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Autore: Scarlet Jaeger    04/12/2013    1 recensioni
Ci fu un tempo in cui un Saint di Atena mi condannò al sonno eterno; ma non tutte le cose sono fatte per durare, e non si può sconfiggere né uccidere un Dio. Perché io sono un Dio.
Sono tornato dalla mia prigionia, ed adesso mi prenderò la mia vendetta.
Sarò di nuovo spettatore del mio siparietto, dietro le quinte di una nuova guerra. Sarò io a manovrare le mie marionette.
Preparati Saint dei Gemelli, verrò a reclamare la tua caduta, perché il mio nome è...
Yoma di Mephistopheles.
Genere: Generale, Guerra, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Nessuna, Het | Personaggi: Altri, Gemini Kanon, Gemini Saga, Nuovo Personaggio, Un po' tutti
Note: OOC, What if? | Avvertimenti: nessuno
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Heart Of Courage



Capitolo 4




<< Owl >>
La voce sospirata di Pope Shion arrivò alle sue orecchie come una supplica e costrinse la piccola a guardarlo negli occhi. I suoi erano lucidi per le lacrime trattenute, mentre il volto leggermente impassibile del Sacerdote lasciava trasparire segni evidenti di dissenso.
<< Nobile Shion. >> Provò a salutarlo con voce flebile, abbassando di nuovo lo sguardo verso il basso, colpita nell'orgoglio. Aveva sempre cercato di non dare dispiaceri al Sacerdote, nonostante trascorreva le sue giornate a trasgredire regole e quindi dando involontariamente dispiaceri alla massima autorità del Tempio.
Ovviamente, Owl non era così frivola, era solamente guidata dalla sua giovanile inesperienza, dettata dalla sua tenera età. Quello il Sacerdote lo sapeva e per questo non voleva portare la piccola sul campo di battaglia; preferiva averla con sé fino a che il Cosmo di Atena non si fosse manifestato, solo allora il destino della piccola sarebbe entrato in gioco. Solo allora, avrebbe dovuto abbandonare il suo essere donna, per divenire una guerriera al servizio di Atena, differentemente però da tutte le altre Sacerdotesse del Tempio. A lei sarebbe spettato qualcosa di diverso, ma non era ancora giunto il tempo. Non in quel modo, non quando lei ancora non poteva capire. Tuttavia, la piccola Owl scalpitava nell'animo. Era incontrollabile ed impaziente, e proprio per quello continuava a mettersi nei guai, dando altrettanta pena al Pope a cui stava particolarmente a cuore.
Da quando era nata, si era preso cura di lei insegnandole il rispetto e le buone maniere. Aveva posto la sua vita nelle mani delle ancelle quando lui, per i suoi doveri verso il Tempio, non poteva starle accanto. Lei gli si era affezionata, non avendo i genitori era l'unica persona che le mostrava amore e tenerezza, insieme alle servitrici. Però, crescendo, Owl sentiva il bisogno di evadere, di prendere parte nel mondo, osservando come i suoi coetanei già sapevano bene cosa farne della loro vita; sia uomini, che donne.
Il Tempio era popolato da cadetti di ogni età, anche più piccoli di lei, già in procinto di diventare qualcuno, allenandosi serratamente e con devozione di giorno in giorno, fino a quando non averebbero terminato il loro apprendistato ed avessero potuto vestire una Cloth.
E lei? Di lei cosa ne sarebbe stato?
A questo pensava Owl, ogni volta che osservava di nascosto gli allenamenti dei due gemelli Kanon e Saga, o quando, insieme al nuovo amichetto Aiolia, assisteva agli allenamenti del fratello maggiore di quest'ultimo.
Anche Aiolia, nonostante la tenera età, sembrava determinato a voler prendere le veci di suo fratello, convinto a divenire uno dei Saint più fidati nel Tempio.
Tutte quelle domande continuava a porsi, mentre sentiva lo sguardo del Pope ancora su di sé. Non riusciva neanche a parlare, o scusarsi con lui, visto che doveva essere stato avvertito del suo incidente per raggiungere così in fretta l'infermeria dove era stata condotta dai gemelli.
Il dolore alla mano andava via via scemando dopo la medicazione, ma la ferita più grande la portava nel cuore. Il silenzio di Shion, era peggio di una sgridata.
