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Autore: Ausel    05/12/2013    5 recensioni
«Mamma, hai più notizie di Harry?»
«Sicuramente sta meglio di noi.»

[Questa fanfiction si è classificata prima al contest "Lontano dagli occhi"]
Genere: Drammatico, Introspettivo, Malinconico | Stato: completa
Tipo di coppia: Nessuna | Personaggi: Famiglia Dursley, Harry Potter
Note: Missing Moments | Avvertimenti: Incompiuta | Contesto: Dopo la II guerra magica/Pace
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Erano passati più di vent'anni dal giorno in cui era salito su quell'auto, lasciandosi il numero 4 di Privet Drive alle spalle.

 

Vent'anni in cui la sua vita aveva subito un cambiamento, seppur non radicale.

 

L'ordine della Fenice aveva rilasciato lui e i suoi genitori dopo la fine della Guerra. Si erano trasferiti in una nuova casa, più ampia ed elegante, poiché l'altra conteneva, secondo suo padre, troppi "spiacevoli" ricordi legati a "quell'essere". Terminate le superiori aveva subito iniziato a lavorare come barista, il cibo era una passione che non l'aveva mai abbandonato.

 

Sulla soglia dei ventidue anni, si era ufficialmente fidanzato con una Babbana presentatagli da Zia Marge. Nel giro di pochi mesi si erano sposati e dopo qualche tempo, per la gioia di Petunia, avevano dato alla luce un figlio. La sua faccia sembrava quella di un maiale e i capelli erano corti e biondi. Inutile dire che somigliasse al padre, tranne un dettaglio. Gli occhi erano di una particolare sfumatura di verde. Un verde che aveva provocato in lui un senso di familiarità e una smorfia di disappunto in sua madre.

 

I primi tempi erano stati felici, finalmente aveva anche lui una famiglia tutta sua - com'era solito dire - e pian pano stava imparando a essere un buon padre. Ma la notte, sempre più frequentemente, non riusciva mai ad addormentarsi facilmente. Appena chiudeva gli occhi, veniva investito da una sensazione di freddo e sognava creature vestite di nero volare intorno a lui. Vedeva il proprio corpo disteso su un terreno indistinto e poi, dopo pochi secondi, il buio. A quel punto poteva distinguere nitidamente una successione d'immagini. Vedeva i suoi genitori chiamarlo con ridicoli soprannomi e coccolarlo dalla mattina alla sera. Vedeva suo padre sgnignazzare come un topo, nel modo in cui solo lui sapeva fare, e sua madre intenta a riempirgli un piatto con abbondanti razioni di bacon. E quando un senso di soffocamento iniziava a farsi strada in lui, eccolo che compariva. Avvolto da un fascio di luce, sfoderava un sorriso che raramente gli aveva visto in viso e gli tendeva una mano. L'afferrava, dopo aver ricambiato il sorriso, e subito veniva travolto da una sensazione di calore.

 

Sebbene da prima avesse accolto quel sogno con riluttanza, si era trovato più volte ad attendere la notte con impazienza. Non sapeva spiegarsi perché. Quella visione gli dava un senso di pace con sè stesso, come se tutti quegli anni passati a deriderlo potessero essere cancellati con una stretta di mano. Si sentiva libero.

 

La goccia che fece traboccare il vaso arrivò quando aveva quasi ventisei anni. Suo padre era stato coinvolto in un grave incidente d'auto e purtroppo ci aveva rimesso la vita. Il funerale si era celebrato quasi subito, con sua madre che piangeva disperatamente dentro un fazzolettino di stoffa e suo figlio che chiedeva in continuazione dove fosse il nonno.

 

I pranzi di famiglia erano diventati un momento carico di malinconia. Mangiavano silenziosamente e poi il bambino andava un sala a guardare la TV. Dudley si alzava da tavola, aiutava a sparecchiare e ogni tanto chiacchierava con Petunia..

Fu proprio durante una di queste "chiaccherate" che il bisogno di sapere ebbe sopravvento sulla legge del non fare domando su L'Orrenda Creatura.

«Mamma, hai più notizie di Harry ?»

«Sicuramente sta meglio di noi.»

 

   
 
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