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Autore: demjsbrowneyes    05/12/2013    1 recensioni
"Dovrei avere paura di te?"
"Beh, dovresti."
Quegli occhi color smeraldo incontrarono i miei, era tutto così splendidamente sbagliato.
Genere: Drammatico, Sentimentale | Stato: in corso
Tipo di coppia: Het, Crack Pairing | Personaggi: Altri, Harry Styles, Liam Payne, Zayn Malik
Note: nessuna | Avvertimenti: Incest, Triangolo
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La pioggia batteva sui finestrini nel pieno di novembre, il freddo riusciva a penetrare all'interno del veicolo freddo e vecchio ormai privo di climatizzatore.
L'unica cosa che si riusciva a scorgere era il rosso dei fari delle auto messe in coda davanti alla mia BMW.
Il tragitto era ancora lungo, così decisi di alzare al massimo il volume della musica e mi lasciai cullare dalle sue note in mezzo al traffico.
Poco dopo lo schermo del cellulare si accese, una chiamata in entrata da un numero sconosciuto e decisi di non rispondere.
Uno di quei soliti scocciatori che disturbano la gente per farsi quattro risate con i loro amici. Il cellulare si accese ancora, stavolta, un messaggio:
"Ehi, tesoro ,come mai non rispondi al telefono? Paura ,eh? xx"
Il testo non era firmato e non potevo esser sicura di chi fosse, ripresi a guidare, nella foschia intravidi una sagoma, frenai in tempo prima di metterla sotto.
Ancora un messaggio.
"Non provi nemmeno ad uccidermi? xx"
Iniziai a sudare freddo, e mi posteggiai in un angolo vicino un benzinaio per provare a calmarmi.
Chiunque fosse, aveva il mio numero di cellulare e mi stava seguendo.
Ancora intimorita decisi di scendere dall’auto nonostante il gelo, quella temperatura quasi sotto lo zero riusciva a rilassarmi.
Ad un tratto sentii uno scricchiolio e un rumore di passi provenire dalle mie spalle, mi voltai di scatto ma riuscii a vedere solamente la lucetta del lampione vicino un autogrill, ormai chiuso da tempo.
La ruggine contornava le piccole finestre non più trasparenti e la porta, semi aperta, lasciava intravedere un cartello sbiadito con la scritta “CHIUSO”.
Il mio naso era diventato rosso come la spia della macchina che segnava lo svuotamento della tanica, decisi di rientrare in macchina, allacciai la cintura e misi in moto.
La strada era ormai vuota, c’era solo qualche macchina che scorrazzava con la musica ad alto volume.
Presi il cellulare e vidi l’orario: 3.05 AM.
Avevo sostato più del previsto, premetti l’acceleratore e mi diressi verso casa, dove mi sarei sopportata la ramanzina di mia madre.
Aprii la porta di casa il più cautamente possibile, ma lei era ancora sveglia.
«Ti sembra questo l’orario di tornare a casa?» Per un attimo pensai che tutto il vicinato potesse sentirla, le sue urla erano come quelle di una sirena di un’ambulanza in corsa.
«Mi si era fermata l’auto e ho dovuto sostare.»
 Cercai di mantenere la calma dato che il nervosismo non mancava.
«Tutte scuse! Adesso corri in camera tua, niente uscite serali per una settimana, ci siamo intese?»
«Si, mamma.» Sbuffai e salii in camera mia dove, finalmente ritrovai un po’ di pace, mi stesi sul letto senza preoccuparmi di struccare il viso o mettere il pigiama, misi le cuffie nelle orecchie e alzai la musica a tutto volume.
Morfeo mi prese lentamente tra le sue braccia, ma, i miei sogni erano turbati da qualcosa.
***
La sveglia suonò, dopo averla spenta mi alzai svogliatamente dal letto, non mi andava proprio di tornare a scuola.
Stupidi lunedì.
Bussai in bagno. «Occupato!»
La voce di Zayn risuonò nel corridoio. Odiavo quando metteva così tanto tempo ad aggiustarsi i capelli, io in venti minuti, all’incirca, ero pronta.
Quando uscì mi diede un bacio in guancia, un brivido mi percorse il collo e lo vidi…diverso.
«Buongiorno buongiorno, sorellina.»
Sorrise e sgattaiolò velocemente al piano di sotto.
Entrai in doccia e ogni espressione, parola, gesto di mio fratello fece incurvare le mie labbra in un sorriso ebete che solo una ragazza innamorata riusciva a fare. Lo sapevo bene, ma sapevo anche che lui era mio fratello e non ne avrei desiderato uno migliore.  
Mi vestii con un paio di leggins neri ed una felpa fin sopra le ginocchia, converse nere, un filo di trucco e via. Lasciai i capelli mossi, come piacevano a Zayn.
Scesi e lo trovai a fare colazione con i pancakes, era una ricetta di famiglia.
«Mmh, giorno.» Mugolai.
«Non stare troppo a mangiare o arriveremo in ritardo.» Mi baciò la guancia e mi rifilò in bocca uno di quei tortini calorici comprati al supermercato, mi trascinò in macchina e andammo verso scuola.
Mi affogai.
«Sei contento adesso?» Risi tossendo.
«Fammi pensare… SI!» Rise di gusto anche lui e guidò verso la scuola, dopo essere scesi dalla macchina non lo avrei più rivisto fino alla fine delle lezioni.
In un certo senso ero sollevata, forse quella piccola cotta sarebbe sparita nel giro di poche ore.

