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Autore: _Yozora_    04/12/2013    3 recensioni
Intanto un ragazzo moro, in piedi dall'altra parte della stanza, con una cartella di documenti tra le mani, la osservava in silenzio e soprappensiero.
- sei preoccupato per Mai? - chiese una voce proveniente alla sua destra.
Naru si voltò verso il suo interlocutore guardandolo serio – continua a lavorare Rin -
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Kazuya Shibuya, Mai Taniyama
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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I ragazzi entrarono nella stanza buia, qualcuno trovò una lanterna e la accese.
Mai esitò sulla soglia dell'entrata.
All'improvviso aveva perso tutta la sicurezza accumulata in quei giorni ed avuta fino a quel momento.
Aveva paura.
Paura di scoprire qualcosa che avrebbe completamente stravolto ogni sua certezza, paura che avrebbe messo in discussione ciò che credeva di sapere sui suoi genitori.
Era terrorizzata dall'idea di scoprire che i genitori che tanto amava in realtà non fossero le persone che aveva sempre creduto che fossero.
Ma sentiva anche il bisogno impellente di sapere la verità.
Aveva passato tutti i suoi 16 anni nell'illusione di conoscere sua madre e suo padre meglio di chiunque altro e, invece, si era rivelato essere l'esatto contrario.
Voleva sapere cosa le tenevano nascosto, cosa gli aveva spinti a sacrificare la loro vita al posto di occuparsi della loro stessa figlia.
Cos'era così importante da non poter dire da farsi assassinare e abbandonare una ragazzina di 13 anni?
Nonostante la sua determinazione, il terrore la teneva inchiodata dov'era, incapace di muovere un muscolo.
Mentre gli altri si guardavano intorno cercando qualsiasi cosa potesse aiutarli e facendo qualche commento ogni tanto, Naru si voltò verso di lei ed incrociò il suo sguardo poi fece una cosa che nessuno dei due si sarebbe mai aspettato.
Si avvicinò a lei e, con una gentilezza che Mai non gli aveva mai sentito, disse facendo sì che fosse l'unica a sentirlo
- Ti va di fare due passi? -
La castana lo guardò stranita e annuì senza riuscire a pronunciare una parola, grata, in qualche modo, che il momento in cui il suo mondo sarebbe cambiato, subisse qualche minuto di ritardo.
I due si allontanarono.
Dentro la stanza semi buia Lin, che aveva osservato la scena senza farsi notare, sorrise.
 