<< Non dici nulla, Owl? >> L'amorevole voce di Shion la colpì dritta al cuore, che sembrava si fosse mosso con un balzo dal suo petto.
La bambina continuava a tenere la testa abbassata, con le lacrime in procinto di scendere. Il bruciore agli occhi, così famigliare quando si sentiva colpita, la stava avvertendo che stavano per rompere gli argini. Nonostante quello stato d'animo, di fronte a lui voleva farsi vedere fiera, altrimenti, pensò, non le avrebbe mai accordato il permesso di allenarsi per divenire qualcuno.
<< È stato solo un graffio. >> Azzardò lei, con voce titubante, provando a posare il suo sguardo sul volto dell'uomo, che sospirò come il suo solito alla vista dei suoi occhi.
<< Piccola Owl.. >> Continuò Shion, portando la sua grande mano fra i capelli della piccola, con un gesto affettuoso che lei ricordava appena.
Non era più capitato che il Pope stringesse così tanto la distanza fra loro come in quei giorni; da anni non le accarezzava i capelli o le dava un buffetto sulle guance. Per lui stava crescendo, ma nonostante quello, Owl richiedeva le attenzioni paterne dell'uomo visto che ne sentiva la mancanza per non averlo mai conosciuto. Anche lei si stava rendendo conto di diventare più grande di giorno in giorno. Le vesti piano piano non le stavano più, e le ancelle rimediavano cucendo i buchi o i tagli provocati dalla seta troppo stretta in vita, oppure sostituendole con una taglia più grande. Le maniche dei vestiti le lasciavano fuori i polsi e le gonne troppo corte lasciavano intravedere le caviglie.
Gli anni trascorrevano ed il Sacerdote se ne rendeva conto. Lui era sempre stato un pilastro, ma le rughe sul suo viso erano più marcate di anno in anno, nonostante l'avvenenza del suo aspetto era rimasta immutata per due secoli.
Avrebbe atteso altri anni, vedendo crescere ancora quella piccola figlioccia quale per lui era? Si era ripromesso di tenerla al sicuro da scottanti rivelazioni, ma adesso Owl era come una miccia accesa in procinto di scoppiare. Non riusciva a tenerla a freno neanche lui; stava diventando irrequieta e si addossava tutte le colpe.
<< Se detto delle regole, e voglio che siano rispettate, è sempre per una ragione. Ho sempre cercato di tenerti al sicuro, proprio per evitare questo.. >> Continuò a parlare con autorità, addolcendo la voce per non sembrare troppo rude. Non c'era bisogno con lei che assimilava tutto, magari non prendendolo in considerazione dopo, ma ascoltava sempre in silenzio.
<< È solo un graffio. >>
Owl cercò di nascondere la fasciatura dietro la schiena, ma servì solo a far sospirare di nuovo Shion, che addolcì di nuovo l'espressione rendendo le rughe del suo viso meno tirate.
<< Non conta che sia un graffio o una profonda ferita, piccola, ma è il gesto che ti ha indotto a farlo. Magari questa volta te la sei cavata con un po' di pomata, ma la prossima volta? Non voglio vederti piena di graffi e lividi o che ti reggi in piedi a mala pena. Arriverà il tuo momento, questo te lo assicuro, ma non ora. È troppo presto, lo capisci? >>
Shion poggiò istintivamente le mani sulle spalle della piccola, che si irrigidì appena sotto il suo tocco. Le grandi mani del Sacerdote, era fin troppo grosse per la sua gracile figura.
Era in fase della crescita, e magari piano piano il suo fisico si sarebbe irrobustito, ma all'età di dieci anni, Owl sembrava una ragazzina qualunque. Perfino Aiolia, molto più piccolo di lei, sembrava avere più massa muscolare.
Tuttavia, dopo la “ramanzina” dell'autorità massima del Tempio, la bambina alzò di nuovo gli occhi, precedentemente abbassati colpevolmente, su Shion, che la guardava con un piccolo sorriso amorevole stampato sul volto.
Non voleva essere duro con lei, come con nessun altro. Preferiva parlare faccia a faccia con i suoi Saint oppure i suoi Cadetti, cercando di far capire le sue priorità.