Prima ora voleva dire educazione fisica ed educazione fisica significava professor Payne.
Era il professore più affascinante che avessi mai visto in tutta la mia carriera scolastica, leggera barba, sorriso da bambino e labbra su cui fare i pensieri più peccaminosi.
Tutte gli andavano dietro, compresa me, ma io mi limitavo a sorridere e fare il mio dovere, non mi serviva fargli avance.

Zayn’s POV
Lasciai Heaven a scuola e mi allontanai da lei con un dispiacere pari a quello di un ragazzo che deve salutare la sua fidanzata.
Ciò che provavo per lei non era amore fraterno, ma qualcosa di più. Forse era la sua semplicità ad avermi fatto infatuare di lei, pensai di amarla, e ne ebbi la conferma, ma avrei dovuto allontanarmi da questo sentimento, nulla sarebbe mai potuto nascere tra noi due.
Lei pensa che io sia un cattivo ragazzo perché ne cambio una ogni sera, ma non sa che lo faccio per non pensarla, perché è mia sorella.
Mi inoltrai nel corridoio e passai indifferente tra i saluti delle ragazze, ai loro sorrisi e ai loro sguardi, non avevo il coraggio di guardarle in faccia, tutte quante appoggiate su quegli armadietti verdi un po’ sbiaditi nella speranza di ricevere un mio sguardo.
Sarei cambiato, radicalmente e non avrei avuto più nessun tipo di contatto con mia sorella, avrebbe dovuto odiarmi e io non avrei dovuto più amarla.
Entrai a lezione scalciando la porta sotto gli occhi increduli dei miei compagni e del professore che era rimasto alzato alla cattedra. Solitamente ero un tipo calmo e taciturno.
Mi sedetti all’ultimo banco, come mi era solito fare e inizia disegnare qualcosa sul foglio di chimica.
Il suo viso.
Invadeva la mia mente come nessuna ragazza aveva mai fatto, rendeva la maggior parte della mia testa e la portava a lei, a pensarla, ogni suo singolo pregio o difetto, lei che così tanto mi somigliava, avrei voluto che fosse qualcosa di più, ma non potevo fare altrettanto, così, alla ricreazione iniziai a prendermela con qualche povero ‘secchione’ senza un motivo.
Stavo meglio, niente sentimenti, niente ripensamenti, l’addio al vecchio me non fu poi tanto difficile.
***
Aspettai Heaven in macchina all’uscita della scuola. I battiti acceleravano e sentivo che prima o poi sarei esploso, ma dovevo trattenermi, così calmai i miei istinti cercando con lo sguardo una ragazza con cui stare per un po’.
Beccata, Alyssa Edwards.
Bionda, occhi azzurri, popolare, corpo da sballo e labbra carnose, prenderla in giro non sarebbe stato poi così difficile.
Le feci cenno di chiamarmi con la mano e le sorrisi in modo beffardo, avendo capito le mie intenzioni sorrise anche lei e fece un gesto non molto comprensibile ai miei occhi.
Mia sorella entrò in macchina e il suo profumo mi inebriò le narici, non avevo mai sentito nulla di tanto bello.
Cercai di non farci caso e premetti l’acceleratore dell’auto rivolgendole solo un freddo «Ciao.»
Sembrò dispiaciuta ma non ci fece caso.
«E’ successo qualcosa?»
«No. Non voglio parlare, chiudi un attimo quella bocca.»
Serrò le labbra per poi rivolgermi uno sguardo interrogativo, non la guardai nemmeno negli occhi.

Arrivammo, i nostri genitori erano a lavoro e ci avevano lasciato il pranzo da cuocere nel microonde.
Pranzammo senza proferire parola, dopodiché Heaven salì in bagno a fare una doccia, il vecchio Zayn voleva seguirla, ma il nuovo voleva starsene solo a disegnare qualche schizzo su una tela e far festa la notte.
Sentii qualcosa vibrare, aveva lasciato il suo telefono sul tavolo. Mi assicurai che non scendesse e lessi attentamente: “Eri bellissima oggi. Un giorno di questi ti avrò, ne sono certo. xx”
Il messaggio non era firmato, non ero al corrente dei ragazzi con cui si tenesse in contatto, avrei voluto allontanarla, ma la gelosia percorse il mio corpo fino al midollo.
Nessuno e dico, nessuno, al di fuori di me l’avrebbe toccata.
Mi sarei allontanato proteggendola.
Da me.
Da lei.
Dal mondo.


**Spazio autrice**
Ciao a tutti!
Dopo varie fanfiction scritte su word e gettate e sotto consigli di amiche ho deciso di pubblicare la mia storia, beh, spero vi piaccia e che
vogliate scoprire il misterioso ragazzo che manda messaggi ad Heaven.
Detto questo, grazie per aver letto.
Se ti è piaciuta potresti lasciare una recensione?
Beh, ciao! :*
  
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