Anime & Manga > Puella Magi Madoka Magica
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Autore: Homu    05/12/2013    0 recensioni
Ero lì, ero ferma. Aprii gli occhi e li vidi: due nastrini rossi si aggrappavano alle mie mani per non cadere sul pavimento della stazione. Io ricordo. Ricordo tutto. Strinsi i nastrini al mio cuore e sussurrai il suo nome.
Questa storia inizia nel nuovo universo creato da Madoka. È raccontata dal punto di vista di Homura Akemi e Madoka Kaname (nel ruolo di divinità).
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Homura Akemi, Madoka Kaname | Coppie: Homura/Madoka, Kyoko/Sayaka, Kyosuke/Hitomi, Sayaka/Kyosuke
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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2. Il Nostro Desiderio

I mesi si sommavano, il tempo trascorreva lento. Ma una anno era ormai passato senza che lei si fosse mostrata. Certo sentivo la sua presenza, ogni tanto sentivo la sua risata, la sentivo dietro di me, ma quando mi giravo lei non c'era.
Tutto questo faceva dannatamente male. Ho raccontato la sua storia a Kyubey, ma come mi ero aspettata non mi aveva creduto.
-Non puoi credere che possa capirti Homura! Questa storia ti sta portando alla pazzia!- mi disse un giorno, sul cornicione del grattacielo, dove di lì a poco sarebbero arrivate le bestie magiche.
Aveva ragione, lo sapevo, ma non potevo abbandonare la speranza di rivederla. Mi aveva fatto una promessa...sono sicura che la manterrà.
Le cose tra Shizuki e il suo ragazzo andavano più che bene, li si poteva vedere spesso insieme che si tenevano per mano... Miki si stava abituando alla cosa, tutto grazie a Sakura. Erano sempre insieme che si rincorrevano, penso che ormai abbiano capito che la loro non è semplice amicizia.
Ebbi la conferma della loro storia dalle direttamente interessate. Eravamo tutte a casa di Tomoe, per uno spuntino prima della caccia, quando all'improvviso Sakura si alzò in piedi e tirò su anche Miki, rossa come un peperone.
-Ecco...- incominciò Sakura -noi abbiamo qualcosa da dirvi...- continuò sempre più rossa anche lei.
-Ohhh, finalmente! Vado a preparare un'altra tazza di te- disse Mami alzandosi e sparendo in cucina.
-C-Come finalmente?!- esclamò Miki sempre più i imbarazzo
-Ce ne eravamo accorte da un bel po' di tempo- dissi sorseggiando il te rimasto nella prima tazza di te.
Tomoe tornò con la teiera piena e un altro piatto di torta. Si sedette e subito incominciò a fare domande. Decisi di lasciare a lei le domande e di andarmene prima per incominciare a cacciare le bestie, ma una domanda di Tomoe mi fece gelare il sangue nelle vene.
-Andrete per strada mano nella mano? Non provate imbarazzo?-
Mi alzai sbattendo violentemente le mani sul tavolino. Tomoe si girò spaventata e la nuova coppietta mi guardò sbigottita.
-Perché dovrebbero preoccuparsi di queste cose? Cosa c'è di male?- urlai quasi piangendo, dopodiché mi scaraventai verso la porta e la sbattei violentemente quando uscii.
Le lacrime incominciarono a scendere, quando sussurrai il suo nome.
"Madoka”