Owl annuì temeraria, trattenendo il respiro per evitare di parlare. Tante domande avrebbe voluto porre al Pope; troppi pensieri soppressi e troppe suppliche a cui avrebbe voluto dar sfogo. Tuttavia restò in silenzio, mandando giù tanti bocconi amari. Cercò in ogni modo di credere alle sue parole, perché sapeva essere giuste, ma il suo spirito ribelle la portava spesso a comportarsi nelle maniere più sconsiderate che conosceva. Era fatta così, e Shion lo sapeva. Proprio per questo, avrebbe voluto aspettare per insegnarle a convivere col suo destino. Non era pronta, non così piccola.
<< Non cercherai mai più di metterti nei guai, vero? Non cercherai più di farmi preoccupare? >>
Le parole del Grande Sacerdote risuonarono alle orecchie della bambina quasi come una supplica, ma lei sapeva che, infondo al suo animo, non avrebbe potuto dargli la certezza; nonostante tutto però, gracchiò con la gola secca un triste “no” che, alle sue orecchie, suonò come una profonda bugia. Chissà se anche Shion se ne era accorto.
La guardò per un lungo istante negli occhi, come se volesse mettere a nudo il suo più profondo animo, corrucciando le rughe della fronte che, alla luce di quella stanza, sembravano più marcate del solito.
Gli occhi profondi di Shion continuavano a guardare dritti nei suoi color nocciola, che luccicavano e tremavano al tempo stesso, ma cercò di ricordare a sé stessa di essere forte, come lo erano stati tutti i Cadetti sotto i colpi inferti dai loro maestri. Ovviamente, non era un paragone possibile, perché Shion non stava infierendo su di lei, ma i suoi occhi supplichevoli della sua parola, erano peggio di una qualsiasi mano levata sulla sua persona.
Dopo un profondo respiro del Sacerdote, che tornò alla sua posizione autoritaria, spostando le mani dalle spalle di Owl con una piccola carezza, la lasciò libera di andare. La ferita non era così grave da costringerla a letto e sentiva, dall'alto della sua esperienza, che la bambina aveva un animo talmente libero che tenerla segregata nel tredicesimo Tempio era un grosso errore. Sperò inoltre che la lezione le fosse servita in qualche modo e di non doverla richiamare tanto spesso come in quel periodo.
Con un leggero inchino, una volta scesa dal letto dove era stata adagiata dai gemelli, fece frusciare la veste tenendola con le mani e dopo un cenno di assenso da parte di Shion, lasciò correndo la stanza.
Aveva bisogno di aria fresca e c'era solo un luogo dove avrebbe voluto andare. Voleva a tutti costi rivedere i due ragazzini che aveva incontrato poco prima, coloro che l'avevano accompagnata in infermeria e che, con molta probabilità, avevano riferito tutto al Sacerdote. Nonostante quel piccolo particolare, non era in collera o infastidita per quello, voleva semplicemente ringraziarli e, se quello voleva dire spiarli, era disposta a farlo, così che tutte le suppliche del Pope sarebbero state di nuovo parole al vento.


Intanto, nell'infermeria del Tredicesimo Tempio, Shion continuava a sospirare osservando la porta da dove, poco prima, era uscita Owl. Sorrideva però, infondo gli sembrava come se stesse rimproverando e dando consigli ad una figlia. Tutti i Cadetti avevano un maestro sul quale contare; un uomo saggio che insegnava loro non solo a combattere, ma anche le regole fondamentali dei Saint, tra cui lo spirito di amicizia e lealtà, doti fondamentali nei guerrieri del Grande Tempio. Ad Owl, non essendo una Cadetta, insegnava quei principi lui stesso, rendendolo fiero. In quei momenti ripensava al suo apprendistato nel Jamir, quando lui stesso era un Cadetto ed apprendeva insegnamenti dall'ormai defunto maestro Hakurei. Quanto tempo aveva passato ad ammirarlo, ed in quel momento, guardandosi allo specchio, la sua immagine gli ricordava proprio lui ed il gemello Sage, suo predecessore.
Tanti ricordi gli appesantivano il cuore, ma nonostante quello mai una lacrima aveva lasciato che solcasse il suo viso, perché voleva essere forte come quelle mura. Non farsi mai trovare impreparato. Tuttavia, non poteva che essere pensieroso per la sua “allieva”.
<< Vedrà, nobile Shion, col tempo diverrà più docile. È in una fase complicata della crescita. >>
La voce di un'infermiera riecheggiò nella stanza silenziosa, rompendo il surreale silenzio che si era venuto a creare dopo che Owl l'aveva lasciato solo con i suoi pensieri.
