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Autore: thatswhatfriendsarefor    04/12/2013    10 recensioni
E se Rick fosse andato negli Hamptons senza Gina?
Una versione alternativa del rapporto fra Castle e Beckett a partire dalla fine della seconda stagione.
Genere: Romantico | Stato: completa
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Quasi tutti | Coppie: Kate Beckett/Richard Castel
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Seconda stagione
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- Questa storia fa parte della serie 'E se l'inizio fosse stato diverso?'
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CAPITOLO 9 My dreams come true

 

“Because I see it! You may not but I do!” Scuoti la testa. Questa l’hai già sentita!

Ti allontani di corsa spingendo le porte dell’obitorio e non resisti a risponderle a tono come hai già fatto tempo fa: “Shut uuuuup!!”

 

Mentre sei in ascensore rifletti sul tuo incontro con Lanie. Non riesci ancora a crederci. Non hai resistito nemmeno un giorno. La tua amica dottoressa ti ha sgamato subito. E’ come se avesse usato dei Jedi mind tricks con te.

No, un momento, questo è un commento che avrebbe fatto Castle.

Oh santo cielo, stai cominciando a ragionare come lui!

Scuoti la testa, stupita.

La faccenda è assai più grave di quanto pensassi.

Su, Kate, confessalo almeno a te stessa.

E’ facile capire perché ti stai comportando in questo modo.

Non hai smesso un secondo di pensare a lui.

A lui e alle sue labbra.

A lui, alle sue labbra e alle sue mani.

E al piacere che lui, le sue labbra e le sue mani sono stati capaci di regalarti durante quel favoloso fine settimana che avete appena trascorso insieme.

Non credevi fosse possibile ma ti manca in modo viscerale. Da quando sei rientrata dagli Hamptons non sei ancora riuscita a sentire la sua voce. Sì, vi siete scambiati un paio di messaggi – uno, dolcemente malizioso, ieri sera in cui ti augurava di fare dei bei sogni, seguito da una faccina ammiccante – ma il caso ti ha talmente assorbito che non hai avuto modo di chiamarlo. O forse starebbe a lui farlo? Appena le porte dell’ascensore si aprono sul piano del Dodicesimo, ecco che il tuo cellulare squilla e – come evocato dai tuoi pensieri – sul display compare il suo nome. Ti era passata per la mente l’idea di assegnare al suo ID la foto che gli hai scattato quando ti ha visto con la tuta di pelle nera aderente, ma poi hai pensato che, se il tuo smartphone fosse finito casualmente nelle mani di Espo o Ryan, non avresti potuto fornire alcuna spiegazione plausibile per l’espressione meravigliata e assai compiaciuta sul suo bel faccino. Del resto, lavori in una stanza full of detectives. Indagare, analizzare dettagli e fare deduzioni è quello di cui si occupano ogni santo giorno. Come dire, it’s their job! No, no, no. Troppo rischioso. Intanto, il ricordo della sua reazione alla visione di te avvolta dalla pelle nera torna prepotente nella tua mente: dopo essersi ripreso dallo stupore e aver ricominciato a respirare, si è avvicinato a te, senza dire una parola ha incatenato i suoi occhi nei tuoi, ti ha sfilato molto lentamente – e non senza qualche difficoltà – quella tuta e ti ha fatto partire un’ora più tardi! Cerchi di riprenderti mentre ti concentri sul display, invece Espo e Ryan ti fissano e ti rendi conto che faresti bene a rispondere e magari anche in fretta.

Sin da quando hai letto il suo nome, il cuore ha cominciato a battere all’impazzata.

Ti sembra di essere tornata un’adolescente alla prima cotta.

Guarda, per lo stato in cui sei potresti persino metterti a scrivere sul diario “Kate ama Rick” e a disegnare tanti cuoricini.

Non ti riconosci più!

Dove è la detective Beckett? Beckeeeeeett….

Eppure, è una sensazione sconvolgente. In senso positivo, intendiamoci. Da tanto, troppo tempo non ti sentivi così straordinariamente viva. Comunque, cerchi di assumere una condotta professionale. Sei pur sempre una detective della squadra omicidi del NYPD. E, più che altro, nel frattempo sei arrivata alla tua scrivania, con i tuoi fidi collaboratori seduti a meno di tre metri da te.

“Beckett” rispondi imperturbabile.

“Buongiorno detective, come stai?” Il suono sensuale della sua voce ti manda già in visibilio e il tuo autocontrollo sta facendo uno sforzo notevole per evitare che tu ti sciolga lì su due piedi, come un ghiacciolo sotto il sole. Cosa avevamo detto? Imperturbabile? Parecchio turbata, ecco come sei.

“Castle, non vieni al distretto da poco più di una settimana e ti stai già annoiando negli Hamptons?” gli rispondi con un tono canzonatorio. Hai deciso che l’attacco è la migliore strategia di difesa. O qui tutti si potrebbero accorgere che stai flirtando con lo scrittore come una ragazzina innamorata.

