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Autore: Nenetl    07/05/2008    1 recensioni
Se solo avesse ricordato cosa gli era successo, forse avrebbe trovato una soluzione, ma ogni volta tutto svaniva in un vortice nero. Non ricordava nemmeno come piangere. C’erano solo immagini incomprensibili per lui, e sogni, strani sogni. Leslie cerca la sua verità. Titolo e primo capitolo sono stati modificati.
Genere: Science-fiction | Stato: in corso
Tipo di coppia: Shonen-ai
Note: nessuna | Avvertimenti: nessuno
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Black base

Due destini in gioco

 

 

I nostri pensieri danno forma a

Ciò che noi supponiamo

sia la realtà.

Isabel Allende

 

 

1.

Era giorno.

Ormai il pericolo era passato.

Per ora.

Leslie, questo il nome del nostro protagonista, era fermo in un terreno aperto, dove non c’era molto movimento di persone, un luogo tranquillo si sarebbe potuto dire, almeno a prima vista. Respirava a fatica, stanco per il correre e per la paura di essere trovato, quel silenzio quieto e le sue sensazioni gli dicevano chiaramente che poteva star tranquillo al momento. Trovava sorprendente quello che gli appariva alla vista, e sinceramente provava anche una strana sorta di paura, quella che si prova di fronte a qualcosa a noi sconosciuto. Poteva finalmente vedere il Cielo, dopo anni di buio e solitudine, quel manto azzurro e cangiante che mai si era immaginato. Era di un celeste pallido in questo momento il Cielo, così tanto simile agli occhi di Leslie, che ora bruciavano a causa dei forti raggi del Sole, a cui la sua vista non era abituata. Guardandosi indietro nei ricordi, non rammentava che una stanza priva di luce e voci di persone che non era mai riuscito a vedere chiaramente, e acqua che lo circondava. Non sapeva niente del proprio passato e nemmeno del Mondo, eppure dentro se stesso era convinto di essere vivo, e sapeva che questo, era anche il suo di Mondo. Leslie non conosceva neppure la propria età, e sapeva poco degli altri come lui che vivevano in questo strano Mondo, portava per vestito dei brandelli logori che lasciavano scoperta gran parte della sua pelle chiara, quasi color latte. Non era neanche a conoscenza che quello era l’anno millenovecentottantasei. Continuava a fissare quel Cielo affascinato, perfino il dolore alla caviglia destra, che sanguinava sembrava meno importante. Scese a sfiorare l’erba morbida con le mani, aveva tutta l’aria di un bambino che scopriva qualcosa di nuovo, le sue mani affondavano nella terra deformabile.

Sopra la sua testa volavano grandi uccelli bianchi e neri, Leslie ne era meravigliato, allungò il braccio nel tentativo di prenderli, ma questo non era lontanamente possibile. Come in ritardo, i suoi sensi si accorsero delle macchine che sfrecciavano sulla strada statale, aggredendo violentemente quella  strana quiete. A un tratto si mise a girare in cerchio Leslie, stupito del nuovo ambiente in cui si era venuto a trovare. Si sentiva stranamente eccitato da questa situazione nuova, l’euforia era alta ma il suo istinto gli suggeriva di stare in guardia. Questo luogo era pieno di pericoli, concluse mentalmente, e si accorse di essere solo.

Poco tempo dopo, capendo di essere in uno spazio aperto, dunque pericoloso, si incamminò verso un gruppo di costruzioni malferme alle sue spalle. Gli uomini che lo seguivano, non lo avrebbero trovato qui, pregava Leslie di no, quella persone erano cattive. Lui non sapeva con certezza cosa quelli volessero, probabilmente nulla di buono. Prima gli erano sembrati aggressivi, gli sparavano contro, non erano ben intenzionati.

Gli avrebbero fatto del male.

Ma ora era libero.

E non so nemmeno chi sono.

Se solo ricordassi meglio.

Forse capirei.

Ma non ci riesco.

Non riesco a trovare me stesso.

E’ tutto così indistinto.

Sento di aver perso qualcosa di importante.

Vorrei sapere.

 

Si mise a guardare un punto fisso, i pensieri scorrevano per conto loro, solo brutti ricordi, avrebbe avuto altri incubi la notte, ma anche il giorno, per lui non c’era differenza, il suo passato oscuro non l’avrebbe lasciato mai.

Passarono delle ore, i raggi caldi del Sole si erano ritirati in un angolo stretto e Leslie non si era mosso di un millimetro.

