Il giorno non tardava a sorgere in quelle calde mattine estive. Gli animali si risvegliavano presto e gli operai, uomini laboriosi che si erano fatti portare via i sogni dal quieto vivere, iniziavano le loro attività quando il sole era ancora sotto la soglia dell'orizzonte.
Poi c'erano quelli come Pascal, che non si interessavano un granché del lavoro.
I suoi sogni erano altri, molto piú ambiziosi di quelli di un comune artigiano.
Egli voleva diventare un naharan. Il problema era il luogo dove si trovava : viveva tra  Serengar e Parengar, due paesi che fino a poco tempo prima si facevano guerre quasi ogni anno, l'una piú sanguinosa dell'altra, ma che ora vivevano in pace, come il suo villaggio , quello di Francanuvola.
Il villaggio era specializzato nell'agricoltura, che lasciava poco spazio all'artigianato, sviluppatosi dopo l'invasione dei barbari.
Questi invasero il posto durante la terza guerra dei due paesi, portando disagio e angoscia, ma sviluppando una sorta di patriottismo niente male che faceva comodo al popolo. Infatti ,per combatterli e scacciarli, i contadini dovettero armarsi, essendo solo muniti di vanghe e forconi. Cominciarono a familiarizzare con le spade, con le katane, con le doppie falci e altre armi di vario tipo. Andarono avanti riunendosi svariate volte organizzando un movimento denominato da loro "nuvolone" che, muovendosi di nascosto, organizzava la tanto attesa rivoluzione. Un giorno quindi scoppio questa sorta di "guerra civile" tra barbari e francanuvolani, che durò ben tre settimane, un periodo non irrilevante per chi è abituato a vivere in pace, e che gettò ben presto il villaggio in rovina. I barbari infatti bruciavano di continuo le case costruite sulla terra dei poveri contadini, uccidevano uomini donne e bambini, bevevano il loro sangue e facevano tante altre cose orride che solo a pensarci gela il sangue. Per fortuna però i contadini riuscirono ad avere la meglio, a scacciare i barbari e a riprendersi un territorio che mai avevano difeso e rispettato cosí tanto e per così tanto tempo.
 Ora ,finite le guerre dei due paesi ,denominate "guerre del sangue", si passò ad un regime nuovo: Saramor incuteva terrore anche ai più temerari.
Il villaggio ormai viveva nel terrore, per colpa del re dei serengaresi, ma pochi cercavano di ribellarsi, per paura delle conseguenze a dir poco perverse.
Tornando a Pascal, egli inseguiva il suo sogno giá da tempo e aveva giá letto tutti libri inerenti alla magia situati nella biblioteca del signor Arnold. Questo era un vecchio stregone, affannato dalla sua vita, che sopravviveva solo grazie ad un orticello ai confini del villaggio, tra questo e Perengar, e che viveva chiuso nel suo studio. Usciva solo quando era ora di mangiare ma, mangiando raramente (in pratica una volta ogni due giorni), era diventato fragile e debole, magro come un calier (un'animale che viveva nelle foreste brune scambiato spesso per una canna da fiume) e quasi incapace di parlare. Non sentivano una sua parola da quando l'invasione dei barbari finí, circa 100 anni prima( da qui capirere l'etá secolare dello stregone), nella quale fu di grande aiuto ai contadini grazie alle sue doti magiche, soffocando con l'acqua parecchi barbari e sviscerando le linee di attacco principale con rapide e violente raffiche di vento.
La biblioteca cittadina era di sua invenzione, dopo aver deciso di rendere pubblico il sapere magico per preparare i contadini in caso di un altro attacco, ed era aperta al "pubblico affamato di sapere". Era un peccato però che erano in pochi a visitare la biblioteca, perche tutti erano concentrati ad abbeverare, piantate e curare i propri orti, evitando di accrescere il proprio sapere.
Ora che ho spiegato un pò i luoghi e i tempi voglio passare a Pascal, alla sua storia intrigata e a quella ribellione frenetica, di cui vi parlerò se inizierete a seguirmi.