Heart Of Courage
Capitolo 4
<<
Owl >>
La
voce sospirata di Pope Shion arrivò alle sue orecchie come
una
supplica e costrinse la piccola a guardarlo negli occhi. I suoi erano
lucidi per le lacrime trattenute, mentre il volto leggermente
impassibile del Sacerdote lasciava trasparire segni evidenti di
dissenso.
<<
Nobile Shion. >> Provò a salutarlo con voce
flebile,
abbassando di nuovo lo sguardo verso il basso, colpita nell'orgoglio.
Aveva sempre cercato di non dare dispiaceri al Sacerdote, nonostante
trascorreva le sue giornate a trasgredire regole e quindi dando
involontariamente dispiaceri alla massima autorità del
Tempio.
Ovviamente,
Owl non era così frivola, era solamente guidata dalla sua
giovanile
inesperienza, dettata dalla sua tenera età. Quello il
Sacerdote lo
sapeva e per questo non voleva portare la piccola sul campo di
battaglia; preferiva averla con sé fino a che il Cosmo di
Atena non
si fosse manifestato, solo allora il destino della piccola sarebbe
entrato in gioco. Solo allora, avrebbe dovuto abbandonare il suo
essere donna, per divenire una guerriera al servizio di Atena,
differentemente però da tutte le altre Sacerdotesse del
Tempio. A
lei sarebbe spettato qualcosa di diverso, ma non era ancora giunto il
tempo. Non in quel modo, non quando lei ancora non poteva capire.
Tuttavia, la piccola Owl scalpitava nell'animo. Era incontrollabile
ed impaziente, e proprio per quello continuava a mettersi nei guai,
dando altrettanta pena al Pope a cui stava particolarmente a cuore.
Da
quando era nata, si era preso cura di lei insegnandole il rispetto e
le buone maniere. Aveva posto la sua vita nelle mani delle ancelle
quando lui, per i suoi doveri verso il Tempio, non poteva starle
accanto. Lei gli si era affezionata, non avendo i genitori era
l'unica persona che le mostrava amore e tenerezza, insieme alle
servitrici. Però, crescendo, Owl sentiva il bisogno di
evadere, di
prendere parte nel mondo, osservando come i suoi coetanei
già
sapevano bene cosa farne della loro vita; sia uomini, che donne.
Il
Tempio era popolato da cadetti di ogni età, anche
più piccoli di
lei, già in procinto di diventare qualcuno, allenandosi
serratamente
e con devozione di giorno in giorno, fino a quando non averebbero
terminato il loro apprendistato ed avessero potuto vestire una Cloth.
E
lei? Di lei cosa ne sarebbe stato?
A
questo pensava Owl, ogni volta che osservava di nascosto gli
allenamenti dei due gemelli Kanon e Saga, o quando, insieme al nuovo
amichetto Aiolia, assisteva agli allenamenti del fratello maggiore di
quest'ultimo.
Anche
Aiolia, nonostante la tenera età, sembrava determinato a
voler
prendere le veci di suo fratello, convinto a divenire uno dei Saint
più fidati nel Tempio.
Tutte
quelle domande continuava a porsi, mentre sentiva lo sguardo del Pope
ancora su di sé. Non riusciva neanche a parlare, o scusarsi
con lui,
visto che doveva essere stato avvertito del suo incidente per
raggiungere così in fretta l'infermeria dove era stata
condotta dai
gemelli.
Il
dolore alla mano andava via via scemando dopo la medicazione, ma la
ferita più grande la portava nel cuore. Il silenzio di
Shion, era
peggio di una sgridata.
<<
Non dici nulla, Owl? >> L'amorevole voce di Shion la
colpì
dritta al cuore, che sembrava si fosse mosso con un balzo dal suo
petto.
