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Autore: _Peppermint_    04/12/2013    3 recensioni
- Non voglio lasciarti Harold. Non posso. – disse Louis tremando.
- Louis, se non mi uccidi tu, lo faranno loro.- Harold aveva paura, Louis lo sapeva.
Genere: Drammatico, Storico | Stato: completa
Tipo di coppia: Slash | Personaggi: Harry Styles, Louis Tomlinson
Note: AU | Avvertimenti: nessuno
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Quando Harold fu portato via dal suo villaggio, non avrebbe pensato di rimanere vivo così a lungo.
Un romano uccise sua madre, unica donna importante nella sua vita, e lo legò con una corda al cavallo dalla tela  rosso sangue, perché di sangue era davvero macchiata.
Venne trascinato a forza, mentre il sole calava dietro le montagne che circondavano la sua terra celtica.
Aveva combattuto tante di quelle volte contro i romani ed insieme ai suoi fratelli. Altrettante era stato ferito, ma mai catturato.
Ora sentiva la terra aprirgli la pelle, sentiva il sangue sporcargli la faccia e le gambe. Il cuore lacerato dalla  vista del corpo freddo della madre. Guardò in alto tra i rami della sua foresta, e non di quei sporchi animali che si facevano chiamare “romani”.
Sentiva bruciare dentro il desiderio di ucciderli tutti, non ne avrebbe risparmiato nessuno, come loro non avevano risparmiato  la sua famiglia, i suoi amici, e il suo villaggio.
Trascinato dal cavallo Harold sentì una fitta al fianco e il suo desiderio di vendetta passò in secondo piano.
Si chiese dove stessero andando, e se il romano sulla tela sapesse che era ancora vivo.
- Decio, di qua – disse un altro soldato. Il cavallo al quale era legato Harold girò verso una discesa tra gli alberi, che si aprirono ad un accampamento romano.
Il cavallo si fermò vicino ad un falò ed il soldato scese.
-Decio, il villaggio?- chiese un giovane soldato.
- Distrutto, insieme ai suoi abitanti.- rispose Decio fiero di ciò che aveva fatto.
Harold sospirò. Non sapevano che molti dei suoi compagni erano riusciti a scappare e questo era un bene. Si chiese poi, se quelle gambe veloci e quegli occhi blu fossero riusciti a mettersi in salvo.  
- Lui chi è?- chiese un uomo seduto su  di un tronco. Portava l’armatura come tutti gli altri, ma la barba confermava la sua vecchia età.
- Ho portato un po’ di divertimento.- disse il soldato.
- A me sembra morto.-
- Spero per la sua anima che non lo sia – Decio liberò il cavallo dalla corda, ma non Harold, che venne strattonato mentre dalla terra si alzava un polverone.
-Muoviti barbaro- ringhiò il romano dandogli un calcio – Alzati!- insisté.
Il ragazzo si accasciò a terra, come una risposta sfrontata e grugnì.  Il secondo calcio arrivò alla schiena e il dolore fu atroce, tanto che i suoi occhi verdi si riempirono di lacrime involontariamente. Ma nonostante questo non si mosse.
Sarebbe morto pur di non dare soddisfazione a quella gente, sempre se così si potevano ancora chiamare.
- Ho detto che ti devi muovere!- urlò ancora Decio, e al terzo calcio ne seguirono altri due.
Harold sputò sangue macchiando di chiazze scure il terreno sotto di lui, mentre la polvere si spostava  sotto i respiri affaticati e stanchi del ragazzo. Sentì tirare i suoi polsi sotto la stretta della corda e senza accorgersene  venne trascinato sotto gli occhi si tutti, davanti al fuoco, in mezzo alla terra che gli bruciava le ferite aperte e le infettava.
Sentì il sapore del sangue  che ormai stava invadendo ogni angolo della bocca e si portò le mani agli occhi per proteggersi dalle scintille e dai granelli di polvere che lo accecavano.
- Ora basta. Alzati!- Decio gli prese i capelli e lo tirò. Harold non riuscì a ribellarsi, gli tremarono le gambe, e con quella vergogna che prese possesso dei suoi occhi e della sua anima, si mise in piedi a fatica. 
- Cosa vorresti farci adesso?- chiese un soldato mentre beveva da una brocca a grandi sorsi. Il suo mento era sporco di un liquido violaceo che scivolò lungo il collo, Harold dedusse che fosse vino.
- Lo facciamo combattere- rispose Decio beccandosi come risposta una risata fragorosa e quasi macabra da parte di tutti, mentre il fuoco continuava a scoppiettare e agitarsi.
Harold tenne la testa bassa.
- Lui? – rise ancora il soldato – Ma guardalo, è pelle e ossa. Come farà a rimanere vivo con uno di noi? E tu, Decio, vorresti farci divertire? – continuò poi sarcastico.
- Non combatterà con uno di noi- disse Decio con un sorriso. Fece cenno ad un suo compagno, non molto di stante da loro. Trascinava con una corda qualcosa. 
- Combatterà con lui – concluse Decio.
 Il romano gettò a terra l’altro prigioniero, che venne illuminato dal fuoco.
Il suo volto era sporco di sangue  e a fatica riuscì a mettersi in ginocchio.
Harold alzò lo sguardo incontrando due occhi azzurri che pregavano pietà.
- Louis – sospirò il ragazzo. Corse verso di lui, ma cadde in ginocchio bloccato dalla corda.
