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Autore: Homu    04/12/2013    0 recensioni
Ero lì, ero ferma. Aprii gli occhi e li vidi: due nastrini rossi si aggrappavano alle mie mani per non cadere sul pavimento della stazione. Io ricordo. Ricordo tutto. Strinsi i nastrini al mio cuore e sussurrai il suo nome.
Questa storia inizia nel nuovo universo creato da Madoka. È raccontata dal punto di vista di Homura Akemi e Madoka Kaname (nel ruolo di divinità).
Genere: Malinconico, Romantico, Slice of life | Stato: completa
Tipo di coppia: Het, Shoujo-ai | Personaggi: Homura Akemi, Madoka Kaname | Coppie: Homura/Madoka, Kyoko/Sayaka, Kyosuke/Hitomi, Sayaka/Kyosuke
Note: What if? | Avvertimenti: nessuno
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CONTINUERÒ A COMBATTERE...PER RIVEDERTI

1. La Legge della Ruota

Ero lì, ero ferma. Aprii gli occhi e li vidi: due nastrini rossi si aggrappavano alle mie mani per non cadere sul pavimento della stazione. Io ricordo. Ricordo tutto. Strinsi i nastrini al mio cuore e sussurrai il suo nome. Le altre due Puellae Magi si girarono e mi guardarono.
-Akemi-san...- disse Tomoe Mami.
-Chi è...- disse Sakura Kyouko
-Madoka?- concluse Miki Sayaka.
Nell'udire la sua voce ci voltammo, lei non poteva essere lì, dovrebbe essere stata appena portata via dalla Legge della Ruota.
Sakura si mise a correre verso di lei, per guardarla da vicino. Lei era la più legata a Miki, anche se non so cosa abbiano fatto insieme, oltre a scontrarsi e a bisticciare... però sapevo che avevano molto in comune.
Mami con le lacrime agli occhi andò ad abbracciare la sempre più confusa Miki, che non sapeva cosa fosse successo.
In quel momento una risata mi distolse dai miei pensieri, mi girai e rigirai, ma accanto a me non c'era nessuno, oltre al gruppo che piangeva al mio fianco. Nessuno aveva sentito, solo io. In quel momento un'unica lacrima mi rigò il viso, sussurrai ancora il suo nome, per sentirla più vicino a me.
“Madoka”

“Homura-chan”
Pronunciare il suo nome faceva male. Le lacrime mi punzecchiavano gli occhi, senza scendere. Decisi di andare a trovarla, lì dove Sayaka-chan avrebbe dovuto morire. Ma ero o non ero una divinità? Potevo scegliere se l'ora era arrivata oppure se purificare la sua Soul Gem. Mi trovai a ripensare a Kyouko, non la conoscevo molto quando ero in vita, ma adesso comprendo i sentimenti di tutte le persone e l'amore è quello che comprendo di più dato che ci sono ancora in mezzo.
Eccole là, tutte insieme che combattevano la nuova forma delle streghe: le bestie magiche. Ed ecco il momento per agire, con una freccia colpii il mostro che stava per infliggere il corpo mortale a Sayaka-chan e purificai la sua Soul Gem. Non era ancora il momento per averla con me. Le accarezzai i capelli mentre pronunciai il suo nome e le sussurrai nell'orecchio delle parole da dire a Homura, lei sorrise. In un lampo bianco tutto finì. Fuori dalla battaglia Homura-chan riprese lucidità e guardò i nastrini che le avevo dato in mano, come a rendersi conto di quello che era accaduto li strinse al cuore. Mi avvicinai a loro, che quando videro sana e salva Sayaka, le corsero in contro sorridendo con le lacrime agli occhi. Solo Homura-chan rimase lì, come se tutto non le importasse, allora le andai in contro, conscia che non avrebbe potuto vedermi e le appoggiai le mani sulle spalle e annusai i suoi capelli neri. Ridacchiai fra me al pensiero di quanto avessi desiderato farlo quando si era appena trasferita, ma solo ora ho potuto farlo. Mi accorsi che mi aveva sentito ridacchiare, allora tornai nel limbo che ora era la mia casa.

Stavamo andando a casa di Tomoe per la solita torta di fine caccia. Le mie tre compagne erano davanti a me, ignare del mio stato d'animo. L'unica cosa che importava loro era sapere come Miki fosse ancora in vita, quando la sua Soul Gem era al limite.
-Non so come ho fatto, l'unica cosa che ricordo è un lampo rosa davanti a me e poi delle parole... qualcosa come...”Ci rivedremo ancora... Fino ad allora bisogna solo aspettare un pochino”... ma non era riferito a me, anche se la voce mi era familiare..-disse mandano giù un sorso di té caldo.
Mi andò di traverso il te a sentire quelle parole. Ero stata zitta fino ad ora, ma risentire le sue parole faceva troppo male.
-Akemi cosa c'è?- mi chiese Tomoe
-Allora eri viva, è da un pezzo che te ne stai zitta!- esclamo Sakura Kyouko
-Niente, tutto a posto.- dissi io asciugandomi le labbra.
Ringraziai Tomoe per l'ospitalità e tornai a casa, per stare nella mia solitudine. Non avevo considerato però quel fastidioso gatto. Infatti lo trovai a casa mia, davanti alla porta d'ingresso.
-Per caso quelle parole ti ricordavano qualcosa, Akemi?- chiese Kyubey muovendo la coda a destra e a manca.
Non gli risposi. Non c'era niente di logico in quella storia, non avrebbe mai potuto capire. A stento ci capivo qualcosa io.
Però sapevo che lei era qui con me. Sussurrai ancora il suo nome.
“Madoka”