La
bambina continuava a tenere la testa abbassata, con le lacrime in
procinto di scendere. Il bruciore agli occhi, così
famigliare quando
si sentiva colpita, la stava avvertendo che stavano per rompere gli
argini. Nonostante quello stato d'animo, di fronte a lui voleva farsi
vedere fiera, altrimenti, pensò, non le avrebbe mai
accordato il
permesso di allenarsi per divenire qualcuno.
<<
È stato solo un graffio. >> Azzardò
lei, con voce titubante,
provando a posare il suo sguardo sul volto dell'uomo, che
sospirò
come il suo solito alla vista dei suoi occhi.
<<
Piccola Owl.. >> Continuò Shion, portando la
sua grande mano
fra i capelli della piccola, con un gesto affettuoso che lei
ricordava appena.
Non
era più capitato che il Pope stringesse così
tanto la distanza fra
loro come in quei giorni; da anni non le accarezzava i capelli o le
dava un buffetto sulle guance. Per lui stava crescendo, ma nonostante
quello, Owl richiedeva le attenzioni paterne dell'uomo visto che ne
sentiva la mancanza per non averlo mai conosciuto. Anche lei si stava
rendendo conto di diventare più grande di giorno in giorno.
Le vesti
piano piano non le stavano più, e le ancelle rimediavano
cucendo i
buchi o i tagli provocati dalla seta troppo stretta in vita, oppure
sostituendole con una taglia più grande. Le maniche dei
vestiti le
lasciavano fuori i polsi e le gonne troppo corte lasciavano
intravedere le caviglie.
Gli
anni trascorrevano ed il Sacerdote se ne rendeva conto. Lui era
sempre stato un pilastro, ma le rughe sul suo viso erano più
marcate
di anno in anno, nonostante l'avvenenza del suo aspetto era rimasta
immutata per due secoli.
Avrebbe
atteso altri anni, vedendo crescere ancora quella piccola figlioccia
quale per lui era? Si era ripromesso di tenerla al sicuro da
scottanti rivelazioni, ma adesso Owl era come una miccia accesa in
procinto di scoppiare. Non riusciva a tenerla a freno neanche lui;
stava diventando irrequieta e si addossava tutte le colpe.
<<
Se detto delle regole, e voglio che siano rispettate, è
sempre per
una ragione. Ho sempre cercato di tenerti al sicuro, proprio per
evitare questo.. >> Continuò a parlare con
autorità,
addolcendo la voce per non sembrare troppo rude. Non c'era bisogno
con lei che assimilava tutto, magari non prendendolo in
considerazione dopo, ma ascoltava sempre in silenzio.
<<
È solo un graffio. >>
Owl
cercò di nascondere la fasciatura dietro la schiena, ma
servì solo
a far sospirare di nuovo Shion, che addolcì di nuovo
l'espressione
rendendo le rughe del suo viso meno tirate.
<<
Non conta che sia un graffio o una profonda ferita, piccola, ma
è il
gesto che ti ha indotto a farlo. Magari questa volta te la sei cavata
con un po' di pomata, ma la prossima volta? Non voglio vederti piena
di graffi e lividi o che ti reggi in piedi a mala pena.
Arriverà il
tuo momento, questo te lo assicuro, ma non ora. È troppo
presto, lo
capisci? >>
Shion
poggiò istintivamente le mani sulle spalle della piccola,
che si
irrigidì appena sotto il suo tocco. Le grandi mani del
Sacerdote,
era fin troppo grosse per la sua gracile figura.
Era
in fase della crescita, e magari piano piano il suo fisico si sarebbe
irrobustito, ma all'età di dieci anni, Owl sembrava una
ragazzina
qualunque. Perfino Aiolia, molto più piccolo di lei,
sembrava avere
più massa muscolare.
Tuttavia,
dopo la “ramanzina” dell'autorità
massima del Tempio, la bambina
alzò di nuovo gli occhi, precedentemente abbassati
colpevolmente, su
Shion, che la guardava con un piccolo sorriso amorevole stampato sul
volto.