 
Uscirono dalla casa, trovando una brezza leggera ad accarezzare i loro volti.
Mai prese un respiro profondo, l'odore di quel posto non era cambiato.
Odorava di natura pura e selvaggia.
Da piccola adorava quell'odore, sapeva di libertà.
Ricordava ancora quando correva sui prati di quella collina a piedi nudi.
La sensazione dell'erba morbida e fresca sotto di sé sembrava quella di un sogno.
Non aveva neanche 10 anni allora.
Sorrise al ricordo.
Naru la osservava, in silenzio.
Sembrava stare meglio, ma lui era inquieto.
Aveva la sensazione che avrebbe potuto rompersi da un momento all'altro, ma a pensarci bene quell'impressione gliela dava anche prima dell'inizio dell'ultimo caso.
- Ho paura – disse lei all'improvviso distogliendolo dai suoi pensieri.
Stavano camminando vicino ad un laghetto e la loro immagine veniva riflessa sull'acqua dai raggi del sole.
Si fermò.
La ragazza fece qualche passo avanti poi si voltò a guardarlo.
- Sono venuta fin qui con l'intenzione di scoprire cos'è che mi hanno tenuto nascosto – disse cominciando a rispondere alla tacita domanda che aveva letto negli occhi del ragazzo.
- Non importa quale sia il prezzo da pagare, voglio saperlo. Ne ho il diritto. -
Rabbia e frustrazione trapelavano dalla sua voce.
Naru non la interruppe.
- Non riesco proprio a immaginare cosa potesse esserci di così importante da portarmeli via. Da quando mi sono risvegliata all'ospedale, fino a prima di scoprire la stanza nello studio di papà, non mi sono fermata a riflettere sulle conseguenze. Neanche una volta. Nonostante Lin-san ieri in ufficio abbia cercato di dissuadermi e di farmi ragionare. Non mi importa se cambierà il mio modo di vedere le cose, io ho bisogno di sapere la verità. Ne sono convinta. - si interruppe un istante.
Il ragazzo, continuando a guardarla, attese in silenzio che riprendesse.
- Ma quando abbiamo aperto quella stanza, mi sono pietrificata. Mi sono trovata faccia a faccia con la possibilità concreta di avere tutte le risposte che sto cercando e ho avuto paura. Paura di stravolgere tutto ciò in cui ho creduto fino ad adesso. -
Un sorriso amaro le nacque sulle labbra
-  In fondo sono ancora una bambina – sussurrò
- Tutti fanno i conti con il proprio passato, prima o poi, e lo superano. Io non riesco neanche a non essere terrorizzata all'idea di scoprire il mio -
Quando fu sicuro che la ragazza avesse finito di parlare, si avvicinò a lei e le mise le mani sulle spalle.
Attese che Mai alzasse il volto per guardarlo negli occhi, poi parlò.
- Hai ragione, tutti fanno i conti con il proprio passato, ma non tutti devono affrontare un passato pieno di domande e incertezze. Non tutti devono mettere in discussione tutto ciò che pensano di sapere e, non tutti hanno perso i genitori a soli 13 anni -
Sapeva che quel ricordo la faceva soffrire, e lo faceva star male l'idea di doverlo tirare fuori, ma doveva farle capire che non doveva vergognarsi di avere paura, perchè era del tutto lecito.
Il tono di Naru attutì un po' il dolore che l'impatto di quelle parole provocò nella castana.
Continuò a guardarlo dritto negli occhi, ascoltandolo.
- Mai, tu hai una forza e una volontà d'animo che non credo di aver mai visto in nessun altro. Puoi ottenere tutto ciò che vuoi. Sono sicuro che, se  sei certa della tua scelta, riuscire ad affrontarla e superarla nel migliore dei modi. Ma la scelta è solo tua, puoi continuare la ricerca e scoprire ciò che più ti spaventa, mettendo così in discussione tutta la tua vita, oppure decidere che è troppo da sopportare e tirarti indietro. Nessuno può biasimarti, perchè nessuno ha avuto a che fare con le domande che ti stai ponendo tu adesso. Qualsiasi cosa tu decida ricorda che non sarai sola. -
Mai lo guardò sbalordita, da chiunque si sarebbe aspettate un discorso del genere.
Chiunque tranne che da lui.
D'impulso, senza averlo premeditato, senza poterlo impedire, lo abbracciò.
Naru rimase spiazzato.
La castana si strinse a lui come ad un ancora di salvezza, con gli occhi che le si riempirono di lacrime che a stento riuscì a trattenere.
Dopo qualche secondo che parve essere un'eternità, si allontanò da lui.
- Grazie – disse tornando a guardarlo negli occhi.
Si incamminò nuovamente verso quella che una volta era stata la sua casa, sicura di quella che sarebbe stata la sua scelta.
Naru la seguì con lo sguardo senza accorgersi che stava sorridendo.
Un sorriso vero e dolce.

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Angolo autrice:
Eccomi con un altro capitolo! Forse qui ho reso Naru un po' troppo sdolcinato, il che va contro ogni logica fatta nei precedenti capitoli, ma diciamo che si è lasciato trasportare un po' da Mai =) Beh spero che comunque il capitolo vi piaccia
rafxsulfusxsempre: Beh diciamo che pensare a scheletri e cadeveri forse è un po' troppo, lo ammetto =) O forse solo troppo presto...vedremo XD Alcune cose non le ho ancora decise e ti confesserò che questa l'unica storia per la quale ancora non mi sono fatta un'idea del finale!!! è tutta una sorpresa =)
Grazie a tutti quelli che mi seguono.
Al prossimo capitolo
_Yozora_
  
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