Harold voleva raggiungerlo. Doveva. Cercò di strattonare Decio, ma quest’ultimo era troppo forte. Non ci riusciva.  
- Louis. Louis.- continuava a chiamarlo con la disperazione nella voce, mentre l’altro si lasciava sfuggire un lamento  e allungava la mano libera.
Alcuni romani risero di loro. Stavano già godendo come porci della loro sofferenza.
Louis abbassò lo sguardo per la vergogna.
- Louis guardami.- disse a voce bassa Harold. Louis lo sentì e scosse la testa.
- Louis guardami!- ripeté il ragazzo implorando e cercando di avvicinarsi di più all’altro.
Non poteva crederci. Era una punizione per essersi amati?
Decio strattonò Harold e si avvicinò a lui. Un altro soldato lo tenne fermo mentre lo slegava e gli legava la corda ad un polso solo in modo tale da poterlo tenere sempre sotto controllo.
- Animali, combattete per la libertà!- disse infine Decio alzando le braccia.
Gli altri soldati alzarono il calice alla notte, urlando divertiti.
Harold guardò il suo avversario e nella confusione si buttò su di lui come una furia. Louis sbatté la schiena e si rifiutò di toccarlo.
- Louis ascoltami- cominciò Harold. Nessuno lo poteva sentire, c’era troppa confusione – Louis voglio che mi uccidi.- disse infine. Louis aprì gli occhi di scatto e rivoltò la situazione.
Si ritrovò su di lui come altre volte, ma quella era diversa. Non si stavano amando, stavano giocando ad uccidersi.
- Harold, ma cosa stai dicendo?- gli chiese Louis ringhiando. Come poteva chiedergli una cosa del genere?
Gli diede un pugno e sentirono i soldati esultare. 
- Uccidimi Louis. Te ne devi andare. Chiamerai i rinforzi, alcuni dei nostri si sono salvati, saranno nelle grotte. Se mi uccidi sarai libero. – disse Harold spingendolo.
- Come fai a credere a questi  maiali, Harold? Pensi davvero che lasceranno uno di noi andare in giro libero? E se anche fosse come puoi chiedermi di ucciderti? – gli sputò Louis alzandosi a fatica. Gli arrivò un pugno di risposta e cadde a terra di nuovo, senza la forza di rialzarsi.
In mezzo al terreno Decio gettò due spade.
Louis le fissò e ne prese una.
- Ti lasceranno libero pensando che qualche animale ti sbranerà. Ma tu le conosci queste terre Louis – Harold prese la spada. – Potrai tornare dagli altri. Uccidimi.- concluse.
- Mai.- urlò Louis. Così finsero di battersi.
- Quanto ti amo Louis, ma sei così testardo.-
- No, sei tu che sei troppo ingenuo e pazzo Harold.- Louis lo prese di spalle tenendolo in trappola. Mentre i soldati urlavano, Harold sentì il tocco quasi impercettibile delle labbra di Louis sul suo collo sporco.
Erano così morbide. Avrebbe voluto farci l’amore per l’ultima volta, invece sarebbe morto come un animale.
- Non voglio lasciarti Harold. Non posso. – disse Louis tremando.
- Louis, se non mi uccidi tu, lo faranno loro.- Harold aveva paura, Louis lo sapeva.  
Lo fece voltare e guardò i suoi occhi verdi.
- Harold..- Louis non smetteva di fissarlo. Era così bello, così giovane, così suo.  Sarebbe stato eternamente suo.  Per una volta nella sua vita non sarebbe stato solo altruista, ma anche egoista.
- Potresti uccidermi tu – disse Louis.
- Io non voglio vivere sapendo di non poterti vedere mai più Louis. – disse Harold serio. Si sentivano i loro cuori  battere, nonostante la confusione che i soldati stavano facendo, o perlomeno loro li sentirono.
- Ti ucciderò Harold. Lo farò se lo vuoi. Ma non pensare che finisca così.- disse Louis.
Harold non capì, ma annuì solamente, accecato dal terrore della morte.
Louis strinse la spada tra le mani.
- Ti amo Harold.- disse Louis. Una lacrima sembrava essere uscita dal blu dei suoi occhi che avevano visto e amato solo lui.
- Ti amo Louis.- Rise piangendo il tanto coraggioso Harold, che aveva combattuto mille battaglie al suo fianco e non aveva mai smesso di amarlo.
Harold non riuscì nemmeno a pensare. Il viso di Louis si sporcò del suo sangue e la spada lo trafisse. Nello stesso momento Louis prese la mano di Harold, che ancora stringeva l’altra spada e si trafisse anche lui, lasciando il silenzio tra di loro e i soldati, che non capirono.
Il dolore investì i due amanti come uno tsunami.
L’unica cosa che si sentì fu: Saremo eternamente nostri.











 


Peppermint
Buonasera ragazzi (:
Si sono viva e ho avuto un po’ di problemi purtroppo.  Mi dispiace per questa lunga essenza soprattutto per quanto riguarda l’altra storia. Non aggiornavo da un po’ e questa OS all’inizio era solo un’idea  che ho cominciato a scrivere tanto per, e alla fine per quanto l’ho amata ho deciso di pubblicarla.
Scusate eventuali errori e mi scuso se vi sembra banale o stupida.
A me piace e volevo condividerla.
Diciamo che i Larry sono una coppia che le storie se le trascina dietro. 
Vi ringrazio per le letture, le recensioni e per aver messo la storia tra le seguite, ricordate o addirittura preferite.
Prometto che vi farò un regalo di Natale <3
Vi voglio bene e un bacio. A presto ragazzi! 
  
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