Non
voleva essere duro con lei, come con nessun altro. Preferiva parlare
faccia a faccia con i suoi Saint oppure i suoi Cadetti, cercando di
far capire le sue priorità.
Owl
annuì temeraria, trattenendo il respiro per evitare di
parlare.
Tante domande avrebbe voluto porre al Pope; troppi pensieri soppressi
e troppe suppliche a cui avrebbe voluto dar sfogo. Tuttavia
restò in
silenzio, mandando giù tanti bocconi amari. Cercò
in ogni modo di
credere alle sue parole, perché sapeva essere giuste, ma il
suo
spirito ribelle la portava spesso a comportarsi nelle maniere
più
sconsiderate che conosceva. Era fatta così, e Shion lo
sapeva.
Proprio per questo, avrebbe voluto aspettare per insegnarle a
convivere col suo destino. Non era pronta, non così piccola.
<<
Non cercherai mai più di metterti nei guai, vero? Non
cercherai più
di farmi preoccupare? >>
Le
parole del Grande Sacerdote risuonarono alle orecchie della bambina
quasi come una supplica, ma lei sapeva che, infondo al suo animo, non
avrebbe potuto dargli la certezza; nonostante tutto però,
gracchiò
con la gola secca un triste “no” che, alle sue
orecchie, suonò
come una profonda bugia. Chissà se anche Shion se ne era
accorto.
La
guardò per un lungo istante negli occhi, come se volesse
mettere a
nudo il suo più profondo animo, corrucciando le rughe della
fronte
che, alla luce di quella stanza, sembravano più marcate del
solito.
Gli
occhi profondi di Shion continuavano a guardare dritti nei suoi color
nocciola, che luccicavano e tremavano al tempo stesso, ma
cercò di
ricordare a sé stessa di essere forte, come lo erano stati
tutti i
Cadetti sotto i colpi inferti dai loro maestri. Ovviamente, non era
un paragone possibile, perché Shion non stava infierendo su
di lei,
ma i suoi occhi supplichevoli della sua parola, erano peggio di una
qualsiasi mano levata sulla sua persona.
Dopo
un profondo respiro del Sacerdote, che tornò alla sua
posizione
autoritaria, spostando le mani dalle spalle di Owl con una piccola
carezza, la lasciò libera di andare. La ferita non era
così grave
da costringerla a letto e sentiva, dall'alto della sua esperienza,
che la bambina aveva un animo talmente libero che tenerla segregata
nel tredicesimo Tempio era un grosso errore. Sperò inoltre
che la
lezione le fosse servita in qualche modo e di non doverla richiamare
tanto spesso come in quel periodo.
Con
un leggero inchino, una volta scesa dal letto dove era stata adagiata
dai gemelli, fece frusciare la veste tenendola con le mani e dopo un
cenno di assenso da parte di Shion, lasciò correndo la
stanza.
Aveva
bisogno di aria fresca e c'era solo un luogo dove avrebbe voluto
andare. Voleva a tutti costi rivedere i due ragazzini che aveva
incontrato poco prima, coloro che l'avevano accompagnata in
infermeria e che, con molta probabilità, avevano riferito
tutto al
Sacerdote. Nonostante quel piccolo particolare, non era in collera o
infastidita per quello, voleva semplicemente ringraziarli e, se
quello voleva dire spiarli, era disposta a farlo, così che
tutte le
suppliche del Pope sarebbero state di nuovo parole al vento.
