore come una ragazzina
innamorata.
“No,
a dir la verità stamani mi sono alzato presto e ho
già scritto ben
due capitoli. Evidentemente il fine settimana è
stato…. come posso dire….
illuminante. Non ti incuriosisce sapere cosa combinano Nikki e Rook?
Potrei
aver preso spunto dalla realtà e aver evidenziato qualche
particolare….” Lascia
volutamente la frase in sospeso. Ringrazi mentalmente il tuo angelo
custode per
non aver messo il vivavoce.
Non
sai se:
a)
alzare gli occhi al cielo,
b)
farti trasportare dalla fantasia in un altro sogno erotico, come
quello che ha animato la tua prima notte negli Hamptons, o, meglio
ancora,
c)
indugiare nel ricordo della seconda notte.
Cominci
a giocherellare con i capelli, arrotolando una ciocca con le
dita, senza nemmeno rendertene conto. Tu no, ma i tuoi fidi
collaboratori sì. Quei
due sono peggio di due comari. Infatti, si scambiano
un’occhiata allusiva, smettono
di fare quello che stavano facendo e si dispongono entrambi a
osservarti con
attenzione, con un sorrisino malizioso dipinto sul volto. Esposito ha
afferrato
penna e taccuino ed è pronto a prendere appunti, mentre Ryan
si è messo comodo:
ha addirittura appoggiato il mento a una mano. Ci manca solo che
qualcuno gli
porti dei popcorn e poi potrebbe essere al cinema. Del resto, Castle
stesso una
volta si era messo a mangiare i popcorn, godendosi lo spettacolo di una
masnada
di pazzi che aveva invaso il distretto in una notte di luna piena. Vi
aveva
persino suggerito di vendere i biglietti per far assistere gli
spettatori a
quello spettacolo di umanità assortita. Comunque, ti rendi
conto che qualsiasi
cosa, persino il comportamento di un collega, ti fa pensare a Castle?
Kate
Beckett, riprendi possesso delle tue facoltà mentali, su, da
brava! Infatti, appena
ti accorgi della reazione dei tuoi collaboratori, cerchi di riassumere
un
contegno più serio e di cambiare discorso.
“Castle, anything
to avoid writing, uh? Ti
ricordo che qui, però, stiamo lavorando.
C’è
qualcosa che posso fare per te?” Cerchi di essere distaccata e anche un po’
acida, ma non ti accorgi che, in
realtà, gliel’hai servita su un piatto
d’argento.
“Oh,
detective, ci sono un sacco di cose che potresti fare per me. O di
cose che io potrei fare per te. Per esempio, mi sono reso conto che non
ho
prestato sufficiente attenzione allo studio di
quell’incantevole tatuaggio che
orna il quadrante esterno superiore del tuo scultoreo gluteo sinistro.
Oh, quanto
mi sarebbe piaciuto conoscerti nella tua fase selvaggia… E,
in ogni caso, mi
offro volontario per farti rivivere quel periodo, se
vuoi…” Il tono suadente
della sua voce ti accarezza l’orecchio e giunge fino nel
profondo delle tue
viscere. Spalanchi gli occhi e un rossore ti si diffonde sulle guance.
Quell’uomo con le parole ci sa dannatamente fare, quasi
quanto con le mani,
come durante i suoi massaggi a bordo piscina... Stai per lasciarti
andare di
nuovo a quella inebriante fantasia, ma per fortuna senti la voce di
Montgomery
che ti convoca nel suo ufficio.
“Ehm,
Castle, scusami ma il dovere mi chiama. Ti auguro buona estate
negli Hamptons. Ci vediamo in autunno.” Rimarchi volutamente
la parola autunno, anche se lui ti
ha detto che
rientrerà prima. Ma questo i tuoi ragazzi non lo sanno. E,
in teoria, non
dovresti saperlo nemmeno tu.
“Oh,
Kate, credimi, ci vediamo molto prima. Nei miei sogni io ti vedo
anche adesso… E, qualora non te ne fossi accorta, look at my life. My dreams come true!
Vuoi sapere cosa sto
immaginando che tu stia facendo?”
Oltrepassi
le scrivanie dei tuoi bambini per dirigerti verso l’ufficio
del capo e, appena sei a distanza di sicurezza, gli sussurri uno
“stop it!” e
chiudi la telefonata.
Quell’uomo ha deciso di mandarti fuori di testa oggi! E il
problema è che c’è
riuscito…. Eccome
se c’è riuscito!
Prima
di entrare nella stanza di Montgomery ti rassetti la giacca e
cerchi di riacquistare un atteggiamento professionale, scacciando dalla
mente
le immagini romantiche e passionali suscitate da quella conversazione e
sperando che il rossore nel frattempo si sia attenuato e
magari che anche il battito del tuo cuore torni a un ritmo normale.
Il
capo vuole un aggiornamento sul caso che state seguendo. La vittima
è
stata identificata, si tratta di un chirurgo pediatrico che collaborava
con
l’organizzazione umanitaria
Medici senza
Frontiere. Decidete pertanto di contattare la sede
dell’associazione per farvi
dare la lista dei suoi ultimi incarichi e delle persone che hanno
lavorato con
lui.
Ritorni
dai tuoi ragazzi per dare il via alla nuova fase
dell’indagine.
Stai per aprire bocca, quando Esposito ti precede chiedendoti
maliziosamente:
“Papino aveva nostalgia della voce della mamma?”