Accennò un lieve inchino all'autorità con un sorriso, che Shion contraccambiò benevolmente.
<< Ne sono sicuro. È una bambina intelligente, dopotutto. Non mi aspetto certo che dia ascolto a tutte le mie parole, come potrebbe farlo in un momento come questo. Spero solo non si metta nei guai ulteriormente. Anche io, un tempo, ero come lei. L'animo dei bambini è sempre tormentato di domande, specialmente il suo, in mancanza di due persone importanti come i genitori. Tuttavia, noi tutti Saint abbiamo imparato a vivere senza, mandati ad apprendere tecniche feroci per la guerra. >> Sospirò. << Lei che, per il momento, ha la possibilità di vivere una vita normale, sembra non volerla. >> Ridacchiò, quasi lo trovasse strano. Dopotutto, anche lui avrebbe voluto una vita normale, anche se dentro di sé, non si sentiva normale neanche da piccolo, come se già avesse capito di essere speciale dai primi vagiti.
<< Ricordo ancora il momento in cui venne al mondo. >> Sorrise la donna e Shion, al ricordo della piccola avvolta fra bianche lenzuola, quasi si commosse.
I genitori erano stati nobili Saint a difesa del Tempio, e con stessa nobiltà erano venuti a mancare. Aveva fatto una promessa Shion, la notte in cui la donna morì, e intendeva portarla a termine. Dall'alto dello Star Hill, dove il Sacerdote leggeva le stelle ed il fato di tutti, aveva compreso il destino di Owl e di tutti i suoi Saint. Gravi erano le sue mansioni, ma nonostante quello le portava avanti con onore. Lo doveva ad Atena, a Sasha, che rischiò la sua giovane vita per salvarne altre. Per la sua, per quella di Dohko ed i giovani Saint in procinto di svilupparsi, per ricreare il Tempio che ora si ergeva tutto intorno a loro, con le solite bianche pietre che lo contraddistinguevano nei secoli.
Shion era fiero di quello che aveva creato.




Owl se ne andava girovagando per il Tempio senza una vera e propria meta. Non si rendeva conto di dove andava perché aveva la mente pensierosa dall'incontro con Shion. Ripensava alle sue parole e quella volta sembrava averle davvero prese in considerazione, differentemente da come faceva di solito. In genere si limitava ad annuire, ogni qualvolta che il Sacerdote la rimproverava o continuava a ripetere che, il suo destino, per quel momento doveva rimanere top secret.
Un lieve sospiro si fece spazio sulle sue labbra quando, stanca di rimanere senza meta, si adagiò seduta sotto un grande e secolare albero, almeno così le sembrava e, con suo grande stupore, si rese conto che era lo stesso albero che aveva provato a prendere a pugni, laddove aveva “conosciuto” Kanon e Saga.
Ripensò proprio a loro, seduta con le gambe strette al petto, come una timida bambina troppo esposta a rischi. Quasi non si riconosceva neanche lei, ma le parole di Shion le avevano finalmente toccato l'animo. Aveva una gran voglia di far vedere a tutti quanto valeva, ma la bianca fasciatura che stringeva sulla sua mano, le ricordava incessantemente il suo fallimento.
Se avesse avuto anche lei un maestro, ed avesse avuto modo di allenarsi, era sicura che non sarebbe stata inferiore a nessuno nel Tempio.
Quella consapevolezza, scemò pian piano quando gli occhi, per tutte le emozioni represse, iniziarono a bruciarle.
Non fece però in tempo a lasciar cadere una sola lacrima perché, risoluta nel sentire dei passi andare verso di lei, fece appello a tutto il suo autocontrollo per non piangere.
Con la testa nascosta fra le gambe, aspettò che la persona in questione se ne andasse; invece questa arrestò i passi di fronte a lei ed una voce famigliare, ma stranamente tenera al contempo, parlò.
<< Ma guarda chi c'è! >>
Owl alzò leggermente il capo con espressione infastidita, che cambiò totalmente diventando meravigliata, quando notò Kanon piegare le ginocchia per abbassarsi al suo livello, che era seduta a terra. Da quella posizione potevano guardarsi negli occhi; le iridi smeraldine di lui, si potevano specchiare in quelle lucide dalle lacrime represse di lei.