Intanto,
nell'infermeria del Tredicesimo Tempio, Shion continuava a sospirare
osservando la porta da dove, poco prima, era uscita Owl. Sorrideva
però, infondo gli sembrava come se stesse rimproverando e
dando
consigli ad una figlia. Tutti i Cadetti avevano un maestro sul quale
contare; un uomo saggio che insegnava loro non solo a combattere, ma
anche le regole fondamentali dei Saint, tra cui lo spirito di
amicizia e lealtà, doti fondamentali nei guerrieri del
Grande
Tempio. Ad Owl, non essendo una Cadetta, insegnava quei principi lui
stesso, rendendolo fiero. In quei momenti ripensava al suo
apprendistato nel Jamir, quando lui stesso era un Cadetto ed
apprendeva insegnamenti dall'ormai defunto maestro Hakurei. Quanto
tempo aveva passato ad ammirarlo, ed in quel momento, guardandosi
allo specchio, la sua immagine gli ricordava proprio lui ed il
gemello Sage, suo predecessore.
Tanti
ricordi gli appesantivano il cuore, ma nonostante quello mai una
lacrima aveva lasciato che solcasse il suo viso, perché
voleva
essere forte come quelle mura. Non farsi mai trovare impreparato.
Tuttavia, non poteva che essere pensieroso per la sua
“allieva”.
<<
Vedrà, nobile Shion, col tempo diverrà
più docile. È in una fase
complicata della crescita. >>
La
voce di un'infermiera riecheggiò nella stanza silenziosa,
rompendo
il surreale silenzio che si era venuto a creare dopo che Owl l'aveva
lasciato solo con i suoi pensieri.
Accennò
un lieve inchino all'autorità con un sorriso, che Shion
contraccambiò benevolmente.
<<
Ne sono sicuro. È una bambina intelligente, dopotutto. Non
mi
aspetto certo che dia ascolto a tutte le mie parole, come potrebbe
farlo in un momento come questo. Spero solo non si metta nei guai
ulteriormente. Anche io, un tempo, ero come lei. L'animo dei bambini
è sempre tormentato di domande, specialmente il suo, in
mancanza di
due persone importanti come i genitori. Tuttavia, noi tutti Saint
abbiamo imparato a vivere senza, mandati ad apprendere tecniche
feroci per la guerra. >> Sospirò.
<< Lei che, per il
momento, ha la possibilità di vivere una vita normale,
sembra non
volerla. >> Ridacchiò, quasi lo trovasse
strano. Dopotutto,
anche lui avrebbe voluto una vita normale, anche se dentro di
sé,
non si sentiva normale neanche da piccolo, come se già
avesse capito
di essere speciale dai primi vagiti.
<<
Ricordo ancora il momento in cui venne al mondo. >>
Sorrise la
donna e Shion, al ricordo della piccola avvolta fra bianche lenzuola,
quasi si commosse.
I
genitori erano stati nobili Saint a difesa del Tempio, e con stessa
nobiltà erano venuti a mancare. Aveva fatto una promessa
Shion, la
notte in cui la donna morì, e intendeva portarla a termine.
Dall'alto dello Star Hill, dove il Sacerdote leggeva le stelle ed il
fato di tutti, aveva compreso il destino di Owl e di tutti i suoi
Saint. Gravi erano le sue mansioni, ma nonostante quello le portava
avanti con onore. Lo doveva ad Atena, a Sasha, che rischiò
la sua
giovane vita per salvarne altre. Per la sua, per quella di Dohko ed i
giovani Saint in procinto di svilupparsi, per ricreare il Tempio che
ora si ergeva tutto intorno a loro, con le solite bianche pietre che
lo contraddistinguevano nei secoli.
Shion
era fiero di quello che aveva creato.
Owl
se ne andava girovagando per il Tempio senza una vera e propria meta.
Non si rendeva conto di dove andava perché aveva la mente
pensierosa
dall'incontro con Shion. Ripensava alle sue parole e quella volta
sembrava averle davvero prese in considerazione, differentemente da
come faceva di solito. In genere si limitava ad annuire, ogni
qualvolta che il Sacerdote la rimproverava o continuava a ripetere
che, il suo destino, per quel momento doveva rimanere top secret.