Si trovava in uno dei vecchi magazzini di carta in disuso, ma questo Leslie non lo sapeva. Stava seduto in un angolo pieno di vecchi cartoni impolverati, stringeva le ginocchia al petto, mentre frange castane gli ricadevano sulle palpebre socchiuse. Fuori l’erba ondeggiava ad una leggera brezza serale, l’aria era calda.

All’improvviso un gatto sbucò da dietro uno degli scatoloni, gonfiandosi e soffiandogli minaccioso, Leslie corse via con sgomento, mentre cercava di capire cosa fosse quell’animale,lui non ne aveva mai visto uno.  Gli batteva forte il cuore mentre guardava nella direzione dell’animale dallo sguardo selvaggio, che si muoveva furtivo. Leslie decise di rimanere fermo in quell’angolo, ma sapeva che doveva fare qualcosa per sopravvivere. Doveva procurarsi cibo, coprirsi, tutte queste cose basilari erano scritte dentro di lui, le sapeva e basta.

Tempo dopo, forse minuti, dei passi lo fecero ridestare dal suo stato di dormiveglia. Un’ombra entrò prepotente nella fioca luce del Sole. Leslie vide che era un uomo, proprio come lui, solo che quello aveva dei vestiti decenti addosso, probabilmente sporchi, e c’era qualcosa di strano in lui, e di negativo. Barcollava come se fosse ferito e parlava da solo. Se Leslie conoscesse il senso dell’umorismo, ci avrebbe riso, l’istinto comunque gli diceva che quella persona aveva qualcosa che non andava. C’era un pericolo che non vedeva. Non era uguale agli uomini che ore fa lo inseguivano, doveva starne alla larga, si disse Leslie.

Era a tre passi da lui.

Biascicava.

La sua barba era incolta ed emanava un forte odore di alcool. Leslie automaticamente,  fece una smorfia di disgusto, il suo braccio venne afferrato in una stretta assai malferma. Leslie si liberò senza fatica con uno strattone deciso e corse fuori da quel posto angusto. Sentì l’uomo imprecare e lamentarsi, non si voltò indietro.

Dunque gli erano tutti nemici in questo posto caotico che tutti chiamavano casa, non faceva altro che scappare ma non voleva questo. Si domandava per quale motivo quegli uomini volevano riportarlo quel posto.

Se adesso era libero, e non conosceva ancora questa parola, si chiedeva a quale prezzo. Non aveva una casa dove andare, non aveva niente. All’improvviso un senso di vuoto assoluto lo prese, stringendogli le viscere in una fredda morsa. Sentiva che doveva ricordare qualcosa di importante, ma gli sfuggiva, tutto gli sfuggiva.

Leslie camminava per le vie ora buie di San Francisco, senza una meta. Non gli piaceva quel buio, gli faceva venire alla mente di una stanza, quella che aveva sempre odiato. La gente gli passava accanto all’oscuro di tutto. Faceva freddo ora che era cosciente, e non sapeva dove stava andando, né che fine avrebbe fatto.

Non sapeva che nome avessero le stelle nel cielo notturno.

Non le vedeva.

La Notte gli scivolava addosso.

Lenta.

Fredda.

Non voglio questa vita.

Fa male.

 

Se solo avesse ricordato cosa gli era successo, forse avrebbe trovato una soluzione, ma ogni volta tutto svaniva in un vortice nero. Non ricordava nemmeno come piangere. C’erano solo immagini incomprensibili per lui, e sogni, strani sogni. La chiara voce di una donna, e un altro giovane come lui, con i suoi stessi occhi. Un brivido pervase il suo intero corpo, guardandosi le braccia notò delle cicatrici bianche, chiuse gli occhi. Non voleva tornare la, ma poi si chiese se non sbagliasse a fuggire, in fondo qui fuori non era meglio. Leslie, continuava a ripetere questo nome a bassa voce, scandendo bene le lettere, un nome dal suo passato misterioso.

 

Il mio nome.

 

Sapeva che quella era la sua identità, lui era Leslie, questo era l’unico fatto di cui era assolutamente sicuro.

 

 

Capitolo 01 – End

 

 

 

*

 

 

Me: questa storia è venuta fuori da non so dove, ho preso carta e penna ed ho iniziato a scrivere quello che mi veniva. Veramente è partito tutto da un mio precedente racconto, su una fandom un po’ insolita, mi sono ispirata a due personaggi in particolare, ora non vi dico quali, ma la storia non sarà proprio uguale alla loro. Diciamo che il tutto è un misto di avventura, mistero e angst, cosa che non guasta mai in nessun racconto.

Ringrazio coloro che leggeranno.

Aggiornerò presto.

Per ora ciao!

 

 

  
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