Rimase in silenzio per qualche secondo, utilizzandolo il più possibile per mandare giù bocconi amari e riuscire a parlare senza arrochire la voce o senza che una sola goccia cadesse giù dalle ciglia. Tirò su col naso e rilassò i muscoli prima di parlare.
<< Che ci fai qua? >> Chiese, passando tranquillamente sugli occhi il palmo della mano ferita, in modo che la fasciatura asciugasse il più possibile l'umidità dai suoi occhi e li lasciasse penetranti come al solito.
Kanon però si lasciò cadere stancamente a terra, alzando una leggera polvere. Non se ne curò molto, visto il suo aspetto trasandato e lercio. Sembrava aver appena concluso il suo allenamento. Le ferite aperte erano disseminate sul torace, rendendole visibili dagli squarci della maglietta che non aveva più un determinato colore, visto che il sangue e la polvere stavano coprendo quelle che sembrava un leggero azzurro.
Il bambino aspettò un lungo istante prima di parlare, portando gli occhi al cielo e sbuffando per la buffa rivelazione che stava per fare. Dal canto suo, Owl trattenne il respiro e si gonfiò aspettando una risposta, che potesse essere almeno plausibile.
<< Ti ho seguita. >> Dichiarò infine, alzando le spalle come se avesse appena fatto la cosa più ovvia del mondo.
Ovviamente, a sentirlo dire con quel tono, Owl si indignò a tal punto da sgranare gli occhi ed aprire la bocca in un gesto del tutto meravigliato.
In genere era lei a seguire le persone nell'ombra. Era lei che spiava gli abitanti del Tempio come un fantasma e non era abituata ad essere seguita a sua volta. Lo trovava immorale, anche se lo faceva lei per prima. Di questa cosa però, sembrava non rendersene conto.
<< Mi hai seguita? >> Gli fece eco, senza distogliere lo sguardo da lui, che ridacchiava divertito dall'espressione della piccola.  
<< E perché mi hai seguita? >> Continuò a chiedere, cercando di tornare seria e capire le intenzioni di quell'enigmatico ragazzino.
<< Avevo paura che facessi di nuovo qualcosa di stupido! >> Rialzò di nuovo le spalle, come se anche quell'affermazione fosse stata la più normale del mondo.
La bambina si gonfiò di nuovo per l'irritazione e fece un'espressione tale da far ridere di gusto Kanon, che finì disteso per terra a ridere come un matto.
<< Sei proprio buffa! >> Dichiarò con le lacrime agli occhi mentre lei, addossata alla corteccia dell'albero, non lo trovava così divertente. Distolse lo sguardo da lui e si impettì portando le braccia conserte al petto, aspettando che lui finisse la sceneggiata.
<< Lo trovi divertente? >> Chiese infine, quando Kanon si issò di nuovo sulle braccia, appuntellandosi sui gomiti per poterla guardare direttamente in volto.
<< Non volevo che ti suonasse come un offesa. Era un complimento. Non capita tutti i giorni di imbattersi in una persona come te. Qua tutti pensano a combattere per la guerra, ma non tutti riescono a stare al passo dei loro maestri, desiderando quasi di scappare e chiedendo pietà ai loro mentori. Ovviamente, non è il mio caso, ma tu invece vorresti volontariamente combattere per diventare una Saint. Non lo trovi buffo? Sei arrivata addirittura a farti male ad una mano, pur di far vedere quanto vali. >> Sorrise, cambiando totalmente espressione. Dal ragazzino divertito e scorbutico, adesso era diventato serio ed inquisitore, tanto da attrarre le attenzioni di Owl che non seppe davvero come rispondere. Abbassò lo sguardo verso il suolo, non sapendo più come ribattere.
<< Io...Io mi sento così diversa dagli voi altri. So che i vostri allenamenti sono duri ed estenuanti, li osservo fin da quando sono piccola. Ho sempre desiderato essere come voi, anche se questo vuol dire rischiare totalmente la vita. Mi affascina sentir parlare del Cosmo e sento che, forse, anche dentro di me possa essercene uno! >> Dichiarò sognante, portando quasi involontariamente i suoi occhi infuocati dalla passione su quelli di Kanon, leggermente interdetti.