Un
lieve sospiro si fece spazio sulle sue labbra quando, stanca di
rimanere senza meta, si adagiò seduta sotto un grande e
secolare
albero, almeno così le sembrava e, con suo grande stupore,
si rese
conto che era lo stesso albero che aveva provato a prendere a pugni,
laddove aveva “conosciuto” Kanon e Saga.
Ripensò
proprio a loro, seduta con le gambe strette al petto, come una timida
bambina troppo esposta a rischi. Quasi non si riconosceva neanche
lei, ma le parole di Shion le avevano finalmente toccato l'animo.
Aveva una gran voglia di far vedere a tutti quanto valeva, ma la
bianca fasciatura che stringeva sulla sua mano, le ricordava
incessantemente il suo fallimento.
Se
avesse avuto anche lei un maestro, ed avesse avuto modo di allenarsi,
era sicura che non sarebbe stata inferiore a nessuno nel Tempio.
Quella
consapevolezza, scemò pian piano quando gli occhi, per tutte
le
emozioni represse, iniziarono a bruciarle.
Non
fece però in tempo a lasciar cadere una sola lacrima
perché,
risoluta nel sentire dei passi andare verso di lei, fece appello a
tutto il suo autocontrollo per non piangere.
Con
la testa nascosta fra le gambe, aspettò che la persona in
questione
se ne andasse; invece questa arrestò i passi di fronte a lei
ed una
voce famigliare, ma stranamente tenera al contempo, parlò.
<<
Ma guarda chi c'è! >>
Owl
alzò leggermente il capo con espressione infastidita, che
cambiò
totalmente diventando meravigliata, quando notò Kanon
piegare le
ginocchia per abbassarsi al suo livello, che era seduta a terra. Da
quella posizione potevano guardarsi negli occhi; le iridi smeraldine
di lui, si potevano specchiare in quelle lucide dalle lacrime
represse di lei.
Rimase
in silenzio per qualche secondo, utilizzandolo il più
possibile per
mandare giù bocconi amari e riuscire a parlare senza
arrochire la
voce o senza che una sola goccia cadesse giù dalle ciglia.
Tirò su
col naso e rilassò i muscoli prima di parlare.
<<
Che ci fai qua? >> Chiese, passando tranquillamente sugli
occhi
il palmo della mano ferita, in modo che la fasciatura asciugasse il
più possibile l'umidità dai suoi occhi e li
lasciasse penetranti
come al solito.
Kanon
però si lasciò cadere stancamente a terra,
alzando una leggera
polvere. Non se ne curò molto, visto il suo aspetto
trasandato e
lercio. Sembrava aver appena concluso il suo allenamento. Le ferite
aperte erano disseminate sul torace, rendendole visibili dagli
squarci della maglietta che non aveva più un determinato
colore,
visto che il sangue e la polvere stavano coprendo quelle che sembrava
un leggero azzurro.
Il
bambino aspettò un lungo istante prima di parlare, portando
gli
occhi al cielo e sbuffando per la buffa rivelazione che stava per
fare. Dal canto suo, Owl trattenne il respiro e si gonfiò
aspettando
una risposta, che potesse essere almeno plausibile.
<<
Ti ho seguita. >> Dichiarò infine, alzando le
spalle come se
avesse appena fatto la cosa più ovvia del mondo.
Ovviamente,
a sentirlo dire con quel tono, Owl si indignò a tal punto da
sgranare gli occhi ed aprire la bocca in un gesto del tutto
meravigliato.
In
genere era lei a seguire le persone nell'ombra. Era lei che spiava
gli abitanti del Tempio come un fantasma e non era abituata ad essere
seguita a sua volta. Lo trovava immorale, anche se lo faceva lei per
prima. Di questa cosa però, sembrava non rendersene conto.
<<
Mi hai seguita? >> Gli fece eco, senza distogliere lo
sguardo
da lui, che ridacchiava divertito dall'espressione della piccola.
