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Autore: BVBarmy    04/12/2013    2 recensioni
Il sin-eater è una creatura malvagia, assetata di anime. Nel folklore sono definiti anche "mangiatori di peccati". Ivory ha un segreto, il peggiore per un sin-eater. Il suo segreto la farà bandire dall'inferno e, condannata ad una vita umana, incontrerà il devil hunter Dante. Parte del segreto di Ivory coinvolge Vergil, gemello di Dante, che tornerà sulla terra a cercarla. Ivory sarà divisa in due. Chi avrà il cuore della sin-eater?
Genere: Sentimentale, Sovrannaturale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het | Personaggi: Dante, Lady, Mundus , Trish, Vergil
Note: Lime, OOC | Avvertimenti: Triangolo
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Dante.
- E io…sono più che felice che tu sia entrata nella mia vita. – era la verità.
Avevo ascoltato il suo racconto attentamente e non riuscivo a trovare alcun motivo per avercela con lei.
Ucciderla sarebbe stato come condannare un soldato per i crimine del suo generale, del tutto ingiusto.
- Non vuoi uccidermi? – chiese lei, scrutandomi negli occhi alla ricerca di qualcosa.
- No. – risposi. Strinsi di più la sua mano contro il mio viso. Chiusi gli occhi, assaporando la sensazione piacevole delle sue leggere carezze.
In un certo senso, capivo da dove provenisse la sua purezza e la sua ingenuità.
Anche se nata demone, non ne portava gran chè segno.
- Ivory, ti sei condannata da sola. Suppongo che anche Vergil non ce l’abbia mai avuta con te per questo. Né io, né lui abbiamo avuto voce in capitolo. Ti sei costruita la tua versione della storia e basta. – volevo che capisse quanto avesse sbagliato nel giudicarsi un’ assassina.
- Dante, tu non sai le vite che ho ucciso, le anime di cui mi sono cibata  - i suoi occhi erano spaventati, persi in qualche ricordo lontano.
Fece per indietreggiare, per allontanarsi da me ma la presi per le spalle.
- Ivory, stammi a sentire una buona volta. Chiunque tu abbia ucciso non l’hai scelto tu. Eri una pedina. Da quando ti conosco, non ho mai visto niente di malvagio in te. Anche quando hai cercato di entrare nella mia mente, l’hai fatto solo per proteggerci. Tu sei buona, e niente di quello che tu dirai mi farà cambiare idea. – i suoi occhi si spalancavano ad ogni mia parola. Era del tutto sorpresa.
Non si aspettava certo tutta queste lodi da parte mia, dopo la sua confessione.
La guardai negli occhi. Da sorpresa era passata a pensierosa.
- Spero che il messaggio sia stato recepito. – le scompiglia i capelli e iniziai a girare per il piccolo abitacolo.
Sudicia, come me la ricordavo.
Ivory si era rannicchiata sul divano.
Andai al piano di sopra a controllare.
Il pavimento era costellato di buchi, niente mobili. Nulla di interessante, non era ciò che cercavo.
Salii ancora e, ben nascosta dal disegno delle assi del soffitto, trovai la botola del sottotetto.
Solo un occhio molto attento avrebbe potuto individuarla, non sicuramente l’occhio di un demone inferiore. Aprii la botola e cacciai la testa dentro.
Era rimasto tutto come l’avevo lasciato: un materasso con delle coperte e una piccola stufa a gasolio.
Era un piccolo rifugio di emergenza che avevo utilizzato solo in rare occasioni.
Tornai di sotto. Ivory era ancora sul divano.
La vidi finalmente sorridere.
 