<< Sono sicuro che con tutta questa buona volontà potresti diventare un'ottima Saint. >> Dichiarò sincero il ragazzo, ricredendosi subito dopo alla vista di una Owl troppo triste. Quelle parole avevano risvegliato in lei la realtà, quella che Shion tutti i giorni le ripeteva. Il suo destino non era quello di diventare una guerriera; non come tutti gli altri. Ed ogni chiarimento alla verità che aveva il Pope verso di lei, una domanda alquanto silenziosa si levava nei meandri dei suoi pensieri: allora, cosa doveva diventare lei? Sapeva che il suo destino era legato a quello di Atena, ma ne ignorava le cause o i motivi e per questo era sempre alla ricerca della verità e cercava di allenarsi in solitaria, immagazzinando i combattimenti altrui e cercare di ricopiarli, con drammatici finali. Il suo Cosmo non l'aveva aiutata neanche contro un albero, figurarsi contro un nemico. Ma nessuno aveva pensato ad aiutarla a risvegliarlo. Lei però lo sentiva dentro; sopito da qualche parte, il Cosmo la chiamava.
<< Lo spero! >>
Rimasero entrambi in silenzio, troppo occupati a pensare a qualcosa per poter rispondere.
Owl si sentiva così frustrata, ma comunque motivata a portare avanti i suoi piani da sola, non volendo coinvolgere nessuno, tanto mano Kanon, che sembrava troppo vige alle regole per fare qualcosa che andasse contro il proprio maestro o il Sacerdote stesso.
Il ragazzo invece non sapeva più come prendere la bambina dalle sfaccettature così misteriose, quasi più misteriosa di lui. Si sentiva avvantaggiato su di lei, ma mai superiore, e sentiva che quel vantaggio la faceva stare male. Sapeva quanto ci tenesse ad essere trattata come lui, ad avere un insegnamento degno di un Saint, invece era trattata solo come la bambina che era; una bambina di dici anni, senza un futuro ben distinto. Ai suoi occhi, risultava molto affascinante. Non che un bambino della loro età potesse capire la differenza fra fascino e quanto altro, ma Kanon non si sbagliava ed era sempre più motivato a conoscerla fino in fondo. E poi, a quanto sembrava, era la pupilla del Grande Sacerdote e Saga sembrava essere attratto da quella strana bambina dai capelli color fuoco e gli occhi da cerbiatta.
Non aveva mai sentito parlare di lei, e questo accentuava il suo interesse.
Rimasero ancora in silenzio a guardare verso il cielo. Anche Kanon si appoggiò alla corazza dell'albero, vicino a lei, mentre la leggera brezza scompigliava le loro chiome.
Owl però, nonostante i piccoli diverbi con quel bambino, non era turbata dalla sua vicinanza. Non le metteva né ansia né la mandava confusione, perché si rendeva conto che era più vulnerabile di lei per certi versi. Era ferito e stremato dopo l'allenamento, ed il dolore non era cosa conosciuta per lei.
Con sua somma meraviglia, e quella di Kanon, parlò con la voce più dolce che riuscì a tirare fuori.
<< Ti fanno male? >> Disse tranquillamente, lasciando che le sue parole fossero pian piano portate via dal vento, non prima di essere udite da Kanon, che riaprì gli occhi precedentemente chiusi per assorbire il calore giornaliero.
Alzò un sopracciglio, non essendo sicuro di aver ben compreso la domanda, quindi chiese un silenzioso “cosa?”, alzando un sopracciglio.
<< Le ferite. Ti fanno molto male? >> Chiese ancora, leggermente preoccupata.
Kanon fece quello che meno si sarebbe aspettata da lui; rise di gusto, quasi irritandola con quelle risa fuori dal comune.
Quando si preparò a cantargliene quattro, gli occhi smeraldini del ragazzo conquistarono i suoi, quasi facendola arrossire.
<< Certo che no... O meglio, un pochino, ma non sono nulla a confronto di quello che la vita mi farà affrontare. Quando diventerò un Saint, avrò a che fare con ferite molti più gravi di queste. Non saranno certo dei piccoli ed insignificanti graffi come questi a fermarmi. Ma se ti impietosisci per alcuni taglietti, non sarai mai degna di essere una Saint! >>
Quelle parole la colpirono nel profondo, costringendola a distogliere lo sguardo da lui, che intanto si era issato in piedi, sovrastandola con la sua altezza.