<<
E perché mi hai seguita? >>
Continuò a chiedere, cercando di
tornare seria e capire le intenzioni di quell'enigmatico ragazzino.
<<
Avevo paura che facessi di nuovo qualcosa di stupido! >>
Rialzò
di nuovo le spalle, come se anche quell'affermazione fosse stata la
più normale del mondo.
La
bambina si gonfiò di nuovo per l'irritazione e fece
un'espressione
tale da far ridere di gusto Kanon, che finì disteso per
terra a
ridere come un matto.
<<
Sei proprio buffa! >> Dichiarò con le lacrime
agli occhi
mentre lei, addossata alla corteccia dell'albero, non lo trovava
così
divertente. Distolse lo sguardo da lui e si impettì portando
le
braccia conserte al petto, aspettando che lui finisse la sceneggiata.
<<
Lo trovi divertente? >> Chiese infine, quando Kanon si
issò di
nuovo sulle braccia, appuntellandosi sui gomiti per poterla guardare
direttamente in volto.
<<
Non volevo che ti suonasse come un offesa. Era un complimento. Non
capita tutti i giorni di imbattersi in una persona come te. Qua tutti
pensano a combattere per la guerra, ma non tutti riescono a stare al
passo dei loro maestri, desiderando quasi di scappare e chiedendo
pietà ai loro mentori. Ovviamente, non è il mio
caso, ma tu invece
vorresti volontariamente combattere per diventare una Saint. Non lo
trovi buffo? Sei arrivata addirittura a farti male ad una mano, pur
di far vedere quanto vali. >> Sorrise, cambiando
totalmente
espressione. Dal ragazzino divertito e scorbutico, adesso era
diventato serio ed inquisitore, tanto da attrarre le attenzioni di
Owl che non seppe davvero come rispondere. Abbassò lo
sguardo verso
il suolo, non sapendo più come ribattere.
<<
Io...Io mi sento così diversa dagli voi altri. So che i
vostri
allenamenti sono duri ed estenuanti, li osservo fin da quando sono
piccola. Ho sempre desiderato essere come voi, anche se questo vuol
dire rischiare totalmente la vita. Mi affascina sentir parlare del
Cosmo e sento che, forse, anche dentro di me possa essercene uno!
>>
Dichiarò sognante, portando quasi involontariamente i suoi
occhi
infuocati dalla passione su quelli di Kanon, leggermente interdetti.
<<
Sono sicuro che con tutta questa buona volontà potresti
diventare
un'ottima Saint. >> Dichiarò sincero il
ragazzo, ricredendosi
subito dopo alla vista di una Owl troppo triste. Quelle parole
avevano risvegliato in lei la realtà, quella che Shion tutti
i
giorni le ripeteva. Il suo destino non era quello di diventare una
guerriera; non come tutti gli altri. Ed ogni chiarimento alla
verità
che aveva il Pope verso di lei, una domanda alquanto silenziosa si
levava nei meandri dei suoi pensieri: allora, cosa doveva diventare
lei? Sapeva che il suo destino era legato a quello di Atena, ma ne
ignorava le cause o i motivi e per questo era sempre alla ricerca
della verità e cercava di allenarsi in solitaria,
immagazzinando i
combattimenti altrui e cercare di ricopiarli, con drammatici finali.
Il suo Cosmo non l'aveva aiutata neanche contro un albero, figurarsi
contro un nemico. Ma nessuno aveva pensato ad aiutarla a
risvegliarlo. Lei però lo sentiva dentro; sopito da qualche
parte,
il Cosmo la chiamava.
<<
Lo spero! >>
Rimasero
entrambi in silenzio, troppo occupati a pensare a qualcosa per poter
rispondere.
Owl
si sentiva così frustrata, ma comunque motivata a portare
avanti i
suoi piani da sola, non volendo coinvolgere nessuno, tanto mano
Kanon, che sembrava troppo vige alle regole per fare qualcosa che
andasse contro il proprio maestro o il Sacerdote stesso.