“Homura-chan”
Il momento ormai è giunto. Finalmente la potrò rivedere e lei potrà vedere me. Quanto tempo abbiamo passato a sussurrare i nostri nomi? Deve solo continuare a combattere, credere in me e combattere. Anche se tutti credono che sia pazza, anche se la feriranno deve combattere.
Ed eccola ancora lì, ancora sul cornicione, le lacrime le scendevano copiose mentre guardava la luna. Si è arrabbiata ancora per me, quante volte lo ha fatto nelle sue vitte passate? Immagino che vorrebbe tornare indietro e rifare tutto dall'inizio, ancora una volta...
-Non piangere Homura-chan, le nostre sofferenze svaniranno, tra poco saremo finalmente insieme, dopo tutto quello che hai passato per salvarmi, avrai la tua ricompensa. Non demordere, ti prego.- sussurrai queste parole, avvicinandomi sempre di più a lei e alla sua sofferenza.
Ah se potessi asciugarle le lacrime! Ma non ho forma al momento, il massimo che questo stato mi permette è di accarezzarla, sensazione che sento solo io. Le sue lacrime non accennavano a diminuire, mentre le mie incominciavano a scendere. Mi avvicinai sempre di più, ero così vicina da sentire il suo respiro sulle tempie, chiusi gli occhi e posai le mie labbra, gentilmente, sulle sue.
Desiderai che questo momento non finisse mai, come poter smettere quando stai facendo una cosa meravigliosa? Ma ovviamente lei non ha sentito il bacio che le ho dato e bruscamente si voltò, quando arrivarono le altre ragazze che con il fiatone chiedevano spiegazioni.
Mi allontanai da lei per vedere le altre: Sayaka-chan era molto felice, glielo si leggeva nello sguardo, come si leggeva nello sguardo di Kyouko, ma in tutti si leggeva una grande preoccupazione per Homura.
Improvvisamente arrivò Kyubey che le avvertì di una grande concentrazione di bestie magiche nella zona. I discorsi erano rimandati a più tardi, quando io ormai non avrei potuto più assistervi, a causa dei miei doveri divini, anche se il mio cuore rimaneva sempre con lei, dato che le avevo rubato il suo primo bacio senza che lo sapesse. Quando lei si mise a correre dietro alle altre ridacchiai e mi ritirai sopra alle nuvole, non senza lanciare un rivolo di vento verso di lei. A presto Homura-chan, la tua pazienza sarà ricompensata. Fai del tuo meglio.

L'area infetta era davvero grande questa sera. Saremmo tornate tutte indietro da questo scontro? Non ne ero sicura. Mi toccai i nastrini rossi che avevo tra i capelli, era diventato un rituale di buon auspicio, ora ne avevamo veramente bisogno. Vidi Sakura stringere più forte la mano di Miki, che la strinse a sua volta. Anche loro pensavano di non farcela, sapevamo solo di dover dare il nostro meglio per la salvezza di questa città, quello che lei avrebbe voluto. Incominciò Tomoe a prepararsi, tirò fuori il suo arsenale di fucili, la imitammo tutte e corremmo verso il nostro futuro.
Scoccai la ventesima freccia, che colpì una di quelle bestie in mezzo alla faccia, alle mie spalle risuonò un colpo di fucile e di fianco a me vidi i pezzi delle bestie tagliati a metà dalle spade e dalla lancia. Eravamo tutte ricoperte di graffi e di contusioni, ma le bestie stavano per essere sconfitte, ne mancavano una decina. Tutte e quattro ci scambiammo degli sguardi solidali, di incoraggiamento, poi riprendemmo a combattere. Accadde tutto in quel momento. Delle frecce color rosa colpirono in piena fronte tutte le bestie rimanenti, che scomparvero in un bagliore bianco. Alzai lo sguardo nella direzione di provenienza delle frecce e vidi dei capelli dello stesso color delle frecce che si libravano in aria per poi sparire. Era lei, lo sapevo. Corsi a perdifiato verso il grattacielo mentre le altre mi chiamavano preoccupate, salii velocemente fino all'ultimo piano, dove con mia grande delusione non c'era nessuno. Guardai il campo di battaglia e lo vidi, era un messaggio. Le frecce, conficcate nel terreno, formavano le parole “una settimana”. Sorrisi e saltai giù dal palazzo. Dovevo farmi forza per una settimana soltanto, poi ci saremmo riviste, vero?
-Non vedo l'ora- bisbigliai, con il sorriso sulle labbra, un vero sorriso. Sussurrai il suo nome ancora una volta.
“Madoka”

“Homura-chan”
È più felice adesso. Sa che presto ci potremo rivedere, finalmente anche lei potrà guardarmi negli occhi. I suoi occhi sognanti me lo dicono, mi dicono tutto di lei. Adesso devo solo pensare a come presentarmi, la porterò come o staremo per un lasso di tempo insieme sulla Terra? Opto per la seconda scelta, dopotutto la Grande Divinità mi deve un favore... potrei approfittarne ora. Il desiderio che abbiamo in comune presto si avvererà, anche io non vedo l'ora. Sorrisi e mi diressi dalla Grande Divinità, per chiedere quello che trattenevo da molto, troppo tempo.