“Homura -chan”
Quanto tempo è passato dall'ultima volta che ci siamo potute parlare? In questo limbo il tempo non scorre mai... ma mi manca. Ho applicato la “Legge della Ruota” molte volte ormai, ma una parte di me è sempre lì, che la guarda, che la osserva.
Quante volte l'ho vista piangere da quassù? Quante volte ho pianto insieme a lei? Innumerevoli. Così tante che mi si spezza il cuore.
Lei è sempre la stessa, la solitaria Homura-chan, anche se un po' più gentile. Quella che solo io posso conoscere.
La sera afferra con la sua mano prepotente, l'ultimo squarcio di cielo libero dal buio.
Tra poco la vedrò salire sul grattacielo più alto della città a confabulare insieme a Kyubey, come al solito.
Mi fa uno strano effetto vederla parlare insieme, lei che lo uccideva ogni volta che le spuntava davanti! Quante cose sono cambiate, anzi ho fatto cambiare. Però il mio cuore si domanda ancora se ho fatto la scelta giusta. Quella di lasciarla sola, dopo che finalmente avevo scoperto chi era.
D'altronde non potevo portarla con me. Sarebbe stato un atto troppo egoistico.
Eccola. La luna si riflette nei suoi occhi mentre la guarda, i suoi raggi rischiarano i suoi magnifici capelli facendomi notare i nastri rossi che le ho regalato, ce li ha sempre davanti quando piange. Con l'arco nero in mano sembra una cacciatrice. La mia bellissima cacciatrice. Scendo sulla Terra per poterla vedere meglio, mi avvicino sempre di più, annego nei suoi profondi occhi viola, senza via di salvezza, come al solito. Come se potessi salvarmi da una qualunque parte di lei. È diventata la mia follia... non posso più vivere senza di lei. Allungo gentilmente la mano e la poso sulla sua guancia. Si appoggia ancora di più, senza saperlo. Rido e la mia risata si perde nel vento che le alza i capelli. Le si illuminano gli occhi, posso forse sperare che mi ha sentito? Sì, lo leggo nei suoi occhi. Così come sono venuta ritorno al di la delle nubi, ma un giorno molto presto, ci rivedremo ne sono sicura.
A presto. Perdonami.

Sono passati mesi da quando Miki è uscita incolume dalla stazione, il pochino è un po' più lungo di quello che avessi immaginato. Ma io continuo a combattere, anche se questo mi fa male. L'unico modo per sentirla più vicina a me è stare nei luoghi alti, chissà perché.Nella nostra classe si è trasferita Sakura. Credo per stare più vicino a Miki. Ormai riconosco i segni dell'amore non ricambiato. Chissà quando se ne accorgeranno entrambe. O forse la rossa lo sa già, forse anche Miki se n'è accorta. La vedo arrossire quando guarda negli occhi Sakura. È un bene, così almeno la disperazione per quel ragazzo non si farà vedere più. Spero che loro due riescano dove io e lei non siamo riuscite, almeno per ora. Il tempo farà il suo corso.
-Sei migliorata molto, sai?- disse Tomoe a Miki.
-D-Davvero?! - esclamò Miki
-Mh dai, neanche tanto . Ancora non puoi competere con me, ti annienterei all'istante!- esclamò Sakura, incrociando le braccia dietro alla testa.
-Adesso non litigate- richiamò Tomoe prima che Miki rispondesse.
È sempre la solita storia. Le due bambine che vengono riprese dalla mamma. Sorrido, sapendo che anche lei si sarebbe comportata come una bambina di fronte a Tomoe.
-Akemi? Akemi ci sei?- la voce di tutte e tre mi riverberò nella mente, distogliendomi dal suo ricordo.
Vidi che si erano fermate e che mi guardavano.
-Scusate, cosa dicevate?- dissi io, passandomi una mano tra i capelli.
-Sei un po' fuori fase da un po' di tempo, eh? Ci stai nascondendo qualcosa?- disse Sakura.
Che ragazza perspicace. Forse lei potrebbe capire. No, mi prenderebbe per pazza, come tutte le altre. Come Kyubey quando gliel'ho detto. Questo è un segreto che Madoka ha condiviso solo con me ed il suo fratellino. L'ho incontrato ieri al parco giochi mentre disegnava la sua figura. L'avevo già incontrata, la sua famiglia, in una delle innumerevoli volte che ho ripetuto quel lasso di tempo.
Avevo ancora le loro tre paia di occhi che mi fissavano, mi ero persa ancora nei miei pensieri.
-Sto bene, state tranquille – dissi sedendomi al mio banco.
Ad un tratto l'aria si fece gelida. Non a causa delle bestie che combattiamo. A causa di due persone. Il ragazzo del desiderio di Miki, Kamijo mi sembra che si chiami, e la sua ragazza, Shizuki, entrarono in classe. Lei abbassò lo sguardo quando vide una senpai in classe e si sedette al suo banco, senza salutare nessuno, come fece il suo ragazzo.
Tomoe se ne andò subito, evitando di vedere gli sguardi di fuoco che Sakura lanciava all'altra ragazza.
Miki dal canto suo tremava leggermente, ancora il trauma non era passato.
Mi alzai e andai vicino al suo banco, inginocchiandomi davanti ai suoi occhi e la guardai. Lei mi sorrise leggermente, ma era un sorriso finto. La rossa le era accanto e ,quando si accorse del tremore della sua amica, le passò una mano sulla schiena.
Il tempo passa, tutto finisce... prima o poi anche la mia attesa. Tornai al mio banco e sussurrai il suo nome, ormai non facevo altro.
“Madoka”

 

  
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