Il
ragazzo invece non sapeva più come prendere la bambina dalle
sfaccettature così misteriose, quasi più
misteriosa di lui. Si
sentiva avvantaggiato su di lei, ma mai superiore, e sentiva che quel
vantaggio la faceva stare male. Sapeva quanto ci tenesse ad essere
trattata come lui, ad avere un insegnamento degno di un Saint, invece
era trattata solo come la bambina che era; una bambina di dici anni,
senza un futuro ben distinto. Ai suoi occhi, risultava molto
affascinante. Non che un bambino della loro età potesse
capire la
differenza fra fascino e quanto altro, ma Kanon non si sbagliava ed
era sempre più motivato a conoscerla fino in fondo. E poi, a
quanto
sembrava, era la pupilla del Grande Sacerdote e Saga sembrava essere
attratto da quella strana bambina dai capelli color fuoco e gli occhi
da cerbiatta.
Non
aveva mai sentito parlare di lei, e questo accentuava il suo
interesse.
Rimasero
ancora in silenzio a guardare verso il cielo. Anche Kanon si
appoggiò
alla corazza dell'albero, vicino a lei, mentre la leggera brezza
scompigliava le loro chiome.
Owl
però, nonostante i piccoli diverbi con quel bambino, non era
turbata
dalla sua vicinanza. Non le metteva né ansia né
la mandava
confusione, perché si rendeva conto che era più
vulnerabile di lei
per certi versi. Era ferito e stremato dopo l'allenamento, ed il
dolore non era cosa conosciuta per lei.
Con
sua somma meraviglia, e quella di Kanon, parlò con la voce
più
dolce che riuscì a tirare fuori.
<<
Ti fanno male? >> Disse tranquillamente, lasciando che le
sue
parole fossero pian piano portate via dal vento, non prima di essere
udite da Kanon, che riaprì gli occhi precedentemente chiusi
per
assorbire il calore giornaliero.
Alzò
un sopracciglio, non essendo sicuro di aver ben compreso la domanda,
quindi chiese un silenzioso “cosa?”, alzando un
sopracciglio.
<<
Le ferite. Ti fanno molto male? >> Chiese ancora,
leggermente
preoccupata.
Kanon
fece quello che meno si sarebbe aspettata da lui; rise di gusto,
quasi irritandola con quelle risa fuori dal comune.
Quando
si preparò a cantargliene quattro, gli occhi smeraldini del
ragazzo
conquistarono i suoi, quasi facendola arrossire.
<<
Certo che no... O meglio, un pochino, ma non sono nulla a confronto
di quello che la vita mi farà affrontare. Quando
diventerò un
Saint, avrò a che fare con ferite molti più gravi
di queste. Non
saranno certo dei piccoli ed insignificanti graffi come questi a
fermarmi. Ma se ti impietosisci per alcuni taglietti, non sarai mai
degna di essere una Saint! >>
Quelle
parole la colpirono nel profondo, costringendola a distogliere lo
sguardo da lui, che intanto si era issato in piedi, sovrastandola con
la sua altezza.
<<
Chi ha paura del dolore, o quello che ne conseguirà; chi si
lascia
fermare da un misero taglio e chi ha pietà dei nemici, non
sarà mai
un abile ed astuto guerriero. >>
Parlò
con voce ferma, dandole le spalle. I suoi capelli biondi come il
grano si agitavano sotto i fruscii del vento, donandogli un'aria
venerabile. Owl guardò le possenti spalle del ragazzo, forse
troppo
muscolose per un bambino della sua età, chiaro segno che non
era un
ragazzino come gli altri e che era abituato a subire angherie per
giuste cause.
Si
allontanò di qualche passo, beandosi del silenzio della sua
nuova
“amica”.