<< Chi ha paura del dolore, o quello che ne conseguirà; chi si lascia fermare da un misero taglio e chi ha pietà dei nemici, non sarà mai un abile ed astuto guerriero. >>
Parlò con voce ferma, dandole le spalle. I suoi capelli biondi come il grano si agitavano sotto i fruscii del vento, donandogli un'aria venerabile. Owl guardò le possenti spalle del ragazzo, forse troppo muscolose per un bambino della sua età, chiaro segno che non era un ragazzino come gli altri e che era abituato a subire angherie per giuste cause.
Si allontanò di qualche passo, beandosi del silenzio della sua nuova “amica”.
Solo quando si allontanò da Owl, ebbe il coraggio di girarsi e pronunciare quelle parole guardandola in volto. Lei però non lo stava guardando, ma volle comunque provare a dirglielo, in modo che continuasse a pensare anche a quello.
<< Chi si lascia sopraffare dai sentimenti, non è altro che un intralcio! >>
Se ne andò così, a passi calibrati e pesanti, senza più guardarsi indietro, sentendo lo sguardo interrogativo di Owl sulle spalle, che seguiva rapita la sua andatura.


Dal ramo più alto dell'albero sotto cui era seduta la bambina, un uomo vestito con un lucido smoking nero, un cilindro dello stesso colore in testa e con un accenno di barba sul volto tirato da un soddisfatto sorriso, si era gustato divertito la scena.
Scomparve a cavallo di un Pegaso bianco dopo che Kanon uscì di scena, come se fosse un attore che ha appena terminato di recitare la sua parte.
<< Ragazzo mio, hai la stoffa per diventare la grande star della mia opera! >>
La risata dell'uomo riempì l'aria, distogliendo Owl dai suoi pensieri. Si issò in piedi, guardandosi attorno come svegliata da un incubo. Le parole di Kanon l'avevano turbata più di quanto riusciva a credere, ma aveva ragione.
Risoluta e determinata, cercando di imitare quello sguardo selvaggio che notava sempre nel viso del cadetto, liberò la mano ferita dalla candida fasciatura bianca, lasciandola cadere a terra, dove l'abbandonò per compiere il gesto più folle che avesse mai potuto compiere.
Con ancora più determinazione e fuoco negli occhi color nocciola, si lanciò a capofitto contro lo stesso albero che aveva cercato di abbattere e con la stessa mano precedentemente ferita.
Cercò di fare appello a tutta la sua energia, non capendo come fare a liberare il Cosmo. Si appellò solo all'istinto, che non basto ad attutire il colpo.
Un caldo liquido scarmiglio gocciolava dalla sua mano ed aveva sporcato la secolare corteccia dell'albero e la sua bianca veste. La ferita era stata riaperta ed alcune schegge avevano penetrato la pelle.
Faceva male, così male che portò Owl sull'orlo delle lacrime. Ma lei era risoluta e mai e poi mai avrebbe pianto per un simile dolore, quando tutti i Saint del Tempio erano costretti a portare sulla pelle infiniti tagli come quello. Voleva essere forte, come lo era Kanon. Voleva temprare il suo carattere perché somigliasse al suo.
Cosa avrebbe detto Saga?
Con la mano gocciolante di sangue, si diresse verso il Tempio.
Più che Saga, cosa avrebbe detto Shion? Sicuramente non sarebbe stato contento..
Fine capitolo 4

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Colei che scrive:

Salve :3 Ben trovati in questo nuovo capitolo!
Owl inizia a perdere quasi la ragione pur di diventare un Saint, cerchiamo di distoglierla dall'idea o si ammazzerà D: (No, tenera bambina!)
Comunque, come al solito non gliene frega un tubo delle parole del Pope e continua a mettersi nei guai. Tipico di qualunque bambino, no?  
È uscito allo scoperto anche "mister rimescolo-nel-pentolone-e-vediamo-cosa succede-a-questi-esseri-mortali!" (Un bel soprannome, non trovate? xD)
Ma bando alle ciance! È un capitolo abbastanza lungo, uno dei più lungo per i miei standard, quindi mi scuso subito per gli errori, ma purtroppo correggo da sola le mie storie e molte cose mi sfuggono D: Se ne trovate alcuni ditemelo pure, mantenendo le buone maniere :P
Ringrazio infine i lettori, i recensori e chi segue queste vicende ^^
Un bacione
al prossimo capitolo!

  
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