Eravamo a casa di Tomoe e tutti, compreso Kyubey mi guardavano in attesa di risposte.
Ormai mi ero abituata alla presenza del gatto bianco, che mi seguiva ovunque, salendo sulla mia spalla.
Mi fissavano e io non potei fare a meno di sospirare. Era arrivato il momento di raccontare quello che mi perseguitava da una anno a questa parte, o per meglio dire da una vita.
Incominciai tutto dall'inizio, cercando di trattenere le lacrime nei ricordi più dolorosi, come in quelli più felici. Finii il racconto e incominciai a piangere, tutte le lacrime che cercavo di nascondere ogni giorno sgorgarono. Ero distrutta. Le altre, non sapendo cosa fare, si avvicinarono e cercarono di consolarmi abbracciandomi, mentre delle lacrime scendevano anche a loro.
-È stata lei ad attaccare le besti, quel giorno?- mi chiese Tomoe asciugandosi le lacrime.
Annuii e un sorriso mi si stampò in faccia.
-Tra poco la potrò rivedere- dissi asciugandomi anche io le ultime lacrime che cadevano.
-Come lo sai?- mi chiese Miki
Sorrisi al ricordo della scritta fatta con le frecce.
-Me lo ha detto lei... quando ci ha aiutate- dissi alzandomi.
-Quindi morirai?- chiese Sakura, con un espressione di dispiacere dipinta sul volto.
-Non lo so- ammisi.
Mi diressi verso la finestra per guardare il cielo tingersi di rosa con l'avvicinarsi del tramonto.
-Mancano due giorni, lo scopriremo presto- continuai.
Sussurrai il suo nome, dolce veleno che mi aveva corrotto l'anima.
“Madoka”

“Homura-chan”
Il giorno è ormai giunto. Lei è li che combatte, pensando cosa sarebbe successo più tardi, quando mi sarei mostrata davanti a lei.
Anche io me lo chiedo in continuazione, mi faccio domande su domande, ma il mio cuore ha la risposta per tutto.
Scesi dal mio limbo e atterrai sul grattacielo, sentivo il battito del mio cuore come se mi battesse in testa, una dea che si emoziona all'idea che qualcuno la possa vedere. Ma Homura-chan non è solamente qualcuno, lei è il mi tutto.
Feci comparire il mio arco e posizionai la prima freccia, che scoccai subito dopo vedendo una bestia che stava per colpirla.

Un tonfo alle mie spalle mi fece pietrificare. MI girai lentamente e vidi una bestia caduta che stava scomparendo in un bagliore bianco. Alzai lo sguardo e la vidi, in tutta la sua bellezza.
I suoi capelli rosa le arrivavano alla vita e il vestito bianco sembrava fatto di nuvole. Saltò giù dal grattacielo e le spuntarono un paio di ali, per rallentare la caduta. Toccò terra come fosse la cosa più naturale del mondo. I suoi occhi dorati stavano guardando nei miei, si trasmettevano informazione, come un dialogo muto. Le altre tre Puellae si avvicinarono a me e titubante mi chiesero se stavo bene.
Io non risposi, ero troppo presa dal guardare quella visione che mi lasciava a bocca aperta. Le ragazze si voltarono verso di lei e sussultarono, anche loro potevano vederla.
Con passi volutamente corti, come per evitare di correre verso di me, la mia Dea si avvicinò, sempre guardandomi negli occhi.
Era a pochi passi da me e le altre ragazze si erano allontanate per darci un senso maggiore di intimità.
La vidi sorridere e questo bastò per farmi correre da lei che fece appena in tempo ad aprire le braccia.
Mi tuffai tra le sue braccia calde e per la prima volta nella mia vita piansi per la gioia.
Non ho più bisogno di sussurrare il suo nome, posso dirlo ad alta voce ora, dato che il nostro desiderio è stato esaudito.
“Madoka”

 

  
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