Solo
quando si allontanò da Owl, ebbe il coraggio di girarsi e
pronunciare quelle parole guardandola in volto. Lei però non
lo
stava guardando, ma volle comunque provare a dirglielo, in modo che
continuasse a pensare anche a quello.
<<
Chi si lascia sopraffare dai sentimenti, non è altro che un
intralcio! >>
Se
ne andò così, a passi calibrati e pesanti, senza
più guardarsi
indietro, sentendo lo sguardo interrogativo di Owl sulle spalle, che
seguiva rapita la sua andatura.
Dal
ramo più alto dell'albero sotto cui era seduta la bambina,
un uomo
vestito con un lucido smoking nero, un cilindro dello stesso colore
in testa e con un accenno di barba sul volto tirato da un soddisfatto
sorriso, si era gustato divertito la scena.
Scomparve
a cavallo di un Pegaso bianco dopo che Kanon uscì di scena,
come se
fosse un attore che ha appena terminato di recitare la sua parte.
<<
Ragazzo mio, hai la stoffa per diventare la grande star della mia
opera! >>
La
risata dell'uomo riempì l'aria, distogliendo Owl dai suoi
pensieri.
Si issò in piedi, guardandosi attorno come svegliata da un
incubo.
Le parole di Kanon l'avevano turbata più di quanto riusciva
a
credere, ma aveva ragione.
Risoluta
e determinata, cercando di imitare quello sguardo selvaggio che
notava sempre nel viso del cadetto, liberò la mano ferita
dalla
candida fasciatura bianca, lasciandola cadere a terra, dove
l'abbandonò per compiere il gesto più folle che
avesse mai potuto
compiere.
Con
ancora più determinazione e fuoco negli occhi color
nocciola, si
lanciò a capofitto contro lo stesso albero che aveva cercato
di
abbattere e con la stessa mano precedentemente ferita.
Cercò
di fare appello a tutta la sua energia, non capendo come fare a
liberare il Cosmo. Si appellò solo all'istinto, che non
basto ad
attutire il colpo.
Un
caldo liquido scarmiglio gocciolava dalla sua mano ed aveva sporcato
la secolare corteccia dell'albero e la sua bianca veste. La ferita
era stata riaperta ed alcune schegge avevano penetrato la pelle.
Faceva
male, così male che portò Owl sull'orlo delle
lacrime. Ma lei era
risoluta e mai e poi mai avrebbe pianto per un simile dolore, quando
tutti i Saint del Tempio erano costretti a portare sulla pelle
infiniti tagli come quello. Voleva essere forte, come lo era Kanon.
Voleva temprare il suo carattere perché somigliasse al suo.
Cosa
avrebbe detto Saga?
Con
la mano gocciolante di sangue, si diresse verso il Tempio.
Più
che Saga, cosa avrebbe detto Shion? Sicuramente non sarebbe stato
contento..
Fine
capitolo 4
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Colei che scrive:
Salve :3 Ben trovati in questo
nuovo capitolo!
Owl inizia a perdere
quasi la ragione pur di diventare un Saint, cerchiamo di distoglierla
dall'idea o si ammazzerà D: (No, tenera bambina!)
Comunque, come al solito
non gliene frega un tubo delle parole del Pope e continua a mettersi
nei guai. Tipico di qualunque bambino, no?
È uscito allo
scoperto anche "mister rimescolo-nel-pentolone-e-vediamo-cosa
succede-a-questi-esseri-mortali!" (Un bel soprannome, non trovate? xD)
Ma bando alle ciance!
È un capitolo abbastanza lungo, uno dei più lungo
per i miei standard, quindi mi scuso subito per gli errori, ma
purtroppo correggo da sola le mie storie e molte cose mi sfuggono D: Se
ne trovate alcuni ditemelo pure, mantenendo le buone maniere :P
Ringrazio infine i
lettori, i recensori e chi segue queste vicende ^^
Un bacione
al prossimo capitolo!