Ivory.
Ero rimasta scioccata, positivamente, dalle parole di Dante.
Non c’era rancore, non c’era più odio ma un sensazione bellissima: il perdono.
Forse da quel giorno avrei potuto iniziare a perdonare me stessa.
Sorrisi da sola.
- Ivory. – mi chiamò Dante.
Mi voltai verso al sua voce. Era proprio accanto al divano.
Chissà da quanto tempo mi stava osservando.
Lui mi porse la sua mano, che afferrai. Con gentilezza, mi fece alzare e mi guidò su per le scale.
Arrivammo alla fine delle scale. Mi guardai intorno interrogativa.
Voleva forse dirmi che avremmo dovuto dormire nelle scale?
Lo guardai con aria interrogativa e lui di rimando scosse la testa ridacchiando.
Tese il braccio e aprì un passaggio sul soffitto.
- Prima le signore. – mi disse. Aiutandomi, mi diede una spinta per salire.
Il passaggio era l’entrate del piccolo sottotetto.
Un materasso e una stufa erano gli unici arredamenti.
Mi trascinai fino al materasso e mi ci buttai sopra.
Osservai Dante richiudere attentamente la botola.
- Per stanotte staremo qui. Domani ti porto da Lady e io sistemerò questa faccenda. – disse lui, osservando la botola chiusa.
- Dove mi porteresti tu scusa? – chiesi accigliata, tirandomi su di scatto.
- Da Lady. Niente storie, dolcezza. Si fa come dico io. – Dante si spostò davanti a me, braccia conserte per lasciarmi intendere che lui aveva già preso la sua decisione.
Mi voltai sul materasso, infuriata,  dandogli la schiena.
- Non sono il tuo cucciolo domestico. – risposi.
Non l’avrei mai lasciato andare da solo, io dovevo proteggerlo e salvare Ver.
Sentii il materasso dietro la mia schiena sprofondare leggermente, segno che Dante si era seduto.
Poi una morbida carezza mi coprì il corpo: Dante mi aveva coperto con una spessa coperta.
Sentii il suo respiro vicino all’orecchio.
- Lo so che non sei il mio animaletto. Devo proteggerti però. – quel sussurro e quella vicinanza mi fecero avvertire un forte caldo sul viso.
- Dante, potresti…ehm…- iniziai a balbettare.
Sembrava come se nulla fosse cambiato dalla prima volta che mi si era fatto così vicino.
Con fare delicato, lui mi voltò e mi trovai il suo viso a pochi centimetri dal mio, le sue mani che affondavano all’altezza delle mie spalle nel materasso.
I miei occhi si ritrovarono incatenati ai suoi, ametista e ghiaccio fusi insieme.
Sulle sue labbra si dipinse un mezzo sorriso. Quelle labbra erano lì, ad un passo dalle mie.
Raccolsi tutto il mio coraggio, lo afferrai per la giacca e lo tirai più vicino a me.
 
 
Dante.
Ivory era lì, rossa sul viso, il respiro accelerato, il cuore che batteva all’impazzata.
Non avrei più resistito, volevo prendermi ciò che desideravo dalla prima volta che mi ero avvicinato a lei.
La feci voltare. Il suo viso era leggermente arrossato, gli occhi viola spalancati, le labbra leggermente schiuse e il tutto circondato dai suoi capelli rossi e neri.
Era uno spettacolo guardarla.
Quegli occhi viola come l’ametista mi erano entrati nel cuore ancor prima che io me ne potessi rendere conto. Sorrisi a quel pensiero.
Poi, successe in un attimo.
Le mani di Ivory si attaccarono alla mia giacca e mi trascinarono vicino alle sue labbra rosee.
Lo scontro delle nostre labbra fu irruente. Un bacio famelico, pieno di desiderio represso.
Dentro il mio petto, sembrò che il mio cuore stesse esplodendo.
Sentii le mani di lei scivolare dal bavero della giacca sulle spalle, poi sul collo fino a stringersi nei miei capelli.
Strinsi le mia braccia attorno al suo piccolo corpo.
Le nostre labbra si mescolavano ma io desideravo di più.
Tentai di addolcire il bacio, rendendolo più lento e dolce. Non appena però le passai la lingua sulle labbra e lei le dischiuse per lasciarmi “giocare” con la sua di lingua, fu una totale tempesta di fuoco.
Sembrò un bacio di secoli e non di una manciata di minuti, ma non volevo finisse.
Ivory però, con grazia, si allontanò e si avvicino al mio orecchio.
Sentii che aveva il fiato corto.
- Io vengo con te. -
  
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