“Già,
non resiste senza sentirla nemmeno una settimana…”
gli dà man
forte Ryan, con tono cantilenante.
Rifili
un’occhiataccia ad entrambi, il tuo ormai collaudato look-look che di solito li raggela
all’istante, e ti metti a riferire loro quanto hai concordato
con Montgomery,
senza rispondere all’insinuazione sul tuo rapporto con Castle
e sul motivo
della sua telefonata. Incroci le dita affinché il loro senso
del dovere
prevalga sulla curiosità e sei fortunata: si mettono
diligentemente al lavoro.
Tiri un sospiro di sollievo. Dopo il terzo grado incalzante di Lanie,
almeno
con loro ti è andata bene.
La
giornata scorre convulsamente, come sempre ti capita
all’inizio di
un’indagine. Telefonate e sopralluoghi si susseguono, mentre
la lavagna si
riempie del risultato delle vostre investigazioni. Tu, Javier e Kevin
vi
trattenete ben oltre l’orario di lavoro, ma in serata
Montgomery vi spedisce
tutti e tre a casa. Riprenderete in mano la situazione il giorno
successivo, a
mente fresca. Spesso, con il passare delle ore, ti sei chiesta quale
contributo
avrebbe potuto dare Rick a questo caso. Le sue teorie ti hanno aiutato
più di
una volta a risolvere anche gli omicidi più intricati,
proprio per la sua
capacità straordinaria di pensare in modo creativo, al di
fuori degli schemi.
In altre occasioni, le sue idee balzane ti hanno almeno strappato un
sorriso,
specialmente quando ha tirato fuori la mafia, gli alieni o un complotto
della
CIA. E in certi casi, sorridere per te è stato davvero
terapeutico. Ti manca la
parte fisica di lui tanto quanto la sua parte intellettiva. Kate
Beckett, sei
proprio un caso perso.
Giunta
nel tuo appartamento, ti butti sul divano e prendi il cellulare.
Cerchi il suo numero e gli fai una videochiamata.
“Hey”
ti risponde.
“Ciao
a te… come stai?” gli chiedi dolcemente. Ora sei
fuori servizio e
puoi smettere quel tono di voce professionale che gli hai propinato
durante la
vostra precedente telefonata e tornare ad essere semplicemente Kate.
Anche
perché il solo vederlo ti ha fatto sentire le farfalle nello
stomaco.
“Io
bene, Kate. E tu? Non dirmi che sei arrivata a casa solo
adesso… Hai
un faccino sbattuto…”
“Oh,
grazie Castle. Tu sì che sai come rendere felice una
donna!”
“No
no no, aspetta. Sei sempre bellissima, Kate, davvero. Ma sembri
esausta.” Si affretta a rimediare subito.
Sorridi.
Riesce a percepire la sua preoccupazione per il tuo stato
fisico e la sua dolcezza anche tramite un video.
“Ehm…
in effetti, sì. Montgomery ci ha letteralmente sbattuto
fuori dal
distretto a calci. Ma forse aveva ragione, sono un po’
stanca.”
“Caso
difficile?”
“Sì…
Mi ci vorrebbe qualche teoria folle…”
“Mmmmh… allora you called to seek my counsel!”
Lo
vedi ridacchiare, così come vedi chiaramente il suo ego che si gonfia
fino a riempire tutta la
casa al mare. Sollevi gli occhi al cielo e ti chiedi come tu abbia
fatto a
perdere la testa per uno così.
“Oh,
piantala Rick. In realtà avevo solo voglia di sentirti e di
vederti.”
Ora
è lui a regalarti un sorriso dolce. Abbassa il tono della
voce e ti
sussurra: “I missed you too.
Che
programmi hai per la serata?”
“Nessuno,
Castle, sono in piedi dalle 4 di sta…
yawnn…” uno sbadiglio ti
impedisce di concludere la frase. Hai mantenuto un ritmo serrato per
tutto il
giorno e adesso la stanchezza bussa alla porta.
“Beh,
potresti fare un bel bagno caldo, sai, per rilassarti. Maybe you could take the phone with you. It
is
waterproof.”
Aggiunge
entusiasta, come se fosse una pensata geniale. Non puoi fare a meno di
ridere.
Ma come gli vengono queste idee? Ride anche lui con te, poi
improvvisamente si
fa serio e ti dice: “I so wish I
could
kiss you right now…”
“Yeah… I
know… Però ci dobbiamo accontentare di
un bacio virtuale, almeno
per un po’…”
Avvicini
il cellulare alle tue labbra e
stampi un bacio sul display. Appena lo riallontani, vedi lui che ha
afferrato
quel bacio virtuale e se lo sta spalmando su tutto il viso.
Ha
il potere di farti sorridere anche a km di distanza.
Questo
è uno dei motivi per cui hai perso la testa per uno
così.
Angolino
delle autrici:
La
nostra Kate è irrimediabilmente andata: il solo
sentire la voce di Castle al telefono mette in serio pericolo la sua
lucidità e
le rievoca ricordi travolgenti dell’ultimo pomeriggio
trascorso insieme negli
Hamptons (ah, quella tuta!!!). Lei stessa si rende conto del suo stato
d’animo:
“Detective Beckett? Beckeeeeeett?” è un
piccolo omaggio a Emily27 J
La
detective Beckett deve ancora lavorare… mentre Castle
sta a buon punto con il libro…
Quando
riusciranno a rivedersi i nostri beniamini?
Cos’altro capiterà loro?
A
sabato per il prossimo capitolo!
Debora
e Monica