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Autore: pozzanghera    04/12/2013    1 recensioni
Andrea è una ragazza adolescente come tante o forse no. Tutti dicono che lei è strana, non è normale dicono e ogni volta lei sorride, come se ogni volta non si sentisse pugnalata, a volte non c'è niente che faccia più male delle parole. Una ragazza non è solo bella, simpatica, sorridente, una ragazza può sentirsi brutta, sola, indesiderata. Andrea è diversa e non vorrebbe, ma la vita non la si sceglie...
Genere: Sentimentale, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash, FemSlash
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno | Contesto: Scolastico
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“Hai fatto i compiti?”
Quella voce odiosa le bloccò lo stomaco, diventò prima rossa dall’imbarazzo e poi bianca dal terrore, era come se tutta la classe guardasse solo lei.
“Ecco, veramente io…” stava cercando una scusa, perché in tre mesi d’estate non ho fatto i compiti?
“Vieni alla lavagna”
Si svegliò di soprassalto da quello che era il suo incubo ricorrente, ma non doveva preoccuparsi la scuola era lontana. Il paesaggio correva veloce di fronte a lei, guardò l’orologio: sarebbe già dovuta essere arrivata a destinazione da almeno mezz’ora. Era triste e la musica non bastava  a coprire i suoi pensieri, in certi momenti nulla ci riusciva.

Scendendo dal treno scivolò sull’ultimo gradino, finendo col sedere sul marciapiede freddo e bagnato, maledisse quella pioggia. Era parecchio giù in quei giorni, nulla sembrava andare per il verso giusto. Le parole a volte colpiscono e affondano e se n’era resa conto.Uscì dalla stazione, ora arrivava il momento più difficile: mettere in pratica le indicazioni che aveva trovato sul web. Doveva solo trovare il tram 27, che passava proprio per il centro, e scendere alla dodicesima fermata. Sfortunatamente non c’erano corse a prima di un’ora e non poteva aspettare, sembrava che il destino ce l’avesse con lei. Salì su un taxi e si fece portare in una strada che conosceva solo di nome: Via Matteotti. Il tassista era simpatico ma troppo caro per le sue tasche, avrebbe rinunciato al pranzo. Vagò un po’ su e giù per la strada prima di leggere il suo cognome sul citofo
no, per fortuna aveva quasi smesso di piovere.
Si sedette su una panchina ad aspettare e fu sopraffatta dai pensieri. Prese il telefono e lesse per l’ennesima volta.
è un raga del mio gruppo è + grande ed è uno spettacolo della natura ti basta? Ke pettegola ke 6
Non le aveva detto il suo segreto per giorni e poi glielo aveva confessato tramite sms, chissà perché…chissà qual’era la sua espressione quando pensava a lui.
Quando la vide si alzò in piedi, le sorrise  ma lei evitò lo sguardo, accelerò il passo
 e cercò di chiuderle il portone in faccia invano, perché Andrea era proprio dietro di lei. La seguì per le scale di corsa, con il fiatone.
“Sara!” disse con la voce che le rimaneva dopo il secondo piano. Il cuore stava per scoppiare. La ragazza raggiunse il quarto piano ed entrò in casa. Era riuscita a seminarla dopo pochi gradini. Sentì vibrare il telefono in tasca.
VATTENE
Ti voglio parlare
NO

Si sedette sul primo gradino davanti casa della ragazza, prese un foglio e si mise a scrivere.

Non aveva mai scritto a qualcuno cose importanti, scrisse quello che le veniva e in pochi minuti ebbe finito. La rilesse e la infilò sotto la porta, se l’avesse presa la domestica gliel’avrebbe consegnata? Scese la prima rampa girandosi ad ogni gradino ma nessuno uscì da quel portoncino verde.
Con la fortuna che aveva ultimamente cosa poteva sperare? Si mise a pensare alla sua vita: era mai stata davvero fortunata? O forse la fortuna è una questione di prospettive?
Stavolta riuscì a prendere il tram ed arrivare in stazione in poco tempo. Il suo stomaco cominciava a borbottare ma aveva pochi spicci in tasca. Forse sarebbe stato meglio che fosse rimasta a casa.
Salì sul treno in sosta e si sedette al primo posto libero vicino al finestrino, mancava ancora mezz’ora alla partenza.
Vide una ragazza conosciuta, abbassò il finestrino e sorrise, era proprio lei.
Scese dal treno evitando i gradini con un gran salto.
“Hey”
“Non puoi tornare qui e pensare di farti perdonare con le belle parole” disse stringendo in mano il foglio che le aveva scritto poco prima.
“Mi dispiace davvero, non so che m’è preso” disse guardandola negli occhi.
“Bentornata”
“Che?”
“Alla ragazza di cui mi sono innamorata” la abbracciò forte e Andrea scoprì che infondo un abbraccio non è una cosa poi così brutta.
“Ma non è per la lettera, è per il gesto” disse tenendole la mano destra.
“Ok”
“Ti vuoi mettere con me?”
“Ma non dovrei chiedertelo io?”
“Se me lo chiedessi ti direi di si, sei tu quella che ha paura”
“Allora si”
Le diede un bacio sulla guancia e scappò via. Andrea rimase imbambolata per un po’ prima di risalire.
Wow, è davvero questo che si prova ad essere fidanzati?
Nota dell'autore: non vorrei deludere i lettori, nè tantomeno scoraggiarvi nel proseguire la lettura ma ho ancora qualche colpo di scena per voi e spero di non annoiarvi...
  
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