“No, a dir la verità stamani mi sono alzato presto e ho già scritto ben due capitoli. Evidentemente il fine settimana è stato…. come posso dire…. illuminante. Non ti incuriosisce sapere cosa combinano Nikki e Rook? Potrei aver preso spunto dalla realtà e aver evidenziato qualche particolare….” Lascia volutamente la frase in sospeso. Ringrazi mentalmente il tuo angelo custode per non aver messo il vivavoce.

Non sai se:

a) alzare gli occhi al cielo,

b) farti trasportare dalla fantasia in un altro sogno erotico, come quello che ha animato la tua prima notte negli Hamptons, o, meglio ancora,

c) indugiare nel ricordo della seconda notte.

Cominci a giocherellare con i capelli, arrotolando una ciocca con le dita, senza nemmeno rendertene conto. Tu no, ma i tuoi fidi collaboratori sì. Quei due sono peggio di due comari. Infatti, si scambiano un’occhiata allusiva, smettono di fare quello che stavano facendo e si dispongono entrambi a osservarti con attenzione, con un sorrisino malizioso dipinto sul volto. Esposito ha afferrato penna e taccuino ed è pronto a prendere appunti, mentre Ryan si è messo comodo: ha addirittura appoggiato il mento a una mano. Ci manca solo che qualcuno gli porti dei popcorn e poi potrebbe essere al cinema. Del resto, Castle stesso una volta si era messo a mangiare i popcorn, godendosi lo spettacolo di una masnada di pazzi che aveva invaso il distretto in una notte di luna piena. Vi aveva persino suggerito di vendere i biglietti per far assistere gli spettatori a quello spettacolo di umanità assortita. Comunque, ti rendi conto che qualsiasi cosa, persino il comportamento di un collega, ti fa pensare a Castle? Kate Beckett, riprendi possesso delle tue facoltà mentali, su, da brava! Infatti, appena ti accorgi della reazione dei tuoi collaboratori, cerchi di riassumere un contegno più serio e di cambiare discorso.

“Castle, anything to avoid writing, uh? Ti ricordo che qui, però, stiamo lavorando. C’è qualcosa che posso fare per te?” Cerchi di essere distaccata e anche un po’ acida, ma non ti accorgi che, in realtà, gliel’hai servita su un piatto d’argento.

“Oh, detective, ci sono un sacco di cose che potresti fare per me. O di cose che io potrei fare per te. Per esempio, mi sono reso conto che non ho prestato sufficiente attenzione allo studio di quell’incantevole tatuaggio che orna il quadrante esterno superiore del tuo scultoreo gluteo sinistro. Oh, quanto mi sarebbe piaciuto conoscerti nella tua fase selvaggia… E, in ogni caso, mi offro volontario per farti rivivere quel periodo, se vuoi…” Il tono suadente della sua voce ti accarezza l’orecchio e giunge fino nel profondo delle tue viscere. Spalanchi gli occhi e un rossore ti si diffonde sulle guance. Quell’uomo con le parole ci sa dannatamente fare, quasi quanto con le mani, come durante i suoi massaggi a bordo piscina... Stai per lasciarti andare di nuovo a quella inebriante fantasia, ma per fortuna senti la voce di Montgomery che ti convoca nel suo ufficio.

“Ehm, Castle, scusami ma il dovere mi chiama. Ti auguro buona estate negli Hamptons. Ci vediamo in autunno.” Rimarchi volutamente la parola autunno, anche se lui ti ha detto che rientrerà prima. Ma questo i tuoi ragazzi non lo sanno. E, in teoria, non dovresti saperlo nemmeno tu.

“Oh, Kate, credimi, ci vediamo molto prima. Nei miei sogni io ti vedo anche adesso… E, qualora non te ne fossi accorta, look at my life. My dreams come true! Vuoi sapere cosa sto immaginando che tu stia facendo?”

Oltrepassi le scrivanie dei tuoi bambini per dirigerti verso l’ufficio del capo e, appena sei a distanza di sicurezza, gli sussurri uno “stop it!” e chiudi la telefonata. Quell’uomo ha deciso di mandarti fuori di testa oggi! E il problema è che c’è riuscito….  Eccome se c’è riuscito!

Prima di entrare nella stanza di Montgomery ti rassetti la giacca e cerchi di riacquistare un atteggiamento professionale, scacciando dalla mente le immagini romantiche e passionali suscitate da quella conversazione e sperando che il rossore nel frattempo si sia attenuato e magari che anche il battito del tuo cuore torni a un ritmo normale.

Il capo vuole un aggiornamento sul caso che state seguendo. La vittima è stata identificata, si tratta di un chirurgo pediatrico che collaborava con l’organizzazione umanitaria Medici senza Frontiere. Decidete pertanto di contattare la sede dell’associazione per farvi dare la lista dei suoi ultimi incarichi e delle persone che hanno lavorato con lui.

Ritorni dai tuoi ragazzi per dare il via alla nuova fase dell’indagine. Stai per aprire bocca, quando Esposito ti precede chiedendoti maliziosamente: “Papino aveva nostalgia della voce della mamma?”

“Già, non resiste senza sentirla nemmeno una settimana…” gli dà man forte Ryan, con tono cantilenante.

Rifili un’occhiataccia ad entrambi, il tuo ormai collaudato look-look che di solito li raggela all’istante, e ti metti a riferire loro quanto hai concordato con Montgomery, senza rispondere all’insinuazione sul tuo rapporto con Castle e sul motivo della sua telefonata. Incroci le dita affinché il loro senso del dovere prevalga sulla curiosità e sei fortunata: si mettono diligentemente al lavoro. Tiri un sospiro di sollievo. Dopo il terzo grado incalzante di Lanie, almeno con loro ti è andata bene.

La giornata scorre convulsamente, come sempre ti capita all’inizio di un’indagine. Telefonate e sopralluoghi si susseguono, mentre la lavagna si riempie del risultato delle vostre investigazioni. Tu, Javier e Kevin vi trattenete ben oltre l’orario di lavoro, ma in serata Montgomery vi spedisce tutti e tre a casa. Riprenderete in mano la situazione il giorno successivo, a mente fresca. Spesso, con il passare delle ore, ti sei chiesta quale contributo avrebbe potuto dare Rick a questo caso. Le sue teorie ti hanno aiutato più di una volta a risolvere anche gli omicidi più intricati, proprio per la sua capacità straordinaria di pensare in modo creativo, al di fuori degli schemi. In altre occasioni, le sue idee balzane ti hanno almeno strappato un sorriso, specialmente quando ha tirato fuori la mafia, gli alieni o un complotto della CIA. E in certi casi, sorridere per te è stato davvero terapeutico. Ti manca la parte fisica di lui tanto quanto la sua parte intellettiva. Kate Beckett, sei proprio un caso perso.

Giunta nel tuo appartamento, ti butti sul divano e prendi il cellulare. Cerchi il suo numero e gli fai una videochiamata.

“Hey” ti risponde.

“Ciao a te… come stai?” gli chiedi dolcemente. Ora sei fuori servizio e puoi smettere quel tono di voce professionale che gli hai propinato durante la vostra precedente telefonata e tornare ad essere semplicemente Kate. Anche perché il solo vederlo ti ha fatto sentire le farfalle nello stomaco.

“Io bene, Kate. E tu? Non dirmi che sei arrivata a casa solo adesso… Hai un faccino sbattuto…”

“Oh, grazie Castle. Tu sì che sai come rendere felice una donna!”

“No no no, aspetta. Sei sempre bellissima, Kate, davvero. Ma sembri esausta.” Si affretta a rimediare subito.

Sorridi. Riesce a percepire la sua preoccupazione per il tuo stato fisico e la sua dolcezza anche tramite un video.

“Ehm… in effetti, sì. Montgomery ci ha letteralmente sbattuto fuori dal distretto a calci. Ma forse aveva ragione, sono un po’ stanca.”

“Caso difficile?”

“Sì… Mi ci vorrebbe qualche teoria folle…”

“Mmmmh… allora you called to seek my counsel!” Lo vedi ridacchiare, così come vedi chiaramente il suo ego che si gonfia fino a riempire tutta la casa al mare. Sollevi gli occhi al cielo e ti chiedi come tu abbia fatto a perdere la testa per uno così.

“Oh, piantala Rick. In realtà avevo solo voglia di sentirti e di vederti.”  

Ora è lui a regalarti un sorriso dolce. Abbassa il tono della voce e ti sussurra: “I missed you too. Che programmi hai per la serata?”

“Nessuno, Castle, sono in piedi dalle 4 di sta… yawnn…” uno sbadiglio ti impedisce di concludere la frase. Hai mantenuto un ritmo serrato per tutto il giorno e adesso la stanchezza bussa alla porta.

“Beh, potresti fare un bel bagno caldo, sai, per rilassarti. Maybe you could take the phone with you. It is waterproof.” Aggiunge entusiasta, come se fosse una pensata geniale. Non puoi fare a meno di ridere. Ma come gli vengono queste idee? Ride anche lui con te, poi improvvisamente si fa serio e ti dice: “I so wish I could kiss you right now…”

YeahI know… Però ci dobbiamo accontentare di un bacio virtuale, almeno per un po’…”

Avvicini il cellulare alle tue labbra e stampi un bacio sul display. Appena lo riallontani, vedi lui che ha afferrato quel bacio virtuale e se lo sta spalmando su tutto il viso.

Ha il potere di farti sorridere anche a km di distanza.

Questo è uno dei motivi per cui hai perso la testa per uno così. 

 

Angolino delle autrici:

La nostra Kate è irrimediabilmente andata: il solo sentire la voce di Castle al telefono mette in serio pericolo la sua lucidità e le rievoca ricordi travolgenti dell’ultimo pomeriggio trascorso insieme negli Hamptons (ah, quella tuta!!!). Lei stessa si rende conto del suo stato d’animo: “Detective Beckett? Beckeeeeeett?” è un piccolo omaggio a Emily27 J

La detective Beckett deve ancora lavorare… mentre Castle sta a buon punto con il libro…

Quando riusciranno a rivedersi i nostri beniamini? Cos’altro capiterà loro?

A sabato per il prossimo capitolo!

Debora e Monica

 

  
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